Enologica

Non ci sarà nostalgia, ma semplicemente il desiderio di capire se stessi, di indagare, di raccontare le persone e la cultura che ci hanno contenuti, e di cui il vino è il grande serbatoio di vita e di immaginario Pier Vittorio Tondelli, Un racconto sul vino, 1988 Enologica 2016: a Bologna il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna, dal 19 al 21 novembre «Quella dell’Emilia Romagna è ancora una filiera vitivinicola e agroalimentare inedita per quanto straordinaria, rispettosa dell’ambiente e attenta alla sostenibilità delle proprie pratiche. L’occasione annuale per approfondirne la conoscenza e apprezzarne il valore è “Enologica”, il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna», spiega Pierluigi Sciolette, Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna che promuove e organizza l’evento. Appuntamento a Bologna, dal 19 al 21 novembre 2016 nel centralissimo Palazzo Re Enzo con oltre 110 tra produttori, consorzi e cantine, seminari e degustazioni tematiche, il “Teatro dei Cuochi” e la premiazione della prima edizione di “Carta Canta”, il premio delle carte dei vini che propongono un assortimento qualificato di vini emiliano romagnoli. Attese anche molte presenze dall’estero fra buyer (provenienti da ben 12 nazioni: Brasile, Canada, Cina, Danimarca, Giappone, Perù, Russia, Singapore, Regno Unito, Polonia, Usa e Germania) e giornalisti di settore (una decina provenienti da Usa, Canada, Cina, Corea, Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca e Polonia).

Quello di Enologica è oramai un format consolidato che non manca, però, di riservare ogni anno delle novità. A partire dal tema portante che quest’anno vedrà protagoniste le maschere, con un originale connubio fra vino e cibo. Infatti, come si legge nell’introduzione del catalogo, scritta dal curatore Giorgio Melandri: “[…] Con Enologica 2016 parliamo dell’identità emiliano romagnola attraverso i personaggi dei burattini, quelli inventati dai burattinai più bravi e quelli che sono eredi della grande tradizione della Commedia dell’Arte. I loro caratteri diventano quelli della gente dell’Emilia Romagna e di conseguenza quelli dei vini e dei prodotti gastronomici. L’identità è ancora una volta la chiave della narrazione del cibo e del vino, l’unico elemento che rende i prodotti riconoscibili e unici. È questa la sfida che ci attende, farci conoscere e collegare il vino e il cibo ai territori e alle comunità che li producono. Ogni personaggio avrà un abbinamento preferito. Un gioco che ci permette di sottolineare come in Emilia Romagna il cibo e il vino siano legati in modo straordinario e indissolubile”. «Vini, cibi e maschere che s’incontrano percorrendo la via Emilia, asse portante che unisce praticamente tutte le province della regione e con esse le diverse tipicità culturali ed enogastronomiche, a partire ovviamente dai vini simbolo di questa regione: Albana e Sangiovese, Pignoletto, Fortana, Lambrusco, Malvasia e Gutturnio, senza dimenticare i tanti autoctoni che ci caratterizzano», sottolinea il Presidente Sciolette.

Il tutto sarà raccontato: da oltre 100 tra produttori, consorzi e cantine che saranno presenti nel Salone Nobile del Palazzo; da giornalisti esperti che terranno i 10 seminari di “Genius Loci”, aperti al pubblico, per raccontare il vino dell’Emilia Romagna – dai principali vitigni ad alcuni autoctoni tutti da scoprire – in dieci monografie; da 13 cuochi (per 11 incontri, sempre aperti al pubblico) che, dope le esperienze itineranti degli anni scorsi nei vari ristoranti del centro storico della città, in questo 2016 racconteranno le proprie storie sempre all’interno di Palazzo Re Enzo, nella Sala del Quadrante, e interpreteranno gli abbinamenti legati al “gioco” dei burattini per un viaggio lungo la via Emilia. Per citarne solo alcuni: Stefano e Andrea Bartolini, abbineranno la romagnola “Saraghina” con Sangiovese e pesce alla brace, Max Poggi abbinerà il bolognese “Dottor Balanzone” con Pignoletto e Mortadella, Giovanni Cuocci abbinerà la modenese “Pulonia” con Lambrusco di Sorbara e cotechino.

Inoltre, lunedì 21, si svolgerà anche la premiazione della prima edizione di “Carta Canta”. Spiega Ambrogio Manzi, Direttore di Enoteca Regionale Emilia Romagna: «L’iniziativa promossa a Enologica 2016, in collaborazione con Federazione Italiana Pubblici Esercenti Emilia-Romagna (FIPE), mira ad avvalorare e riconoscere l’impegno di chi crede nella tipicità del territorio e arricchisce la propria Carta dei Vini con specialità della nostra regione. “Carta Canta”, infatti, premia le Carte dei Vini di ristoranti, enoteche, bar, agriturismi e hotel situati in regione, in Italia o all’estero che propongono un assortimento qualificato di vini dell’Emilia Romagna. Enologica sarà solo l’inizio: per consolidare la preziosa collaborazione e il rapporto con i produttori, il progetto proseguirà in modo continuativo durante l’anno anche in occasione delle principali fiere a cui Enoteca parteciperà, come ad esempio Vinitaly 2017».

