Tartufo

Sant’Angelo in Vado pronta per la 53° edizione

della Mostra Nazionale del Tartufo Bianco

Pregiato delle Marche

Quattro week end di stand, eventi, gare e raduni per esaltare le qualità del tubero, vanto e orgoglio del borgo medievale dell’Alta Valle del Metauro

Sant’Angelo in Vado, 28 settembre 2016 – Ottobre fa rima con tartufo e se pensi al famoso tubero il richiamo alla città di Sant’Angelo in Vado è immediato. L’incantevole borgo medievale dell’Alta Valle del Metauro, nella provincia di Pesaro ed Urbino, è pronto ad ospitare nei week end dall’8 al 30 ottobre, la 53esima edizione della Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche, evento organizzato dal Comune di Sant’Angelo in Vado con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Regione Marche, Provincia di Pesaro-Urbino, l’Unione Montana Alta Valle Metauro, Camera di Commercio di Pesaro-Urbino, Confcommercio Pesaro-Urbino e Associazione Nazionale Città del Tartufo.

Una manifestazione che negli anni ha assunto sempre più prestigio, e non poteva che essere un luogo prestigioso a svelarne le caratteristiche e le novità, la Sala "Serrini" di Palazzo Raffaello della Regione che questa mattina ha ospitato la conferenza stampa di presentazione, una conferenza alla quale non è voluto mancare, nonostante i numerosi impegni istituzionali, il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: “Siamo in Regione – ha detto il presidente – perché il tartufo di Sant’Angelo in Vado rappresenta un’identità delle Marche, terra fortemente vocata al tartufo, eccellenza che rappresenta una freccia importante nel nostro arco di offerte. Faccio i complimenti al sindaco perché ogni anno riesce ad esaltarne le qualità e mi impegno personalmente ad essere presente sul posto durante la Mostra per toccare con mano quelle che sono le caratteristiche dell’edizione 2016 dell’evento”.

A fare gli onori di casa assieme a Ceriscioli anche la Vicepresidente Regionale e Assessore all’Agricoltura Anna Casini, da sempre vicina all’evento e al Comune di Sant’Angelo in Vado: “Torna una manifestazione che è diventata ormai un appuntamento irrinunciabile dell’autunno marchigiano – commenta Casini – e che la Regione Marche sostiene con convinzione. Il tartufo rappresenta infatti un testimonial internazionale dell’eccellenza complessiva del nostro territorio sul quale stiamo costruendo un sistema integrato che valorizzi anche gli altri prodotti della zona: dal vino ai formaggi, dai funghi al miele. L’obiettivo è sostenere e far crescere un’economia che metta in sinergia i prodotti della terra, le bellezze naturali e i beni culturali al fine di garantire, a chi viene nelle Marche, un’offerta turistica ed enogastronomica diversificata e completa. In questo contesto – conclude – resta fondamentale il legame tra il prodotto e il territorio, garanzia di qualità, competenza e tradizione”.

Parole di elogio per Sant’Angelo in Vado e per il suo prodotto d’eccellenza che merita di essere valorizzato e protetto, come conferma l’Assessore Regionale Loretta Bravi: “La tutela del tartufo è una priorità della giunta. Anche con i Fondi Sociali Europei collaboreremo per la formazione dei giovani nella catena agroalimentare e nella promozione turistica: un supporto ai progetti già in atto e in itinere nell’Assessorato alla Agricoltura”.

L’edizione 2016 della mostra si presenta rinnovata sotto molti aspetti, uniti da un unico filo conduttore che esalterà le qualità e la bontà del Tartufo Bianco, simbolo e orgoglio dell’antica Tifernum Mataurense, terra che può vantare un antico patrimonio, non solo gastronomico, ma anche artistico, architettonico e archeologico.

