Forlì

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2016/17 – PROSA

COMPAGNIA UMBERTO ORSINI

IL GIUOCO DELLE PARTI

di Luigi Pirandello

con

Umberto Orsini

e con

Alvia Reale, Totò Onnis, Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri, Woody Neri

Regia di Roberto Valerio

scene Maurizio Balò / costumi Gianluca Sbicca

Turno A giovedì 24 novembre h. 21

Turno B venerdì 25 novembre h. 21

Turno C sabato 26 novembre h. 21

Turno D domenica 27 novembre h. 16

Lo spettacolo Il Giuoco delle parti nella replica di domenica 27 novembre sarà supportato dal servizio di audiodescrizione per non vedenti e ipo vedenti.

IlTeatro Diego Fabbri, anche per la Stagione Teatrale 2016/2017, aderisce al progetto “Un invito al teatro. No Limits” promosso dalla Provincia di Forlì-Cesena ,in collaborazione

con il Comune di Forlì, il “Centro Diego Fabbri” di Forlì, il Dipartimento Interpretazione e Traduzione – DIT – Università di Bologna sede Forlì, con il coinvolgimento dei Comuni di

Cesena, Sarsina e Predappio e grazie al contributo della regione Emilia-Romagna. Maggiori informazioni sul sito centrodiegofabbri.it

Umberto Orsini ritorna con una versione del “Giuoco delle parti”, commedia che negli ultimi vent’anni l’attore ha più volte rivisitato, convinto che uno dei modi per preservare un classico è quello di ripensarlo apportando continue modifiche ed approfondimenti.

Originariamente la vicenda vede un Leone Gala che si è pacificamente separato dalla moglie (che lo tradisce con l’amico Guido Venanzi) a condizione di farle visita ogni sera, per mantenere di fronte all’opinione pubblica, il suo ruolo di marito.

Questo accordo col passare del tempo si rivela insopportabile a Silia che confida all’amante il desiderio di volersi sbarazzare del marito la cui presenza-assenza le è diventata insostenibile. Il casuale irrompere nella casa di lei di un gruppo di ubriachi che tentano di farle violenza, senza però riuscirci, le offre un pretesto inatteso grazie al quale potrebbe mettere a repentaglio la vita del marito trascinandolo in un duello. Alla notizia del fatto Leone Gala appare tranquillo, lui si è vuotato di ogni sentimento ed ha trovato un “pernio” che gli permette di affrontare ogni situazione anche la più critica, infatti grazie alla sua incrollabile dialettica e al suo nichilismo, si sottrae al complotto ordito dalla moglie e dall’amante trasformandosi da vittima in carnefice.

Luigi Pirandello ha scritto una commedia nera, dove matrimonio, tradimento,onore e omicidio si inseguono in una logica successione. La novità di questo allestimento sta nell’aver immaginato un futuro per Leone Gala dopo quel tragico avvenimento, lui, uomo di lettere, costretto a macchiarsi di un delitto non riesce a liberarsi dal suo passato e rivive tutta la vicenda come un ammasso di ricordi, di ricostruzione dei fatti dal punto di vista di chi è sopravvissuto.

L’inferno del matrimonio è reinterpretato in un’ottica vicina al teatro di Strinberg dove l’abisso morale dei protagonisti si alterna al gioco dialettico che ha quasi sempre guidato la lettura di questo testo. Alvia Reale conferisce a Silia un connotato più vicino alla novella nella quale Pirandello aveva tracciato il suo primo approccio alla vicenda (Quando si è capito il giuoco) e Totò Onnis regala un ritratto inedito alla figura di Guido Venanzi. Orsini si dibatte fra i fantasmi che popolano una mente in cui il tempo batte i suoi colpi rimbalzandoli confusamente dal passato al presente e viceversa.

sabato 26 novembre – ore 18 IncontriArtisti

gli artisti dello spettacolo Il Giuoco delle parti incontrano il pubblico nel foyer del teatro ingresso libero fino ad esaurimento posti /entrata laterale teatro, Via dall’Aste n. 10 ( incontri condotti da Pietro Caruso, giornalista e saggista)

(si prega di verificare sul sito, nei giorni dello spettacolo, eventuali comunicazioni e/o cambiamenti motivati da impegni imprevedibili degli artisti)

Biglietti platea

Intero € 25, 00

Ridotto, Bac Fondo per la Cultura € 22, 00

Carta Doc, Romagna Visit Card

youngERcard/Under 14 (3° sett platea) € 15, 00

Biglietti galleria

Intero € 20, 00

Ridotto,

Giovanni Lindo Ferretti a Forlì presenta Saga

Giovedì 17 novembre ore 21 – Sala San Luigi Forlì

Saranno Giovanni Lindo Ferretti e Paolo Boriani a presentare “Saga, il Canto dei Canti”, la

seconda proiezione della rassegna firmata The Act of Looking e ideata da Sunset Comunicazione e

Associazione Sovraesposti in collaborazione con il Comune di Forlì.

Musicista, cantautore, poeta, scrittore e autore cinematografico, è un Ferretti inedito quello che sarà presente insieme al regista Paolo Boriani a Forlì, presso la Sala San Luigi, giovedì 17 novembre (ore 21.00).

Lontano dall’urlo punk caro ai CCCP Fedeli alla Linea, tra passaggi di sigle e consorzi di musicisti (dai CCCP ai PGR fino ai lavori da solista), Giovanni Lindo Ferretti mette in scena la sua trasformazione personale e politica in uno spettacolo che è allo stesso tempo racconto di storia e di bellezza. Tributo al teatro equestre e barbarico, “Saga, il Canto dei Canti”, è il titolo del suo album uscito nel 2013 e dal sottotitolo "Opera equestre". All’album segue, infatti, uno spettacolo teatrale unico nel suo genere, opera equestre di Giovanni Lindo Ferretti e della Corte Transumante di Nasseta, “libera compagnia di uomini cavalli e montagne”, che narra quel patto ancestrale tra uomini e cavalli. Un teatro primordiale che diventa suggello di quel patto e promemoria viscerale della civiltà dei cavalli in via d’estinzione.

A guardarlo (e riprenderlo) da lontano, “per non esserne schiacciato dalla sua bellezza”, c’è il regista Paolo Boriani che nel suo documentario ne restituisce un’immagine affascinante e senza tempo.

La serata sarà presentata da Matteo Lolletti, regista e docente presso l’Università di Bologna, e vedrà la partecipazione di Giovanni Lindo Ferretti e del regista Paolo Boriani.

Ingresso € 5,00 – ridotto studenti € 3,00

Gli ospiti

Giovanni Lindo Ferretti

Giovanni Lindo Ferretti è un cantautore, scrittore ed ex attivista italiano, noto soprattutto per essere stato cantante e paroliere nella band CCCP Fedeli alla linea e nelle sue successive “reincarnazioni” (CSI, PGR). È considerato uno dei padri del punk italiano.

Paolo Boriani

Regista italiano, nel 2011 ha girato il suo primo film-documentario, Pitts, su un pilota di aereo acrobatico, prodotto da Rai Cinema. Nel 2013 ha girato il suo secondo film-documentario, ‘A Sciaveca (prodotto da Sky Arte), sul teatro di Mimmo Borrelli, nome nuovo del teatro italiano, e il suo terzo film-documentario, Saga (prodotto da Sky Arte), sull’opera equestre di Giovanni Lindo Ferretti. Dal 2011 ha girato i cortometraggi Untitled, ambientato a Milano, 103, ambientato a New York, Black Dog, ambientato in Florida, Lighting Field Still Lighting, ambientato in Texas. Nel 2014 ha girato il suo nuovo film-documentario, No Pass, ambientato in Brasile, che racconta il Mondiale di calcio senza il Mondiale, o il lato “b” del Mondiale.

La rassegna

Italia anno zero: il nuovo cinema italiano è la prima rassegna di Nuove Visioni e racconta l’Italia da due punti di vista: quello elaborato da nuovi, emergenti, non allineati registi e quello di uno sguardo esterno, parziale ma illuminante, sul nuovo cinema che viene prodotto in Italia.

Prossimo appuntamento giovedì 24 novembre con “Le favole di Casimiro” di Alessio di Zio.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2016/17 – DANZA

European Dance Alliance / Valentina Marini Management con il contributo dell’Ambasciata di Israele in Italia.

ROY ASSAF DANCE

An evening with Roy Assaf

(Six Years Later / The Hill)

Turno G Martedì 15 novembre 2016 h.21

coreografie di Roy Assaf

danzatori Roy Assaf, Madison Hoke, Igal Furman, Avshalom Latuch

costumi di Eri Nakamura

scelte musicali e costumi Roy Assaf

musiche originali di Deefly, Shlomi Biton e altre musiche di Ludwig Van Beethoven, George Frideric Handel, Marmalade,

The Israeli Army Band, Yoram Taharlev e Bee Gees

disegno luci di Dani Fishof

Roy Assaf, considerato uno dei nomi di punta della nuova generazione coreografica israeliana è uno dei pochi coreografi ospiti che ha creato per Batsheva Dance Company. Dopo le numerose presenze in Italia (Biennale di Venezia, Civitanova danza, Torino Interplay Festival, Vignale Danza e Bolzano Danza), porta al Teatro Diego Fabbri An evening with Roy Assaf, due lavori (Six years later e The hill) a firma dello stesso Assaf che vi partecipa anche come danzatore.

Six Years Later

Six years later, con la coreografia Roy Assaf e con Roy Assaf e Madison Hoke su musiche originali di Deefly e il disegno luci di Dani Fishof, è un duetto intimo e appassionato che ci parla del passato e del presente, strettamente legati tra loro come un’inevitabile storia d’amore “Non sappiamo se ci siamo già incontrati o amati , se ci saranno altri incontro.

Non sappiamo se questi sei anni siano stati importanti nelle loro vite o il motivo che li ha separati. E’ un ritrovarsi tranquillo, imbarazzato, calmo, forse si ricordano l’uno dell’altro, forse stanno provando a dirsi che questi sei anni sono stati inutili. Ogni piccola variazione ci confermerà ciò che pensiamo oppure distruggerà le nostre convinzioni”

The Hill

The Hill trae spunto da una canzone ebraica, “Givat Hatahmoshetche”, che parla della “Ammunition Hill”, campo di battaglia della Guerra dei Sei Giorni.Con musiche originali di Shlomi Biton, The Israeli Army March (eseguite dalla banda dell’esercito israeliano guidata da Yitzhak Graziani), Yoram Taharlev, Bee Gees e i costumi di Roy Assaf, The Hill vede in scena tre danzatori (Igal Furman,Shlomi Biton e Roy Assaf) che rappresenteranno l’assurdità e l’essenza dell’occupazione. La loro danza, in un movimento circolare costante, dimostra un loop di assurdità, un ciclo di paura e virilità, evocando risate, terrore e lacrime.

Durante le celebrazioni della battaglia sono meccanici, un circolo festoso di cameratismo eseguito con una coordinazione perfetta e inquietante. The Hill ha vinto il primo premio al 27° Concorso Internazionale per coreografi “Ballett Gesellschaft” di Hannover (Germania).

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La direzione artistica del Teatro Diego Fabbri ricorda il Maestro Dario Fo

“Il Premio Nobel e grande Maestro Dario Fo ci ha lasciato. Con alcuni dei membri dell’attuale direzione Artistica di questo Teatro Dario Fo e Franca Rame hanno lavorato tanto e condiviso pezzi importanti di vita affettiva e professionale.
Dario ha amato Forlì e i forlivesi: ha fatto arte, cultura e spettacolo al Teatro Fabbri, al Teatro Il Piccolo, in Piazza Saffi, in Piazza della Misura, al Palasport, in tante Case del Popolo ed anche nella incantevole Piazzetta dei Burattini.
Dario Fo e Franca Rame sono gli Autori teatrali italiani più rappresentati al mondo: ogni giorno in 50 Teatri esteri, una qualche Compagnia primaria mette in scena un loro testo: hanno sempre fatto teatro irridendo il potere precostituito, qualsiasi egli fosse, rendendo così “popolare” il teatro come nessuno aveva mai fatto successivamente al melodramma. Molti Teatri e molte Piazze della Romagna li hanno acclamati in 50 anni di straordinaria carriera, non li dimenticherem!”

Ruggero Sintoni, Claudio Casadio, Lorenzo Bazzocchi, Claudio Angelini

Aperte le prenotazioni telefoniche ed on-line per la mostra di Salgado

Sono aperte da oggi le prenotazioni per l’attesissima mostra “Genesi” di Sebastião Salgado, in programma nella Chiesa di San Giacomo in San Domenico dal 28 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017.

“Genesi” è l’ultimo grande lavoro dell’artista brasiliano, il più importante fotografo documentario del nostro tempo, frutto di un viaggio alla scoperta della bellezza nei luoghi più remoti del Pianeta, durato 8 anni. In mostra oltre 200 fotografie che raccontano con sguardo straordinario ed emozionante luoghi che vanno dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia.

Le visite possono essere prenotate via telefono al 199.15.11.21 o sul web all’indirizzo: ticketone.it

Per maggiori informazioni sulla mostra il sito ufficiale è: mostrasalgadoforli.it

Torna la Settimana del Buon Vivere

tanti eventi e ospiti a Forlì e in Romagna per continuare a parlare di futuro

Si svolgerà dal 24 settembre al 2 ottobre 2016 a Forlì e in Romagna la settima edizione della Settimana del Buon Vivere, inaugurata il 24 dalla Notte Verde e dell’Innovazione Responsabile.

L’appuntamento romagnolo, ormai giunto alla settima edizione, vede i tradizionali temi di Economia Etica, Bene Comune, Coesione, Salute e Benessere, Legalità, Sostenibilità e Cultura sviluppati e affrontati da artisti quali Remo Salvadori, Massimo Sansavini, Stefania Casini, la Banda Osiris, Ascanio Celestini, Stefano Tonelli, Marco Baliani, Lella Costa, Cristina Donà, Carla Fracci, Serena Dandini, Gene Gnocchi, Carlo Gabardini e il grande fotografo Sebastião Salgado, giornalisti come Massimo Cirri, Luca de Biase, Gianni Riotta, Massimo Cotto, Domenico Quirico, Francesca del Rosso in arte Wondy, studiosi come Carlo Ratti, Angelo Facchini, Vittorino Andreoli, Joseph Stiglitz, politici come Giuliano Poletti e personalità di spicco del pensiero contemporaneo quali Fausto Bertinotti, Julián Carrón e Don Luigi Ciotti.
Agli ospiti di fama internazionale si affiancano le decine di associazioni e gruppi informali che hanno aderito alla chiamata e propongono diverse attività.
Cornice d’eccezione di questa parte del programma è la Cittadella del Buon Vivere che quest’anno ha inaugurato già nel mese di agosto grazie al progetto “Estate in Barcaccia” nato dalla collaborazione con il Comune di Forlì.
Altre sedi degli eventi in programma in città sono la Chiesa di San Giacomo, gli spazi dei Musei di San Domenico, il Teatro Diego Fabbri, l’Auditorium Cariromagna e Palazzo Monte di Pietà. Sono previsti inoltre eventi a Cesena, Ravenna, Mercato Saraceno, Cesenatico, Faenza e Forlimpopoli.

Come sempre la Settimana del Buon Vivere è occasione di reciproco confronto fra realtà del territorio e personalità di fama internazionale.

Un’idea di futuro
Il sottotitolo dell’edizione 2016 della Settimana del Buon Vivere è “un’idea di futuro” e vuole innescare il confronto tra coloro che nel mondo si interrogano su un possibile futuro sostenibile e quanti, nel nostro territorio, da tempo si adoperano quotidianamente e concretamente per dare alle nuove generazioni un futuro migliore.
Un territorio, la Romagna, tradizionalmente vocato al “buon vivere” e che negli anni sta, da una parte, esportando quei valori che lo contraddistinguono e, dall’altra, attraverso un inedito storytelling territoriale, sta attirando verso di sé sempre maggiore attenzione qualificandosi come Terra del Buon Vivere.

Notte Verde
La Settimana del Buon Vivere sarà inaugurata anche quest’anno dalla Notte Verde e dell’Innovazione Responsabile sabato 24 settembre. La manifestazione giunta alla sua quinta edizione e nata dall’iniziativa e sostenuta dal Comune di Forlì, è quest’anno dedicata al tema dell’acqua e vede dalla mattina a notte inoltrata convegni, seminari, workshop, spettacoli, concerti e flashmob dedicati al tema della sostenibilità ambientale.

Solidarietà
Dopo il successo dell’anno scorso domenica 25 settembre alle 12 al Parco Urbano Franco Agosto di Forlì ritorna il Pranzo Solidale quest’anno intitolato “Senza Solidarietà non esiste Sostenibilità”. A seguito del recente sisma che ha coinvolto il centro Italia, si è deciso di destinare metà del ricavato alle popolazioni vittime del terremoto e metà all’Emporio della Solidarietà della Caritas di Forlì e del Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo.
Decisione analoga è stata presa rispetto alla Cena di apertura che, sempre per sostenere le vittime del terremoto, si trasforma in una cena conviviale di solidarietà, lunedì 26 settembre alle 21 a Casa Spadoni (via Granarolo 99 a Faenza).

La Settimana del Buon Vivere è sostenuta e organizzata da Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Comune di Forlì, Cooperhub, in collaborazione con IRCCS-IRST e Camera di Commercio di Forlì, con il contributo di Conscoop ed è il risultato della partecipazione attiva delle tante aziende, istituzioni, realtà associative e cittadini che da sempre sostengono e compongono a vario titolo il programma con il coordinamento di Casa del Cuculo, Sunset e Tribucoop.

Settimana del Buon Vivere: anche Erri de Luca e Ascanio Celestini

fra gli ospiti dell’evento romagnolo

Ci saranno anche Ascanio Celestini e Erri de Luca a Forlì ospiti della Settimana del Buon Vivere con due monologhi per raccontare il nostro travagliato tempo.

Ascanio Celestini sarà l’ospite della serata inaugurale della settimana edizione della Settimana del Buon Vivere domenica 25 settembre a partire dalle 21 al San Giacomo. Con il suo monologo “Il Piccolo Paese”, Ascanio Celestini compone un universo di microstorie che iniziano e finiscono nell’arco di pochi minuti, anzi in “cinqueminutimeglioquattro”.
In “Il Piccolo Paese” Celestini racconta, come in una favola, un’Italia piccola piccola, razzista e mafiosa, egoista e qualunquista.
E come accade nelle fiabe, la finalità è pedagogica perché i suoi racconti mettono in moto dei meccanismi: fanno riflettere sull’importanza della filosofia e del pensiero libero.
Romano, classe 1972, Ascanio Celestini è uno dei nomi più importanti del teatro di narrazione in Italia. Sul palco dal 1996, a oggi può vantare una ventina di rappresentazioni di successo. I suoi spettacoli sono legati ad un lavoro di ricerca sul campo, indagando nella memoria di eventi e temi connessi alla storia recente e all’immaginario collettivo.

Erri de Luca sarà in scena, lunedì 26 settembre alle 18 al San Giacomo, con il monologo tratto dal suo ultimo libro “La faccia delle nuvole” in cui viene descritto il Vangelo dei migranti con protagonista la famiglia di profughi composta da Miriam, Joséf e Yeshu (i nomi ebraici della famiglia sacra della Bibbia)
Sul palco si racconta il loro esilio in Egitto, il bambino carico di doni e di pericoli. Oro, incenso, mirra e scannatori di Erode, il Nilo e il Giordano, la falegnameria e la croce: la famiglia più raffigurata del mondo affronta lo sbaraglio prestabilito.
Nato a Napoli nel 1950, Erri De Luca ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia.
Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento.
Per il cinema ha scritto il cortometraggio “Di là dal vetro”, “Il Turno di Notte lo Fanno le Stelle” (premiato al Tribeca Film Festival di New York 2013), la biografia musicale “La Musica Provata” e il documentario “Alberi che camminano”. Ha tradotto in napoletano e sceneggiato “La voix humaine” di Cocteau per l’interpretazione di Sophia Loren.
In teatro è stato in scena con “Attraverso” (Mario Brunello, Gabriele Mirabassi, Marco Paolini, Gianmaria Testa); “Chisciotte e gli invincibili” (Gabriele Mirabassi e Gianmaria Testa); “In nome della madre” (Sara Cianfriglia e Simone Gandolfo); “In viaggio con Aurora” (Aurora De Luca); “Chisciottimisti” (Gabriele Mirabassi e Gianmaria Testa).
Pratica alpinismo. Le sue montagne preferite sono le Dolomiti.
Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi.

Entrambi gli appuntamenti sono a ingresso libero.

Erri de Luca e Ascanio Celestini si aggiungono a Luca de Biase, Carlo Ratti, Marco Baliani con Lella Costa e Don Ciotti per impreziosire il programma della Settimana del Buon Vivere e Notte Verde 2016.

Musica che scorre come l’acqua: Michael Nyman


Forlì, Teatro Diego Fabbri, sabato 23 luglio ore 21

Un’onda di note, con la musica che scorre come un fiume: ecco cosa si deve aspettare il pubblico di “Water Dances”, il concerto straordinario che Ravenna Festival propone, come evento speciale a Forlì, sabato 23 luglio al Teatro Diego Fabbri (ore 21), in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e insieme a Romagna Acque, per i 50 anni del Consorzio. Perché sul palcoscenico del Diego Fabbri, davanti al proprio pianoforte, ci sarà Michael Nyman, fra i maestri indiscussi del postmoderno in musica. L’artista londinese rileggerà, insieme alla propria celebre band (vale la pena di citarli uno per uno: Gabrielle Lester e Ian Humphries, violini; Kate Musker, viola; Tony Hinnigan, violoncello; David Roach e Simon Haram, saxofoni; Andy Findon, saxofono e flauto; Toby Coles, tromba; Paul Gardham, corno francese; Nigel Barr, trombone e Martin Elliott, basso elettrico) i movimenti della colonna sonora che ha realizzato per il cortometraggio di Peter Greenaway “Making a Splash” nel 1984, e già ampliati negli anni successivi l’uscita del film, per arrivare alla struttura del concerto. Una frazione di quella composizione è stata riletta da Nicola Piovani per una fra le scene più profonde de “La stanza del figlio” di Nanni Moretti.

Fra i massimi compositori viventi, Michael Nyman è il primo a usare il termine “minimalismo” per indicare la corrente musicale di Philip Glass, Steve Reich, Terry Riley e LaMonte Young . In realtà, in alcune dichiarazioni, ha anche preso le distanze dagli artisti statunitensi: «Non credo che ci sia questo legame così forte. La mia musica nasce dalla conoscenza dei loro suoni, ma poi prende altre strade. Un compositore si deve basare su ciò che già esiste, Bach ascoltava Vivaldi, Vivaldi ascoltava Corelli, e così via fino a Monteverdi. Ci sono comunque un linguaggio e un’attitudine, comuni».

La sua musica è in ogni caso arrivata al grande pubblico grazie al cinema. Ha infatti firmato alcune fra le più memorabili colonne sonore del Novecento, a partire dalle opere visionarie di Peter Greenaway (“I misteri del giardino di Compton House”, “Lo zoo di Venere”, “Giochi nell’acqua”, “L’ultima tempesta”). «Greenaway – racconta il compositore inglese – mi chiedeva un commento sonoro a una sequenza di cinque minuti e io lo scrivevo, ma non mi ha mai detto che cosa volesse. Il nostro, in un certo senso, era un lavoro alla pari. Un regista pensa di dirigere anche il compositore e questo non va tanto bene… Con Peter Greenaway non ho mai dovuto implorare un po’ di libertà creativa, perché questa è una cosa molto normale con lui. Oggi mi rendo conto di avere avuto un grande privilegio a lavorare con un regista che mi consentiva semplicemente di farmi sedere al pianoforte e comporre la musica che volevo per accompagnare le sue immagini». Poi è arrivato “The Piano” (“Lezioni di piano”) il capolavoro di Jane Campion, e il successo è divenuto davvero planetario.
Michael Nyman, però, non è solo quella colonna sonora. La sua concezione della musica si è via via raffinata, ed è in continua evoluzione, vive del rapporto con il suo pubblico, e non si rassegna a esser consegnata in forma definitiva alle colonne sonore originali per le quali è stata composta. Così, dopo aver revisionato, in senso comico, il minimalismo, tra scherzi d’autore, contrappunti, cori e crescendo, è arrivato a costruire le proprie personalissime melodie portando a sintesi elementi diversi, dal barocco all’elettronica, dal folk alla musica sacra, con risultati inconfondibili, che ne fanno appunto uno fra i più grandi compositori di oggi. Che mantiene una visione intima del proprio far musica. «Mi piacerebbe – scrive infatti – che tutto il mondo si sentisse ispirato e aiutato dalle mie composizioni, che la gente in discoteca, così come gli accademici, ascoltassero i miei lavori e ne traessero un beneficio personale. Forse non capiterà mai, perché io continuerò comunque a scrivere principalmente per me».