Per l’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Simona Caselli: «Questa diciannovesima edizione di Enologica, la quarta bolognese dopo le quindici edizioni faentine, afferma ancor di più l’importanza di promuovere i vini di qualità regionali in abbinamento con le ricette preparate con i nostri prodotti a qualità regolamentata dai nostri migliori chef. Il nostro Assessorato ha fin dalla prima edizione espresso apprezzamento e sostenuto questa manifestazione poliedrica unica nel suo genere, anche perché si apre alla città e, al contempo, è una vera borsa del vino per gli operatori italiani e stranieri. Anche in questo contesto verrà promossa la APP “Via Emilia Wine and Food” realizzata in sinergia con APT Servizi e in stretta collaborazione con Enoteca Regionale».

Non ci sarà nostalgia, ma semplicemente il desiderio di capire se stessi, di indagare, di raccontare le persone e la cultura che ci hanno contenuti, e di cui il vino è il grande serbatoio di vita e di immaginario Pier Vittorio Tondelli, Un racconto sul vino, 1988

Enologica 2016: si parte!

Sabato 19 novembre a Bologna al via il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna. Molti gli appuntamenti in programma, tra tradizione e contaminazione Alle ore 11 di sabato 19 novembre si apriranno le porte di Palazzo Re Enzo a Bologna per la prima giornata di “Enologica” 2016, il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna, manifestazione promossa per il terzo anno consecutivo da Enoteca Regionale Emilia Romagna e curata da Giorgio Melandri.

Oltre 110 presenze tra produttori, consorzi e cantine della regione, che permetteranno ai visitatori di concedersi un ideale “viaggio” lungo la via Emilia, dal riminese fino ai colli piacentini, attraverso i vini simbolo di questa regione: Albana e Sangiovese, Pignoletto, Fortana, Lambrusco, Malvasia e Gutturnio.

Spiegano Pierluigi Sciolette e Ambrogio Manzi, rispettivamente Presidente e Direttore di Enoteca Regionale Emilia Romagna «Enologica è una manifestazione unica per la regione, sia per i partecipanti sia per la qualità: tutta la regione è coperta, con più di 110 produttori da Piacenza a Rimini e inoltre, anche quest’anno, parteciperanno giornalisti e buyers da tutto il mondo. L’iniziativa, organizzata da Enoteca Regionale, è un vanto per l’associazione e permette di promuovere le diverse DOC. Oggi con le Doc il consumatore cerca dei valori – fiducia, distintività, qualità, legame con il territorio – e cerca racconto.

Enologica è tutto questo».

Il taglio ufficiale del nastro di Enologica 2016 è previsto alle ore 11.30 con la presenza dello chef coreano Henchoul Bae. Un ospite che arriva da lontano ma che conosce bene i prodotti della nostra regione, tant’è che proporrà un piatto di contaminazione: il tortellino ripieno di kimchi, un simbolo dell’apertura al mondo che sempre di più Enologica propone. La tradizione non deve avere paura di contaminarsi e cambiare, in fondo il cambiamento è esattamente la sua storia. Il racconto dell’Emilia Romagna può viaggiare per il mondo senza mai rinunciare alla sua identità più profonda.

«Enologica è un racconto complesso dell’Emilia Romagna che unisce contenuti e prodotti in una narrazione che senza tradire i temi specializzati riesce a parlare a tutti – illustra Giorgio Melandri – L’identità della regione sarà raccontata attraverso le sue “maschere”, un tema popolare e colto insieme, un richiamo alla Organizzazione Enoteca Regionale Emilia Romagna necessità di testimoniare il vino come cultura di una comunità. Ci saranno le maschere della tradizione come Balanzone e alcune inventate ironizzando sui nostri tratti caratteristici».

Ricco il programma della prima giornata di Enologica, fra seminari sui principali vini della regione e incontri con gli chef nell’ambito del “Teatro dei Cuochi”.

Seminari: ore 12 Un rosso di profumi. Il centesi mino, relatore Daniele Cernilli, ore 14 Tra la collina e la pianura. Il lambrusco a Reggio Emilia, relatore Daniele Cernilli, ore 16 Albana, l’anima contadina di un bianco che farà strada, sempre con Cernilli, ore 18 Bûrson e Rambëla… autoctoni alla riscossa! relatore Gianmario Villa.

Incontri con gli chef: ore 11,30 Henchoul Bae. Korea “Viaggio intorno al mondo. L’Emilia Romagna è una terra aperta”; ore 13 Giacomo e Camillo Pavesi dell’Ostreria di Podenzano (Piacenza) “Pisarej e Ortrugo”, presenta Massimiliano Tonelli; ore 15 Max Poggi dei ristoranti Massimiliano Poggi a Trebbo di Reno e Il Cambio di Bologna, “Mortadella e pignoletto”, presenta Filippo Volpi; ore 17 Federico D’Amato del Caffè Arti e Mestieri di Reggio Emilia “Erbazzone e Reggiano lambrusco”, presenta Camilla Carrega.

Informazioni per il pubblico: tel. 0542.367700, cell. 347.5125365 (durante la manifestazione)

Per prenotare i seminari e gli incontri con gli chef: comunicazione@enotecaemiliaromagna.it

(partecipazione gratuita, accesso solo con il biglietto di Enologica).

enologica.org Facebok: Enologica con #enologica2016

Orario di apertura: dalle 11 alle 20 tutte e tre le giornate. Ingresso 25 €.