Quello che gli organizzatori hanno pensato per l’edizione 2016 dell’evento è una nuova idea di mostra, mirata proprio ad esaltarne queste caratteristiche, rinnovata nella disposizione, con la presenza di 4 presidi come luoghi di incontro che si differenzieranno per tematiche. Per tutto il centro storico saranno dislocati stand enogastronomici, artigiani e hobbisti. Non mancheranno poi gli spazi dedicati ai bambini con musica, animazione e laboratori didattici di vario genere. Tanti saranno anche gli appuntamenti culturali come mostre e visite a musei, chiese e palazzi ottocenteschi, prime su tutte la Domus del Mito in località Campo della Pieve dove è presente un’area di circa mille metri quadrati risalente al 1° secolo dopo Cristo che mette alla luce le origini romane di Sant’Angelo in Vado e rappresenta il più importante ritrovamento archeologico venuto alla luce negli ultimi 50 anni.

Entusiasta e smanioso di dare il via alla festa è il sindaco di Sant’Angelo in Vado, Gianalberto Luzi: “La 53esima edizione della Mostra, la più antica d’Italia dopo quella di Alba in Piemonte – dice il sindaco – si contraddistinguerà rispetto al passato per diverse novità, sia logistiche che organizzative. Seppur negli anni il successo in termini di pubblico sia stato assolutamente importante, avevamo bisogno di dare una ventata di freschezza alla kermesse, per renderla ancora più invitante. Le migliaia di persone che ospiteremo a Sant’Angelo in Vado dall’8 al 30 ottobre, avranno l’opportunità, oltre che di assaggiare il prelibato tubero, di partecipare a convegni, dibattiti ed eventi di vario genere”.

Tutti d’accordo poi sul fatto che il tartufo sia un patrimonio da difendere e il concetto espresso dagli assessori regionali è ribadito dal primo cittadino: “La Mostra del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche – commenta Luzi – come dice il nome stesso, è un evento che dà lustro all’intera Regione ed è necessario impostare una nuova politica di valorizzazione di quello che è il principe delle eccellenze gastronomiche dell’Alta Valle del Metauro e di tante altre località marchigiane. Le Marche – conclude il sindaco – hanno la fortuna di avere nelle proprie terre questo prodotto e devono mettere in campo tutti gli strumenti a loro disposizione per esportarlo in tutto il mondo”.

“Si perchè il vero protagonista sarà lui – conferma Romina Rossi, Vicesindaco e Assessore al Turismo -, tesoro della nostra terra, che non si coltiva, ma si va a cercare e per poterlo recuperare entra in gioco il tartufaio. Ma fare il tartufaio qui da noi non è una professione, è una passione che nel nostro paese è entrata nel sangue di quasi tutte le famiglie da generazioni, tanto da dedicarci il proprio tempo libero, a contatto con la natura, in compagnia del proprio cane”.

“La felicità e la gioia nel riportarlo alla luce sono indescrivibili – prosegue Rossi – e mostrare in famiglia la pezzatura importante del tesoro ritrovato è orgoglio puro. Poi arriva il meritato guadagno, ossia la vendita al commerciante che lo pesa, lo controlla e lo stima come una vera pepita d’oro prima che arrivi il compratore, euforico nel farlo gustare ad amici o parenti o, nel caso di ristoratori, ai propri clienti. Questi siamo noi – conclude il vicesindaco – questa è la Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, questa è Sant’Angelo in Vado, un borgo con un’atmosfera che racconta passione, tradizione e saperi di una realtà che ci appartiene”.

Una realtà che da un paio d’anni è sede dell’Accademia Italiana del Tartufo, presieduto dall’enogastronomo Giuseppe Cristini: “Per ogni euro di tartufo ‘lamellato’ elegantemente sul piatto – commenta Cristini -, almeno altri 20 saranno spesi sul territorio da quella persona in servizi di varia natura, aumentando così il turismo. Il tartufo è un’eccellenza che sa attrarre il turismo, soprattutto quello straniero, quello ricco e quello culturalmente preparato ed è il trascinatore dell’economia rurale marchigiana, chi lo va a cercare sa tutelare l’ambiente, i boschi e i torrenti”.