Info e prevendite: 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: platea 20 euro (ridotto 18) e galleria 15 (ridotto 12)
Speciale giovani: 5 euro per under 14; under 18 anni e universitari 50% tariffe ridotte

IPERCORPO 2016


Cosa rimane
Forlì, 25-29 maggio 2016

Torna a Forlì dal 25 al 29 maggio Ipercorpo, il festival internazionale che Città di Ebla dedica alle arti al plurale (arte, musica e performance) quest’anno va a scandagliare “Cosa rimane”. Le sezioni dedicate all’arte e alla musica si nutrono della capacità “sintetica” del teatro che tutto racchiude per evocare una molteplicità che quest’anno trova rifugio in diversi spazi di Forlì e in una direzione artistica plurale la sua vocazione.
Negli anni Ipercorpo ha chiamato a raccolta alcune figure che hanno aiutato ad ampliare i punti di riferimento, portando la costellazione di oggi a declinarsi: non un direttore artistico ma una direzione artistica polifonica che ha saputo assumere il peso del dono, eccedendo la misura dell’atteso. Claudio Angelini, Mara Serina, Valentina Bravetti, Silvia Mei per il teatro, Davide Ferri per l’arte, Davide Fabbri ed Elisa Gandini per la musica, rappresentano sette specificità che hanno saputo moltiplicare i loro saperi in favore di un progetto artistico condiviso che verso il contemporaneo punta la sua rotta. Teatro, arte, video danza, musica intessono il loro sguardo obliquo sulla città “nella diversificazione dei segni e delle esperienze che rifiutano di vedere l’arte come uno spazio di decoro – scrive Claudio Angelini nell’editoriale – ma come una inevitabile quanto necessaria strategia di attraversamento e ricognizione della vita”.
Immancabile (giovedì 26 maggio ore 21 Chiesa San Giacomo) la presenza di gruppo nanou -compagnia importante nel percorso del festival con cui già da tempo è stata siglata una partnership d’elezione– che debutta con Strettamente confidenziale + guests. L’idea del progetto, il più ambizioso di questo festival, nasce dal desiderio di accompagnare lo spettatore all’interno dell’immaginario di gruppo nanou. L’evento si trasforma in un luogo che accoglie altre realtà artistiche, non affini nei linguaggi ma vicine per metodi. È il prototipo di un’opera museale coreografica dove l’ospite/spettatore è invitato a scegliere il suo tempo di fruizione muovendosi liberamente, scegliendo il suo percorso con la possibilità di tornare sui suoi passi per continuare a smarrirsi nel suo desiderio di visitatore.
 Per nanou questa rappresenta l’occasione per ospitare alcune figure della danza contemporanea italiana che, nel tempo, hanno attraversato il percorso artistico di gruppo nanou.
Come intrusi che si avvicenderanno all’interno dell’habitat costituito. La coreografia perde il suo senso di inizio e fine per ritrovarsi nella dimensione di “opera” da guardare in cui il tempo è determinato dall’osservatore e non più dall’opera stessa.
All’Ex Centrale Avicola (venerdì 27 maggio alle ore 22.30) Dewey Dell porterà Marzo, lavoro in cui la formazione, in collaborazione con il fumettista e artista visivo giapponese Yuichi Yokoyama e il direttore teatrale Kuro Tanino, si avventura alla ricerca di nuove forme di esistenza osservate in un lottare epico che rimanda agli eroi di ogni tempo.
Al Teatro Diego Fabbri (sabato 28 maggio alle ore 21) Muta Imago porterà Hyperion, una sfida musicale e poetica per la compagnia romana che, confrontandosi con il testo di Hölderlin e con la musica di Bruno Maderna cerca di rispondere alla domanda di quale sia il posto dell’uomo nel mondo. Maderna ha scritto Hyperion nella forma di un’opera aperta anche perché, forse, non può esserci risposta a questa domanda: la vita di ogni uomo è instabile, in continuo movimento, e così sarà per sempre.
Per la sezione musicale il progetto ®EGISTRATO ICONOCLASTA nel suo complesso è il coraggioso tentativo firmato anche quest’anno da Elisa Gandini e Davide Fabbri di portare attenzione all’ “ascoltazione” definendo con chiarezza il punto che vuole illuminare: la pratica dell’ascolto. I curatori hanno scelto di non far suonare nulla live, ma hanno commissionato a dei Maestri, che saranno presenti al Festival, una sorta di playlist d’ascolto che vada a comporre 50 minuti di immersione in uno spazio accogliente fatto di divani, cuscini e tappeti, all’interno del quale è consentito solo ascoltare e vietato parlare o interagire.
Info su: ipercorpo.cittadiebla.com/news/category/musica

Davide Ferri, curatore di questa sezione d’Arte, ha invitato alcuni importanti artisti: Flavio Favelli, Chiara Camoni, Alessandro Piangiamore, Italo Zuffi a reagire sulle suggestioni del titolo: cosa rimane.
Info su: ipercorpo.cittadiebla.com/news/category/arte

Un Festival che negli anni ha saputo intercettare il sostegno del MIBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Forlì, della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, di Romagna Acque e del decennale rapporto con una cantina vinicola fra le più dinamiche e innovative della Romagna, Poderi dal Nespoli, che è anche il main sponsor.

Per info generali:
ipercorpo.cittadiebla.com/

Luca De Biase, Carlo Ratti, Marco Baliani con Lella Costa e Don Ciotti:

ecco svelati i primi nomi della Settimana del Buon Vivere

Sono Luca de Biase, Carlo Ratti, Marco Baliani, Lella Costa e Don Ciotti i primi nomi svelati del programma della Settimana del Buon Vivere e Notte Verde che si svolgerà a Forlì e in Romagna dal 24 settembre al 2 ottobre 2016.

“Già i primi nomi che compongono il programma dell’edizione 2016 – dichiara Monica Fantini, ideatrice della Settimana del Buon Vivere – definiscono la traiettoria su cui poggerà l’architettura di questa edizione. Anche quest’anno infatti la manifestazione non deluderà e sarà ricca di tante proposte legate al titolo che abbiamo voluto dargli: “un’idea di futuro”. La Settimana del Buon Vivere è un appuntamento che nel corso degli anni ha fatto della nostra Comunità il luogo riconosciuto a livello nazionale del Buon Vivere. E questo grazie alla partecipazione corale di oltre 200 associazioni ed enti e al coinvolgimento di importanti artisti, economisti, politici, filosofi e scienziati chiamati a discutere del senso del “Buon Vivere” ciascuno secondo il proprio ambito di ricerca”.

Luca de Biase – editor di innovazione a Il Sole 24 Ore e a Nova24, del quale è fondatore ed ora responsabile – sarà conduttore di un incontro dal titolo “Reuse, reduce, recycle. Racconti di un’Italia capace di recuperare tempo trasformandolo in futuro attraverso azioni di innovazione responsabile”. Allo stesso incontro parteciperà Carlo Ratti, docente presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston dove dirige il MIT Senseable City Lab, un gruppo di ricerca che esplora come le nuove tecnologie stanno cambiando il modo in cui noi intendiamo, progettiamo e infine viviamo le città.

Lella Costa e Marco Baliani  raccontano attraverso letture, visioni, confronti e digressioni, il viaggio compiuto per arrivare a “HUMAN”, lo spettacolo (in tour nei maggiori teatri a partire dal prossimo ottobre), nato dall’urgenza di interrogarsi sul senso profondo della migrazione e dell’integrazione.

Don Luigi Ciotti – fondatore nel 1965 del Gruppo Abele che si occupa di impegno sociale, servizi alle persone, e che vuole essere anche una proposta culturale, educativa e “politica” e del Gruppo Libera, associazione contro le mafie – terrà due incontri, la mattina con le scuole all’Auditorium Cassa dei Risparmi di Forlì e il pomeriggio una lectio magistrali al San Giacomo.

Gli altri appuntamenti che comporranno il programma della Settimana del Buon Vivere e Notte Verde saranno resi noti nelle prossime settimane, il programma aggiornato è disponibile sul sito www.settimanadelbuonvivere.it e sugli account twitter, instagram e facebook della manifestazione.

L’Ensemble La Magnifica Comunità per le “Sacre Corde” di Pergolesi, Porpora e Vivaldi


Forlì, Chiesa di San Giacomo, giovedì 16 giugno ore 21

Giovedì 16 giugno, ore 21, è ancora la Chiesa di San Giacomo la preziosa cornice del quarto appuntamento di Ravenna Festival 2016 programmato a Forlì con il concerto intitolato “Sacre Corde “ di cui sarà protagonista l’ensemble La Magnifica Comunità – direttore e solista Enrico Casazza, soprano Romina Basso – in un accattivante programma che è la vertiginosa summa del barocco italiano da Pergolesi a Vivaldi.

La vocazione alla ricerca e al recupero del senso più vero delle antiche sonorità guida da oltre un quarto di secolo (la loro avventura inizia nel 1990) La Magnifica Comunità, uno dei più blasonati e amati ensemble dediti al repertorio di musica antica. Una vocazione che si sostanzia nell’utilizzo di strumenti d’epoca e in un’attenzione filologica alla partitura sempre unita alla freschezza espressiva dell’interpretazione. Rivolgendosi alle “Sacre corde”, mettono in scena l’omaggio di compositori quali Pergolesi, Vivaldi e Porpora ad alcune delle più celebri figure mistiche della storia, esaltato dalla voce di mezzosoprano di Romina Basso e arricchito dall’intimo virtuosismo del violino di Enrico Casazza, reduce da importanti riconoscimenti internazionali – uno per tutti il prestigioso ‘Choc du Monde de la Musique’. L’ensemble diretto da Enrico Casazza – violino di spalla Isabella Longo – è formato da Lorenzo Guglole, Yayoyi Masuda, Mauro Massa, Laura Zagato e Matteo Zanatto (violini); Alessandro Lanaro (viole); Giuseppe Mule (violoncello); Michele Gallo (violone); Michele Gallo (cembalo); Gianluca Geremia (tiorba).

Fanno parte di un repertorio oggi non eseguito correntemente le antifone e i mottetti di Pergolesi, Porpora e Vivaldi che compongono il programma “Sacre corde”. Porpora svolge in questo caso il ruolo di cerniera tra la scuola napoletana e Venezia, poiché il Salve Regina è stato composto probabilmente per una allieva dell’Ospedale degli Incurabili di Venezia, dove il compositore lavorò per alcuni anni a partire dal 1725. Per la bravura richiesta all’interprete, l’antifona di Porpora può essere considerata un saggio delle tecniche vocali contemporanee e dei metodi di ornamentazione. Altrettanto virtuosistico è il mottetto Longe mala, umbrae, terrores, costituito da due arie intercalate da un recitativo, che, dalla malasorte evocata nella prima aria, portano allo splendore della “vera lux” nella seconda. Si tratta di un brano “per ogni tempo”, al contrario dei due concerti RV 212 e RV286 che Vivaldi scrisse per occasioni ben precise. Il Concerto per violino e orchestra RV 212 è stato composto per la festa della Traslazione della Lingua di Sant’Antonio che ha avuto luogo nella Basilica del Santo di Padova il 15 febbraio 1712. Era lo stesso Vivaldi nella Basilica del Santo ad eseguire la parte del violino solista, e la lunga e complessa cadenza presente nella prima versione sfida i limiti dell’estensione all’acuto dello strumento, confermando la testimonianza di Johann Friedrich Armand von Uffenbach sul virtuosismo del “prete rosso” che egli ebbe modo di ascoltare il 4 febbraio 1715 al Teatro Sant’Angelo di Venezia: “Verso la fine Vivaldi suonò un a solo, splendido, cui fece seguire una cadenza, che davvero mi sbalordì, perché un simile modo di suonare non c’è mai stato né potrà esserci: faceva salire le dita fino al punto che la distanza d’un filo le separava dal ponticello, non lasciando il minimo spazio per l’archetto”. Composto per la solennità di San Lorenzo Martire alla Pietà di Venezia, invece, è il concerto RV 286, risalente probabilmente agli anni Venti e caratterizzato da maggior lirismo e cantabilità, pur senza rinunciare alle invenzioni raffinate della scrittura violinistica dell’epoca.

Il concerto dell’Ensemble La Magnifica Comunità, come tutti gli appuntamenti del Festival programmati a Forlì, è organizzato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e il determinante sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e di Cariromagna.

Info e prevendite: 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: ingresso 20 euro (ridotto 18)
Speciale giovani : 5 euro per under 14; 9 euro per under 18 anni e universitari

A Forlì nella Chiesa di San Giacomo il concerto dei Ladysmith Black Mambazo


Primo omaggio di Ravenna Festival 2016 a Nelson Mandela
Sabato 28 maggio ore 21

Sabato 28 maggio, ore 21 nella Chiesa di San Giacomo a Forlì, il Festival entra nel vivo con l’esibizione dello straordinario gruppo di vocalist ‘a cappella’ Ladysmith Black Mambazo. Un concerto particolarmente significativo in quanto sarà il primo appuntamento di un focus che, nell’edizione dedicata ad una icona del mondo contemporaneo come Nelson Mandela, consentirà al pubblico di scoprire la grande ricchezza artistica e culturale del Sudafrica. Alla cerimonia per la consegna del Nobel, a Oslo nel 1993, ad accompagnare Nelson Mandela c’erano proprio loro, i Ladysmith Black Mambazo. E anche l’anno dopo, alla gioiosa cerimonia del suo insediamento come primo Presidente di colore di una nazione dalla storia tanto travagliata. Del resto, fu proprio Madiba ad affidargli quel ruolo di “ambasciatori culturali del Sudafrica nel mondo”, quasi una missione che da sempre il gruppo corale porta avanti celebrando a ogni concerto il messaggio di libertà, pace e uguaglianza propugnato per tutta la vita da Mandela stesso. Il titolo del cd con cui, nel 2014, si sono aggiudicati il quarto Grammy Award (ma al prestigioso premio sono stati nominati ben 16 volte) suona come una vera e propria dichiarazione di intenti, Singing for Peace Around the World.

Il concerto dei Mambazo, come tutti gli appuntamenti del Festival programmati a Forlì, è organizzato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e il determinante sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e di Cariromagna.

Era il 1964 quando il giovane Joseph Shalabala fondò il gruppo: Ladysmith dal nome della cittadina agricola, a metà strada tra Durban e Johannesburg, dove era nato; Black in onore del bue nero, il più possente tra gli animali da fattoria; Mambazo, che in lingua zulu significa “accetta”, per rivendicare l’abilità canora del gruppo, destinato a stravincere ogni competizione abbattendo ogni rivale. Ed è proprio così che andò, fino a quando, alla fine degli anni Sessanta, dopo aver conquistato ogni premio possibile, il gruppo fu bandito da tutte le gare: troppo bravi per concorrere, continuarono però a parteciparvi come ospiti d’onore. In un Sudafrica diviso dall’apartheid, per gli artisti e i musicisti si aprivano due possibili percorsi di resistenza: alcuni si fecero interpreti di un potente messaggio di aperta e violenta ribellione contro gli orrori della segregazione razziale; altri, come i Ladysmith Black Mambazo, scelsero la protesta pacifica. Così, seguendo l’esempio americano di Martin Luther King, Joseph Shabalala firmò molte canzoni capaci di esprimere e di infondere speranza in un domani migliore, tanto che quando, nel 1990, Mandela fu scarcerato dichiarò che i Ladysmith Black Mambazo erano stati per lui uno dei più potenti messaggi di pace ascoltati in prigione.

Il fascino di questo starordinario gruppo è nell’immediatezza espressiva con cui riescono a comunicare con il pubblico internazionale, senza rinunciare alle loro radici culturali e musicali, e anzi lavorando alla salvaguardia del patrimonio tradizionale tramandato di generazione in generazione. In particolare, quelli che il gruppo propongono sono gli stili vocali tradizionali zulu, il mbube (leone) e quello detto isicathamiya, diffuso dai minatori del Sudafrica – lontani da casa e dalle famiglie, i lavoratori, pagati miseramente, trovavano sistemazioni di fortuna nei pressi delle miniere, dove, al termine di una massacrante settimana lavorativa, lenivano la fatica e la solitudine cantando fino all’alba della domenica. Gli anni Settanta videro esplodere in patria l’enorme successo del gruppo; fu una trasmissione radiofonica, sempre nel 1970, ad aprire loro le porte di una formidabile carriera discografica (che oggi conta più di cinquanta incisioni). Così, quando a metà degli Ottanta Paul Simon approdò in Sudafrica alla ricerca di nuove suggestioni musicali, fu immediatamente conquistato dai loro ricchi e irresistibili arrangiamenti vocali, tanto da coinvolgerli in Graceland (1986), l’album che diventa la pietra miliare nella storia e nel successo planetario della world music. E’ sempre Paul Simon poi, l’anno successivo, a produrre il loro primo disco pubblicato negli Stati Uniti, Shala Zulu, che, manco a dirlo, si aggiudicherà il Grammy Award.
È proprio la collaborazione con Simon, soprattutto i 16 milioni di copie vendute con Graceland a lanciare il coro sudafricano in tutto il mondo e a trasformarlo in uno dei più famosi gruppi vocali “a cappella”. Da quel momento fioccano gli inviti a partecipare ai festival più titolati (Montreaux incluso) e le collaborazioni con pop e rock star del calibro di Steve Wonder, Dolly Parton, Ben Harper e Michael Jackson, che li vuole nel video di Moonwalker, e con tanti altri. Persino il mondo dei cartoon si accorge di loro e li coinvolge nella colonna sonora del film Il Re Leone, della Disney. Cantano anche di fronte a Giovanni Paolo II, e viene loro dedicato un documentario, On Tip Toe: Gentle Steps to Freedom, nominato agli Oscar. Continuano ad esibirsi in tutto il mondo: Shabalala ha lasciato le redini del gruppo al figlio Thamsanqa, ma rimane dietro le quinte garantendo sempre l’autenticità e la “missione” del coro: pace, amore, armonia.

Domenica 29 maggio l’intenso weekend musicale di Ravenna Festival a Forlì prosegue al Teatro Diego Fabbri (ore 21) con Stefano Bollani e il suo Piano Solo. “Guarda che per come suoni tu, se ti metti a fare jazz in pochissimo diventi il numero uno.” Con questa telefonata il grande Enrico Rava, nel 1996, giusto vent’anni or sono, ha convinto Stefano Bollani a smettere di fare “l’impiegato dei cantanti”, aiutandolo a diventare l’artista che è oggi. Dal Conservatorio Cherubini di Firenze ai palchi più prestigiosi del mondo, insieme a grandi orchestre e in “solo”, ha sempre saputo unire le straordinarie qualità musicali alla propensione per l’ironia e il divertimento. Riesce così a passare dagli omaggi alla musica italiana degli anni Trenta e Quaranta, alle sperimentazioni con le quali coniuga musica e letteratura. Poi la grande popolarità, insolita per un musicista jazz, derivatagli dalle fortunatissime trasmissioni in radio e TV, ma anche dall’apparizione, con il nome di Paperefano Bolletta, in due storie a fumetti del settimanale «Topolino», rivista di cui è stato nominato Ambasciatore. Nel suo concerto in piano solo non chiedetegli cosa farà, Stefano Bollani non lo sa finché non appoggia le due dita sui tasti ed inizia a ripercorrere il suo io, la sua memoria, i suoi sentimenti.
Biglietti: Platea 32 euro (28 ridotto); Galleria 25 euro (22 ridotto). Speciale giovani: 5 euro gli Under 14; under 18 50% ridotto

.STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – CONTEMPORANEO

Masque teatro

Su una civiltà esausta

con Matteo Ramon Arevalos, Lorenzo Bazzocchi, Giacomo Piermatti, SilviaProietti, Eleonora Sedioli

scene Lorenzo Bazzocchi, Eleonora Sedioli

musiche Matteo Ramon Arevalos, Giacomo Piermatti

ideazione e regia Lorenzo Bazzocchi

coproduzione Mood Indigo_Bologna

elettronica Matteo Gatti

tecnica Tommaso Maltoni

costumi Anna Bazzocchi

organizzazione Jessica Imolesi

produzione Masque Teatro

video Andrea Basti

Venerdì 6 maggio 2016 ore 21

Masque Teatro debutta con la sua nuova produzione.

Il lavoro della compagnia forlivese parte dalla Scrittura del disastro del poeta e filosofo francese Maurice Blanchot per disegnare un paesaggio abbacinato, abitato da figure senza volto, in bilico tra la condizione del non vivente e quella di colui che assiste alla propria morte.

Se “il disastro rovina tutto lasciando tutto immutato” – è questo l’incipit del saggio di Blanchot, ci ricorda il regista Lorenzo Bazzocchi – è proprio nel disastro, nell’irrimediabile, che Blanchot affonda la sua ricerca sul linguaggio.

Masque affronta la sfida di questa traduzione, partire cioè dalla scrittura poetica per giungere alla scena, inventando una sorta di danza “sul posto”, un “falso” movimento che assomiglia più ad una fuga a velocità zero, dove la “cosa movimento” avvolge tutto e prende il sopravvento. Una danza non liberatoria dalla quale, anzi, si lotta per liberarsi.

Cinque gli attori in scena. Sono figure isolate colte nella loro solitudine “essenziale”, alla perenne ricerca della propria esteriorità, sempre irriconoscibile. Vivono nella passività, nella condizione dell’esausto, a volte sono scalatori insaccati appesi ad alte pareti di roccia, a volte pugilatori sfiniti, altre ancora appaiono come esseri scorticati, con la pelle a brandelli, ricoperti solo da polvere di talco per tamponare le emorragie in corso.

Biglietti settore unico platea

Intero € 10, 00

Ridotto, Bac Fondo per la Cultura € 7, 00

Carta Doc, Romagna Visit Card

youngERcard/Under 14 € 5, 00

info e prevendite

prevendite in corso presso presso la biglietteria diurna Teatro Diego Fabbri

vendita ON-LINE su teatrodiegofabbri.it

• biglietteria APERTA – nel mese di maggio – nei giorni 4, 5, 6 e dal 24 al 30

dalle 15.30 alle 18.30 / tel. 0543.712170.

• biglietteria C.so Diaz 47 (ingresso principale teatro Diego Fabbri) nei giorni spettacolo

da 45′ prima orario inizio rappresentazione – tel. 0543 712168

• per gli spettacoli alla chiesa di San Giacomo prevendita biglietteria diurna (orari pomeridiani

sopra indicati) e, da 45′ prima orario inizio rappresentazioni, presso biglietteria Musei San

Domenico-tel 0543 712659

Stagione 2015/16 – Sabato a teatro per due

il secondo biglietto è youngERcard – un invito a condividere la magia e l’invenzione del teatro

in coppia il sabato sera, direttamente in biglietteria dalle 20.15,

per saperne di più su prevendite, tutta la programmazione 2015/16,

comunicazioni e news visita il sito teatrodiegofabbri.it

mail teatrodiegofabbri@comune.forli.fc.it

Comune di Forlì’ – Teatro Diego Fabbri: C. so A. Diaz 47- 47121 Forlì – tel. O543 712176

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – DANZA

Associazione Teatrale Emilia Romagna

in collaborazione con ATER

Short Stories

All that falls

Duo, creazione 2013

Interpreti Céline Maufroid e Juha Marsalo

Verdi (“La Traviata”, canto: Maria Callas), Vivaldi

Coreografia Carolyn Carlson

Musica Bach, Michael Haydn,

Immersion

Solo, creazione 2010

Coreografia e interpretazione Carolyn Carlson

Musica originale Nicolas de Zorzi

Mandala

solo, creazione 2010

Musica Michael Gordon: Weather parts 3 & 1

Coreografia Carolyn Carlson

Interpretazione Sara Orselli

Teatro Diego Fabbri

Sabato 30 aprile 2016 ore 21

All that falls

Ispirata al libro « Il Profeta » di Khalil Gibran che predica amore e tolleranza tra gli individui, un uomo e una donna, costruiscono la loro relazione come un albero della vita.