PROGRAMMA SEMINARI E TEATRO DEI CUOCHI

Genius Loci, il vino dell’Emilia-Romagna in 10 monografie Sala del Quadrante, Palazzo Re Enzo. Ingresso gratuito su prenotazione.

Prenotazioni a: comunicazione@enotecaemiliaromagna.it

Indicare numero e nomi dei partecipanti e un recapito telefonico.

Si accede agli eventi del Teatro dei Cuochi e del Genius Loci solo con il biglietto di Enologica.

Sabato, 19 novembre 2016.

Ore 12 (durata 35 minuti)

Un rosso di profumi. Il centesimino.

Relatore Daniele Cernilli

Un vitigno dimenticato tornato alla ribalta grazie al lavoro di un gruppo di appassionati produttori del territorio attorno alla Torre di Oriolo, nelle prime colline faentine. L’origine del vitigno è misteriosa e la leggenda popolare lo vuole scampato alla filossera grazie ad una pianta isolata in un giardino faentino. Il primo a coltivarlo nel dopoguerra fu Pietro Pianori, detto appunto Centesimino, al quale è dedicato il nome odierno del vitigno. Un rosso complesso e parzialmente aromatico che è in grado di dare vini secchi dai grandi profumi floreali e passiti di straordinaria complessità. Scopriamolo insieme attraverso la sua storia e l’assaggio di 3 diversi vini.

Sabato, 19 novembre 2016.

Ore 14 (durata 35 minuti)

Tra la collina e la pianura. Il lambrusco a Reggio Emilia.

Relatore Daniele Cernilli

Le identità del lambrusco nella provincia reggiana sono legate ai diversi territori di produzione, quelli della DOC Reggiano lambrusco, usata soprattutto in pianura e nella fascia pedecollinare, e quelli collinari che possono rivendicare la DOC Colli di Scandiano e Canossa. Si tratta di un incrocio di stili e vitigni con il grasparossa e il salamino protagonisti indiscussi. A complicare questo piccolo viaggio le produzioni sempre più diffuse di vini rifermentati in bottiglia con il metodo ancestrale, un omaggio alla tradizione che sta arricchendo il panorama produttivo con piccole produzioni artigianali. Scopriamo questo territorio assaggiando 4 diversi lambruschi.

Sabato, 19 novembre 2016.

Ore 16 (durata 35 minuti)

Albana, l’anima contadina di un bianco che farà strada.

Relatore Daniele Cernilli

Un bianco che parla la lingua dei rossi, un vitigno che ha riconquistato in questi anni la sua originale identità. L’albana consegna alla Romagna vini materici e asciutti, forti e cangianti, di grande carattere, sia dolci che secchi. Scopriamo i territori storici di questo vitigno, i suoi biotipi e la incredibile capacità di esprimere vini fruttati o floreali a seconda del terroir di allevamento.

Sabato, 19 novembre 2016.

Ore 18 (durata 35 minuti)

Bûrson e Rambëla… autoctoni alla riscossa!

Relatore Gianmario Villa

La piccola comunità di produttori di Bagnacavallo, riuniti in un vivace consorzio, ha una scorta di storie e invenzioni da fare sognare qualsiasi appassionato. In questi anni hanno valorizzato le produzioni del loro territorio di pianura con determinazione e coraggio, portando i due autoctoni del loro territorio in giro per il mondo. Si tratta del rosso Bûrson, da uve Longanesi, e del bianco Rambëla, da uve famoso. Il Longanesi è un vitigno di forza e volume, ricco di tannini e sfumature, salvato da Antonio Longanesi, al quale è dedicato, e promosso da Sergio Ragazzini, l’enologo-poeta che ha aggregato i produttori attorno ad un progetto bellissimo. Il famoso, citato già all’inizio del Quattrocento come ha documentato in uno studio storico Marisa Fontana, è un’uva bianca semiaromatica in grado di regalare, anche in pianura, complessità e struttura.

Domenica, 20 novembre 2016

Ore 12 (durata 35 minuti)

Fortana, tra mare e terra. La storia di un vitigno di confine.

Relatore Giuseppe Carrus

Le sabbie del Delta del Po sono state un rifugio per questo vitigno, lo hanno protetto dalla filossera e lo hanno “nascosto” al mondo. Oggi stiamo riscoprendo la cucina di questo mondo sospeso tra mare e terra e la fortana ha cominciato a far parlare di sé perché è la compagna ideale di anguille e caccia di valle. Acidità sferzante e salata, tannini ruvidi e rarefatti, profumi che ricordano i frutti di rovo e i fiori delle valli. C’è tanto da raccontare, soprattutto c’è da scoprire un rapporto con questo mondo che ha secoli di storia, dai monaci dell’Abbazia di Pomposa fino ai fiocinari dell’Ottocento, i coraggiosi (e disperati) contrabbandieri che animavano le notti delle Valli di Comacchio.

Domenica, 20 novembre 2016

Ore 14 (durata 35 minuti)

Esattamente lambrusco! I territori del lambrusco modenese.

Relatore Giuseppe Carrus

Pochi conoscono l’estrema specializzazione del lambrusco modenese: il grasparossa in collina sui terreni più poveri, il sorbara in pianura sui terreni sciolti che dividono il Secchia e il Panaro, il salamino, di casa a S. Croce, a “cucire” con eleganza vini tutto frutto e velluto. Scopriamo il carattere dei diversi territori in un viaggio tra vini così diversi da mettere in crisi qualsiasi idea generica di lambrusco… l’inedito dove non te lo aspetti!