 

“L’Accademia Italiana del Tartufo ha fondato il brand ‘Marche’s truffle all year’, un brand vincente per le nostre ‘Colline del tartufo’ e il nostro obiettivo è quello di farlo comprendere a quanta più gente possibile. Per fare questo – conclude Cristini – abbiamo bisogno che la Regione Marche faccia una campagna promozionale per far passare il messaggio che da noi il tartufo lo si degusta tutto l’anno”

 

A rendere omaggio a Sant’Angelo in Vado, al suo Tuber Magnatum Pico e alle sue peculiarità è anche Romina Pierantoni, presidente dell’Unione Montana Alta Valle del Metauro che oltre a Vado comprende Urbino, Urbania, Borgo Pace, Fermignano, Mercatello sul Metauro e Peglio: “La Mostra di Sant’Angelo in Vado – commenta Pierantoni – è un evento patrimonio di tutto il territorio e per questo l’ente che rappresento supporta da sempre, anche finanziariamente, il Comune nell’organizzazione. Nel corso degli anni la manifestazione è diventata tra le più importanti a livello nazionale e grazie al motoraduno internazionale del tartufo, ha visitatori provenienti da tutta Europa. Le nostre colline sono unanimemente riconosciute fra quelle ‘più ricche’ del prezioso tubero e il Comune di Sant’Angelo in Vado, in collaborazione con le altre istituzioni, ha saputo intelligentemente coniugare la valorizzazione e la promozione del Tuber Magnatum Pico con quella delle emergenze ambientali storico-artistiche così diffusamente presenti nell’alta valle del Metauro. Altro valore aggiunto – conclude Pierantoni – è che in ‘mostra’ a Sant’Angelo in Vado si trovano tartufi bianchi pregiati raccolti localmente e nei territori limitrofi: questo, unitamente alla presenza nel comune di un centro sperimentale regionale per la tartuficoltura, è garanzia per tutti di trovare prodotti non mescolati con altri provenienti da altri paesi come Romania, Tunisia, Albania, ecc.”.

Come sottolineato dalla presidente Pierantoni, sarà riproposto uno degli appuntamenti fissi delle Mostra, il Motoraduno, che da 38 anni coinvolge centauri di tutta Europa, poi, come di consueto, ad impreziosire la kermesse ci sarà il premio “Tartufo d’Oro” evento che richiama personaggi del mondo dello spettacolo e autorità che si sono distinti nell’impegno per il sociale, gli Show Cooking “La Tradizione è Servita” e “Gran Galà del Tartufo” che vedranno impegnati ai fornelli cuochi e ristoratori del territorio e chef di affermata fama, la classica Fiera “In Vado” che chiuderà il mese di iniziative e la Gara Nazionale di Cerca al Tartufo dove protagonisti saranno i tartufai e i cavatori come Andrea Paleani, presentatosi in conferenza stampa in compagnia della sua fedele Pialla, visibilmente la più emozionata della giornata. Una nuova tensostruttura “multifunzionale” stazionerà poi in Piazze delle Erbe mentre in tutto il borgo si potranno trovare ristoranti e stuzzicherie nelle quali degustare piatti semplici, ma arricchiti dall’indiscusso protagonista della Mostra, il Tartufo Bianco Pregiato delle Marche.

Questo il programma della manifestazione:

8-9 ottobre Tartufo, Cucina e Prodotti Locali

Centro Storico – Apertura mostra e stand gastronomici

Piazze delle Erbe – Campagna Amica a cura di Coldiretti

Centro Storico – XXIII Raduno Autoclassiche “Le Strade del Tartufo”

Piazza Umberto I – Inaugurazione della 53esima Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche

Piazza delle Erbe – Show Cooking dei ristoratori locali – 2° edizione de “La Tradizione è servita”

14, 15 e 16 ottobre Tartufo, Arte e Moto

Centro Storico – Apertura mostra e stand gastronomici

Centro Storico – XXXVIII Motoraduno Nazionale – XXI Internazionale del Tartufo Bianco Pregiato a cura del Moto

Club “ Tonino Benelli” di Sant’Angelo in Vado

22 e 23 ottobre Tartufo, Cultura e Tradizioni

Centro Storico – Apertura mostra e stand gastronomici

Centro Storico – Apertura Mostra e Stand Gastronomici

Piazza Umberto I –XLII Gara nazionale di Cerca al Tartufo – Trofeo Sergio Perrotta

Piazza Umberto I – Assegnazione “Tartufo d’Oro 2016”