La costruzione della casa, pazientemente, asse dopo asse, ben radicata, è il simbolo della costruzione dell’amore. Prendersi cura dell’altro, della madre che dà la vita significa anche prendersi cura di sé…

Immersion

«Water lady» eterna, Carolyn Carlson incarna il gesto puro e unico come un’espressione del movimento acquatico nella sua metamorfosi infinita. Al suono delle onde, la coreografa s’immerge nella sua fluidità, nella sua intensa presenza dalle profondità insondabili. Come preludio alla creazione eau interamente dedicata al suo tema prediletto, Carolyn Carlson offre al pubblico la visione affascinante di una danza mossa dalla forza vitale dell’elemento naturale.

Mandala

Un cuore che batte, che pulsa vita in un corpo che a sua volta ondeggia, volteggia. Mandala affascina lo spettatore con il suo ritmo ipnotico, accompagnato dalla musica intensa di Michael Gordon. Al cerchio dell’ensõ, che simboleggia sia l’universo sia il gesto artistico perfetto, si aggiunge anche il riferimento agli agroglifi, motivi circolari apparsi nei campi di grano. Manifestazioni geometriche dalle origini misteriose, appaiono come un messaggio emesso da una forza dello spirito, forse venuta da altrove, e sembrano volerci ricordare le forze sconosciute che ci circondano.Sara Orselli dà corpo a questo solo, risultato della complicità che la lega a Carolyn Carlson da oltre un decennio.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – PROSA

Teatro e Società – Accademia Perduta /Romagna Teatri

Pamela Villoresi – Claudio Casadio

Il mondo non mi deve nulla

Scene Gianluca Amodio – Musiche Paolo Daniele

Costumi Lucia Mariani – Disegno Luci Alberto Biondi

di Massimo Carlotto

Disegni Laura Riccioli

Regia Francesco Zecca

Il cuore di Rimini pulsa tranquillo in attesa dell’arrivo chiassoso dei turisti. Adelmo, un ladro stanco e sfortunato, nota una finestra aperta sulla facciata di una palazzina ricca e discreta. La tentazione è irresistibile e conduce l’uomo a trovarsi faccia a faccia con Lise, la stravagante padrona di casa, una croupier tedesca in pensione.

Nessuno dei due corrisponde al ruolo che dovrebbe ricoprire e, in una spirale di equivoci, eccessi e ironia, si sviluppa un rapporto strano, bizzarro ma allo stesso tempo complesso e intenso sul piano dei sentimenti. Adelmo cerca di arginare la precarietà che lo sta allontanando da un’esistenza normale; Lise, invece, è convinta di non avere più crediti da riscuotere dal mondo intero e sogna che Rimini si stacchi dalla terra e vada alla deriva per l’eternità.

Due personaggi infinitamente lontani, nulla li accomuna, eppure entrambi cercano il modo di essere compresi e amati dall’altro.

Dopo Oscura immensità, Il mondo non mi deve nulla è la nuova pièce teatrale di Massimo Carlotto, prodotta da Teatro e Società e Accademia Perduta/Romagna Teatri, interpretata da Pamela Villoresi e Claudio Casadio, con la regia di Francesco Zecca.

Un testo intenso, una commedia ironica e amara a ritmo di mambo; una riflessione sul senso che diamo alle nostre vite, sul peso del caso e della nemesi, sulla libertà di scelta delle nostre coscienze.

IncontriArtisti

gli artisti dello spettacolo Il mondo non mi deve nulla foyer del teatro, ingresso Via dall’Aste n. 10 – entrata libera fino ad esaurimento posti sabato 16 aprile – ore 18 incontrano il pubblico nel foyer del teatro, si prega di verificare sul sito, nei giorni dello spettacolo, eventuali comunicazioni di cambi data e/o annullamenti motivati da impegni imprevedibili degli artisti

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – FAMILY

presenta

THE BLACK BLUES BROTHERS

Circo contemporaneo comico musicale

un tributo acrobatico

scritto e diretto da

Alexander Sunny e Philip Barrel

con

Ali Salim Mwakasidi, Bilal Musa Huka, Hamisi Ali Pati,

Rashid Amini Kulembwa, Seif Mohamed Mlevi

allestimento e scenotecnica

Siegfried e Loredana Nones

una produzione Circo e dintorni

coreografie

Electra Preisner e Ahara Bischoff

promozione e distribuzione Carla Borlandelli

Domenica 3 Aprile 2016 h. 21 alla chiesa di San Giacomo

Oltre 150 repliche dalla scorsa estate in giro per l’Europa.

Cinque acrobati in stile americano con il ritmo e l’energia dell’Africa nel sangue fanno rivivere il mito dei divertentissimi Blues Brothers in uno show per tutti.

Uno spettacolo dinamico, con una forte componente musicale e comica, in cui i cinque bravissimi acrobati dal Kenya, equilibristi, sbandieratori saltatori e giocolieri del fuoco propongono in chiave Blues Brothers, e con molte simpatiche gag che prevedono anche il coinvolgimento del pubblico, incredibili piramidi umane, il limbo col fuoco, fantastici salti con la corda e in due cerchi.

Sulle note della colonna sonora del leggendario film ecco uno spettacolo adatto a un pubblico internazionale, dove a parlare sono la musica e il virtuosismo acrobatico.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – MODERNO

diretta da Marco Balsamo

presenta

Rocco Papaleo

di Rocco Papaleo e Valter Lupo

con Giovanni Esposito

Francesco Accardo chitarra

Jerry Accardo percussioni

Guerino Rondolone contrabbasso

Arturo Valiante pianoforte

Buena onda

Regia Valter Lupo

costumi Eleonora Rella

Martedì 22 marzo 2016 h. 21

Continua il viaggio di Rocco Papaleo ed i suoi fidati compagni di viaggio  attraverso il teatro canzone. Si parte per un’avventura ai confini del mondo. Il viaggio e la scoperta saranno parte integrante della poetica di Papaleo, ma questa volta sarà un viaggio più esotico.

Rocco Papaleo conferma la volontà di creare un teatro “a portata di mano”, con il solo desiderio, a ben vedere, di stringerne altre.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – CONTEMPORANEO

Compagnia Pippo Delbono

dedicato a Pier Paolo Pasolini

ideazione e regia Pippo Delbono

LA RABBIA

Pippo Delbono, Mario Intruglio, Pepe Robledo, Piero Corso,

Simone Goggiano, Margherita Clemente, Bobò

con

e con

Vladimir Luxuria

Venerdì 18 marzo 2016 ore 21

Nel 1995 debutta questo spettacolo dedicato all’opera e alla figura di Pier Paolo Pasolini.

La Rabbia non è una commemorazione, ma una dedica, un omaggio che nasce da un’intima corrispondenza con l’uomo e l’artista Pasolini e da quella vitale necessità che da sempre è l’ispirazione prima dei lavori di Delbono e Robledo.

“Ai tempi di Pasolini io ero molto piccolo, erano gli anni ’60, il boom economico degli anni ’60, quando tutti si compravano le prime lavatrici, i primi televisori, le Fiat; io mi ricordo che proprio in quegli anni mio papà veniva a prenderci a scuola, a me e a mia sorella, e ci chiamava da lontano in dialetto genovese.

In questo periodo quando tutto era proiettato verso il moderno, il nuovo, nessun bambino parlava più in dialetto genovese, e perciò noi ci vergognavamo moltissimo.

Era questa sua voglia di essere un po’ fuori luogo in tutte le circostanze.

E mi ricordo di aver letto di Pasolini a questo proposito: che una volta si era presentato a un premio letterario dopo essere stato a giocare a pallone con dei ragazzi ed era ancora tutto sporco di terra, creando un certo imbarazzo in sala, e di questo fatto lui rideva moltissimo.

E poi altri ricordi.

Vorrei citarvi la frase con cui inizia Il fiore delle mille e una notte, che dice: “La verità non sta in un sogno, ma in molti sogni”.

Ecco, vari sogni, alcuni che provengono dal nostro mondo e dalla poesia di Pasolini, che si mischiano e si confondono: questo è il nostro spettacolo”.

Pippo Delbono dal monologo iniziale

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – DANZA

Equipe Eventi

presenta

in

“DUUM”

Danza acrobatica e aerea

creato e diretto da Alessandro Pietrolini

testi di Antonio Villella

costumi di Ileana Prudente e Irene Chiarle

luci ed effetti speciali Monica Olivieri e Niki Casalboni

prodotto e distribuito

da Fanzia Verlicchi per Equipe Eventi

Martedì 15 marzo 2016 ore 21

Dopo il grande successo dello spettacolo Meraviglia, i Sonics tornano al Teatro Diego Fabbri con “Duum”, secondo lavoro teatrale del gruppo che da tre anni riscuote grandi successi e sold out nei teatri di tutta italia”.

Duum è il rumore di un salto, quello che permetterà agli abitanti di questo regno leggendario situato nelle viscere della Terra di fare ritorno sulla superficie terrestre, dove c’è ancora qualcosa di buono che merita di essere visto e vissuto.

Performance atletiche e acrobatiche che si trasformano in vere e proprie poesie di corpi, insieme a giochi di luce, effetti speciali di Matte Painting (scenari videoproiettati) e ad una colonna sonora composta ad hoc per lo spettacolo.

CARMEN / BOLERO

Coreografie di Emanuele Soavi e Michele Merola

Produzione MM Contemporary Dance Company

con il sostegno della Compagnia Naturalis Labor

Partner tecnico: Pro Music

La nuova produzione della MM Contemporary Dance Company porta in scena due grandi titoli del repertorio musicale nell’interpretazione di due coreografi italiani, Emanuele Soavi, da anni attivo in Germania presso prestigiose compagnie, e Michele Merola, direttore artistico della compagnia: con questo spettacolo la MM Contemporary Dance Company vuole offrire la sua rivisitazione di due celeberrime opere musicali, che sono state oggetto di rappresentazione da parte di grandi artisti contemporanei, basti citare Mats Ek per Carmen e Maurice Bejart per Bolero.

PRIMA PARTE BOLERO

Coreografia: Michele Merola

Musica: Maurice Ravel, Stefano Corrias

Costumi: Alessio Rosati con la collaborazione Nuvia Valestri

Interpreti: Stefania Figliossi, Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Enrico Morelli, Giovanni Napoli, Nicola Stasi, Lorenza Vicidomini

Meccanismo ad orologeria dalla rigorosa precisione, Bolero (1928) è ancora oggi tra i brani più noti e ascoltati della storia della musica: una delle ragioni della fortuna del pezzo sembra essere fortemente legata all’evocazione di immagini di sensualità che questo suscita, anche quando tali suggestioni sono contrassegnate da una sostanziale ambiguità. Nel realizzare una nuova versione coreografica del Bolero, Merola si è confrontato con questa musica ossessiva e ripetitiva, cercando di comprenderne l’identità, la ragione e la funzione, per arrivare così alla sua interpretazione: alla fine di questo percorso l’ispirazione del coreografo si è focalizzata sul ventaglio inesauribile dei rapporti umani, in particolare quelli di coppia, dentro ai quali, spesso, registriamo le reciproche e inconciliabili distanze tra uomini e donne, quel “muro trasparente” che li divide. Così, nelle diverse sfumature assunte dalla danza, la coreografia declina la varietà di umori che “circolano” intorno e dentro al rapporto di coppia. Umori che, comunque, rendono speziata l’esistenza. Nella coreografia si proiettano, dall’interno verso l’esterno, paure, desideri rimossi, scosse esistenziali che rivelano interi universi, legami segreti che esistono tra le persone… e l’ironia lascia il posto al timore, l’amore al disinganno, il distacco alla condivisione, e via via, fra crescendo e diminuendo, come la musica del Bolero. Su questa stessa musica, con la “licenza” e l’inventiva che sono il segno vero di ogni artista, è intervenuto Stefano Corrias. Da compositore raffinato ed esperto, consapevole delle esigenze del palcoscenico, Corrias ha creato una sua propria partitura musicale, liberamente ispirata alla versione originale del brano di Ravel. Il nuovo spartito è stato composto analizzando attentamente le pagine di Bolero, e si integra perfettamente con esso, collocandosi in tre diversi momenti: all’inizio della coreografia, a metà e subito prima del crescendo finale. All’interno della scrittura coreografica, i tre frammenti sottolineano i momenti più intimi, e più veri, di ognuno di noi, quando siamo lontano dagli sguardi degli altri, e lontani dal rumore assordante del mondo. Nella versione di Merola, Bolero viene dunque raccontato come una non-storia, fantastica ma possibile, comunque pertinente al mondo reale. Dagli allusivi colpi di tamburo rullante iniziale, sino alla “esplosione” finale dell’intera orchestra, la danza, in stretta simbiosi con la musica, veicola una sorta di astratta “fiaba amara”, allegoria del dolore di vivere e dell’incomprensione fra esseri umani. Così Bolero diventa metafora della nostra esistenza, stretta nei doppi binari che ciascuno sperimenta nel corso della propria vita, fra contrasto e dialogo, seduzione e disinganno, sorpresa e sconcerto.

SECONDA PARTE CARMEN

Sweet Coreografia: Emanuele Soavi

Musiche: Georges Bizet, Los Panchos

Costumi: Alessio Rosati con la collaborazione Nuvia Valestri

Interpreti: Stefania Figliossi, Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Enrico Morelli, Giovanni Napoli, Nicola Stasi, Lorenza Vicidomini

Carmen Sweet è una creazione esclusiva di Emanuele Soavi per la MM Contemporary Dance Company, pensata tenendo conto dell’originale intenzione del compositore di creare un’opera-comique: così definiva Georges Bizet la sua Carmen, presentata a Parigi nel 1875. In questo lavoro, traendo spunto e rivisitando le tracce del leggendario canovaccio, l’azione, volutamente permeata di ironia e sarcasmo, ha inizio nell’arena in cui Carmen, Micaela, Frasquita, Mercédès, Don José, Zuniga, Escamillo danno libero sfogo alle loro emozioni. Dando così spazio al forte virtuosismo tecnico e teatrale degli interpreti in scena, Soavi ci immerge drammaturgicamente in quella trama fatta di sottili relazioni, di equilibri e di ricami, fra tensione e sospensione, dove movimenti e gesti vanno letti oltre l’apparente eleganza che sta sopra le righe. Il tutto accompagnato dalle celeberrime note di Bizet, a volte interrotte dalle canzoni del gruppo canoro Los Panchos, nei cui testi antagonismo, gelosia e desiderio sono i soggetti onnipresenti. Nella Plaza de Toros di Siviglia, i personaggi si ritrovano per il giorno della corrida. Tutti attendono Escamillo, quell’Escamillo che crede che Carmen sia solo sua e non si cura degli avvertimenti di Mercedes e Frasquita. Ricoperti di polvere, confusi nei loro vizi, i personaggi, come un gruppo di istrioni, inscenano sulla piazza “metafisica” del palco la passione di Carmen. Sarcastici e bizzarri nei loro gesti e movimenti, questi commedianti tentano di far evitare lo scontro perenne tra Don José e il Toreador, mentre Micaela, sola nell’ombra, va nascondendosi e mostrandosi, cercando di rubare invano i loro cuori e le loro attenzioni. Ma Don José è ben presto nei paraggi. Ignorando i consigli delle amiche, Carmen lo incontra e José la supplica di tornare con lui. Agli sprezzanti rifiuti, José la minaccia e, mentre la folla applaude Escamillo vittorioso, accecato dall’ira, José uccide Carmen. In questa fiction in movimento, si svela al pubblico un racconto che può essere “vero” e non solo immaginario, fatto di bellezza fisica espressa dai corpi dei danzatori, dove la narrazione delle scene è scandita dalle relazioni tra i sensi, che ripetutamente infiammano di passione i protagonisti in scena. «Giammai Carmen cederà! Libera è nata e libera morirà!» (Carmen, Atto IV)

MM CONTEMPORARY DANCE COMPANY

La MM Contemporary Dance Company è una compagnia di danza contemporanea diretta dal coreografo Michele Merola e sostenuta dall’Associazione Progetto Danza di Reggio Emilia. Formata attualmente da sette danzatori solisti, è nata stabilmente nel 1999 come centro di produzione di eventi e spettacoli e come promotrice di rassegne e workshop con l’obiettivo di favorire scambi e alleanze fra artisti italiani ed internazionali, testimoni e portavoce della cultura contemporanea. Il repertorio della compagnia, che ha sede a Reggio Emilia, è ricco e variegato, grazie ai lavori di Michele Merola e alle creazioni firmate da coreografi europei ed italiani come Mats Ek, Karl Alfred Schreiner, Emanuele Soavi, Enrico Morelli. Nel 2010 MM Contemporary Dance Company ha vinto il prestigioso Premio Danza&Danza come migliore compagnia emergente e oggi, è, a tutti gli effetti, una realtà di eccellenza della danza italiana, con una consolidata attività di spettacoli su tutto il territorio nazionale. MICHELE MEROLA Si diploma presso l’Associazione Balletto Classico diretta da Liliana Cosi e Marinel Stefanescu a Reggio Emilia; in seguito lavora come danzatore presso le compagnie Fabulasaltica di Rovigo, Toulon Opera House, Aterballetto, Arena di Verona. Oggi Michele Merola è direttore artistico e coreografo principale di MM Contemporary Dance Company, compagnia di danza contemporanea fondata nel 1999. Con essa ha portato sulla scena, sia in Italia che all’estero, molte coreografie, fra le quali Mattanza (vincitrice del 17° Concorso Internazionale di Coreografia di Hannover, Germany 2003), La Capinera (premio miglior coreografia, Serbia 2007), La metà dell’ombra (vincitrice del premio Anita Bucchi, Italia 2010) e Con le labbra dipinte (prima rappresentazione presso il Seul International Dance Festival Sidance 2010, Corea). Nel 2008 ha vinto il Premio Positano Leonide Massine per l’Arte della Danza e nel 2010 la sua MM Contemporary Dance Company vince il premio Danza&Danza quale migliore compagnia emergente italiana. Michele Merola ha realizzato coreografie anche per diverse altre compagnie, fra le quali Aterballetto (2001, Reggio Emilia), Teatro S. Carlo (2003, Napoli), Dominic Walsh Dance Theatre (2007, U.S.A.), Teatro Massimo (2008, Palermo), Balletto di Toscana (2009, Firenze), Teatro Terazijama (2007-2010, Serbia). Dal 2010 Michele Merola è, con Enrico Morelli, direttore artistico di Agorà Coaching Project, corso di perfezionamento professionale per danzatori che ha sede a Reggio Emilia.

EMANUELE SOAVI

Emanuele Soavi inizia i suoi studi di danza a Ferrara e successivamente presso il Balletto di Toscana a Firenze diretto da Cristina Bozzolini. Dal 1996 inizia a lavorare in diversi teatri italiani tra cui il Teatro Petruzzelli di Bari, il Teatro dell’Opera di Roma e il Gran Teatro La Fenice di Venezia. Nel 1998 si trasferisce in Germania dove lavora per tre anni come solista per il Ballet Dortmund sotto la direzione delle coreografe Jean Renschaw e Mei Hong Lin, per poi passare in Olanda nella celeberrima compagnia Introdans diretta da Ton Wiggers e Roul Voorintholt. Durante la sua carriera interpreta lavori di numerosi coreografi tra cui Maurice Béjart, Jiri Kylian, Hans van Manen, Nils Christe, Renato Zanella, William Forsythe, Ton Wiggers, Nacho Duato, Karole Armitage, Mats Ek. Dal 1999 Soavi inizia il suo lavoro di coreografo creando pezzi per Theater Dortmund, Staatstheater Regensburg, TheaterAachen, Introdans, Theater Heerlen Limburg, Staatstheater am Gartnerplatz di Monaco di Baviera, Dansateliers Rotterdam, Artez Dance Academy Arnhem, Hochschule für Musik und Tanz Köln, MM Contemporary Dance Company e AGORA Coaching Project a Reggio Emilia. Dal 2003 è membro fondatore del movingtheatre.de. Con la compagnia movingtheatre.de partecipa a numerosi festival di danza tra cui Bolzano Danza, Mittelfest a Cividale del Friuli, Festival Shakespeare in Matarò, SAT Festival e Festival Tantarantana in Barcelona, Schrittmacher Festival in Aachen, Festival Stummer Schrei in Tirolo, Tanzwoche Dresden, Odeon Tanz Vienna, Internationales Tanzfestival Kassel, Solotanzfestival Bonn, Move Festival in Krefeld, Kindertanzfestival Kiel; le sue coreografie sono anche presentate in città come Amsterdam, Berlino, Düsseldorf, Roma, Rotterdam, Sabadell, Stoccarda. Oltre a ricevere numerose menzioni critiche ed essere selezionato con i suoi lavori per il Prix Dom Perignon dell’Hamburg Ballett e il Kuopio Dance Festival in Finlandia, nel 2009 riceve il premio “Dance Award di Colonia” con la produzione Site Specific, e nel 2011 viene premiato come miglior performer con il “Darstellerpreis Cittá di Colonia” per il suo spettacolo PANcomplex. Dal 2012 prende la direzione artistica, sempre a Colonia, del collettivo Emanuele Soavi Incompany, concentrandosi in progetti che esplorano discipline diverse, insieme ad artisti e teatri europei e internazionali. Una delle sue ultime produzioni è Peter and the Wolf presso lo Staatstheater am Gartnerplatz di Monaco di Baviera. CARMEN / BOLERO La compagnia è composta da: – 1 direttore artistico – 7 danzatori – 1 responsabile organizzativa – 1 responsabile tecnico/datore luci Totale: 10 persone

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – CONTEMPORANEO

ricci/forte

presenta

DARLING

Ipotesi per un’Orestea

con

Anna Gualdo, Giuseppe Sartori,

Piersten Leirom, Gabriel Da Costa

elementi scenici Francesco Ghisu

drammaturgia Ricci/ Forte

movimenti Marco Angelilli

costumi Gianluca Falaschi

suono Thomas Giorgi

direzione tecnica Alfredo Sebastiano

assistente regia Liliana Laera

una produzione Romaeuropa Festival e Snaporazverein

in coproduzione con Théâtre MC93 Bobigny/Festival Standard Ideal,

regia Stefano Ricci

CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Festival delle Colline Torinesi

Sabato 20 febbraio 2016 ore 21

“e sempre l’aria si infila | a riempire gli spazi | dove il mio corpo | è stato”