Domenica, 20 novembre 2016

Ore 15 (durata 35 minuti)

Romagna Sangiovese, l’educazione sentimentale di un territorio.

Relatore Giuseppe Carrus

La tradizione del sangiovese di Romagna è sempre stata contadina, povera e confinata tra le colline che preludono all’Appennino e le città che si susseguono sulla via Emilia. Poi, 40 anni fa, la Romagna cominciò a guardare al suo rosso con occhi nuovi e con le prime esperienze di qualità arrivarono le ambizioni e le sfide. Oggi siamo entrati in una prima maturità, quella delle menzioni geografiche, quella dei caratteri che si precisano sempre di più, delle barrique che pian piano lasciano il posto a pensieri di eleganza e freschezza, dei terroir che finalmente si possono leggere anche nel bicchiere. Giuseppe Carrus ci accompagna nel racconto della Romagna di oggi, la più interessante di sempre.

Lunedì, 21 novembre 2016

Ore 12 (durata 35 minuti)

Gutturnio, un mosaico di terroir.

Relatore Antonio Paolini

Il Gutturnio è figlio di un pensiero contadino che in tutta l’Emilia ha messo a fuoco vini rossi figli di uve che insieme si completano. In questo caso i tannini e la morbidezza della bonarda con l’acidità e il colore della barbera. E infatti la storia di questo vino frizzante, protagonista delle osterie da Piacenza al Po, è popolare e bellissima. Solo dopo, nella seconda metà del Novecento, sono arrivate le ambiziose versioni ferme a sorprendere tutti e completare una identità sfaccettata che incrocia stili, suoli e territori delle quattro valli piacentine (Val d’Arda, Val Nure, Val Trebbia e Val Tidone. Scopriamo questo territorio con Antonio Paolini e quattro vini straordinari.

Lunedì, 21 novembre 2016

Ore 16 (durata 35 minuti)

Pignoletto, il bianco che farà strada.

Relatore Antonio Paolini

Un bianco versatile, che trova complessità sui terreni poveri e variegati dei Colli Bolognesi e dei Colli Imolesi e piacevolezza sui terreni grassi della pianura tra Modena e Bologna. Sono identità e ruoli diversi, ma la gente dell’Emilia Romagna ha capito che possono convivere e che anzi possono andarsene per il mondo a braccetto, a raccontare in questa regione non è solo e semplicemente il cibo ad essere straordinario, ma quella alchimia che qui si riesce a creare a tavola. Per questo il Pignoletto cresce nei numeri e nella notorietà, fino a diventare una specie di scommessa per il futuro. E sarà vincente, ricordatelo fin da ora.

Lunedì, 21 novembre 2016

Ore 18 (durata 35 minuti)

Rimini, Adriatico in rosso.

Relatore Antonio Paolini.

Una piccola Bolgheri dell’Adriatico, un fronte di colline che guarda il mare e che dall’aria di mare viene accarezzato e condizionato. Le argille calcaree di questo territorio hanno infatti un clima influenzato dalla presenza del mare con curve termiche che si addolciscono rinfrescando le estati e mitigando gli inverni. Qui, per questa ragione, i vitigni bordolesi trovano eleganza, freschezza e una complessità fuori dall’ordinario. Scopriamo insieme questa vocazione assaggiando tre tagli bordolesi che raccontano di una ambizione che porterà Rimini in giro per il mondo.

In Romagna si può ancora sognare…

Teatro dei Cuochi

In viaggio sulla via Emilia

Sala del Quadrante, Palazzo Re Enzo. Ingresso gratuito su prenotazione.

Prenotazioni a: comunicazione@enotecaemiliaromagna.it Indicare numero e nomi dei partecipanti e un recapito telefonico.

Si accede agli eventi del Teatro dei Cuochi e del Genius Loci solo con il biglietto di Enologica.

Sabato, 19 novembre 2016.

Ore 11,30 Inaugurazione di Enologica. Sala del Podestà.

Henchoul Bae. Korea

TEMA: Viaggio intorno al mondo. L’Emilia Romagna è una terra aperta.

Un ospite che arriva da lontano, un cuoco coreano che conosce bene i nostri prodotti e proporrà un piatto di contaminazione, un simbolo dell’apertura al mondo che sempre di più Enologica propone. La tradizione non deve avere paura di contaminarsi e cambiare, in fondo il cambiamento è esattamente la sua storia. Il racconto dell’Emilia Romagna può viaggiare per il mondo senza mai rinunciare alla sua identità più profonda.

Sala del Quadrante, Palazzo Re Enzo. Ingresso gratuito su prenotazione.

Sabato, 19 novembre 2016.

Ore 13 (durata 35 minuti)

Giacomo e Camillo Pavesi. Osteria, Podenzano (Piacenza)

Presenta Massimiliano Tonelli

TEMA: Pisarej e Ortrugo

Due fratelli con un carattere diversissimo, uno in sala e uno in cucina, e una passione smisurata per la tavola, ma soprattutto per il clima caldo e conviviale delle osterie di una volta. I fratelli Pavesi hanno aperto questo locale in campagna dopo il successo dell’esperienza con L’Osteria Santo Stefano nel centro storico di Piacenza.

