Zavalloni di ritorno a Lugo Opera Festival

La popolare singer bolognese torna al Rossini con un affascinante viaggio vocale nel “secolo breve”, in complicità col pianista Andrea Rebaudengo ed il clarinettista Gabriele Mirabassi.

Lugo Opera Festival 2015

CRISTINA ZAVALLONI: VOCE DEL 900 DA

CAGE AI BEATLES

Grande e atteso ritorno sul palcoscenico del Teatro Rossini di Lugo per la cantante Cristina Zavalloni lunedì 4 maggio alle 20,30, settimo appuntamento del Lugo Opera Festival 2015. Festival che quest’anno ha per titolo “Voce di donna”. Certo non poteva mancare, dato il tema, la voce della popolare cantante bolognese, nata come voce jazz e poi via via approdata a tutti i tipi di vocalità, da Monteverdi ai Beatles, e ancora più su fino alla musica contemporanea più prossima a noi. Sì, perché Cristina Zavalloni, con la sua straordinaria voce di mezzosoprano dalle mille sfaccettature e la sua intelligenza e duttilità ha saputo ritagliarsi in quasi vent’anni di carriera un ruolo ormai insostituibile nella vita musicale internazionale. Leggendo il suo frastagliato curriculum non si sa più come definire il suo molteplice talento: cantante, vocalist, improvvisatrice, compositrice, attrice, presentatrice.

Eccellente nelle sue rare ma significative escursioni nella musica antica e barocca (in primis Monteverdi), nel repertorio romantico (ottima la sua Carmen), nel Novecento storico (Schoenberg, Britten), nel contemporaneo (in particolare Andriessen, di cui è divenuta interprete d’elezione), nel jazz, nella canzone, nella rivisitazione colta del repertorio popolare. Tanto che qualcuno  l’ha da tempo definita “erede italiana” della leggendaria Cathy Berberian. La sua presenza carismatica al festival lughese, dove più volte è stata protagonista e interprete, non poteva che essere legata ad un programma appositamente pensato e intitolato “Voci del ‘900” che vedrà la partecipazione del pianista milanese Andrea Rebaudengo e del clarinettista perugino Gabriele Mirabassi, anche lui proveniente dal doppio binario classica-jazz. Ecco dunque aprirsi il suo programma con una splendida pagina “per voce e pianoforte chiuso” di John Cage risalente al 1942 e ispirata ad un testo di James Joyce dal Finnegan’s Wake, The wonderful widow of eighteen spring (La splendida vedova di 18 primavere), adattissima a spalancare di colpo la finestra sulla vocalità del secolo breve con quell’uso liberatorio della voce sui secchi battiti delle dita e delle mani sul mobile del pianoforte. All’icastico e dolentissimo John Cage seguono  la divertente La bonne cuisine di Leonard Bernstein e quattro intense liriche di Charles Ives (Remembrance, Serenity, The Housatonic at Stockbridge, Songs My Mother Taught Me), intervallate dai 3 Preludi per pianoforte solo di George Gershwin, ottimi per introdurre il mondo del musical e della canzone d’autore di Cole Porter (Everytime we say goodbye), dell’impegno di Kurt Weill (Speak low) e dello sberleffo intelligente delle Beatles Songs (Yesterday You’ve Got to Hide Your Love Away, Michelle e Ticket to ride) trascritte genialmente da Louis Andriessen per Cathy Berberian. La splendida voce jazz del clarinetto di Gabriele Mirabassi si alternerà a quella della Zavalloni con l’esecuzione della Sonatina del compositore britannico scomparso nove anni fa Malcolm Arnold, e infine a lei si unirà duettando nella splendida Solitude di Duke Ellington.

La popolare singer bolognese torna al Rossini con un affascinante viaggio vocale nel “secolo breve”, in complicità col pianista Andrea Rebaudengo ed il clarinettista Gabriele Mirabassi.

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