Mark Strand

Darling (ipotesi per un’Orestea) ci catapulta in un mondo oscuro, ancestrale, senza lieto fine all’interno del quale con un melting pot di linguaggi diversi dal B-movie ai reality show, dalle soap opera ai fumetti il duo autoriale con alle spalle una formazione classica e il lavoro come sceneggiatori in tv, realizza quel teatro crudo e trasgressivo al quale il loro immaginario tende. “Fare wallpaper theatre, teatro da arredamento e di intrattenimento, costruito su una trama che prevede un inizio, uno svolgimento e una fine, non ci interessa”, dichiarano i due registi “non partiamo mai da un copione, ma da un faticosissimo lavoro che svolgiamo con i nostri attori, per capire di volta in volta il codice espressivo da mettere in campo”. Gli orrori dell’Orestea, indipendentemente dalla domanda se siano o meno così lontani dai simboli che ci vivono addosso, possono restituirci attraverso l’incubo una nuova piattaforma solida sul quale poggiare le speranze di un futuro? Sono alcune delle domande su cui poggia la loro investigazione per questo spettacolo. Darling, il primo balbettio nella nuova polis. Darling, l’alfabetizzazione di un sentimento. Darling, il perimetro di un terreno emotivo da arare. Darling, il singulto ctonio della tragedia eschilea. Darling, lo tsunami che cancella l’ordine delle cose ripristinando il culto orfico dei morti. Darling, un container in cui immagazzinare simboli e sensi, umani e divini, che riesplodono in attesa del prossimo imbarco. In un aeroporto della mente, valvola liminale ancora attiva, l’accampamento profughi dopo la grande onda ripercorre i brividi di un passato attraverso le impronte lasciate sulle cose strappate all’acqua. Senza domicilio etico, attendiamo la fiamma come scolte in attesa del ritorno del padre guerriero. In questa improvvida fase di transizione si celebra un rito di passaggio all’inverso, come un rigurgitare a fiotti animaleschi e recuperando – dopo il crollo dei panorami ordinati – il tanfo di viscere inondate di sangue giustiziere. …Gli orrori dell’Orestea, indipendentemente dalla domanda se siano o meno così lontani dai simboli che ci vivono addosso, possono restituirci attraverso l’incubo una nuova piattaforma solida sul quale poggiare le speranze di un futuro? O sarà l’ennesimo padiglione ospedaliero in cui accetteremo la punizione del bromuro mitriale pur di seguire la striscia continua dell’utopica democrazia che ci viene indicata? Talpe da giardino, scardiniamo le aiuole ordinate cercando un vestito che ci faccia sembrare abitanti civilizzati di un fraudolento mondo perfetto. In un mondo fatto di algida rappresentazione del Sé, di fredda razionalità, il vecchio sistema di valori, pervaso di fede nei miracoli e di magia, sembra addirittura psicotico. Ma la sua logica paradossale supera tutti i postulati di realtà, come nell’inconscio di un sogno. Eschilo e ricci/forte, genesi e ipercontemporaneo, Artaud e l’hard rock dei Led Zeppelin, sovrapposizioni intertestuali sonore e fisiche, tutte tese a scansionare una lisergia che – proprio in un momento storico come questo in cui una società si determina attraverso la delimitazione dell’Altro (assicurandosi così la propria identità) – serva da bussola per rintracciare traiettorie. ricci/forte Prossimi appuntamenti venerdì 18 marzo :: Pippo Delbono – La rabbia venerdì 6 maggio :: Masque Teatro – Marmo

Laika

di e con Ascanio Celestini

musiche Gianluca Casadei

voce Alba Rohrwacher

suono Andrea Pesce

Produzione Fabbrica

in co-produzione con

RomaEuropaFestival

Mercoledì 17 febbraio 2016

Con la crisi delle ideologie nate dall‟illuminismo e concretizzatesi soprattutto nel 900 anche le religioni (in quanto visioni totalizzanti e dunque ideologiche) hanno subito un contraccolpo. A distanza di un paio di millenni ci troviamo ora a rivivere le incertezze del cristianesimo delle origini, frutto dell‟ebraismo e seme dell‟islam. Queste incertezze vorrei che passassero in maniera obbligatoriamente grottesca e ironica nel personaggio che porterò in scena: un povero Cristo che può agire nel mondo solo come essere umano tra gli esseri umani. Uno che sente la responsabilità, ma anche il peso di essere solo sul cuor della terra: vuoi vedere che la trinità è una balla e alla fine salterà fuori che Dio sono soltanto io? Ascanio Celestini

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – PROSA

NUOVO TEATRO diretta da Marco Balsamo e IBLA film

PENSO che un SOGNO COSI’…

di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni

GIUSEPPE FIORELLO

in

Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma

regia Giampiero Solari

musiche eseguite dal vivo da

scene Patrizia Bocconi

regia video Cristina Redini

disegno luci Alberto Negri

Rammentiamo che per impegni dell’artista Giuseppe Fiorello le repliche dello spettacolo “Penso che un sogno così…”, programmato da giovedì 11 a domenica 14 febbraio 2016, seguiranno questo calendario:

Turno A giovedì 11 febbraio 2016 h. 21 INVARIATA

Turno B Venerdì 12 febbraio 2016 h. 21 INVARIATA

Turno C sabato 5 marzo 2016 h. 21 POSTICIPATA

Turno D domenica 6 marzo 2016 h. 16 POSTICIPATA

Dopo il grande successo della prima e della seconda edizione, torna a grande richiesta Penso che un sogno così… “Salgo a bordo del deltaplano delle canzoni di Domenico Modugno e sorvolo la mia infanzia, la Sicilia e l’Italia di quegli anni, le facce, le persone, vicende buffe, altre dolorose, altre nostalgiche e altre ancora che potranno sembrare incredibili. Attraverso questo viaggio invito i protagonisti della mia vita ad uscire dalla memoria e accompagnarmi sul palco, per partecipare insieme ad un avventuroso gioco di specchi”. Giuseppe Fiorello Venerdì 12 febbraio 2016 – ore 18 Incontri con gli Artisti Gli artisti dello spettacolo “PENSO che un SOGNO COSI’…” incontrano il pubblico a Palazzo Romagnoli ingresso libero fino ad esaurimento posti – Via Albicini 12 si prega di verificare sul sito, nei giorni dello spettacolo, eventuali comunicazioni di cambi data e/o annullamenti motivati da impegni imprevedibili degli artisti .

Quest’anno Ruggero Sintoni, Claudio Casadio, Lorenzo Bazzocchi e Claudio Angelini hanno spostato l’asticella ancora più in alto cercando nuove sfide e nuovi orizzonti per quel settore, il contemporaneo, che di sfide si nutre. Il Festival Crisalide curato da Masque Teatro e Ipercorpo curato da Città di Ebla si sono messi in dialogo con il Teatro della città avviando un’inedita forma di collaborazione nata a seguito di una politica culturale precisa, condivisa da tutta la direzione artistica, volta a espandere la stagione del contemporaneo, moltiplicarne le sedi, accogliendo anche i due più importanti festival nati sul territorio cittadino ma rivolti al più ampio pubblico delle arti sceniche e performative. In questi anni la direzione artistica ha avuto l’occasione di sperimentare dapprima le serate di spettacolo “doppie” in due teatri della città (il Diego Fabbri e il Piccolo, stagione 2013). Poi, nel 2014, i Direttori hanno deciso di corredare gli spettacoli con incontri tra artisti e spettatori coordinati da studiosi o critici delle arti sceniche per aiutare il già coraggioso pubblico del contemporaneo, e hanno potenziato i laboratori gratuiti pensati per performer che sono andati a riempire quel nervo scoperto quando si parla di formazione in ambito performativo. Nel 2015 la programmazione si è spostata nettamente verso la scena coreutica senza dimenticare le compagnie più affermate legate alla scena teatrale. Quest’anno il confronto si sposta e allarga i suoi confini nuovamente: come un rizoma, la stagione si dilata nel corso dell’anno e si propaga spazialmente nella città di Forlì. E’ iniziata durante il Festival Crisalide al Teatro Félix Guattari (ex filanda Maiani), proseguirà nel suo nucleo centrale con Ricci/Forte (20 febbraio), Pippo Delbono (18 marzo) e Masque Teatro (6 maggio) al Teatro Diego Fabbri per poi concludere alla fine di maggio con Gruppo Nanou (26 e 27 maggio) e Muta Imago (28 maggio) il suo ciclo durante la “festa” di Ipercorpo. La stagione nel dettaglio: Dopo il prologo di ottobre con due presenze internazionali di grande rilievo come Kat Válastur e il suo originale modo di interrogare il corpo in relazione allo spazio e la danza politica della brasialiana Aline Corrêa, la stagione giunge adesso al suo nucleo centrale. Il Teatro Diego Fabbri ospiterà sabato 20 febbraio (ore 21) la scandalosa e irriverente compagnia romana Ricci/Forte che con Darling (ipotesi per un’Orestea) ci catapulta in un mondo oscuro, ancestrale, senza lieto fine all’interno del quale con un melting pot di linguaggi diversi dal B-movie ai reality show, dalle soap opera ai fumetti il duo autoriale con alle spalle una formazione classica e il lavoro come sceneggiatori in tv, realizza quel teatro crudo e trasgressivo al quale il loro immaginario tende. “Fare wallpaper theatre, teatro da arredamento e di intrattenimento, costruito su una trama che prevede un inizio, uno svolgimento e una fine, non ci interessa”, dichiarano i due registi “non partiamo mai da un copione, ma da un faticosissimo lavoro che svolgiamo con i nostri attori, per capire di volta in volta il codice espressivo da mettere in campo”. Gli orrori dell’Orestea, indipendentemente dalla domanda se siano o meno così lontani dai simboli che ci vivono addosso, possono restituirci attraverso l’incubo una nuova piattaforma solida sul quale poggiare le speranze di un futuro? Sono alcune delle domande su cui poggia la loro investigazione per questo spettacolo. Un altro duo intrigante e inedito quello in scena venerdì 18 marzo (ore 21 | Teatro Diego Fabbri) vede in scena Pippo Delbono e la sua compagnia accompagnati sul palco dalla presenza di Vladimir Luxuria. La Rabbia è spettacolo che ha fatto la storia del teatro italiano, nato più di vent’anni fa come omaggio a Pier Paolo Pasolini, La rabbia coniuga teatro e danza, drammaturgia e improvvisazione, realtà vissuta e poesia, portando all’estremo l’idea dell’attore che non recita, non interpreta ma si avvicina alla vita, avvicinandosi così al mondo pasoliniano. “Ma non è uno spettacolo su Pasolini”, precisa Delbono, “sono immagini che possono richiamare momenti della sua opera, della sua vita, ma soprattutto della nostra: solo così mi sento in grado di offrire qualcosa a Pasolini, alla sua memoria”. Arriviamo al debutto di Marmo venerdì 6 maggio (ore 21 | Teatro Diego Fabbri) la nuova produzione di Masque Teatro. Il lavoro della compagnia forlivese parte dalla Scrittura del disastro del poeta e filosofo francese Maurice Blanchot per disegnare un paesaggio abbacinato, abitato da figure senza volto, in bilico tra la condizione del non vivente e quella di colui che assiste alla propria morte. Se “il disastro rovina tutto lasciando tutto immutato” – è questo l’incipit del saggio di Blanchot, ci ricorda il regista Lorenzo Bazzocchi – è proprio nel disastro, nell’irrimediabile, che Blanchot affonda la sua ricerca sul linguaggio. Masque affronta la sfida di questa traduzione, partire cioè dalla scrittura poetica per giungere alla scena, inventando una sorta di danza “sul posto”, un “falso” movimento che assomiglia più a una fuga a velocità zero, dove la “cosa movimento” avvolge tutto e prende il sopravvento. Una danza non liberatoria dalla quale, anzi, si lotta per liberarsi. Quattro gli attori in scena. Sono figure isolate colte nella loro solitudine “essenziale”, alla perenne ricerca della propria esteriorità, sempre irriconoscibile. Vivono nella passività, nella condizione dell’esausto, a volte sono scalatori insaccati appesi ad alte pareti di roccia, a volte pugilatori sfiniti, altre ancora appaiono come esseri scorticati, con la pelle a brandelli, ricoperti solo da polvere di talco per tamponare le emorragie in corso. Maggio prosegue intenso e si infiltra tra le pieghe di Ipercorpo il Festival che Città di Ebla dedica alla scena contemporanea e ospita giovedì 26 e venerdì 27 maggio (ore 21) presso la Chiesa di San Giacomo il Gruppo nanou con Strettamente confidenziale + Guest performance un lavoro site –specific che la compagnia definisce “un’opera museale coreografica” che all’interno ospita, per la prima volta, alcune figure della danza contemporanea italiana che, nel tempo, hanno attraversato il percorso artistico di Gruppo nanou, in particolare: MK, con il coreografo Michele Di Stefano, Leone d’argento 2014 e Fabrizio Favale / Le Supplici. La stagione vede la sua conclusione sabato 28 maggio con Hyperion di Bruno Maderna uno dei più potenti ed enigmatici pezzi del teatro musicale italiano del secondo Novecento, torna sulle scene grazie all’allestimento della compagnia di teatro contemporaneo Muta Imago, che si confronta con un capolavoro musicale. «Qual è il posto dell’uomo nel mondo? Questa è la domanda principale posta da questo lavoro», spiegano la regista Claudia Sorace e il drammaturgo Riccardo Fazi di Muta Imago, sensibili alla dimensione esistenziale di Hyperion, ai richiami della natura che si contrappone alla disumanizzazione e alla solitudine del protagonista. Nuova anche la veste dell’opera musicale, dove oltre al flauto, alla voce di soprano e all’elettronica dal vivo, per la parte dell’orchestra ci saranno delle registrazioni dirette dallo stesso Maderna in varie occasioni, a ricordarci come il compositore continuasse a lavorare sulla sua musica con spirito creativo.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16

SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO

ARTE BRACHETTI

presenta

Un varietà magico di e con Arturo Brachetti

e con

Luca Bono

Luca&Tino

Francesco Scimemi

Kevin Michael Moore

consulenza artistica Leo Ortolani, consulenza laser Théo Dary

musiche originali Fabio Valdemarin, voce fuori scena Alberta Izzo

mercoledì 27 gennaio ore 21

giovedì 28 gennaio ore 21

regia Davide Calabrese

Dopo l’incredibile successo delle prime due stagioni Arturo Brachetti “l’uomo dei mille volti” ritorna con i suoi amici nei teatri che più ama, quelli italiani, con uno straordinario e imprevedibile varietà magico di illusionismo contemporaneo: Brachetti che sorpresa! Brachetti, il più grande trasformista al mondo, entusiasma il suo pubblico e propone il meglio del quick change, quell’arte da lui stesso reinventata che lo ha reso celebre e acclamato ai quattro angoli del pianeta. Artista a 360°, Arturo è capace di passare dalla trasformazione ad altre performance che lasceranno il pubblico a bocca aperta. Un sorprendente viaggio nella fantasia in cui il grande artista, come un cicerone, condurrà il pubblico per mano.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – DANZA

libretto di Nicolai Volkov dall’omonima favola di Charles Perrault

Distribuzione Eventi di Danza di Mauro Giannelli

Balletto di Mosca – La Classique

“Cenerentola”

musica di Sergej Sergeevic Prokof’ev

Coreografie R. Zakharov

Costume Designer Elik Melikov

Scenografie Evgeny Gurenko

Direttore Artistico Elik Melikov

Maître de Ballet Evgenia Novikova, Andrey Shalin

Lunedì 25 gennaio 2016 ore 21

La romantica partitura fu composta da Sergej Prokofiev che nel 1945, anno del debutto al Teatro Bolshoi di Mosca, dichiarò: «Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di Cenerentola era l’amore poetico tra lei e il Principe, la nascita e il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanga indifferente alla sventura e alla gioia». Seguendo lo svolgimento della favola di Charles Perrault, anche il balletto ci descrive Cenerentola, dolce e remissiva, costretta – dopo le seconde nozze del padre – a vivere al servizio della matrigna e delle due sorellastre. Un giorno una fata travestita da vecchietta si presenta alla loro porta, ma le sorellastre e la matrigna non le riservano alcuna attenzione, impegnate a prepararsi per un sontuoso ballo al castello del Principe: solo Cenerentola si preoccupa di aiutarla. Per ricompensa la fata trasforma i cenci di Cenerentola in un abito meraviglioso, topolini in cavalli, una zucca in lussuosa carrozza… la ragazza fino a mezzanotte potrà divertirsi al ballo. La Danza delle Stagioni– durante l’incantesimo – e la scena del Ballo sono momenti di grande suggestione e virtuosismo: al castello infatti Cenerentola, misteriosa e bellissima, conquista tutti e il principe Cinese, quello Spagnolo, quello delle Terre del Nord se la contendono, porgendole dei doni. Ma lei ha occhi solo per il suo Principe, anch’egli innamorato: li divide lo scoccare della mezzanotte e per ritrovare la sua amata il giovane sarà costretto a provare la scarpetta di cristallo a tutte le ragazze del regno.

Taranta d’Amore è una grande festa spettacolo

dedicata al ricco repertorio di serenate e balli della tradizione popolare italiana: gighe, saltarelli, ballarelle, pizziche, tammurriate e soprattutto tarantelle, la danza matrice di tante tradizioni musicali delle nostre regioni.

Al centro della scena Sparagna, sostenuto dalla straordinaria energia e bravura dei musicisti dell’Orchestra, dà vita ad una grande festa spettacolo che riesce ad animare il pubblico, lo fa saltare al ritmo vorticoso dei nostri balli popolari, tra organetti, chitarre, ciaramelle e tamburelli. Nel corso dello spettacolo gli spettatori diventano ‘protagonisti della festa’ e si lasciano piano piano travolgere dalla forza della musica abbandonandosi agli inviti del Maestro a ballare, battere le mani, sorridere e fischiare una melodia, cantare un ritornello e sorridere per un numero ad effetto. Così stregati dall’energia del ritmo ed affascinati dalla varietà ed originalità dei suoni degli strumenti popolari e dalla forza delle voci che cantano tanti dialetti diversi, tutti si ritrovano a rivivere suggestioni ed emozioni straordinarie tipiche delle antiche feste contadine italiane. Ambrogio Sparagna voce, organetti Clara Graziano voce, organetto, danza Valentina Ferraiuolo voce, tamburelli Erasmo Treglia violino, ghironda, ciaramella Cristiano Califano chitarre Raffaello Simeoni voce, fiati popolari Diego Micheli contrabasso Ottavio Saviano batteria Ambrogio Sparagna Figlio di musicisti tradizionali di Maranola (LT), studia Etnomusicologia all’Università di Roma con Diego Carpitella con cui realizza numerose campagne di rilevamento sulla musica popolare italiana. Dà vita a diverse scuole di musica popolare con seguente lunga attività concertistica. Scrive numerose opere, fra cui ricordiamo La via dei Romei, che ha fra i suoi protagonisti Francesco De Gregori nel ruolo di cantastorie, opera accolta con ampi consensi al Grand Prix Italia ’96; la messa in scena a Villa Adriana de La serva padrona di Pergolesi, con Lello Arena fra gli interpreti e una Messa popolare per soli, coro, assemblea, orchestra d’archi e strumenti popolari Numerosi gli album: L’avvenuta profezia, Viaggio nelle Pastorali e nei repertori del Natale, Vorrei ballare, Ambrogio Sparagna dove riveste un inedito ruolo di cantastorie. Dal 2004 al 2006 è Maestro concertatore del Festival la Notte della Taranta dove per l’occasione fonda una grande orchestra di sessanta elementi composta da strumenti popolari, con cui dà vita per tre anni di seguito a spettacoli straordinari a cui prendono parte decine e decine di migliaia di spettatori e a cui partecipano in qualità di ospiti anche Franco Battiato, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Carmen Consoli, Piero Pelù, Francesco Di Giacomo, Giovanni Lindo Ferretti , Peppe Servillo. Con l’Orchestra popolare della Notte della Taranta realizza alcuni grandi concerti in Italia e all’estero, in particolare in Cina nel maggio del 2006 a Pechino. Nel 2007 fonda l’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, un grande gruppo strumentale residente all’interno dell’Auditorium allo scopo di promuovere il repertorio della musica popolare italiana. Collabora al Ravenna Festival realizzando delle produzioni originali fra cui il Dante Cantato, uno spettacolo che propone alcuni canti della Divina Commedia cantati secondo lo stile musicale dei pastori e Sale un canto mentre cala il sole, uno spettacolo che realizza nelle saline di Cervia. Ha inoltre al suo attivo un’intensa attività concertistica internazionale realizzata periodicamente in numerosi paesi europei ed extraeuropei; un’ampia esperienza di didatta realizzata anche in ambito universitario, in particolare a Parigi dove ha insegnato Etnomusicologia nel biennio 1991/1992 presso l’Ottava Università, e la pubblicazione di numerosi saggi e documenti audiovisivi sulla musica popolare italiana. ORCHESTRA POPOLARE ITALIANA DELL’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA diretta da AMBROGIO SPARAGNA L’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica, orchestra residente all’Auditorium Parco della Musica dedicata al repertorio popolare italiano e caratterizzata dalla presenza importante di strumenti musicali tipici della tradizione, è finalizzata alla produzione di programmi originali dedicati sia ai repertori popolari regionali, sia alle forme e ai generi del folklore nazionale. Il suo debutto è avvenuto nell’ambito del Festival di Villa Adriana di Tivoli nel 2007 con lo spettacolo Bbella fatte chiamà. Canti d’amore dalla Campagna Romana. L’organico, composto prevalentemente da giovani musicisti provenienti da varie regioni, prevede cantanti e strumentisti scelti nel panorama della musica popolare italiana, ed è articolato nelle seguenti sezioni: corde: chitarra, chitarra battente, arpa popolare, ghironda; plettri: mandola, mandolino, mandoloncello; fiati: zampogna, ciaramella, flauti pastorali, clarinetti, sax, tromba; organetti; archi: lira, violino, violoncello, contrabbasso; percussioni: tamburelli, batteria, percussioni tradizionali. Prossimo appuntamento: 1 febbraio Teatro Fabbri QUINTETTO BISLACCO Musica senza etichette

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – DANZA

produzione Zen Europe

in collaborazione con Immagini E

e Arcadia Digital

MNAI’S

Around

Il primo spettacolo teatrale raccontato dall’Hip Hop

spettacolo ideato e diretto da Mirella Rosso e Marco Silvestri

coreografie Mirella Rosso, Marco Silvestri, Kris (Cristiano Buzzi)

direttore della fotografia Gianni Melis e Alberto Negri

grafica Sally Mara Progettazione Grafica

Sabato 16 gennaio 2016 ore 21

Around, ideato e diretto da Mirella Rosso e Marco Silvestri, è il primo spettacolo teatrale in cui una storia viene raccontata con il linguaggio hip hop. Per fare questo è stata assemblata la Crew italiana di street dance degli Mnai’s, tra le più innovative ed eterogenee del mondo. La crew degli MNAI’S – vincitrice tra l’altro di tre edizioni di seguito dello Street Fighters World Tour – annovera alcune eccellenze riconosciute a livello mondiale nell’ambito dell’hip-hop e non solo. Ideazione e regia di questo innovativo spettacolo sono di Mirella Rosso e Marco Silvestri. Loro il difficile compito di tradurre le potenti e spettacolari performance hip hop – curate dal coreografo hip hop Cristiano Buzzi, in arte Kris – in un linguaggio teatrale in grado di raccontare storie e incanalare emozioni. Il risultato è un teatro dell’immagine che si avvicina al teatro danza, ma trova una strada propria evolvendo in un genere nuovo.

Biglietti platea

Intero € 23, 00

Ridotto, Bac Fondo per la Cultura € 19, 00

Carta Doc, Romagna Visit Card

youngERcard/Under 14 (3° sett platea) € 15, 00

Biglietti galleria

Intero € 20, 00

Ridotto, Bac Fondo per la Cultura € 17, 00

Carta Doc, Romagna Visit Card

youngERcard/Under 14 € 14, 00

ABBONAMENTI per la STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16

acquistabili in biglietteria e ON-LINE su teatrodiegofabbri.it

prevendita in corso anche ON-LINE per TUTTI gli spettacoli

di Prosa, Danza, Operetta, Moderno, Contemporaneo e Family

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – MODERNO

Marangoni Spettacolo

FRANCESCO TESEI

il mentalista

THE GAME

ideato da

Francesco Tesei e Deniel Monti

musiche originali Marco Sabiu

regia di Francesco Tesei

Martedì 12 gennaio 2016

Dopo il successo della serie tv per Sky Il Mentalista e dello show Mind Juggler (cinque anni di tour in tutta Italia, oltre centomila biglietti venduti), Francesco Tesei torna a teatro con il suo nuovo spettacolo The Game. Nuovi esperimenti, nuovi “giochi e magie della mente”, nuovi concept originali ed inediti, più che mai “social oriented”, che metteranno al centro dell’esperienza teatrale i pensieri e le scelte degli spettatori stessi. Emozioni, ironia e stupore da vivere insieme al Mentalista più importante d’Italia, alla scoperta di quegli “incantesimi della mente” che permettono di fare accadere le cose, e che getteranno una nuova luce sul concetto stesso di fortuna.