La loro è una cucina golosa, che attinge a piene mani dal territorio e riporta nel locale le storie delle valli piacentine battute palmo a palmo dall’infaticabile Giacomo.

Sabato, 19 novembre 2016.

Ore 15 (durata 35 minuti)

Max Poggi. Massimiliano Poggi a Trebbo di Reno (Bologna). Il Cambio, Bologna.

Presenta Filippo Volpi

TEMA: Mortadella e pignoletto.

Le mani grandi, l’accento bolognese, molto cuore. E poi l’infinita gavetta, la generosità, l’amore per la campagna dove è ritornato da pochissimo. È un ritratto di un cuoco che è cresciuto senza chiasso, sempre concreto e sempre in cucina, ogni anno più convincente, sia sulla tradizione (Il Cambio) che sulla cucina che propone a Trebbo di Reno, più libera e però sempre legata al repertorio di sapori che la cucina di territorio ci mette a disposizione. Max Poggi è prezioso per tutto questo, perché è un buon testimone di quello che cucina, uno di quei cuochi che parla di paesaggio attraverso i piatti, che ama la sua terra e però ci discute, che ogni tanto sogna una fuga e torna sempre a casa. Uno vero, che ha lavorato tanto per rendere la sua cucina sempre più nitida e chiara.

Sabato, 19 novembre 2016.

Ore 17 (durata 35 minuti)

Federico D’Amato. Caffè Arti e Mestieri, Reggio Emilia

Presenta Camilla Carrega

TEMA: Erbazzone e Reggiano lambrusco.

Gianni D’Amato e il figlio Federico sono una strepitosa coppia di interpreti che negli anni ha eliminato i lussi superflui e trovato una sintesi originale tra sostanza e poesia. La loro cucina è sempre più solida e affidabile e mescola i fondamentali della cucina italiana con incursioni spettacolari che contaminano di sapori e gioia i classici della nostra identità. I D’Amato possono improvvisare con la sicurezza di una esperienza straordinaria e il risultato è sempre garantito. Sapori, netti e precisi, e abbinamenti folgoranti. Senza mai uscire dalle regole del buono e senza mai tradire i codici della nostra identità, quelle regole non scritte che significano cucina italiana senza incertezze. La loro interpretazione dell’erbazzone è proprio questo: un piatto reso contemporaneo senza nessun tradimento. Ce ne parla il giovane Federico, una promessa della cucina italiana, che si divide tra sala e cucina con sempre più personalità.

Domenica, 20 novembre 2016.

Ore 13 (durata 35 minuti)

Giovanni Cuocci. La Lanterna di Diogene, Solara di Bomporto (Modena)

Presenta Enrico Vignoli

TEMA: Cotechino e sorbara

La Lanterna non è un semplice ristorante e Giovanni non è un cuoco come lo si intende normalmente. Questa è una casa, un’idea di mondo, una piccola comunità, un esempio di solidarietà, in pratica una cooperativa sociale che si chiama La Lucciola della quale la Lanterna è uno strumento di apertura al mondo. Qui c’è un’acetaia, un orto, una corte con gli animali e una cucina. E un risultato straordinario per autenticità e atmosfera, con cibi che rileggono con rigore la tradizione e parlano fedelmente di territorio. Giovanni viene a raccontare tutto questo, e il cotechino meraviglioso che propone sarà solo un pretesto, un modo per dare un sapore a quelle facce sorridenti che si incontrano arrivando lì a Solara.

Domenica, 20 novembre 2016.

Ore 16 (durata 35 minuti)

Diego Sorba. Il Tabarro, Parma.

Presenta Alessandro Bocchetti

TEMA: Prosciutto di Parma e Malvasia

Un locale inimitabile, forse non semplicemente un locale, ma una comunità che condivide viaggi, scoperte e tante buone bottiglie. Diego Sorba ha aggregato attorno alla sua esperienza un pubblico numeroso e partecipe, che lo aspetta quando è in viaggio e con lui viaggia nei territori italiani alla ricerca di sapori e suggestioni.

L’atmosfera del Tabarro è meravigliosa e militante, la proposta semplice e fulminante. Qui, tra le altre cose, si possono mangiare i più buoni prosciutti di Parma, selezionati e attesi da Diego in persona.

Domenica, 20 novembre 2016.

Ore 17 (durata 35 minuti)

Pierluigi Di Diego. Don Giovanni & La Borsa Bistrot, Ferrara

Presenta Carlo Passera

TEMA: Anguilla e Fortana

Quando Giacinto Rossetti inventò Il Trigabolo, Pierluigi era un ragazzo e in quella cucina scoprì un paese delle meraviglie. Imparò il mestiere, ma soprattutto imparò a capire cosa significasse davvero territorio, perché la cucina di territorio, alta quanto si vuole, fu la vera invenzione di quella meravigliosa esperienza. Lui, abruzzese di origine, da quelle terre d’acqua non se n’è più andato e oggi lavora a Ferrara con lo stesso spirito di allora, stupito e affascinato dalla “filiera di giornata”: le prede della pesca, la caccia di valle, le occasioni delle stagioni, le piccole e grandi invenzioni di orti e campi. E lo fa come lo dovrebbe sempre fare un artigiano, a regola d’arte, con quella manualità che ne fa un giocoliere di livello assoluto. La sue è una cucina di gesti e territorio, sempre leale e autentica, purissima, erede dell’idea di assoluto che ha guidato l’impresa memorabile capitanata da Giacinto Rossetti.