29 e 30 ottobre Tartufo e la Fiera

Centro Storico – Apertura mostra e stand gastronomici

Corso Garibaldi – La Fiera “in Vado”

mostratartufo.it

Segreteria Mostra del Tartufo tel. 0722 810093OT)

LA “CULTURA DEL TARTUFO” PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UMANITA’

La candidatura, avanzata dall’Associazione Nazionale Città del Tartufo insieme al Centro Nazionale Studi Tartufo, sarà presentata venerdì 23 settembre alle ore 12 presso la Sala Giunta Regionale con la relazione del prof. Giancarlo Grimaldi, Rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche alla presenza dell’Assessore Regionale alla Cultura e al Turismo Antonella Parigi e di Stefano Colmo responsabile delle Relazioni Istituzionali di Slow Food e Segretario Generale Fondazione Terra Madre.

L’Unesco, istituzione internazionale d’eccellenza impegnata nella valorizzazione e preservazione dei patrimoni materiali dell’umanità, ha redatto nel 2003 la prima lista mondiale dei patrimoni culturali orali e immateriali. Essi sono “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi” (Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, art. 2) e rappresentano un elemento fondamentale distintivo della cultura e dell’identità di una comunità e di un territorio.

La candidatura negli anni è stata portata avanti dal Centro Nazionale Studi Tartufo che ha sede ad Alba e dall’Associazione nazionale Città del tartufo con due importanti partner scientifici quali l’Università di Scienze gastronomiche e l’Università di Siena. Si è voluto risalire oltre l’intensa promozione commerciale, i testimonial, l’utilizzo del prodotto nella ristorazione di prestigio in tutto il mondo che hanno felicemente caratterizzato gli ultimi anni, contribuendo alla valorizzazione turistica di molte aree in Italia. Si sono volute documentare e analizzare antropologicamente le conoscenze orali e gestuali e le narrazioni intimamente connesse al tartufo attraverso interviste etnografiche raccolte lungo molte regioni italiane, dal Piemonte alla Campania, passando per la Lombardia, la Toscana e l’Umbria negli ultimi venticinque anni, completate dalla ricerca bibliografica e d’archivio. L’obiettivo della candidatura, che prende il nome di Cultura del Tartufo, è quello di certificare e formalizzare, difendere e tramandare il “mito del tartufo”, non solo come frutto dall’inestimabile valore, ma simbolo di una storia di rapporti tra uomo, natura, animale e tradizione.

Alla base del fascino del Tartufo c’è la ricerca. Nella notte, in aree boschive, nella segretezza assoluta, uomini preceduti dal loro cane, fendono le brume notturne cercando riferimenti tra le piante alla ricerca di un albero che l’anno precedente ha garantito una raccolta fortunata.

Pratiche e informazioni su luoghi propizi sono spesso tramandate di generazione in generazione verbalmente o al massimo annotate su quaderni o agende assolutamente non divulgabili.Il tartufo è lusso e ristoranti di tendenza, cene memorabili e profumi indescrivibili, ma tanto del suo fascino si perderebbe se non ci fosse la cerca, non la semplice raccolta, come succede per le più comuni specie vegetali.

La cerca è un gesto individuale, vissuto in simbiosi con il cane, è intuito e fortuna, conoscenza della delicata pratica dell’estrazione che avviene con il solo ausilio di uno strumento specifico per tipologia di terreno: in Piemonte si usa un particolare zappino mentre nell’area centro – sud un vanghetto.

La cerca del tartufo è un rito talmente impresso nel genius loci delle sue terre da renderlo parte integrante della cultura più intima del territorio.

La ricerca del tartufo: un patrimonio complesso di saperi, di tradizioni, di convenzioni non scritte che nascono come pratica di raccolta per diventare molto di più. Il cercatore ha un rapporto elettivo con il proprio cane, il “suo” bosco, i suoi segreti. Quando il cane inizia a “segnare” un punto specifico, il trifolao si china, raccoglie la terra, la annusa per verificare se il profumo di tartufo è forte e quindi il tartufo vicino, ma non sfugge un gesto altamente simbolico: la condivisione di un odore ancestrale, il ritorno ad un’epoca in cui il rapporto con la terra era proprio della condizione umana.