Sul palcoscenico del Fabbri

da giovedi 7 gennaio ore 21 a domenica 10 (solo domenica ore 16), Tato Russo e la sua compagnia portano in scena il testo di Pirandello “Il Fu Mattia Pascal”

“Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de’ miei amici o conoscenti dimostrava d’aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo: io mi chiamo Mattia Pascal.” Ma cosa corrisponde a un semplice nome proprio? È questa la domanda alla quale intende rispondere il protagonista del romanzo di Pirandello che così inizia il suo viaggio attraverso i vari modi d’apparire di se stesso a se stesso e agli altri, il viaggio tra gli intrighi di una vita moltiplicata forse all’infinito che ci impedisce, tra convenzioni e compromessi, di capire chi siamo veramente. Sabato 9 gennaio alle ore 18 gli artisti e e la compagnia dello spettacolo “Il Fu Mattia Pascal”, incontreranno il pubblico nel foyer del teatro, Via dall’Aste 10. Gli IncontriArtisti sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. Il Teatro di Tato Russo TATO RUSSO Il fu Mattia Pascal versione teatrale di Tato Russo dal romanzo di Luigi Pirandello Renato Di Rienzo, Massimo Sorrentino, Katia Terlizzi, Salvatore Esposito, Marina Lorenzi, Caterina Scalaprice, Carmen Pommella, Peppe Mastrocinque, Francesco Ruotolo scene Tonino di Ronza – costumi Giusi Giustino musiche Alessio Vlad – disegno Luci Roger la Fontaine regia Tato Russo “Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de’ miei amici o conoscenti dimostrava d’aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo: io mi chiamo Mattia Pascal.” Ma cosa corrisponde a un semplice nome proprio? È questa la domanda alla quale intende rispondere il protagonista del romanzo di Pirandello che così inizia il suo viaggio attraverso i vari modi d’apparire di se stesso a se stesso e agli altri, il viaggio tra gli intrighi di una vita moltiplicata forse all’infinito che ci impedisce, tra convenzioni e compromessi, di capire chi siamo veramente. Tato Russo fa propria la materia del testo per riscriverla in commedia nello stesso linguaggio drammaturgico che sarebbe stato di Pirandello, nello sforzo palese e riuscito di una costruzione per il teatro, alla maniera insomma che immaginariamente avrebbe operata lo stesso autore del romanzo nel momento in cui avesse scelto di trasferirla in commedia. Mattia Pascal è Tato Russo, nel doppio ruolo di Mattia Pascal e di Adriano Meis, ma anche gli altri personaggi che concorrono alla sua vicenda si rincorrono nella storia, interpretata così dagli stessi attori in identità e personaggi diversi, quasi a scegliere di non chiarire affatto, nello spettro delle rassomiglianze, la distinzione tra i vari aspetti della realtà. Mattia e i suoi coinquilini della storia muoiono tutti per rincontrarsi identici nella storia di Adriano Meis e rivivere poi in quella nuova di Pascal.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – FAMILY

CA’ LUOGO D’ARTE

in co-produzione con Theatre Jeune Public, Strasbourg Centre Dramatique National d’Alsace

Le Rayon Vert-scène conventionnée de Saint Valery en Caux / Laboratorio nove-Firenze

Olga Bercini, Francesca Bizzarri, Alberto Branca, Massimiliano Grazioli

Théatre Nouvelle Génération-Centre Dramatique National de Lyon

La piccola fiammiferaia

da H.C.Andersen – testo Marina Allegri

musiche originali Roberto Neulichedl

scene Maurizio Bercini e Donatello Galloni

con

costruzione Cà Luogo d’arte

pitture Serena De Gier

costumi Patrizia Caggiati

luci Christian Peuckert

regia Maurizio Bercini

Sabato 26 dicembre 2015 h. 21 alla chiesa di San Giacomo

Domenica 27 dicembre 2015 h. 16 alla chiesa di San Giacomo

Domenica 27 dicembre 2015 h. 18 alla chiesa di San Giacomo

la capienza per ogni replica è di n. 90 persone

“La piccola fiammiferaia“ di Andersen non è un racconto semplice: come adulti lo sappiamo. Ci costringe a confrontarci con temi come la povertà, l’amore negato, la morte, difficili persino da nominare. Crediamo invece che siano temi importanti, eticamente importanti e, i bambini ce lo insegnano, nemmeno così difficili da trattare. Nei giochi dell’infanzia, così come in teatro, si muore e si ri-vive mille volte, la più terribile cattiveria lascia spazio in pochi secondi al più grande gesto d’amore, è bello ridere a crepapelle quanto piangere di commozione o di rabbia. L’importante è che l’incredibile e meraviglioso gioco della finzione non venga ingabbiato dall’ipocrisia tutta adulta del “questo è meglio non dirlo!”. Nel nostro spettacolo abbiamo scelto di affidare ad un’attrice, che simboleggia in maniera non dichiarata la bambina del racconto, questa leggerezza tipica dell’infanzia di affrontare col gioco qualsiasi tema, di non scandalizzarsi mai, di riconoscere la fame, la sete, il freddo, di rivendicare amore e di avere la capacità di cercare nell’immaginazione la fuga anche alla più terribile privazione. Agli adulti dello spettacolo, gli altri tre attori, il compito di fare i conti con la realtà dei fatti, di misurarsi con una storia semplice, molto semplice… Vorremmo che gli spettatori adulti guardassero i bambini guardare lo spettacolo… Più che altre volte vorremmo che, l’andare a teatro, fosse per i bambini un momento di rapimento e di stupore e per gli adulti l’occasione di riflettere interrogandosi sui grandi temi dei diritti dell’infanzia. Per sottolineare anche spazialmente la ricerca dello spettacolo sui due mondi degli adulti e dei bambini, abbiamo scelto di accogliere il pubblico in una sorta di locale notturno a misura bambino dove stanno per iniziare i festeggiamenti per l’ultimo giorno dell’anno. In questa situazione “da grandi “ una splendida occasione viene offerta alla “piccola Claire”: quella di scegliere la storia da raccontare… Senza indugi e con grande caparbietà lei proporrà e porterà ostinatamente alla fine la storia della piccola fiammiferaia, opponendosi decisa e serena ai dubbi degli adulti. Utilizzando pochi e semplici oggetti ed una bambola uguale a lei, senza paura racconterà ai bambini il segreto di una fiamma visionaria che per gli adulti è solo un piccolo fuoco che presto si spegnerà… COMUNICAZIONI al PUBBLICO del TEATRO DIEGO FABBRI – variazioni spettacoli Family – I tragici fatti che da tempo tormentano il Kenya hanno purtroppo coinvolto gli artisti acrobati della Produzione “Circo & Dintorni” e le loro famiglie. Per tali gravi ragioni, lo spettacolo “The Black Blues Brothers” in calendario domenica 31 gennaio alle ore 16 presso la chiesa di San Giacomo, sarà posticipato a domenica 3 aprile ore 21 nel medesimo luogo con altri 5 giovani acrobati provenienti dalla stessa scuola di circo sociale di Nairobi. Lo spettacolo H+G Hänsel und Gretel in programmazione presso la chiesa di San Giacomo il 6 e 7 febbraio 2016 subirà per motivi tecnici e scenici alcune variazioni di orario: – spettacolo di sabato 6 febbraio ore 21 (invariato) – spettacoli di domenica 7 febbraio ore 18 e ore 21 (anziché ore 16 e ore 18) Gli abbonati e coloro che hanno acquistato i biglietti per la replica delle ore 16 dovranno presentarsi per le ore 18 mentre quelli prenotati per le ore 18 avranno diritto all’ingresso per la replica delle ore 21. Consapevoli dei disagi connessi alle variazioni di date e orari, ci scusiamo confidando nella vostra comprensione certi che la qualità degli spettacoli renderà più lieve l’entità di questi contrattempi. La Direzione Artistica del Teatro Diego Fabbri

Sabato 19 dicembre alle 16 nella Sala delle Assemblee della Fondazione

Figaro, Rigoletto e gli altri: tutti i “poli” dell’arte scenico-vocale di Leo Nucci In conversazione con lo storico della musica Piero Mioli

Sabato 19 dicembre, alle ore 16, nella prestigiosa Sala delle Assemblee della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì (in Corso Garibaldi 45), l’Associazione Lirica-Prosa-Danza “Carlo Alberto Cappelli” di Rocca San Casciano, avrà ospite il grande baritono bolognese Leo Nucci. Un incontro da tempo atteso che si svolgerà al di fuori dei soliti concerti vocali, ma per una conversazione che permetta ad un artista che tutto il mondo ci ha invidiato ed ha festeggiato, di raccontarsi e magari dare suggerimenti ai giovani che stanno meditando di vivere di musica. Illuminante, al proposito, il titolo dell’incontro: “Figaro, Rigoletto e gli altri: tutti i poli dell’arte scenico-vocale di Leo Nucci”. E’ infatti l’occasione migliore, con un artista così autorevole, per sottolineare come nulla è cambiato nel teatro della musica dalla fine del Rinascimento ad oggi. Ieri come adesso infatti questo teatro si realizza e si esprime nel “recitar cantando”. E Leo Nucci è stato un campionissimo di questa formula che ha permesso la nascita del melodramma e poi il suo sviluppo nei secoli ed il successo presso tutte le civiltà della terra. Non si affronta la carriera del cantante d’opera solo con la bella voce o con la grande voce. Occorre essere artisti cioè interpreti: attori che cantano. Leo Nucci si è affacciato alle scene operistiche dopo varie esperienze minori aspettando di maturare per poi esprimersi al meglio delle sue caratteristiche diventando un beniamino del pubblico come Figaro nel capolavoro rossiniano. Per molti anni è stato il più acclamato protagonista del “Barbiere di Siviglia” e chi ha avuto la fortuna di vederlo ed ascoltarlo ne porta un ricordo indelebile. Il tempo è trascorso e con gli anni Nucci ha conquistato i ruoli verdiani appropriandosi di grandiosi personaggi come Rigoletto, Nabucco e Macbeth che con lui hanno ritrovato la capacità di suggestionare il grande pubblico. Di tutto questo si converserà a Forlì dove Leo Nucci sarà intrattenuto da Piero Mioli docente di storia della musica al Conservatorio di Bologna. L’ingresso è libero.

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – PROSA

Valerio Santoro presenta una produzione

MASSIMO GHINI

Alessandro Giuggioli, Gea Lionello, Galatea Ranzi, Luca Scapparone,

Un’ora di tranquillità

Claudio Bigagli, Massimo Ciavarro,

scenografia Roberto Crea – costumi Silvia Frattolillo

Diretto e interpretato da Massimo Ghini

come da programmazione, si rammenta che le repliche

Turno C sabato 19 dicembre h. 21

Turno D domenica 20 dicembre h. 16

Turno A lunedì 21 dicembre h. 21

Turno B martedì 22 dicembre h. 21

con in o/a

luci Marco Palmieri

Massimo Ghini si misura con la travolgente comicità di un testo mai rappresentato in Italia; l’autore è Florian Zeller ed è uno dei più apprezzati drammaturghi francesi contemporanei. Un’ora di tranquillità è una commedia moderna, brillante e divertente grazie al meccanismo del vaudeville giocato tra equivoci e battute esilaranti. Una macchina drammaturgicamente perfetta creata dal francese FlorianZeller,uno dei più apprezzati scrittori contemporanei. Al centro della vicenda un uomo che cerca disperatamente un momento di solitudine e serenità: è infatti riuscito ad acquistare un raro disco in vinile da un rigattiere, ma mentre cerca di trovare il modo per dedicarsi a questo cimelio, tutta una serie di eventi e personaggi lo interrompono. Senza poterlo minimamente prevedere verranno alla luce vecchi amori, tradimenti e bugie rendendo impossibile riuscire a ottenere quella tanto agognata ora di tranquillità. Lunedì 21 dicembre – ore 18 gli artisti dello spettacolo Un’ora di tranquillità incontrano il pubblico nel foyer del teatro (ingresso libero fino ad esaurimento posti -foyer del teatro, Via dall’Aste n. 10) IncontriArtisti si prega di verificare sul sito, nei giorni dello spettacolo, eventuali comunicazioni di cambi data e/o annullamenti motivati da impegni imprevedibili degli artisti Lo spettacolo, nella replica di MARTEDI’ 22 dicembre 2015 ore 21, sarà supportato dal servizio di audiodescrizione per non vedenti e ipo vedenti. Anche per la Stagione Teatrale 2015/2016, il Teatro Diego Fabbri aderisce al progetto “Un invito al teatro. No Limits” promosso dalla Provincia di Forlì-Cesena , in collaborazione con il Comune di Forlì, il “Centro Diego Fabbri” di Forlì, il Dipartimento Interpretazione e Traduzione – DIT – Università di Bologna sede Forlì, con il coinvolgimento dei Comuni di Cesena, Sarsina e Predappio e grazie al contributo della regione Emilia-Romagna. Maggiori informazioni sul sito centrodiegofabbri.it Biglietti platea Intero € 25, 00 Ridotto, Bac Fondo per la Cultura € 22, 00 Carta Doc, Romagna Visit Card youngERcard/Under 14 (3° sett platea) € 15, 00 Biglietti galleria Intero € 20, 00 Ridotto, Bac Fondo per la Cultura € 17, 00 Carta Doc, Romagna Visit Card youngERcard/Under 14 € 14, 00 info e prevendite c/o biglietteria diurna Teatro Diego Fabbri, Via Dall’Aste, 18 (ingresso laterale teatro) aperta aperta tutti i pomeriggi (esclusi i festivi) dalle 15.30 alle 18.30 – tel. 0543.712170/72 di PROSA, DANZA, OPERETTA, MODERNO, CONTEMPORANEO, FAMILY nelle sere di spettacolo dalle h. 20.15 tel. 0543 712168 per saperne di più sulle varie tipologie di abbonamenti, prevendite, il sito teatrodiegofabbri.it mail teatrodiegofabbri@comune.forli.fc.it PREVENDITE IN CORSO per TUTTI GLI SPETTACOLI vendita on – line teatrofabbri.it biglietteria serale C.so Diaz 47 (ingresso principale teatro Diego Fabbri) tutti gli spettacoli 2015/16, comunicazioni e news, visita

Riccardo Muti, Anna Netrebko, Eleonora Buratto e Yusif Eyvazov protagonisti del Recital pucciniano in memoria di don Dario Ciani

Venerdì 11 dicembre, ore 21 al Palafiera di Forlì, il terzo tassello della Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival dedicata a Puccini è un unicum in senso assoluto: un “Recital pucciniano” che Riccardo Muti, assieme ai soprani Anna Netrebko e Eleonora Buratto, e al tenore Yusif Eyvazov, dedicherà a Don Dario Ciani, fondatore della Comunità di Sadurano, recentemente scomparso. Era il 22 dicembre del 1995 quando, in quella stessa grande sala del Palafiera, Riccardo Muti saliva sul palcoscenico insieme a Luciano Pavarotti per un concerto benefico per la Comunità di Sadurano. Una serata che tutti definirono “storica” e che metteva in luce l’umanità e la generosità di due dei più grandi interpreti del panorama musicale internazionale. Oggi, dopo la scomparsa di don Dario Ciani, colui che quella Comunità ha fondato e animato portando avanti per tutta la vita progetti di aiuto, assistenza, inclusione sociale e integrazione (in particolare con i detenuti della Casa Circondariale di Forlì), quel gesto si ripete con lo stesso intento benefico. A vent’anni esatti da quello storico concerto a don Dario Ciani Riccardo Muti dedica infatti un recital che lo vedrà di nuovo esibirsi eccezionalmente al pianoforte per presentare alcune pagine tratte dalle più celebri opere di Puccini assieme a una delle più acclamate cantanti liriche dei nostri giorni, il soprano Anna Netrebko, reduce dall’ovazione che ha salutato la sua “Giovanna d’Arco” alla Scala. Insieme a lei Eleonora Buratto, altra suadente voce di soprano (che con Pavarotti ha studiato e che Muti ha voluto per il concerto dello scorso ottobre a Modena in ricordo degli ottanta anni del grande tenore), e il tenore azero Yusif Eyvazov con cui la Netrebko convolerà a nozze prima della fine dell’anno, coronando così un amore nato proprio sulle scene di un’opera di Puccini, la “Manon Lescaut”, diretta dallo stesso Muti lo scorso anno a Roma. La finalità benefica del concerto – il ricavato, al netto delle spese di allestimento (gli artisti si esibiranno tutti a titolo gratuito), sarà destinato ad iniziative di solidarietà ispirate da Don Dario – non può che esaltare la qualità delle pagine scelte per il programma: un florilegio di celebri arie e duetti dalle più amate opere di Puccini, tra le quali certo non può mancare Bohème, con “Che gelida manina” e “Si. Mi chiamano Mimì” dall’atto primo e il duetto Mimì-Rodolfo dal quarto. Ma l’inizio è riservato a Tosca (“Vissi d’arte” e “E lucevan le stelle”) cui segue “Un bel dì vedremo” da Madama Butterfly e, ancora, “Tu che di gel sei cinta” e “Nessun dorma” da Turandot e, infine, da Manon Lescaut, “In quelle trine morbide”. L’evento in collaborazione con il Comune di Forlì, Centro per la Pace “Annalena Tonelli” e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì è guidato dal motto “RESTIAMO UMANI” per ricordare l’importanza della relazione solidale e disinteressata tra le persone, in memoria di Don Dario Ciani e in occasione dell’anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Info e prevendite: 0544249244 – ravennafestival.org

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16

SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO

Tornano in Italia gli straordinari performer di Stomp

STOMP PRODUCTIONS E GLYNIS HENDERSON PRODUCTIONS

IN COLLABORAZIONE CON TERRY CHEGIA PRESENTANO STOMP

Creatori Luke Cresswell e Steve McNicholas

martedì 24 novembre h. 21

mercoledì 25 novembre h. 21

Nata nel 1991 a Brighton (UK) dalla creatività di Luke Cresswell e Steve McNicholas, l’irresistibile esperienza di STOMP sta per compiere i 25 anni di successo nei più importanti festival e teatri del mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angeles a Tokyo, in oltre 40 paesi e con 5 formazioni internazionali fisse. Tra i premi, STOMP ha vinto un Premio Laurence Olivier per la Migliore Coreografia ed è stato nominato per il Premio Laurence Olivier come Miglior Spettacolo. Senza trama, personaggi né parole, STOMP mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia intensa e ritmica i rumori e le sonorità della civiltà urbana contemporanea. Con strofinii, battiti e percussioni di ogni tipo, i formidabili ballerini-percussionisti-attori-acrobati di STOMP danno voce ai più “volgari”, banali e comuni oggetti della vita quotidiana: bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope, spazzoloni, riciclandoli a uso della scelta, in un “delirio” artistico di ironia travolgente. Sfidando continuamente ogni convenzione sui confini di genere, STOMP è danza, teatro e musica insieme. La loro missione? Liberare, attraverso il ritmo, i suoni più comuni e per questo più sconosciuti dell’epoca contemporanea.. STOMP: da avvenimento teatrale a fenomeno globale!

da venerdì 20 a domenica 22 novembre FORLÌ e RAVALDINO IN MONTE ingresso gratuito per gli studenti dei licei/istituti musicali e conservatori

V Festival Musica Contemporanea Italiana Ingresso 10 euro a ogni serata

«Quando cinque anni fa abbiamo per primi dato inizio all’avventura di un festival dedicato alla musica contemporanea italiana, lo abbiamo fatto anche in nome della “resistenza”. Resistere per mantenere viva la possibilità di ascolto di quella musica che rappresenta l’avanguardia della ricerca artistica, l’erede della musica classica del passato, a cui vengono date sempre meno occasioni di divulgazione, anche in ambito scolastico, a favore di un’offerta culturale volta alla facile e immediata fruizione. È la storia del futuro, che non può che esprimersi nel presente. Come per tutte le operazioni culturali che da più di venticinque anni propone Area Sismica, uno dei centri di eccellenza italiana nella produzione musicale a trecentosessanta gradi. In cinque anni, grazie alla generosità di tutti, il festival ha ospitato molti protagonisti della musica contemporanea italiana, sia come compositori, sia come interpreti, dando uno spaccato mai definitivo, ma comunque ampio, di ciò che accade oggi in Italia. Cinque anni che sono la base di un viaggio che speriamo prosegua con sempre maggior vigore, per riuscire a includere nel tempo tutti i nomi ancora mancanti di primaria importanza che l’Italia regala al mondo». Fabrizio Ottaviucci – direttore artistico venerdì 20 novembre ore 21 – presso Area Sismica DONATO D’ANTONIO chitarra Vincitore di concorsi chitarristici nazionali (Taraffo, Giovani Musicisti, Maddalena), Donato D’Antonio ha eseguito concerti come solista e con formazioni cameristiche stabili in sale da concerto e teatri in tutta Europa, USA, Giappone, Sud America ed Estremo Oriente. È componente delle formazioni Open Quartet, Tango Tres e Grupo Candombe, si esibisce in duo con i violinisti Roberto Noferini e Ugo Mantiglia, con il flautista Massimo Mercelli, con la virtuosa americana Sharon Isbin, il chitarrista sloveno Marko Feri e il chitarrista estone Tiit Peterson. È fondatore di Diatonia, con cui si occupa dal 1996 di progetti legati all’ arte contemporanea. Curatore musicale del Museo Carlo Zauli, ha sonorizzato per il festival LED assieme ai compositori Marco Biscarini e Paolo Geminiani la facciata del Teatro alla Scala di Milano su commissione dell’artista Mario Nanni. Programma musicale Giacinto Scelsi: Ko-tha – 1967 Azio Corghi: Consonacias y redobles -1973 Paolo Geminiani: Tre elegie – 2008 Stefano Scodanibbio: Verano de suerte – 1982 venerdì 20 novembre ore 22 – presso Area Sismica FRANCESCO D’ORAZIO violino Violinista brillante e versatile, ha messo le sue qualità tecniche e musicali al servizio di una eccezionale poliedricità, imponendosi come punto di riferimento nella musica contemporanea, nella collaborazione con compositori come Luciano Berio, Ivan Fedele e numerosi altri (con molte prime assolute), non meno che in repertori del tutto diversi, in particolare in quello barocco, come solista e violinista dell’ “Ensemble l’Astrée di Torino”. Con questa motivazione, nel 2010, Francesco D’Orazio è stato insignito del XXIX Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana quale “Miglior Solista”, primo violinista italiano a ricevere questo prestigioso riconoscimento dopo Salvatore Accardo nel 1985. Programma musicale Luciano Berio: Sequenza VIII – 1977 Fausto Sebastiani: Agape – 2013 Ivan Fedele: Suite Francese II – 2010 Nicola Sani: Raw – 2014 sabato 21 novembre ore 21 – presso Istituto Musicale Angelo Masini – Corso Garibaldi 98, Forlì FABRIZIO OTTAVIUCCI pianoforte Pianista e improvvisatore d’eccezione, Fabrizio Ottaviucci è amico di Area Sismica da lunga data, nonché direttore artistico di tutte e cinque le edizioni di questo festival, primo in Italia dedicato a compositori e musicisti italiani. Ottaviucci ha tenuto centinaia di concerti in tutto il mondo partecipando, come solista o in varie formazioni cameristiche, ai più prestigiosi festival internazionali di musica contemporanea, sperimentale e jazz, collaborando tra gli altri con Rohan De Saram, Terry Riley, Francesco Dillon, Mike Svoboda, Daniele Roccato, Gary Peacock. Di rilievo la sua decennale esperienza con Markus Stockhausen e Stefano Scodanibbio. Ha collaborato inoltre con la compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio. È considerato il più grande interprete delle opere per pianoforte di John Cage e di Giacinto Scelsi, di cui ha recentemente eseguito la prima mondiale della inedita Suite XIb. Programma musicale Giacinto Scelsi: Quattro illustrazioni sulle metamorfosi di Visu – 1952 Luigi Abbate: Folle, puro – 2004 Stefano Scodanibbio: Lawless roads – 2010 sabato 21 novembre ore 22 – presso Istituto Musicale Angelo Masini MICHELE LOMUTO trombone Nato a Bari, nell’82 è stato imposto sulla scena internazionale da Luciano Berio, come interprete di Sequenza V, e quindi come solista in Ofanim e in Outis, l’opera del Maestro andata in scena al Teatro alla Scala nel 1996. Al rapporto di collaborazione con L. Berio si è presto affiancato uno stretto rapporto con i più importanti compositori viventi, per i quali è l’ideale interprete di riferimento. Hanno scritto per lui: Bussotti, Clementi, Donatoni, Mengelberg, Wagenaar, De Rossi Re, Colombo Taccani e tantissimi altri. È stato invitato dalle più importanti istituzioni internazionali: Fundação Gulbenkian, Lisbona; Confrontaties, Rotterdam; Mozarteum, Salisburgo; University of British Columbia, Vancouver; Biennale di Venezia; Festival Wien Modern; Philarmonie, Berlino; Musica, Strasburgo; Harvard University, Cambridge; Musik Triennale, Colonia; Autumn Festival, Varsavia. Programma musicale Luciano Berio: Sequenza V – 1966 Azio Corghi: Intermedi e canzoni – 1986 Luca Francesconi: Respiro – 1987 Vito Palumbo: Hoquetus – 2006 Sylvano Bussotti: Voliera (trombone e pianoforte) – 1986 domenica 22 novembre ore 18 – presso Area Sismica ALVIN CURRAN tastiere, elettroniche Giunto alla quinta edizione, il FMCI ha il grandissimo onore di ospitare uno dei i più importanti compositori e musicisti viventi, Alvin Curran. Le opere di Curran abbracciano tutte le contraddizioni della musica del presente (composta/improvvisata, tonale/atonale, piena/minimale) in un incontro che nelle sue mani appare del tutto fruibile e naturale. Le sue oltre 200 composizioni comprendono studi per campionatore, pianoforte, sintetizzatore, computer, violino, percussioni, cori, piccole e grandi orchestre. Sia in forma intima con famosi solisti, che sia nella musica da camera, in opere radiofoniche sperimentali o in ambienti sonori e con installazioni di grandi dimensioni, Curran forgia un linguaggio molto personale, attraverso il suo occhio, la sua curiosità e il suo approccio alla ricerca, che lo hanno reso unico nel panorama mondiale. evento straordinario del FMCI sabato 9 aprile 2016 – ore 21 (sede da definire) ARDITTI QUARTET Irvine Arditti: violino Ashot Sarkissjan: violino Ralf Ehlers: viola Lucas Fels: violoncello Alla programmazione del festival di musica contemporanea italiana si aggiunge un evento straordinario, sia nel senso dell’eccezionalità, sia in quello della qualità. Il 9 aprile 2016 a Forlì si terrà un concerto del Quartetto Arditti, considerato a livello internazionale il più importante quartetto d’archi legato al repertorio contemporaneo e non solo. Verranno proposte due opere per questa formazione del compositore e contrabbassista Stefano Scodanibbio, che abbiamo spesso programmato nelle varie edizioni del festival e che riteniamo sia uno dei più brillanti compositori per archi degli ultimi trent’anni. A fianco delle opere di Scodanibbio lo stesso quartetto deciderà cosa proporre, svincolati, in rispetto alla natura internazionale del loro prestigio, dal nostro consueto limite geografico e dalla nostra intenzione di dar vita attraverso il festival ad una messa a fuoco della composizione italiana. Chi ha partecipato finora al Festival Musica Contemporanea Italiana Forlì – 2011/2014 MUSICISTI Fabrizio Ottaviucci, Matteo Ramon Arevalos, Ciro Longobardi, Alfonso Alberti, Marco Rogliano, Enzo Porta, Annamoria Morini, Gianpaolo Antongirolami, Daniele Roccato, Giacomo Piermatti, Piero Bonauguri, Gianluca Gentili, Lucia Bova, Matteo Flori, Gianni Maestrucci, Leonardo Ramadori, Gianluca Saveri, Sonia Formenti, Paolo Casiraghi, Lorenzo Gentili Tedeschi, Paolo Fumagalli, Giorgio Casati COMPOSITORI (nel progetto del festival sono inclusi compositori stranieri residenti in Italia) Luciano Berio, Giacinto Scelsi, Stefano Scodanibbio, Salvatore Sciarrino, Fausto Razzi, Franco Donatoni, Ivan Fedele, Luciano Chessa, Gilberto Cappelli, Sylvano Bussotti, Ivan Vandor, Younghi Pagh-Paan, Klaus Huber, Frederic Rzewski, Alvin Curran, Aldo Clementi, Franco Oppo, Ennio Morricone, Michele dall’Ongaro, Andrea Cavallari, Davide Zannoni, Ramberto Ciammarughi, Alessandro Annunziata, Fabrizio Festa, Massimo Simonini, Carlo Boccadoro, Giovanni Sollima, Federico Incardona, Andrea Agostini, Maurizio Giri, Gianluca Gentili, Fausto Romitelli, Bruno Maderna, Emilio Pomarico, Marco Momi, Silvia Colasanti, Paolo Castaldi, Martino Traversa, Fabrizio De Rossi Re, Luigi Ceccarelli, Giacomo Manzoni, Adriano Guarnieri, Alessandro Solbiati, Riccardo Piacentini, Daniele Roccato, Pippo Molino, Giorgio Colombo Taccani, Fernando Mencherini, Tonino Tesei, Nicola Sani. Info: areasismica.it

STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI 2015/16 – PROSA

LINA SASTRI

LA LUPA

di Giovanni Verga

GIUSEPPE ZENO

è

con

GIUSEPPE ZENO

e con

Clelia Piscitello, Enzo Gambino,

Eleonora Tiberia, Simone Vaio, Giorgio Musumeci,

Arrangiamenti musicali FRANCO BATTIATO

scene e costumi Françoise Raybaud

Turno A giovedì 12 novembre h. 21

Turno B venerdì 13 novembre h. 21

Turno C sabato 14 novembre h. 21

Turno D domenica 15 novembre h. 16

Valeria Panepinto, Giulia Fiume

Regia di GUGLIELMO FERRO

musiche Massimiliano Pace

Da un punto di vista drammaturgico la figura della Lupa, che era già una figura femminile di rottura nella produzione verghiana, risuona oggi di grande attualità come ogni personaggio archetipo della letteratura. La prosa è volutamente contemporanea nella scelta del lessico pur rimanendo ancorata all’impianto linguistico verghiano. Solo grazie alla presenza di Lina Sastri, una delle poche attrici in grado di sostenere un ruolo così complesso, in cui l’interprete deve interrogare gli strati più profondi della sua anima, si è potuto realizzare il progetto “Lupa” . In quest’ottica drammaturgica la messinscena si gioca tutta su un’alternanza di luce e ombra, di sole e luna, che non è però dicotomia bene/male quanto piuttosto una scansione naturale della vita bestiale ruota intorno a La Lupa. In Verga la lotta è sempre per la sopravvivenza. Tutti i personaggi sono buttati in mezzo a una terra desertificata a sbranarsi gli uni con gli altri, agiscono come gli animali per esigenze primarie: mangiare, dormire, riprodursi. La Lupa impone le sue traiettorie, il suo territorio di caccia e condiziona gli spostamenti degli altri che ne subiscono la costante minaccia. Così ci sono due anelli concentrici: l’anello esterno quello della difesa dei ruoli, degli scontri feroci e anche il luogo della morte; e l’anello interno, il mondo notturno, la tana dove si allevano i cuccioli, si nascondono segreti e si consumano gli incesti. Il buco nero del maleficio. Guglielmo Ferro & Micaela Miano sabato 14 novembre – ore 18 gli artisti dello spettacolo La Lupa incontrano il pubblico nel foyer del teatro IncontriArtisti foyer del teatro, ingresso libero fino ad esaurimento posti /entrata laterale teatro, Via dall’Aste n. 10 (si prega di verificare sul sito, nei giorni dello spettacolo, eventuali comunicazioni e/o cambiamenti motivati da impegni imprevedibili degli artisti)

Il Tour di Antonella Ferrari fa tappa a Forlì con un grande scoop Ritorno alla danza perché sono…Più forte del destino

Prosegue il tour del fortunatissimo spettacolo “Più forte del destino”. Sabato 17 ottobre alle ore 21.00 è la volta di Forlì, presso il Teatro Giovanni Testori di via Amerigo Vespucci 17. Lo spettacolo, scritto e interpretato da Antonella Ferrari, in questa tappa, per la prima volta, dopo due stagioni di successo, vedrà una gradita sorpresa per tutti: l’incursione in scena dell’attore e performer protagonista del musical Dirty Dancing:Gabrio Gentilini. Sarà lui a riportare Antonella nel magico mondo della danza. In un’atmosfera quasi onirica i due si lasceranno guidare dalla musica travolgente di “Time of my life”, dando vita ad un balletto dove la diversità lascerà spazio alla speranza. Afferma Antonella: “Gabrio è cresciuto a Forlì e quindi la sua città mi è sembrata la tappa più giusta per coinvolgerlo nel mio spettacolo. Mentre di solito è Manuel Frattini, in video, a farmi riprovare l’emozione di ballare, questa volta sarà Gabrio a trascinarmi nel magico mondo di Dirty Dancing“. Lo spettacolo è organizzato dal Rotaract Club Forlì, con il supporto e il contributo del Rotary Club Forlì e del Rotary Club Forlì Tre Valli, club service molto attivi nella zona. Il Rotaract Club Forlì è un’associazione nata nel 1981 grazie al Rotary Club Forlì, composta da uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Il Rotaract Club Forlì è sempre stato impegnato in attività di service e volontariato pertanto questo spettacolo è apparso subito un’ottima iniziativa sia per raccogliere fondi sia per sensibilizzare la popolazione nei confronti di una patologia spesso ignorata quale può essere la Sclerosi Multipla. L’evento si è realizzato grazie al prezioso contributo di Merck Serono S.p.A., affiliata italiana di Merck, Azienda leader specializzata in prodotti innovativi, ad alta qualità e tecnologia, nei settori Healthcare, Life Science e Performance Materials; è patrocinato dall’Assessorato alla Cultura di Forlì. Il ricavato verrà devoluto alla Sezione AISM di Forlì-Cesena. “Fare la differenza nella vita dei pazienti – afferma Antonio Messina, Presidente ed Amministratore Delegato di Merck Serono S.p.A. – è l’obiettivo che Merck Serono persegue da sempre con costanza e tenacia. L’insorgenza di una malattia cronica e degenerativa come la Sclerosi Multipla ha inevitabilmente forti ripercussioni, sia psicologiche che fisiche, per il paziente. È quindi fondamentale rivolgere la massima attenzione ad entrambi gli aspetti per assicurare a queste persone una migliore qualità della vita. Antonella rappresenta di sicuro un esempio di tenacia, coraggio e gioia di vivere da seguire e siamo orgogliosi di contribuire alla realizzazione di questa serata così importante”. Antonella Ferrari, madrina nazionale di AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) è un volto noto del cinema e della televisione che porta in scena il delicato tema della disabilità e l’etichetta della diversità, ripercorrendo la sua esperienza di vita in modo leggero, curioso, buffo, senza far mancare momenti di riflessione, sempre vinti dalla grande forza d’animo. Tutto parte, appunto, dal sogno dell’infanzia, di diventare una ballerina, che è diventato realtà; Antonella danza ancora adesso nonostante qualche tremolio causato da contrazioni involontarie dei muscoli. Scopre di avere la Sclerosi multipla: un nome grande, spaventoso per qualcuno, ma non per lei che oggi lo urla ai quattro venti, quasi come fosse una campagna ironica di accettazione: ora la sua malattia ha un nome e una forma. Un animo forte, un grande talento artistico e il coraggio sono le sue armi: attraverso l’ironia si presenta al pubblico decantando il manuale del “perfetto disabile” con stereotipi e luoghi comuni che si trasformano in un esilarante test da palcoscenico per capire quanto l’apparenza, anche nella disabilità, conti più di ogni altra cosa. Messaggi fondamentali di “Più forte del destino” sono la motivazione, le ambizioni e i desideri che diventano il motore della gioia di Antonella: un ascensore per i suoi sogni che non sono più costretti e forzati a fare le scale. Uno spettacolo da non perdere in cui ironia e consapevolezza si fondono in un unico denominatore comune: la voglia di vivere! Uno spettacolo costellato di sorprese e inaspettati colpi di scena, da gustare senza preconcetti e soprattutto, consigliato a chiunque. Prosegue Antonella: “Questo spettacolo è una sfida vinta. Si pensa sempre che la disabilità portata su di un palcoscenico teatrale generi pesantezza e malinconia. “Più forte del destino” dimostra invece l’esatto contrario: si può ridere e riflettere anche su un tema cosi delicato. Sto girando l’Italia da due stagioni e i teatri pieni, gli applausi a scena aperta mi ripagano di tutti gli sforzi fatti“. Per Gabrio Gentilini: “E’ un piacere e un onore affiancare un’artista come Antonella Ferrari che è anche un esempio di grande umanità per tutti. Questo spettacolo è prima di tutto un messaggio che ti spinge a cambiare, ad evolvere, reinventarti e rinnovarti riuscendo anche a sorridere di fronte alle avversità della vita. Antonella con questa sua esperienza ci insegna che anche di fronte a grandi sofferenze e difficoltà si possono portare avanti passioni bellissime, diventando una forte motivazione per gli altri”. Info e prenotazioni: rotaractclubforli@gmail.com – Cell: +39 389 1270014 – +39 333 2095239 – +39 329 1090365 – +39 340 1644809 – Ingresso ad offerta STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI – CONTEMPORANEO Domenica 4 ottobre 2015 h. 21 all’ Ex Filanda Maiani -Teatro Felix Guattari in collaborazione con Festival CRI SALIDE XXII coreografia ed interpretazione Aline Corrêa produzione Elclimamola Aline Corrêa / Brasile Resistência luci Lionel Henry musiche Titãs, Arvo Pärt ringraziamenti: Giovanna Lima,Tishou Aminata Kane/cie A part être, Erwan Lansonneur Nel solo Resistência, Aline Corrêa interroga il corpo in quanto oggetto di resistenza. È necessario resistere, in ogni tappa della nostra formazione, in ogni nostra esperienza. Il corpo diviene così un luogo segnato da cicatrici e il passato si inscrive direttamente sulla pelle: la sua presenza, visibile o nascosta, ci permette di tenere gli occhi aperti sul presente. “Avevo bisogno di mettere in discussione tutto quello che avevo imparato in precedenza. Queste esperienze si sono radicate in me fino a diventare nient’altro che corpo”. Aline si rade i capelli in segno di protesta nei confronti di un canone di bellezza imposto dal contesto sociale e dai media in genere, usando il corpo come uno stelo che il vento inclina senza mai spezzarlo. “Bendo i miei seni in memoria della cicatrice di mia sorella gemella, che ha subito una gravissima ustione al petto all’età di cinque anni. Un marchio a vita per entrambe, un marchio fisico per lei e uno choc per me, da cui esco legando i nostri due corpi e le menti in un’unica memoria, una resistenza del tempo e dello spazio.” Aline Corrêa, interprete brasiliana, si è formata alla scuola della compagnia Membros (Rio de Janeiro) con la quale ha collaborato per cinque anni. Successivamente ha lavorato con la compagnia Híbrida sempre di Rio. Ha realizzato numerose residenze in collaborazione con, tra gli altri, il gruppo CENA 11 (Santa Catarina) e Lia Rodrigues (Rio de Janeiro). Attualmente sta avviando una personale carriera di coreografa e interprete in Venerdì 2 e sabato 3 ottobre 2015 – dalle 16 alle 18 Fabbrica delle Candele Workshop con Aline Corrêa all’interno della stagione di contemporaneo – Festival Crisal ide xxii info e prenotazioni Masque Teatro 393 9707741 STAGIONE TEATRALE DIEGO FABBRI – CONTEMPORANEO Giovedì 1 ottobre 2015 h. 21 all’ Ex Filanda Maiani -Teatro Felix Guattari produzione Kat Válastur in co-produzione con HAU Hebbel am Ufer, Berlino e con Tanzquartier, Vienna. Con il supporto dell’Institut für Raumexperimente in collaborazione con Festival CRI SALIDE XXII The marginal sculptures Gland of Newtopia (dimension a) Ideazione, coreografia e performance Kat Válastur scene Ulrich Leitner – suono Lambros Pigounis design luci Martin Beeretz – video Iosif Lycakis costume Lydia Sonderegger – collaborazione artistica Thomas Schaupp, Stephen Zepke, Nikos Flessas – assistente Ania Nowak Gland propone un nuovo modo di mettere in relazione il corpo con lo spazio. Il corpo è letteralmente inviato ad esplorare nuovi modi di collocarsi in uno spazio senza punti di riferimento. Movimenti quotidiani quali camminare, saltare, sedersi o alzarsi sono vissuti da una prospettiva inusuale. Le pareti di una stanza si trasformano in pavimento o in soffitto e viceversa. Il corpo scopre così nuove possibilità di movimento, interrogandosi sullo scarto che intercorre tra l’esperire le cose nella realtà oppure in una dimensione distorta del reale. Dal feedback che ne risulta il corpo sembra trarre una nuova consapevolezza mantenendosi in una condizione di costante divenire. Kat Válastur, coreografa e performer attiva a Berlino, si occupa da sempre di scandagliare le possibilità comunicative del corpo umano, in cui, all’apparenza, narrazioni arcaiche, tic abitudinali, reti emozionali ampiamente ramificate e sciami di vaghe promesse sul futuro vanno alla deriva. Venerdì 2 e sabato 3 ottobre 2015 -dalle 16 alle 18 Fabbrica delle Candele Workshop con Aline Corrêa all’interno della stagione di contemporaneo – Festival Crisal ide xxii info e prenotazioni Masque Teatro 393 9707741 sabato 19 settembre Forlì festeggia la Notte Verde una giornata di eventi per bambini e adulti dedicati alla sostenibilità ambientale Una giornata intensa e a energia verde quella di Sabato 19 settembre, a Forlì dalla mattina a tarda sera grandi incontri, premiazioni delle città virtuose e dei progetti innovativi, concerti, spettacoli, laboratori per bambini, cene conviviali e stand informativi. Parte la mattina alle 11 alla Chiesa di San Giacomo la Notte Verde 2015 con “Laudato Sì – Lettera Enciclica sulla cura della Casa Comune” un incontro, curato da Romagna Acque, con Monsignor Franco Perazzolo del Pontificio Consiglio per la Cultura, Iman Abd Al-Ghafur Masotti responsabile del dialogo interreligioso per Coreis, il professor Luigi Bruzzi del dipartimento di fisica dell’Università di Bologna e Carlo Zelindo Baruffi, professore di scienze della formazione all’Università Cattolica di Brescia. L’occasione è quella di aprire un ragionamento sull’ultima enciclica di Papa Francesco che pone l’accento sulla tutela dell’ambiente come impegno comune che coinvolge l’umanità nel rispetto di “sora nostra matre terra”. Alle 16, alla Chiesa di San Giacomo la consegna dei premi ai Comuni Virtuosi Italiani, a cura dell’omonima associazione. Dei 40 comuni italiani approdati in finale, rappresentanti di 30 provincie e 15 regioni in concorso, verranno premiati i 5 comuni che si sono distinti per: gestione del territorio, impronta ecologica, rifiuti, mobilità sostenibile e nuovi stili di vita. A seguire, alle 18, la Chiesa di San Giacomo ospita “”Smart innovation for a sustainable future”. Saranno presentati i progetti innovativi e seguirà la gara finale dell’acceleratore Best Entrepreneurial Experience, organizzato dall’Istituto Italiano Imprenditorialità e sostenuta, tra gli altri, dal Dipartimento di Stato Americano. L’innovazione responsabile è qui intesa come prassi di sviluppo e l’apertura internazionale come strumento di conoscenza e collaborazione per trovare nel presente le chiavi di un progresso senza confini. La manifestazione, a cura di Innovacoop, Rinnova e Istituto Italiano di Imprenditorialità – In collaborazione con: Centuria Agenzia, Cesena Lab, INNOVAMI, sarà presenta dalla giornalista televisiva Giulia Innocenzi. Dalle 20 Piazza Saffi si riempie di musica: primi a scendere in campo Riciclato circo musicale: quattro musicisti utilizzano materiali di recupero ed oggetti di uso comune per costruire strumenti di ogni tipo, classici e contemporanei. Seguirà l’Orchestrina di Molto Agevole, un gruppo di giovani noti nell’ambiente musicale indipendente che in questo progetto eseguono la musica tradizionale da ballo romagnola: il liscio. Chiude la parte musicale una performance itinerante dei Musicanti di San Crispino che, con strumenti acustici, eseguiranno note musiche da discoteca. Gran finale con lo spettacolo di danza acrobatica “Puzzle” di Kataklò Athletic Dance Theatre. La compagnia diretta dal 1995 da Giulia Staccioli, è la prima formazione italiana di athletic theatre applaudita in tutto il mondo per le qualità acrobatiche combinate con quelle teatrali. La spettacolarità delle sue produzioni e i numerosi successi delle tournée estere hanno reso la compagnia portavoce della cultura italiana nel mondo. Ma la Notte Verde è anche molto moltissimo altro per un programma esteso in tutta la città. Convegni, seminari e workshop Alle 10 alla Sala Consiglio del Palazzo del Monte di Pietà: “Con Ecoself ricicla e vinci”, la premiazione delle scuole partecipanti al concorso, a cura di: Ufficio Ambiente del Comune di Forlì. Alle 10.30 “Cambiamento climatico: a cosa stiamo andando incontro? Verso il “Cop21”. Un workshop vuole far capire che ruolo possiamo avere sulle decisioni presenti e future. Dalle 10:30 all’Abbazia di San Mercuriale “Percorsi di innovazione, etica e design” quando cioè design e tecnologia, artigianato ed etica si uniscono per generare Innovazione Responsabile. Di nuovo alla Sala Consiglio del Palazzo del Monte di Pietà ma alle 11:45 “Orti in città: seminiamo senso civico” un workshop sulle aree verdi nei centri urbani che sono da preservare e incentivare, anche attraverso la creazione di veri e propri orti cittadini. Alle 14.30 si torna alla Chiesa di San Giacomo per la proiezione del film di Nicola Campiotti “Sarà un paese”. Alle 16 la Piazzetta della Misura ospita la presentazione del progetto e laboratorio “Io giovane cittadino in Europa 2” a cura di Controvento. Alle 15 la sala Chiostro dell’Abbazia di San Mercuriale è teatro del confronto sull’uso delle cargo bike “Logistica urbana ad emissioni zero”. Servizio già presente in diverse realtà e con grosse potenzialità di crescita. Alle 17.30 alla Sala Chiostro dell’Abbazia di San Mercuriale una riflessione dal titolo: “L’ambiente è noi. Le EXPO e la sostenibilità ambientale” con Giovanni Cerami, a cura di associazione Nuova Civiltà delle Macchine. Alle 19.30 nella stessa sala “Viaggiare con nuovi occhi. Vademecum per viaggiatori responsabili”, un seminario che offre una via sostenibile di scoperta del mondo a chi desidera viaggiare. Uno scambio di esperienze e di conoscenza utili al miglioramento della qualità della vita non solo dei viaggiatori, ma soprattutto delle comunità ospitanti. A seguire, alle 21, “#sosteniamoci!”, una “visual conference” divulgativa per vedere come e perché ognuno di noi può e deve fare la propria parte. Notte Verde dei Bambini Un pomeriggio dedicato ai bambini con laboratori, mostre, spettacoli, letture e baratto all’insegna della sostenibilità ambientale, delle relazioni, del piacere di stare insieme. Il programma completo qui: settimanadelbuonvivere.it/exportiamobv/event/la-notte-verde-dei-bambini/ Altri eventi e stand informativi Nel centro città “Vetrine da Gustare”: le vetrine degli esercizi commerciali del centro saranno allestite a tema Notte Verde. In piazza Saffi dalle 15 alle 24, “Mobilità sostenibile in città”: esposizione di veicoli a basso impatto ambientale e “Ricalcoliamoci: scopriamo i nostri consumi in semplici mosse” analisi gratuita delle performance energetiche a cura di Impronte Soc. Coop. Numerosi gli altri appuntamenti a tema gastronomico fra Corso Garibaldi, Corso Diaz, Largo de Calboli, Piazzetta don Pippo, Piazza XX Settembre, area dell’Abbazia di San Mercuriale, via delle Torri e via Regnoli. L’elenco completo degli eventi, gli orari e le proposte è consultabile qui: settimanadelbuonvivere.it/exportiamobv/event/eventi-e-stand-informativi/ La Notte Verde è curata e sostenuta da Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Comune di Forlì, Legacoop Romagna, Rinnova, Settimana del Buon Vivere, Cise – Centro per l’Innovazione e lo Sviluppo Economico della Camera di Commercio di Forlì – Cesena. Il Buon Vivere è una tavolata con più di mille persone Pranzo Solidale: la solidarietà che diventa una festa conviviale un pranzo al Parco Urbano “Franco Agosto” a favore della Caritas Sono già più di mille i biglietti acquistati per la grande tavolata al Parco Urbano “Franco Agosto” di Forlì di domenica 20 settembre alle 12.30. I romagnoli non si sono lasciati sfuggire l’occasione di dimostrare, ancora una volta, quanto il Buon Vivere e la solidarietà siano fattori imprescindibili del loro modo di vivere. Sono infatti più di mille i biglietti finora venduti per il Pranzo Solidale a favore dell’Emporio della Solidarietà della Caritas di Forlì e del Comitato per la lotta contro la fame nel mondo nel giorno della Festa del Volontariato e Giornata della Cittadinanza Solidale. Chiunque può ancora partecipare acquistando – entro venerdì 18 settembre – un biglietto da 10 euro (gratis per i bambini sotto i 6 anni) per un menù che comprende primo, secondo, contorno, frutta, biscotteria, acqua, vino e caffè e vedrà un piacevole accompagnamento musicale itinerante. I biglietti per i pasti si possono acquistare presso la segreteria della Caritas (via dei Mille 28 a Forlì 0543.30299), Formula Servizi (via Monteverdi 31 a Forlì 0543.474801) e Settimana del Buon Vivere (via Monteverdi 6/B 0543 785429). Oltre la scadenza del 18 settembre non sarà possibile garantire il posto a sedere e il pasto, ma si invita comunque tutti a partecipare alla festa. Il Pranzo solidale è a cura di Caritas Forlì-Bertinoro, Formula Servizi, Formula Ambiente, Protezione Civile di Forlimpopoli, Comune di Forlì, Comitato per la Lotta Contro la Fame nel Mondo, Settimana del Buon Vivere, in collaborazione con Gruppo Alpini Forlì, Associazione Bersaglieri e con il supporto di F.lli Bassini 1963, Cartaria Forlivese, Caviro, SuperStore Bengasi – Conad, Deco Industrie, Gruppo Hera, Orogel, Romagna Acque, Terre Emerse, Tipografia Valbonesi, Menù&Menù, IVS Italia. Romagna Wine, in occasione della 5° Biennale del Buon Gusto, riapre le porte della sua prestigiosa sede di via Cà Bagnoli n.19 a Forlì. La Manifestazione, fiore all’occhiello del mondo vinicolo forlivese, vede la partecipazione di oltre mille operatori del settore fra ristoratori, albergatori, cuochi e sommelier e la presenza di oltre sessanta aziende produttrici dell’eccellenza vinicola e agroalimentare italiana. Fra le illustri presenze, le aziende Feudi di San Gregorio (Campania), San Patrignano (Romagna), Ceretto (Piemonte), Livio Felluga (Friuli), Castello Banfi (Toscana), Guido Berlucchi (Franciacorta), Firriato (Sicilia), i vini biodinamici di Alois Lageder (Altro Adige) e le bollicine bio di Maso Martis (Trentino) che saranno, eccezionalmente, riunite per questo evento unico. Il tutto si svolgerà dalle 12,00 alle 21,00 con ingresso su invito riservato agli operatori del settore. Per info e prenotazioni 0543 728147 o info@romagnawine.it dal 19 al 27 settembre a Forlì e in Romagna Svelati i primi appuntamenti della Settimana del Buon Vivere e della Notte Verde incontri, spettacoli, concerti e una “Cittadella del Buon Vivere” Sono in distribuzione da qualche ora i primi pieghevoli con le anticipazioni di alcuni appuntamenti della Settimana del Buon Vivere che si terrà a Forlì e in Romagna dal 19 al 27 settembre, con lo speciale prologo, sabato 19, della Notte Verde. Sono circa duecento gli appuntamenti totali che compongono un fittissimo programma di workshop, incontri, spettacoli, concerti per ragionare sui temi fondamentali del nostro tempo: salute, stili di vita, lavoro, benessere, sostenibilità, coesione, giustizia e cultura. Una felice esplosione di vitalità che ha imposto all’organizzazione di diffondere un primo breve programma con alcune anticipazioni, in attesa della stesura della versione completa che avverrà fra qualche giorno. Fra gli ospiti appena annunciati: Monsignor Franco Perazzolo (19/1) del Pontificio Consiglio per la Cultura che, partendo dall’enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco, ragiona sulla tutela dell’ambiente come impegno comune per l’umanità con un eminente rappresentante della comunità islamica, l’Imam Yahiya Pallavicini, vicepresidente della COREIS. Un’altra testimonianza sulla ricerca che può sprigionare dalla fede, ma che interessa anche laici e atei, è quella di Padre Enzo Bianchi (21/9), che in una lectio magistralis cerca di individuare il senso dell’esistenza umana. Andrea Barnes (23/9), presidente della Fondazione Banca Etica, racconta come la finanza “dovrebbe” essere uno strumento a servizio dell’economia e delle persone, mentre Simona Aztori (23/9) porta la sua immensa testimonianza di forza di vivere: nata senza braccia diventa pittrice e danzatrice a livelli altissimi, tanto da dividere il palco con Roberto Bolle. Gianni Riotta (19/1) premia i progetti più innovativi del Best Entrepreneurial Exprerience e presenta alcuni progetti di start up innovative “incubate” sul nostro territorio. Alessandro Bergonzoni e Serena Dandini (20/1) sono i protagonisti di un affresco sui valori del Buon Vivere tra ricordi, immagini e storie del presente. Lo chef pluripremiato Massimo Bottura (21/9)è l’ospite della tradizionale cena di apertura, Mario Tozzi (22/9) e Gabriele Romagnoli (24/4) presentano le loro ultime fatiche editoriali: il primo sulla tecnologia dannosa e insostenibile, il secondo sulla capacità di scegliere l’indispensabile senza temerne la privazione. Grandi artiste quali Lella Costa, Maria Amelia Monti e Stefania Casini danno vita a una serata (22/9) tutta al femminile, Max Paiella (22/9) con la sua strabordante comicità e la narrazione sulla Grande Guerra di Giuseppe Cederna (24/9) solcano i palcoscenici della Settimana del Buon Vivere. Un artista di fama mondiale porta le sue storie cristallizzate nei click della macchina fotografica: Steve McCurry. Una nuova mostra, a cura della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, fatta di immagini conosciute e inedite crea un viaggio intorno all’essere umano con sguardo rivolto al mondo femminile. Prologo dell’inaugurazione (25/9) un intenso dibattito fra il grande fotografo americano e il giornalista Gianni Riotta. Le associazioni del territorio, che con il loro entusiasmo sono il cuore del successo della Settimana del Buon Vivere, animano una vera e propria “cittadella” nella suggestiva cornice dei Musei di San Domenico dove trovano casa spettacoli, mostre, laboratori e concerti. La Settimana del Buon Vivere – sostenuta e organizzata da Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Camera di Commercio di Forlì-Cesena e Legacoop Romagna, in collaborazione con l’Associazione Punto e a Capo e IRST-IRCCS di Meldola e grazie alla fondamentale passione delle oltre 250 realtà tra associazioni, cooperative ed enti – è inaugurata sabato 19 settembre dalla Notte Verde: una giornata dedicata alla sostenibilità, all’innovazione responsabile e allo stare insieme. Piazza Saffi la sera si illumina a festa e chiama a raccolta tutti quelli che hanno voglia di stare insieme, riscoprire il valore delle cose semplici e assistere a un finale a sorpresa. A differenza di quanto scritto nel pieghevole in distribuzione, l’appuntamento con la diretta del Ruggito del Coniglio è annullato. DOMENICA 12 LUGLIO ORE 21.00 Roberto Mercadini e Lorenzo Bartolini in: EPIGRAMMI ROMAGNOLI Reading poetico in omaggio ai grandi poeti della Romagna. I due attori si incalzeranno a colpi di poesie. Reciteranno Baldini, Galli, Pedretti, Guerra, Zani, Molari e altri: i migliori! Uno spettacolo intenso ed esilarante come un’ottima bottiglia di Sangiovese Riserva!!! Per info e prenotazioni: associazione.mikra@gmail.com, cell.3495384058 Ingresso: 7 € Al via domani in Centro Storico a Forlì la “Festa di Radio 3 RAI” su Arte Cultura e Lavoro   Prenderà il via domani nel Centro Storico di Forlì, alle 14.30, la Festa che Radio3 RAI ha scelto di dedicare ai temi dell’arte, della cultura e del lavoro.   “Perché questi temi? E perché a Forlì? – chiede e si chiede Marino Sinibaldi, direttore di Radio 3 – Forse basterebbe pensare alla storia di questa terra, la Romagna, e alle sue tradizioni artigianali, dunque a cavallo proprio tra arte e lavoro. O ricordare la sua peculiare cultura del lavoro, che ha intrecciato una forte inclinazione all’iniziativa individuale con una storica, capillare organizzazione cooperativa. Tutti nodi di grande attualità, in un momento in cui, dal profondo di una crisi che non è solo economica, occorre ripensare le forme di convivenza, di impresa, di occupazione e anche di cooperazione.”   La Festa, promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì insieme a Formula Servizi Società Cooperativa con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale ed il sostegno di Linea Sterile, sarà aperta alle 14.30, in Piazza Guido da Montefeltro, dal programma “Alza il Volume” condotto da Valerio Corzani, che avrà come ospite la John De Leo Grande Abarasse Orchestra” La figura artistica di De Leo non ha paragoni in Italia ed è sinonimo di geniale sperimentazione vocale e sonora. Il poliedrico musicista-cantante-compositore-autore De Leo è da ascriversi a pieno titolo in quella scia di grandi pionieri della strumentazione e sperimentazione della voce che gli fa raccogliere “naturalmente” l’eredità di artisti come Demetrio Stratos, Cathy Berberian e Leon Thomas.  Il suo ultimo lavoro discografico, “Il grande abarasse” è un concept album ambientato in un ipotetico condominio dove ogni brano corrisponde a ognuno degli appartamenti. «La cosa certa – spiega Jonh De Leo – è un’esplosione improvvisa che, a seconda del brano, è rappresentata in modi diversi. L’accadimento viene tradotto da differenti soggettive culturali o personali contingenti situazioni emotive. Volevo che l’esplosione corrispondesse alla materializzazione di una deflagrazione interiore la cui miccia, in ognuno dei condomini, era in realtà già accesa».   Alle 15 seguirà il primo focus sulla Collezione Verzocchi, vero e proprio filo rosso della tre giorni di Festa, con la descrizione dell’olio di Fortunato Depero “Tornio e telaio”. Conduce Elena Del Drago.   Alle 15.10, sempre in Piazza Guido da Montefeltro Marino Sinibaldi intervisterà, all’interno di “Fahrenheit” Massimo Montanari, Don Pasta e Marino Niola sul tema “Cibo e lavoro, troppo o troppo poco?” Anche grazie all’Expo milanese, il tema del cibo dilaga come argomento di conversazione ma anche come tema di riflessione storica, antropologica e persino morale. La  terra dell’Artusi, dove nacque il codice che dal punto di vista alimentare ha unificato l’Italia, è il luogo migliore per raccogliere alcune di queste suggestioni e guardare al passato e al futuro.   Alle 16 intermezzo musicale con la John De Leo Grande Abarasse Orchestra, cui seguirà alle 16.10 il programma Radio3 Scienza condotto da Rossella Panarese, con ospite Edoardo Boncinelli. Fisico di formazione, genetista, studioso del cervello, oltre che narratore di storie di scienza in numerosi libri di successo, Edoardo Boncinelli affronta il tema del cibo –  tra Dna, scienza  e cultura – con il piglio e il metodo che lo contraddistinguono. Obiettivo dell’incontro è stimolare la discussione e provare a far vedere le altre facce della medaglia. Perché ragionare e interrogarci è ciò che ci rende davvero liberi, come racconta nel libro appena pubblicato “Noi siamo cultura”.   Secondo appuntamento alle 16.50 con la Collezione Verzocchi, di cui sarà analizzato l’olio su tela di Romano Gazzera “I pionieri”   Alle 17.00 ci si sposta nella Chiesa di San Giacomo Apostolo per il Teatro di Radio3, che ospiterà lo spettacolo di Don Pasta “Artusi Remix Viaggio nella cucina popolare italiana”. Conduce Antonio Audino. Impastando e tagliando le fettuccine davanti al pubblico Don Pasta ripercorre la tradizione culinaria del nostro Paese, rifacendosi al celebre libro del grande appassionato di cucina Pellegrino Artusi, nato a Forlimpopoli nel 1820, ma anche alla più comune tradizione familiare italiana.   Sempre nella Chiesa di San Giacomo alle 19.00 si potrà quindi assistere al concerto degli “Alti e Bassi”, introdotto da Stefano Roffi Gli Alti & Bassi sono un quintetto vocale a cappella nato nel 1994 a Milano. In questi anni hanno svolto un’ intensa attività concertistica, partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche e a festival internazionali. Hanno vinto il Premio Quartetto Cetra e il Premio Carosone. Nel 2015 vengono assegnate al loro sesto album “La Nave dei Sogni” due nomination ai CARA, il più importante premio worldwide dedicato alla musica a cappella, quale “Best Jazz Album” e “Best European Album”.   Infine alle 21.30 in Piazza Guido da Montefeltro il grande concerto-spettacolo, per il “Teatro di Radio3” condotto da Antonio Audino, “Il mondo corre” con Eugenio Bennato e la Compagnia teatrale Punta Corsara. Il desiderio di un cambiamento di vita, individuale o collettivo e le infinite difficoltà per realizzarlo. Situazioni che hanno segnato e segnano la nostra cultura e la nostra esperienza ma che oggi investono tante zone del mondo a noi vicine. Su questi temi si intrecciano le parole e le azioni sceniche della giovane formazione nata a Napoli, nel laboratorio teatrale di Scampia, insieme alla voce e ai suoni di una delle presenze più importanti della scena musicale napoletana, Eugenio Bennato, accompagnato dai suoi musicisti. Un racconto tra teatro e musica intorno alle vicende drammatiche, comiche o grottesche di chi è in fuga con tutti i mezzi possibili da fame e miseria, in cerca di lavoro, pace e dignità.   Tutti gli eventi, trasmetti in diretta da Radio 3 RAI, sono ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Italian Performance Platform è lo sguardo europeo del festival Ipercorpo. In 2 giorni arrivano a Forlì 12 organizzatori di festival e teatri da 9 diverse nazioni: Francia, Spagna, Egitto, Estonia, Slovacchia, Polonia, Albania, Italia, Ungheria. Sabato 30 maggio alle 11.30 a Palazzo Romagnoli gli operatori ospiti di Italian Performance Platform si presentano e raccontano i loro festival per poi ascoltare la presentazione degli artisti italiani in scena a Ipercorpo. Per la prima volta in questa edizione, anche il pubblico può ascoltare grazie ad un servizio di traduzione simultanea.