Domenica, 20 novembre 2016.

Ore 18 (durata 35 minuti)

Matteo Tambini. O fiore mio, Faenza e Bologna.

Presenta Luciana Squadrilli

TEMA: Castrato e Centesimino

Insegnante di cucina, viaggiatore, curioso. Matteo Tambini è un cronista prima ancora che un cuoco e viaggia dappertutto prendendo appunti, chiedendo, appassionandosi. Così, quando è ora di lavorare ad un progetto, rovescia sul tavolo un bagaglio di notizie e suggestioni e comincia a fare ordine. È stato così anche a O Fiore Mio, dove ha incrociato una ricerca incredibile e profonda sulle materie prime e il mestiere difficile e rigoroso delle lievitazioni. E lo ha fatto senza accontentarsi, migliorando ogni anno un risultato già straordinario. Il forno a legna è la sua cucina, lo attendiamo ad Enologica con qualche magia e con molta curiosità.

Lunedì, 21 novembre 2016.

Lunedì, 21 novembre 2016.

Ore 13 (durata 35 minuti)

Gianluca Gorini. Le Giare, Longiano (Cesena)

Presenta Albert Sapere

TEMA: Piada e Romagna Trebbiano

Gianluca Gorini è un cuoco a cavallo tra due mondi, quello della cucina di casa della mamma e della trattoria di famiglia, e quello rigoroso e ambizioso (e forse un po’ naif nella sua ambizione di purezza) della cucina d’autore di Paolo Lopriore con il quale ha lavorato a lungo. La sua cucina di oggi attinge a questi due repertori e li combina in piatti pieni di sapore, nitidissimi e freschi, italiani nei richiami all’amaro delle erbe e nelle acidità, popolari negli ingredienti e nelle citazioni, sofisticati nel bagaglio tecnico che esprimono. Un cuoco giustamente considerato un fuoriclasse emergente della cucina italiana.

Ore 15 (durata 35 minuti)

Massimiliano Mussoni. La Sangiovesa, Santarcangelo di Romagna (Rimini)

Presenta Giorgia Cannarella

TEMA: Tagliatelle e Romagna Albana

Entri a La Sangiovesa e le donne che cuociono incessantemente la piadina ti guardano e sorridono. È un anticipo di quello che può capitare qui, non il semplice racconto dell’identità, ma una testimonianza vera di quello che la Romagna è, forse anche della sua incapacità di reclamare un meritato posto in prima fila nel panorama della cucina italiana. Massimiliano è il regista di questa incredibile macchina e la sua voglia di fare una buona cucina riesce a venire fuori anche in mezzo alle centinaia di coperti, ai tempi serrati e ad un modo di stare a tavola dove la convivialità fatica a lasciare al cibo il ruolo di protagonista. Massimiliano invece in questi anni ha lavorato duro per coniugare numeri e qualità, ha dedicato le giornate libere all’azienda agricola della famiglia Maggioli a due passi da Santarcangelo, ha imparato dai vecchi artigiani a lavorare le carni e dai contadini il valore di stagionalità e freschezza.

Lunedì, 21 novembre 2016.

Ore 17 (durata 35 minuti)

Stefano e Andrea Bartolini. La Buca, Cesenatico. Osteria del Gran Fritto, Cesenatico, Milano Marittima, Bologna.

Presenta Cristiana Lauro

TEMA: Pesce dell’Adriatico e Romagna Sangiovese

La famiglia Bartolini è custode della tradizione marinara di Cesenatico, delle ricette, dei riti, di quel sentire il mare come solo le famiglie di tradizione marinara possono fare. Negli anni ’80 Stefano Bartolini già proponeva una cucina di qualità e se a Cesenatico si è cominciato a ragionare in un certo modo molto del merito è il suo e del cugino Attilio che dall’altra parte del porto canale proponeva le ricette di casa nel suo locale Titon. Non è un uomo di grandi discorsi Stefano, ma una cosa l’ha sempre detta a tutti: il sangiovese è anche un vino da pesce. A testimoniarlo le foto dei pescatori oggi appese dappertutto nella sala dell’Osteria del Gran Fritto di Cesenatico, con il padre di Stefano accucciato a custodire una griglia su una barca ferma in porto. Sono passati tanti anni e tre generazioni, tutte impegnate a portare avanti il racconto di quel mare straordinario che è l’Adriatico, con uno spirito imprenditoriale fuori dal comune (che li ha portati oggi anche a Bologna) e l’anima ferma a “presidiare” il porto canale di Cesenatico, il cuore di tutto il progetto Bartolini.

Teatro dei Cuochi – Enologica 2015

La promozione di un territorio e dei suoi prodotti enogastronomici ha bisogno di riferimenti, di luoghi speciali, di personaggi e di storia: in poche parole di modelli. L’Emilia-Romagna in particolare è un territorio che deve riconoscere il ruolo dei ristoratori che rappresentano la tradizione e la capacità di testimoniarla. Le esibizioni sono aperte a tutti e non sono prenotabili.
Coordina e presenta gli incontri Enrico Vignoli.