“La tradizione della raccolta del tartufo bianco, spontaneo e di libera ricerca, è un prodotto culturale nazionale, lo si fa in tutta Italia, pur con declinazioni tradizionali diverse da luogo a luogo – sottolineno Antonio Degiacomi, Presidente del Centro Nazionale Studi tartufo e Michele Boscagli Presidente dell’Associazione Città del Tartufo -. A partire dalla cultura del tartufo che ci proviene dalla tradizione vorremmo che si rinnovasse e aumentasse la coscienza della necessità di difendere il patrimonio naturale, che assomma piante simbionti, suolo, clima, ambiente idrogeologico e che riguarda istituzioni, proprietari di fondi, cercatori. E’ un aspetto strategico per il futuro del prodotto e delle terre che lo generano che la candidatura può favorire.”

La candidatura del tartufo a patrimonio immateriale Unesco ha un’ importanza rilevante in termini di ampiezza territoriale. Tredici le regioni coinvolte, che condividono gli stessi valori culturali che sottendono al riconoscimento del tartufo come simbolo di unicità e contemporaneamente di unità nazionale, dal Piemonte alla Sicilia. Così l’assessore alla cultura e al turismo della regione Piemonte Antonella Parigi, che aggiunge quanto sia grande la soddisfazione per il contributo messo a disposizione dal territorio piemontese, forte della sua tradizione e dell’attività di ricerca: Università di scienze gastronomiche di Pollenzo e la Fiera del tartufo bianco di Alba sono eccellenze internazionali.

Il Piemonte oltre ad annoverare 4000 cercatori paganti tesserino ha inoltre una rete di tartufaie didattiche o sperimentali disseminate su tutto il territorio.

“I saperi materiali e immateriali connessi alla raccolta del tartufo costituiscono un complesso patrimonio orale, di gesti e parole che appartengono soprattutto alle generazioni più anziane” spiega il prof. Piercarlo Grimaldi, Rettore e Professore ordinario di Antropologia Culturale presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.

“Questi saperi oggi a rischio di estinzione, vanno raccolti, archiviati e comunicati al fine di consegnare alle future generazioni queste preziose conoscenze altrimenti destinate all’oblio, al fine di dare nuova energia ad un territorio e ai territori coinvolti ed alla loro gastronomia. A partire da queste considerazioni, L’università degli Studi di Scienze gastronomiche ha partecipato alla realizzazione del progetto della Candidatura della Cultura del Tartufo quale patrimonio immateriale dell’Umanità, predisponendo un libro ed un filmato che mettono in luce in modo approfondito e cognitivo, la cultura del tartufo”.

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Associazione Nazionale Città del Dal 28 settembre al 5 ottobre a Cascina Triulza con iniziative e mercato agroalimentare CITTÀ DEL TARTUFO PRONTE PER LA VETRINA INTERNAZIONALE DI EXPO MILANO
Giornata evento lunedì 28: nel programma si parla anche di richiesta candidatura Unesco