[Fabbrica delle Candele] ● Piazzetta Corbizzi 9/30 giovedì 28 – venerdì 29 maggio 2015 19.00 Apertura spazio a cura di Diagonal Loft Club, installazione di Dario Neri 19.00 / 23.00 La Danza in 1 minuto (solo venerdì) 19.00 / 21.00 gruppo nanou ● Doppio sogno [performance] 21.00 Teatrino Giullare ● Finale di partita [spettacolo] 22.00 Dewey Dell ● Live concert [spettacolo] 23.00  Blind Cave Salamander (giovedì) Cosmetic (venerdì) [concerto] sabato 30 maggio 2015 10.00 Apertura spazio 10.30 Colazione + Giovanni Succi [reading] 19.00 Apertura spazio a cura di Diagonal Loft Club, installazione di Dario Neri 19.00 / 23.00 La Danza in 1 minuto 19.00 / 21.00 gruppo nanou ● Doppio sogno [performance] 21.00 Città di Ebla ● Suite Michelangelo [spettacolo] 22.00 Paola Bianchi ● Without 22.30 Bedosti/Oggiano ● Das Spiel 23.00 Lada [concerto] domenica 31 maggio 2015 16.00 Apertura spazio a cura di Diagonal Loft Club, installazione di Dario Neri 16.00 Riccardo Baruzzi [performance] 16.30 Tavola rotonda a cura di Davide Ferri con gli artisti del Festival La vita materiale 19.00 Matita [concerto] 19.00 / 21.00 gruppo nanou ● Doppio sogno [performance] 21.00 Città di Ebla ● Suite Michelangelo [spettacolo] 22.00 Paola Bianchi ● Without 22.30 Bedosti/Oggiano ● Das Spiel [Palazzo Romagnoli] ● Via Albicini 12 da giovedì 28 a domenica 31 maggio 2015 9.30 / 17.30 Federico Pietrella [arte] e Antonio Rovaldi [arte] sabato 30 maggio 2015 11.30 Italian Performance Platform: Incontro con gli operatori internazionali 17.00 Italian Performance Platform short: Incontro con Garten, Simona Bertozzi / Nexus, Manimotò [Galleria Marcolini] ● Via Marcolini 25/a da giovedì 28 a domenica 31 maggio 2015 Federico Pietrella [arte] e Antonio Rovaldi [arte] orari: giovedì dalle 16.30 alle 19.30; venerdì e sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30; domenica dalle 10.00 alle 18.00 [Musei San Domenico] ● Piazzale esterno e [Fabbrica delle candele] ● Piazzale interno da giovedì 28 a domenica 31 maggio 2015 Davide Rivalta [arte] INFO Luoghi Fabbrica delle Candele – Piazzetta Corbizzi 9/30 Galleria Marcolini – Via Marcolini 25/a Palazzo Romagnoli – Via Albicini 12 Biglietti Ingresso alla Fabbrica delle Candele biglietto unico 2 €. Costo del biglietto per ogni singolo spettacolo 5 €. Ingresso alle tariffe comunali a Palazzo Romagnoli. Ingresso gratuito alla Galleria Marcolini. Per gli spettacoli la prenotazione è consigliata. Informazioni e prenotazioni telefoniche: 342.9783661 Orari biglietteria telefonica: tutti i giorni dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 elisa.nicosanti@cittadiebla.com IPERCORPO 2015 Presidio Forlì, 28-31 maggio 2015 Immaginare avamposti, spazi di resistenza avanzati, occuparsene prima ancora di occuparli. Aprire il portone di un cinema chiuso, salire su una terrazza e proiettare un film. Trasformare un quartiere abbandonato, un angolo di strada, una panchina. Far seguire all’immaginazione un’azione che continui a inseguirla, tener duro durante la scalata. Come un alpinista estremo che nel rischioso attacco a una nuova via, e nella sua riuscita, realizza un atto estetico prima ancora che esplorativo. Nel decimo anno di vita e di presenza a Forlì, il festival di arte performativa Ipercorpo si fa “Presidio” – questo il titolo scelto per l’edizione 2015 – e dal 28 al 31 maggio proporrà quattro giorni di teatro, danza, arte contemporanea, musica e incontri nei luoghi della cultura della città: Fabbrica delle Candele, Palazzo Romagnoli, nuova Galleria Marcolini. Senza dimenticare l’orizzonte: il “ritorno al futuro” nell’Ex Deposito ATR, che resta “il” presidio e il motivo ultimo della permanenza del festival nel centro storico di Forlì. Per il terzo anno consecutivo il festival ospiterà l’Italian Performance Platform, osservatorio sulle arti performative italiane del contemporaneo rivolto ai programmatori internazionali, e in questa edizione tornerà ad occuparsi di Collezione Verzocchi, con un momento di riflessione sull’arte contemporanea e con l’esposizione delle opere di quattro significativi artisti italiani. Ipercorpo conferma e rafforza il suo dna multidisciplinare, frutto del ensiero e del contributo di curatele che affiancano la direzione artistica di Claudio Angelini e che si intersecano intorno ad un unico nucleo progettuale, in un’articolazione costruttiva a più mani su un tema forte: il teatro con Claudio Angelini, Mara Serina, Valentina Bravetti, Silvia Mei; la musica con Davide Fabbri ed Elisa Gandini e l’arte con Davide Ferri. “Abbiamo interrotto la nostra presenza nel luogo che ci ha spinti a portare il festival dalla campagna alla città, l’Ex Deposito ATR – spiega Claudio Angelini, direttore artistico di Città di Ebla -. Stiamo lavorando perché sia un’interruzione temporanea e nel frattempo decidiamo di rimanere in città. È lì che il teatro ha il suo luogo fondativo. Gli spazi che ci ospitano, Fabbrica delle Candele, Palazzo Romagnoli e la nuova Galleria Marcolini, sono idealmente una forma di presidio in centro storico e ci permettono di continuare a delineare i campi di indagine che abbiamo sviluppato nel tempo: teatro di ricerca, musica e arte ontemporanee. Siamo inoltre convinti che solo un continuativo confronto con la dimensione internazionale possa far circolare aria nuova e per questo, da due anni, ospitiamo direttori di altri festival inserendoli in un’apposita piattaforma internazionale”. Dieci anni di esistenza del festival sono anche l’occasione per un ideale bilancio. “Se li devo pensare tutti assieme – dice Angelini – direi che l’azione più significativa che abbiamo svolto in questi anni si può riassumere in una parola: presidio. Anche ora che gli spazi su cui tanto abbiamo lavorato ci sono temporaneamente preclusi”, prosegue. “Dunque è tutto nel presidio di spazi il nostro lavoro? No, io non credo. Grazie agli artisti che puntualmente accettano il nostro invito per ragioni di senso di appartenenza, e non certo economiche – conclude il direttore artistico – continuiamo a essere portatori di bellezza, se per bellezza intendiamo qualcosa di drastico, a tratti violento, certamente incomprensibile nelle sue forme più alte, capace di catturarti, di portarti là dove tu non sai. Continuare spasmodicamente a cercare, come rabdomanti, le condizioni affinché questo possa avvenire. Ecco la nostra più autentica forma di presidio”. piattaforma internazionale ideata nel 2013 da Mara Serina – Iagostudio e Città di Ebla che porta a Forlì i direttori artistici di festival teatrali e musicali di respiro internazionale. Quest’anno gli operatori provenienti da Estonia, Lettonia, Ungheria, Francia, Spagna, Svizzera, potranno accontare i loro contesti e la loro visione sul panorama artistico europeo in un momento organizzato a Palazzo Romagnoli nella giornata di sabato 30 maggio. Un’occasione di scambio, aperta al pubblico, che permetterà di sviluppare future collaborazioni. Non solo “vetrina” di pettacoli, dunque, l’Italian Performance Platform vuole segnare un passaggio significativo per fare il punto sull’evoluzione e sullo sviluppo delle arti performative in Italia e in Europa. Accanto alla piattaforma internazionale, sarà presente anche una “Short IPP” a cura di Silvia Mei, all’interno della quale altre tre realtà teatrali italiane potranno far conoscere il loro lavoro alle presenze estere: Manimotò, Garten, Simona Bertozzi / Nexus. La Danza in 1 minuto Come nella precedente edizione, sarà possibile assistere in ogni serata di programmazione a La Danza in 1 minuto, proiezione che presenta alcuni dei migliori video che negli ultimi anni hanno vinto l’omonimo contest italiano. Ispirato a festival olandese Cinedans e promosso da Coorpi, Coordinamento Danza Piemonte, La Danza in 1 minuto sarà visibile tutti i giorni dalle 19.00 alle 23.00. Musica Ricco e articolato lo scenario musicale curato da Elisa Gandini e Davide Fabbri. “Non avvertiamo più la mancanza della musica, ma ne subiamo la presenza e questo è il punto fondante della nostra riflessione – dicono i curatori -. Nettamente è percepibile l’imbarazzo, ma non la scelta (e, ancora, iceversa). Non è tempo di confronti attorno allo ‘stato delle cose’”, piuttosto ci preme condividere una versione empirica del nostro comunicare e fare musica. Una visione sempre, ma tangibile e concreta, che occupi anche uno spazio, che si possa perfino toccare”. Nel concerto d’apertura, dal titolo “Blind Cave Salamander”, Julia Kent, Fabrizio Modonese Palumbo e Paul Beauchamp danno vita ad un terzetto internazionale ormai di culto. “Blind Cave Salamander” si costruisce su sedimenti sonici, filtri e manipolazioni continue. Il violoncello è collante organico, la chitarra graffia i muri mentre voce ed elettronica balbettano vocaboli che non intendono raccontare. S’intitola “Nomoretatto” la settima uscita discografica di Cosmetic, altro gruppo ospite, sulle scene dal 1996. Un album ambizioso dove al consueto set di chitarre, bassi e batterie si aggiungono tastierine vintage e piano rhodes per dare al tutto una rotondità che sorprende. E’ un terzetto “impro” che proviene dal collettivo amburghese Niedervolthoudini, Lada, gruppo attivo anche sul piano dell’arte figurativa, della grafica e dell’installazione. Lada è una creatura a sei mani che tocca tutto: corde, pulsanti, tasti e bacchette, con un occhio al manuale del MIDI e uno all’attitudine punk, dà vita ad una sintesi di avant-jazz, kraut-rock e minimalismo lo-fi. Compositore rock di parole, musica e immagini, Giovanni Succi proporrà un reading/concerto in cui la voce umana si fa strumento. Uomo di lettere e ideatore di letture ed eventi dedicati ad autori italiani del Novecento, è autore del progetto “Caproni 2012”, per il quale ha curato con metodo filologico applicato alla lettura, l’incisione per sola voce de Il Conte di Kevenhüller (1986), ultima opera composta dall’autore in vita. La lettura integrale dell’opera viene tuttora diffusa e commentata sul web. Il concerto del collettivo dall’organico variabile, Matita, è un progetto composto da piano elettrico e disegnatori ritmici attivo dal 2009 che vantano interventi ad Audiovisiva, Soulfood e al Festival della Letteratura di Mantova. È una sorpresa tutto quello che si può ottenere con un astuccio pieno: matite, penne e pennarelli a disegnare le ritmiche, complesse e stratificate come nella migliore tradizione glitch-electronica. E il piano elettrico, con le sue suggestioni, le sue armonie e i suoi appoggi a tenere insieme il tutto. Dario Neri sarà impegnato in tutti e quattro i giorni di cartellone in un esercizio sonoro ad uso esclusivo del pubblico. Musicista polistrumentista e tecnico del suono, tra i suoi progetti più importanti figurano “Macchine sonore” e “Chordae”. “La vita materiale”. Nuovi appunti sulla Collezione Verzocchi Terza tappa di un percorso di riflessione sulla Collezione Verzocchi, imboccato due anni fa con l’edizione 2013, “La vita materiale” a cura di Davide Ferri sarà un momento di riflessione sulle forme di appresentazione del lavoro nella nostra epoca e ospiterà i lavori di quattro artisti italiani, privilegiando i dipinti della Collezione Verzocchi che mostrano le mani e il corpo in azione e che, descrivendo il lavoro come pratica quotidiana e sforzo fisico, rinviano all’idea di un “fare” molto concreto. Le opere di Riccardo Baruzzi, Federico Pietrella, Davide Rivalta e Antonio Rovaldi entreranno in dialogo con questa dimensione di materialità diffusa che la Collezione esprime. I video di Antonio Rovaldi mostrano mani al lavoro; le sculture di Davide Rivalta, grandi animali in grado di riorientare l’immaginario dei luoghi, sono vere e proprie presenze per via delle loro superfici vibranti e contrastate; i dipinti di Federico Pietrella, realizzati con un comune timbro da ufficio, rinviano ad un’abilità manuale che fa della pittura un racconto del tempo; la performance e l’installazione di Riccardo Baruzzi raccontano i suoni e i rumori del fare, dello studio dell’artista e il processo pittorico come partitura musicale. Le opere saranno esposte in quattro luoghi – la Fabbrica delle Candele, la barcaccia dei Musei di San Domenico, la Galleria Marcolini e Palazzo Romagnoli – che, attraversati in successione, ricompongono l’idea di un percorso unitario. Nel pomeriggio di domenica 31 maggio, dalle 16, si svolgerà la tavola rotonda che vedrà la presenza degli artisti, con un focus sulla Collezione Verzocchi e sui problemi che attraversano la storia dell’arte recente: il delicato equilibrio tra l’artista depositario di un sapere manuale e l’artista riconducibile al mito duchampiano. Crowdmap: la piattaforma di Carl Cappelle In quest’edizione verrà lanciata per la prima volta – online e sui Social Network – una crowdmap o “mappa della folla”, ovvero una mappa di Forlì che parte dai quattro luoghi del festival – la Fabbrica delle Candele, Palazzo Romagnoli, la Galleria Marcolini e naturalmente l’Ex Deposito ATR – per estendersi, attraverso un grande racconto collettivo sul presidio dei luoghi. Chi entrerà idealmente nella crowdmap potrà scegliere il proprio “presidio” con una fotografia o con un testo. Il progetto crowdmap è realizzato grazie al contributo ideativo di Carl Cappelle che collabora con il festival attraverso un progetto di alta formazione finanziato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e promosso dal Comitato 4Progress (CNA Forlì-Cesena, Confcooperative Forlì-Cesena, Legacoop Romagna, Unindustria Forlì). Il percorso formativo prevede il oinvolgimento anche di altre realtà culturali del territorio: Associazione Culturale Masque Teatro, Cooperativa Sunset e Area Sismica. PROGRAMMA Giovedì 28 maggio 2015 Il festival si apre con gruppo nanou con la performance “Doppio Sogno. Strettamente confidenziale” in programma dalle 19 alle 21. Il progetto nasce dal desiderio di accompagnare lo spettatore all’interno dell’universo del percorso artistico costituito da effetti emotivi e referenze culturali, all’interno del lavoro che precede la divulgazione dell’opera sotto forma di prodotto completo. Un’installazione con atti performativi ricostruisce la dimensione affettiva e l’orizzonte culturale delle opere la cui genesi riporta. Un labirinto composto da azioni coreografiche e installazioni di arte visiva, un racconto che si astrae dalla narrazione afferrando l’ospite/spettatore, proiettandolo dentro un universo sensibile. A seguire, alle ore 21, Teatrino Giullare porta in scena “Finale di partita”, spettacolo rivelazione vincitore del Premio Nazionale della Critica e Premio Speciale Ubu. Una partita a scacchi tra attori-giocatori che muovono le pedine e pedine-personaggi che muovono una delle storie più significative ed enigmatiche della drammaturgia del Novecento. La rappresentazione è una sinfonia di mosse e contromosse, botte e risposte, pause, riflessioni, sospiri, rinunce. Il capolavoro di Beckett è visto attraverso le possibilità di movimento di due pedine da scacchi e la tensione e la partecipazione dei due giocatori. Dewey Dell, giovane compagnia formatasi nel 2007 a Cesena presenterà alle 22 la performance “Concerto”, live concert in cui il movimento dei musicisti è legato allo spostamento e allo stratificarsi di vari suoni percussivi, teso verso la creazione di un unico organismo ritmico. A chiudere la serata, alle 23, il concerto “Blind Cave Salamander” del terzetto internazionale formato da Julia Kent, Fabrizio Modonese Palumbo e Paul Beauchamp. Dalle 19 alle 23 sarà proiettato il video “La Danza in 1 minuto” (Fabbrica delle Candele). Apertura ore 19 con area bar a cura di Diagonal Loft Club. Venerdì 29 maggio 2015 Dalle 19 alle 21 nuovamente in scena la performance del gruppo nanou ”Doppio sogno”. Alle 21 Teatrino Giullare si esibirà nel “Finale di partita” di Samuel Beckett, spettacolo rappresentato in numerose tournee estere. Alle 22 si è in programma alla performance intitolata “Concerto” a cura di Dewey Dell. Chiude la serata il concerto della band romagnola Cosmetic, attiva dal 1996 e in procinto di presentare la settima uscita discografica dal titolo “Nomoretatto”. Dalle 19 alle 23 sarà proiettato il video “La Danza in 1 minuto” (Fabbrica delle Candele). Apertura ore 19 con area bar a cura di Diagonal Loft Club. Sabato 30 maggio 2015 La giornata inizia all’ora della colazione, alle 10, con il reading/concerto di Giovanni Succi, compositore rock di parole, musica e immagini. Uomo di lettere e ideatore di letture ed eventi dedicati ad autori italiani del Novecento, Succi è autore del progetto “Caproni 2012”, in cui la voce si fa strumento. Questa è anche la giornata dedicata all’Italian Performance Platform e all’incontro con gli operatori internazionali che, a partire dalle 11.30, si ritroveranno per raccontare la loro esperienza e la loro visione sul panorama artistico europeo in un momento organizzato a Palazzo Romagnoli. Un’occasione di scambio, aperta al pubblico, che permetterà di sviluppare future collaborazioni. A seguire, alle 17, si terrà la IPP Short, a cura di Silvia Mei, che avrà come protagonisti tre artisti italiani: Garten, Simona Bertozzi / Nexus e Manimotò: un’ulteriore offerta di visibilità agli artisti Italiani rivola agli operatori esteri. Dalle 19 alle 21 torna in scena gruppo nanou con la performance “Doppio Sogno”. Alle 21 Città di Ebla presenta lo spettacolo “Suite Michelangelo”, ultima produzione del collettivo teatrale forlivese commissionata dalla 64 Sagra Musicale Malatestiana di Rimini in cui ha debuttato nel settembre 2013. Una rilettura e messa in scena dell’ultima opera del grande compositore Dimitri Sostakovic, Suite on Verses of Michelangelo Buonarroti for bass and piano op. 145. Uno spazio d’incontro tra poesia e musica attraverso uno scavo interpretativo che tiene conto non solo delle tensioni scatenate fra testo verbale e musicale, ma anche delle relazioni fra i due interpreti della partitura. Paola Bianchi, alle 22, presenta “WITHOUT. Quintetto in solo”, una partitura per cinque danzatrici in cui la ricerca si focalizza intorno a un ossimoro fisico e di senso: collettività individuale. Cinque figure che trovano il senso ultimo del loro fare in una condizione non concessa: la simultaneità. ”WITHOUT” è la prima fase compiuta del progetto UNTITLED – nel suo doppio significato di senza titolo e senza diritti. Alle 22.30 lo spettacolo di Alessandro Bedosti e Antonella Oggiano dal titolo “Das Spiel” (Il gioco). Bedosti è attore, danzatore e performer. Il suo percorso artistico, iniziato nei primi anni ’90, l’ha portato a collaborare con molti dei protagonisti della ricerca teatrale italiana ed europea (Michele Abbondanza, Antonella Bertoni, Monica Francia, Paola Bianchi, Città di Ebla, Socìetas Raffaello Sanzio). Negli ultimi anni, grazie all’intensa esperienza di studio con il danzatore butoh Masaki Iwana, si è dedicato alla creazione di brevi ritratti danzati in qualità di autore e danzatore (“Senza titolo” – 2009, “Quando vedremo un tuo ballo?” – 2010, “Per favore aprite le tende” – 2012, “Das Spiel” – 2014). Antonella Oggiano inizia nel 2001 un percorso formativo espressivo partecipando a laboratori di teatro, clowneria e danza contact. Contemporaneamente si esibisce come attrice in spettacoli prodotti dal Gruppo San Vitale di Bologna e per la Compagnia Vi-Kap di Anna Albertarelli e Roberto Penzo. Chiude la serata il gruppo musicale Lada, una creatura a sei mani che tocca tutto: corde, pulsanti, tasti e bacchette, con un occhio al manuale del MIDI e uno all’attitudine punk, dà vita ad una sintesi di avant-jazz, kraut-rock e minimalismo lo-fi. Dalle 19 alle 23 sarà proiettato il video “La Danza in 1 minuto” (Fabbrica delle Candele). Apertura ore 10 con area bar a cura di Diagonal Loft Club. Domenica 31 maggio 2015 L’ultimo giorno del festival è dedicato alla Collezione Verzocchi, con una tavola rotonda – inizio ore 16,30 – alla Fabbrica delle Candele, intitolata “La vita materiale” a cura di Davide Ferri. La performance di Riccardo Baruzzi, che precederà l’incontro alle ore 16, e le opere di tre artisti italiani – Federico Pietrella, Davide Rivalta e Antonio Rovaldi – entreranno in dialogo con la dimensione di materialità della Collezione e saranno esposte per tutte e quattro le giornate del festival alla Fabbrica delle Candele, alla barcaccia dei Musei di San Domenico, alla Galleria Marcolini e a Palazzo Romagnoli, in un percorso unitario. Alle 19 il concerto del collettivo Matita, progetto formato da piano elettrico e disegnatori ritmici attivo dal 2009 che vanta interventi ad Audiovisiva, Soulfood e al Festival della Letteratura di Mantova. gruppo nanou propone la performance “Doppio Sogno”, dalle 19 alle 21. A seguire, alle 21, Città di Ebla porta in scena “Suite Michelangelo”. Paola Bianchi, alle 22, ripropone “WITHOUT. Quintetto in solo”, partitura per cinque danzatrici in cui la ricerca si focalizza intorno a un ossimoro fisico e di senso: collettività individuale. Chiude la serata alle 22.30 lo spettacolo di Alessandro Bedosti e Antonella Oggiano dal titolo “Das Spiel” (Il gioco). Dalle 19 alle 23 sarà proiettato il video “La Danza in 1 minuto” (Fabbrica delle Candele). Apertura ore 16 con area bar a cura di Diagonal Loft Club.