Il Tema 2015: La pasta ripiena.
Enologica è un grande cantiere dove si progetta la tradizione del futuro. Per farlo abbiamo bisogno di una grande conoscenza della tradizione, di una consapevolezza della nostra identità e della libertà dei cuochi della regione. La pasta ripiena ha trovato in Emilia-Romagna espressioni raffinate e territoriali e con questa edizione 2015 del Teatro dei Cuochi vogliamo prima raccontarlo e poi scoprire cosa ci riserva il futuro. Un cuoco, o una sfoglina, per ognuna delle nove provincie della regione, tante storie e qualche idea per confrontare la tradizione con il contemporaneo.

Sabato 21 novembre 2015, Teatro dei Cuochi.

Ore 11,30 Dai Xiaogang e Chen Xujuan Ristorante Bambù Bologna.
Presso Via con me – via S. Gervasio 5/D Bologna
Nel mondo le due grandi cucine che riconoscono un ruolo importante per la pasta ripiena sono quella italiana e quella cinese. Per aprire l’edizione 2015 del Teatro dei Cuochi abbiamo quindi invitato due cinesi che lavorano a Bologna da tanti anni per rendere omaggio a questa tradizione che, come la nostra, viaggia nella geografia del paese cambiando regole e usanze. Jiaozi e Wonton, così amati e importanti nella cultura cinese, rappresentano sempre le comunità locali adattandosi alle materie prime e alle abitudini dei diversi territori. Dai e Chen racconteranno la loro cultura e prepareranno per noi dei “ravioli” speciali preparati utilizzando carne di mora romagnola e mazzancolle dell’Adriatico. Che la contaminazione abbia inizio!
Presentano Enrico Vignoli e Giovanni Angelucci.

Ore 15,30 Gianluca Gorini. Le Giare, Montiano (Cesena).
Presso O fiore mio, piazza Malpighi 8 Bologna
Gianluca Gorini ha compiuto a Le Giare un percorso di maturazione che ha il sapore più vero della provincia italiana. Le Giare infatti sono in mezzo alla filiera, nella provincia italiana che ha orto e pascoli a portata di mano, vicina anche intellettualmente a quella freschezza necessaria alla cucina che nutre ambizioni. Gianluca attinge a piene mani da questo patrimonio e lo restituisce nel piatto con la sensibilità di chi è ogni volta incantato. Ad Enologica si confronterà con la doppia anima della “sua “ pasta ripiena, quella pesarese dell’infanzia e quella cesenate della maturità professionale. Un racconto di viaggio, tra la sua fantasia e le suggestioni della memoria.
Presenta Albert Sapere.

Ore 17 Elisabetta, Valeria e la nonna Angiolina. Pasta Fresca Naldi, Bologna.
Con Lionel Joubaud, Banco 32.
Presso Banco 32 al Mercato delle Erbe, via San Gervasio 3A Bologna
In via del Pratello, nel cuore di una Bologna che profuma di osterie e notti in bianco, all’angolo con via Pietralata, storica sede del cinema Lumiere, c’è dagli anni ’80 questa bottega di pasta fresca che è diventato uno degli indirizzi di culto di Bologna. Un po’ di passato, molto futuro e un’idea di pasta popolare e spericolata perché si compra nella bottega e si consuma ai tavoli dei bar intorno, a metà tra il cibo di strada e un picnic urbano. A reggere il gioco una pasta di grande qualità, rigorosa e profumata, con i tortellini a ribadire la bolognesità di questo terzetto delle meraviglie. Un racconto di donne e tradizione, di cose vecchie che ritornano nuove, di campagne d’Emilia e strade di città. Ad incontrarle ci sarà uno cuoco francese, Lionel Joubaud, perché Bologna è una città aperta che ha incrociato le sue strade con quelle del mondo da quando nel 1088 ha aperto la più antica università d’Europa.
Presenta Michela Pallonari.

Ore 18,30 Elsa Fregnani. Antichi Sapori, Modigliana.
Presso RoManzo al Mercato Di Mezzo, via Clavature 12 Bologna
Il confine è un tema meraviglioso dell’enogastronomia perché più che un luogo di divisione è opportunità di contaminazione. Lo è anche per Modigliana, capace di conservare precisamente la tradizione del cappelletto ravennate di solo formaggio attraverso un prodotto di montagna come il raviggiolo e di strizzare l’occhio a quel Granducato di Toscana del quale fece parte per tanti secoli con una pasta ripiena realizzata con la farina di castagne. Una doppia lingua parlata perfettamente da quella sfoglina straordinaria che è Elsa Fregnani.
Presenta Carlo Catani.

Domenica 22 novembre 2015, Teatro dei Cuochi.

Ore 15,30 La San Nicola, Castelfranco Emilia (Modena). Con Eros Palmirani, Diana Bologna.
Presso Diana, via Indipendenza 24, Bologna
Modena e Bologna, le due patrie storiche del tortellino a confronto. Da una parte le sfogline dell’Associazione San Nicola, dall’altra la tradizione classica della cucina bolognese, quella del ristorante Diana, custodita da Eros Palmirani con disciplina e intransigenza. Non si tratta di stabilire quale sia il “vero” tortellino, ma di incrociare le strade di due comunità e le tante verità che ogni paese (e forse ogni famiglia) è in grado di regalare. L’identità della cucina italiana vive da sempre di tolleranza e se oggi possiamo vantarci di tanta varietà lo dobbiamo a questa capacità di tramandare le differenze.
Presenta Carla Brigliadori, Casa Artusi.