Folklore, tradizioni e usanze, arte culinaria e mestieri e un pregiato denominatore comune, il tartufo. Sono pronte alla loro esperienza all’Expo di Milano le realtà che fanno parte dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo che avranno la loro possibilità di mostrarsi a Cascina Triulza da lunedì 28 settembre a lunedì 5 ottobre. Mentre dal 22 al 28 settembre, infatti, l’associazione sarà presente con uno stand e illustrerà le sue attività istituzionali, attraverso materiale informativo e il suo nuovo sito, nella settimana successiva ci sarà spazio per eventi, convegni e dimostrazioni. Sarà inoltre allestito, dal 29 settembre al 5 ottobre, il mercato dei prodotti agroalimentari al quale parteciperanno con le loro tipicità, mettendo ovviamente al centro il tartufo, la Regione Molise, i Comuni di Bagnoli Irpino (Av), Montaione (Fi) e San Miniato (Pi).
Si parte lunedì 28 settembre con una giornata evento durante la quale l’Associazione Nazionale Città del Tartufo ha programmato quattro distinti momenti. Dalle 10 alle 13, nella sala workshop piccola proporrà un laboratorio sensoriale di approccio al tartufo con i partecipanti impegnati, attraverso la manipolazione e i sensi, a riconoscere la qualità del pregiato fungo. Seguiranno degustazioni di oli, vini e altri prodotti provenienti dalle città del tartufo.
Dalle 13 alle 15, nell’auditorium, ci sarà il convegno “Tartufo: ‘prodotto’ culturale” nel quale l’associazione farà il punto sul percorso in cui è impegnata da circa quattro anni nella richiesta di candidatura all’Unesco per il riconoscimento della cultura del tartufo come patrimonio immateriale dell’umanità. L’incontro sarà anche l’occasione per presentare alla stampa il calendario nazionale della stagione del tartufo 2015-2016.
Spazio al folklore, dalle 15 alle 17.30, con l’esibizione di 12 coppie di ballerini e cantori in costume tradizionale del gruppo Il Cantamaggio del comune di Fabro (Tr) in rappresentanza delle usanze popolari che i territori custodiscono.
Ancora protagonista la tradizione, dalle 17.30 alle 19.30, per l’ultimo step della giornata evento che interessa le Città del tartufo con le dimostrazioni di arti e mestieri. La sapienza artigianale italiana, questa volta, è declinata nella costruzione di vanghetti e arnesi per la cavatura del tartufo a cura del comune di Bondeno (Fe) e di zampogne grazie ai maestri di San Pietro Avellana (Is).

Il 9 e 10 marzo, nel Perugino, gusto e spettacolo e la “pregiata” frittata da guinness
A SCHEGGINO, IL TARTUFO AL CENTRO DELL’VIII EDIZIONE DE “IL DIAMANTE NERO”
Ospiti d’eccezione, l’allenatore Walter Alfredo Novellino e l’attore Gianmarco Tognazzi

Degustazioni, stand, mostre e attività all’aria aperta, musica, intrattenimento per bambini, ospiti d’eccezione e, immancabile, la frittata da record. Ecco servita la formula de “Il diamante nero”, manifestazione, promossa dall’amministrazione comunale, che animerà le vie di Scheggino sabato 9 e domenica 10 marzo.

L’ingrediente predominante, anche per questa ottava edizione, resta il gusto, che sarà celebrato, in entrambi i giorni, in piazza Carlo Urbani e nelle vie del borgo, con gli stand espositivi e i punti degustazione, aperti dalle 10, del “Mercato delle cose buone” e poi, all’una, con i menù tipici nei ristoranti del paese. Punta di diamante di questo profumato capitolo sarà, domenica 10 marzo, alle 15, la realizzazione della frittata al tartufo da guinness, coordinata dallo chef Fabio Ferretti, che utilizzerà quest’anno 2.300 uova, a cui prenderà parte l’attore Gianmarco Tognazzi. Con Tognazzi, fra gli ospiti, anche l’allenatore Walter Alfredo Novellino che prenderà, invece, parte alla notte bianca di sabato 9 marzo, in piazza Carlo Urbani, allietata dalla musica dal vivo dei Tasten Sax.

Alla promozione del gusto si lega indissolubilmente, poi, la valorizzazione del patrimonio ambientale della Val Nerina, gustabile con le attività organizzata dal Centro Pangea. Da una parte, il minicorso di introduzione al Nordic walking, sabato alle 14.30, dall’altra, le escursioni guidate a piedi, “alla ricerca dell’aquila reale”, “lungo le vie della Canapa” e attraverso “le vie della Canapa con gli asinelli”, programmate, rispettivamente, sabato alle 9, domenica alle 9 e poi alle 9.30. E di passeggiate con gli asinelli, in entrambi i giorni, dalle 10, ce ne sono anche per i più piccoli, cui è riservato, inoltre, sabato alle 15, il “bubble show”, con bolle di sapone giganti, baby dancing e trucca bimbi con Muriel Mamusi di “Musicaebolle”. Piacerà particolarmente ai bambini, ma non solo, la gara per cani da cerca da tartufo, in programma domenica alle 15. Come dessert a fine pasto, il cartellone sarà arricchito anche da due eventi culturali: le visite guidate al museo del tartufo “Paolo Urbani” e la mostra “Ferruccio Ramadori”. A chiusura del cartellone, domenica 10 marzo, dalle 17, la musica dal vivo e l’intrattenimento con Manuel e Annalisa.