È Rock, È Horror, È Musical! The Rocky Horror Show sbarca finalmente a Forlì

Quattro repliche al Palacredito: venerdì 22 (ore 21), sabato 23 (ore 15.30 e 21) e domenica 24 maggio (ore 15.30) L’attesa è finita: The Rocky Horror Show sbarca a Forlì come anteprima di Ravenna Festival 2015. Quattro le recite in programma: la prima venerdì 22 maggio ore 21 con repliche sabato 23 (15.30 e 21) e domenica 24 alle 15.30. Uno spettacolo, presentato con il patrocinio del Comune di Forlì e reso possibile grazie alla determinante collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e di Cariromagna, che riannoda i fili di una preziosa collaborazione con la città di Forlì e segna il ritorno del grande musical al PalaCredito (4 recite dal 22 al 24 maggio) dove negli anni passati sono state proposte altre produzioni originali di grande successo come Cats, Mamma Mia ed Evita. Il leggendario e trasgressivo musical firmato da Richard O’Brien – ancora oggi ad essere uno dei più rappresentati al mondo con una inesauribile schiera di fan che si riperpetua di generazione in generazione – concluderà infatti a Forlì le date italiane dello European Tour (le uniche oltre Milano) della grande produzione internazionale diretta da Sam Buntrock, uno dei registi più apprezzati della scena londinese contemporanea. Un allestimento, rigorosamente in lingua originale che trova la particolarità della sua messa in scena cercando ispirazioni nelle origini di questo musical, nel fascino dei B-Movies, nel Burlesque e nel Glam Rock che ha destato anche l’attenzione del suo leggendario creatore – Richard O’Brein – in persona. Altra peculiarità di questa produzione è la presenza di un narratore (in esclusiva per le recite forlivesi sarà Geppi Cucciari, reduce dal successo della commedia musicale ‘La Famiglia Addams’ dove veste i panni di una conturbante Morticia), che nella lingua del paese ospitante terrà le fila dello spettacolo, sottolineandone i momenti salienti, e accompagnando per mano il pubblico nella trasgressiva avventura che cambia la vita dei fidanzatini Janet e Brad una volta entrati a Frankestein. L’incandescente colonna sonora – successi celeberrimi che il pubblico ama cantare e talvolta ballare con gli interpreti – sarà eseguita naturalmente live dalla band che regalerà intensi momenti rock a partire dall’elettrizzante “Lets’ do the time warp again”. Applaudito in tutto il mondo da oltre 20 milioni di spettatori The Rocky Horror Show è una libera, ironica e trasgressiva rielaborazione del mito di Frankestein animata da protagonisti irriverenti e bizzarri come Frank N. Further (il folle scienziato – ispirato al Barone Frankentestein – intento a dar vita in laboratorio, utilizzando mezzo cervello dell’ex amante Eddie, a Rocky, il suo prototipo di uomo biondo e atletico) e il suo inquietante maggiordomo Riff Raff (interpretato inizialmente dallo stesso O’Brien). L’azione si svolge a Frankestein Place, regno di Frank’n’Furter: qui, in una notte da tregenda, approdano Janet e Brad, due morigeratissimi fidanzatini lasciati in panne dalla loro automobile mentre sono in viaggio per raggiungere il Dr. Everet Scott, loro ex insegnante di scienze bloccato su una sedia a rotelle, uno scienziato di nascoste origini tedesche che sventerà i piani malvagi di Frank N. Further. Dapprima loro malgrado, e poi con partecipata soddisfazione, i due vengono iniziati ai segreti e alle stravaganze della lugubre dimora, attraversata da abbaglianti fasci di luce, dove al ritmo di un sound travolgente, fasciati da sensualissime calze a rete e abbigliamenti sado-maso, si agitano personaggi a dir poco bizzarri: dal servo Riff Raff alla strampalata sorella Magenta , al biondo replicante tutto muscoli Rocky. Tutti protagonisti di una vicenda surreale, quanto esilarante, scandita da numeri musicali che raccontano la fortunosa nascita di Rocky, la seduzione di Janet e Brad da parte della regina dei Travestiti, la sua morte plateale, la partenza dell’astronave transilvanica e il ritrovarsi dei due innamorati. Improvvisamente di nuovo soli, restituiti alla realtà da una nebbia che li avvolge ma non li rappacifica, perché l’esperienza vissuta a Frankestein Place li ha profondamente cambiati. Rocky Horror Show è un ‘cult’ del teatro musicale contemporaneo il cui successo non si è mai interrotto grazie ad una strepitosa colonna sonora e alla straordinaria capacità di coinvolgere ed interagire con il pubblico. È proprio questo aspetto a rendere il fenomeno del Rocky Horror ancora più particolare e unico nel suo genere: ogni sera infatti il pubblico è spontaneamente partecipe, quasi seguisse un copione parallelo e non scritto fatto di gesti e parole, accompagnando le battute degli attori in scena e rendendo unica ogni replica. Una partecipazione ‘vissuta’ che si ripeterà anche a Forlì e che Ravenna Festival cercherà di condividere e raccontare con un selfie challenge su Instragram. Come si vestirà il pubblico? Quale trucco audace sfoggerà? Dal 15 al 24 maggio, taggando il proprio selfie su Instagram con #RockyHorrorOutfit e #RavennaFestival sarà possibile aggiudicarsi il poster del musical autografato dalla compagnia e due biglietti per uno spettacolo a scelta della XXVI edizione del Ravenna Festival. Una iniziativa che inaugura il nuovo account Instagram del Ravenna Festival con una sfida a colpi di autoscatto per celebrare l’irriverente musical Rocky Horror Show. Per partecipare c’è tempo fino alle 23.59 del 24 maggio, vincerà chi otterrà il maggior numero di like. I primi tre classificati vinceranno due biglietti per uno spettacolo a scelta del Ravenna Festival, solo il primo si aggiudicherà anche il poster del musical autografato dall’intera compagnia. Ravenna Festival caratterizza la prima del musical anche con un set fotografico, realizzato ad hoc all’ingresso del Palafiera, dove sarà farsi immortalare sul fondale con l’immagine dello spettacolo dal fotografo ufficiale del Festival. Tutte le foto andranno a comporre un album sulla pagina Facebook del Festival. Info e prevendite: tel 0544 249244 – ravennafestival.org Biglietti: parterre intero 54 (ridotto 50); I anello intero 35 (ridotto 32); II anello intero 25 (ridotto 22). Tariffe speciali per studenti universitari e under 18: parterre € 25 | primo anello € 16 | secondo anello € 11 La Biglietteria al PalaCredito è aperta venerdì 22 maggio dalle 15.30 in poi, sabato 23 e domenica 24 al mattino dalle 10-13, il pomeriggio dalle 14 A Forlì la Festa di Radio3 Forlì ospiterà quest’anno per la prima volta la festa di RAI Radio3, ovvero la trasmissione in diretta nazionale dalla nostra città di tutti i principali programmi della rete dal pomeriggio del 5 a quello del 7 giugno. Da Fahrenheit a Radio3 Scienza da Hollywood Party a Tutta la città ne parla, da File urbani a La barcaccia, tutte le dirette saranno aperte al pubblico con ospiti d’eccezione, come Ivano Marescotti, Eugenio Bennato, Maurizio Maggiani, Mimmo Calopresti, Edoardo Boncinelli fino all’Orchestra di Piazza Vittorio, protagonista del concerto-evento di sabato 6 giugno in piazza Saffi. FORLIMUSICA Stagione musicale 2015 del Comune di Forlì Progetto delle Associazioni ASSOCIAZIONE “AMICI DELL’ARTE” ASSOCIAZIONE MUSICALE ‘BRUNO MADERNA’ ASSOCIAZIONE “FORLÌ PER GIUSEPPE VERDI” GENNAIO-MAGGIO 2015 Comune di Forlì Assessorato alla Cultura Teatro Diego Fabbri Istituto‘A.Masini’ Regione Emilia – Romagna    Provincia di Forlì -Cesena Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Giovedì 22 gennaio 2015 ore 21,00 ENSEMBLE BERLIN I Solisti dei Berliner Philharmoniker Musiche di F. Schubert, A. Dvoràk, R. Schumann Teatro Diego Fabbri Giovedì 12 Febbraio ore 21,00 DUO GARDEL ( pianoforte e fisarmonica ) Zingaresca Teatro Testori Martedì 24 febbraio 2015  ore 21,00 JAVIER GIROTTO & AIRES TANGO Musiche di J. Girotto, C. Gardel, M. Siniscalco, A.Gwis Teatro Diego Fabbri Mercoledì 11 marzo 2015 ore 21,00 ORCHESTRA BRUNO MADERNA LARS VOGT direttore e pianista solista ore10.00 prove aperte Musiche di L. v. Beethoven, A. Dvoràk Teatro Diego Fabbri Mercoledì 25 marzo 2015 ore 21,00 BEATRICE RANA pianoforte Musiche di F. Chopin, J. S, Bach, M. Ravel Teatro Diego Fabbri Martedì 14 aprile ore 21 Orchestra Maderna Paolo Chiavacci concertatore e violino solista OLGA ARZILLI viola solista ore 10.00 prove aperte Musiche di W. A. Mozart Teatro Diego Fabbri Mercoledì 29 aprile ore 21,00 ORCHESTRA BRUNO MADERNA STEFANO NANNI direttore VINICIO CAPOSSELA voce recitante Requiem per Animali Immaginari ore 10.00 prove aperte Musiche di S. Nanni Teatro Diego Fabbri Mercoledì 13 maggio 2015 ore 21 QUARTETTO NOȖS Violini, Viola, Violoncello Musiche di A. Webern, F.J. Haydn, P.I. Cajkovskij Teatro Diego Fabbri Venerdì 22 maggio 2015 ore 21 Orchestra Maderna Filippo Maria Bressan direttore Con la partecipazione dei vincitori del concorso lirico “Forlì Musica 2015” Musiche di N. Rimskij – Korsakov Teatro Diego Fabbri Musica al Masini Sala Sangiorgi Fuori abbonamento/ingresso gratuito Lunedì 16 marzo ore 21.15 MONICA PICCININI Soprano MANILA SANTINI Pianoforte Musiche di R. Schumann Giovedì 2 aprile ore 21.15 DUO PIANISTICO DI FIRENZE SARA BARTOLUCCI Pianoforte RODOLFO ALESSANDRINI Pianoforte Musiche di N.Rubinstein, C.Saint-Saens, C.Czerny Mercoledì 15 aprile ore 21.15 ALTERNATRIO YURI CICCARESE  Flauto VALERIO BARBIERI Sassofono PIERLUIGI DI TELLA  Pianoforte

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