Sabato 2 marzo si parlerà della richiesta di riconoscimento Unesco della cultura tartufigena

CITTÀ DEL TARTUFO A NERO NORCIA CON UN CONVEGNO E IL SALONE DEL GUSTO

Diverse realtà italiane legate al pregiato fungo in mostra 22, 23, 24 febbraio, 1, 2, 3 marzo

Anche l’Associazione Nazionale Città del Tartufo si prepara
a celebrare il cinquantesimo anniversario di Nero Norcia, la Mostra mercato del tartufo nero pregiato e dei prodotti tipici, in programma nella città di san Benedetto dal 22 al 24 febbraio e dal primo al 3 marzo. E lo fa con un incontro di approfondimento sulle tematiche legate alla richiesta all’Unesco di riconoscimento della cultura tartufigena come patrimonio immateriale dell’umanità e attraverso le sue “città” in mostra nel salore del gusto “Le
eccellenze dei territori del tartufo”. Dettagli che sono stati resi noti, giovedì 14 febbraio, a Perugia, da Giancarlo Picchiarelli, presidente dell’associazione, durante la presentazione della manifestazione enogastronomica a cui hanno partecipato Gian Paolo Stefanelli e Lavinia D’Ottavio, rispettivamente sindaco e assessore al turismo del Comune di Norcia, Donatella Porzi e Fernanda Cecchini, assessore rispettivamente alla cultura della Provincia di Perugia e alle politiche agroalimentari della Regione Umbria, Mario Pera, direttore della Camera di Commercio di Perugia, e Carlo Bianconi, presidente di Bianconi ospitalità. “Norcia – ha detto Picchiarelli – si conferma una delle realtà italiane legate al tartufo più importanti ed è anche tra i soci fondatori della nostra associazione. Ci accomuna l’idea di fare sistema, un modo di lavorare che ci ha
permesso di raggiungere importanti obiettivi”.
L’Associazione, dunque, ha programmato per sabato 2 marzo, alle 10, nella sala consiliare del palazzo comunale nursino, l’ultimo dei dieci appuntamenti a sostegno della richiesta Unesco, per fare il punto sull’impegno messo in campo fino a questo momento. Dopo due anni di lavoro, grazie anche alla collaborazione con diversi soggetti, tra cui enti, centri studio e associazioni,
le Città del Tartufo hanno prodotto una nutrita documentazione, consegnata alla Commissione nazionale italiana per l’Unesco e ora al vaglio dei Ministeri italiani di agricoltura e ambiente.
Decimo di un ciclo, partito lo scorso autunno, che ha toccato diverse città italiane, legate a vario titolo al pregiato fungo, l’incontro vedrà la presenza, oltre che del presidente Picchiarelli e del sindaco Stefanelli, di Claudio Ricci, presidente dell’Associazione Città e Siti italiani patrimonio Unesco.
La partecipazione delle Città del Tartufo a Nero Norcia si sostanzierà anche con lo spazio espositivo, di circa 100 metri quadrati, curato dalla Comunità montana Monti Martani, Serano e Subasio, guidata dal commissario liquidatore Giuliano Nalli. Saranno otto le protagoniste del padiglione (Alba per il Piemonte, Bondeno e Savigno per l’Emilia Romagna, San Giovanni d’Asso per la Toscana, Acqualagna e Sant’Angelo in Vado per le Marche, Bagnoli Irpino per la Campania e Regione Molise) che ricostruiranno uno “stivale italiano” del gusto attraverso le loro eccellenze. Ad affiancarle, diverse realtà umbre, Assisi, Castel Ritaldi, Montefalco, Nocera Umbra, Spello e Spoleto, in mostra con le tipicità gastronomiche della regione.
A favore di una maggiore trasparenza e correttezza nei confronti del consumatore, infine, l’Accademia del Tartufo ha messo in campo un’iniziativa grazie alla quale nei menù dei ristoranti del territorio saranno indicati i prezzi dei diversi piatti, stabiliti in base al tipo e alle quantità di pregiato fungo utilizzato nella pietanza.

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