Ore 17 Ido ed Adalberto Migliari, Trattoria La Chiocciola, Portomaggiore (Ferrara).
Presso Berberè – via Giuseppe Petroni 9 Bologna
Ristoratori da tre generazioni (era loro il mitico ristorante Ido a Marrara!), i Migliari sono custodi di una tradizione che viaggia in bilico tra terra e mare, tra la pasta ripiena della cultura emiliana e i prodotti di quelle terre contese all’acqua come rane, anguille e lumache. Adalberto, accompagnato nella gestione dalla moglie Arianna, ha trovato una sintesi tra la concretezza contadina della sua tradizione –un piatto deve essere buono, ripete spesso– e una mano raffinata e attenta ai dettagli. Un grande interprete di una filiera originale e straordinaria.
Presenta Giulia Sampognaro.

Ore 18,30 Carla Aradelli. Ristorante Riva, Ponte dell’Olio (Piacenza)
Presso Camera a Sud, via Valdonica 5 Bologna
Carla Aradelli è una cuoca straordinaria, che combina le esperienze familiari ad una formazione che già a 17 anni, negli anni ’80, la porta ad incontrare il talento di George Cogny come studentessa di un corso organizzato alla Cantoniera, a Farini d’Olmo. Lui capisce subito che dietro a quell’umanità profonda e a quella capacità di sognare c’è un talento fuori dal comune e la stimola, forse la sfida pure. Lei passa per il Sole di Maleo, dell’indimenticato Franco Colombani, e poi ritorna a casa ad intrecciare i classici tortelli piacentini e ad inventare una cucina nuova per quegli anni. Oggi la ritroviamo ad Enologica a parlare di tradizione, forse di tradimenti, di un incanto provato da bambina che ancora alimenta la sua cucina, forse la più poetica dell’intera regione.
Presenta Alfonso Isinelli.

Scacco Matto, via Broccaindosso, 63 Bologna.
Ore 20,30 Cena a quattro mani con Athos Migliari e Mario Ferrara.
Il sud di Mario Ferrara e la tradizione militante di Athos Migliari, due anime popolari a confronto per raccontare un’Italia inedita fatta di povertà e grandi privilegi. Perché, occorre sempre ricordarlo, in Italia è il quotidiano ad essere straordinario.
Prenotabile direttamente allo Scacco Matto 051 263404. Prezzo euro 60 a persona.

Lunedì 23 novembre 2015 , Teatro dei Cuochi.

Ore 15,30 Riccardo Agostini. Il Piastrino, Pennabilli (Rimini)
Presso Enoteca Storica Faccioli, via Altabella 15/B Bologna
Pennabilli è in cima alla Valmarecchia, lontanissimo, anche culturalmente, da Rimini e dal suo mare. Qui c’è una filiera di terra, o forse sarebbe meglio dire di montagna. È infatti l’Appennino a dettare legge in quanto a sensibilità, odori e occasioni. Per Riccardo Agostini ritornare nel suo paese natale dopo favolose esperienze nell’alta cucina italiana ha significato fare i conti (e la pace!) con un paniere preciso, con la storia piena di identità del Montefeltro e con l’esattezza di stagioni scandite dalla natura. Un territorio di contaminazioni, dove le strade e la lingua viaggiano verso Umbria, Marche e Toscana, romagnolo nei riti e nella cultura, bellissimo nei paesaggi dominati dalle rocche che ne hanno fatto la storia.
Presenta Giorgia Cannarella.

Ore 17 Massimo Spigaroli. Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense (Parma)
Presso Twin Side, via de’ Falegnami 6 Bologna.
Che racconto quello di Massimo Spigaroli! C’è dentro la storia della bassa parmense, quella del rapporto con il fiume Po, e poi ancora l’avventuroso salvataggio del maiale nero di Parma. Poi la narrazione tutta radici e famiglia che lo riguarda personalmente. E lì, in quella magia tutta familiare, c’è l’invenzione del Culatello di Zibello, già inventato per la verità, ma quasi dimenticato fino all’arrivo di Massimo. Spigaroli è cuoco e istrione, capace di incantare con le parole e con piatti rigorosi e geniali. Un uomo che vale un territorio, innamorato di quegli argini di nebbie e canne che forse prima di lui nessuno aveva guardato (e visto) così.
Presenta Alessandro Bocchetti.

Ore 18,30 Marta Scalabrini. Marta in cucina, Reggio Emilia.
Presso L’Inde le Palais, via de’ Musei, 6 Bologna
Marta ha un percorso formativo originale, pieno di strumenti ed esperienze diverse. Oggi cucina a Reggio Emilia in pieno centro storico (dove c’era la storica Osteria della Ghiara) e lo fa con tanta personalità e molti pensieri. Scrive: “Il mio ristorante non ha niente di tradizionale e ha tutto di tradizionale. Ha i sapori della tradizione perché i miei piedi sono piantati a Reggio Emilia, ma sono contaminati dal mio girovagare. A 18 anni volevo solo andare via, mi sembrava che questa città non potesse offrirmi niente. Poi ho avuto bisogno di tornare.” Ed eccola qui, a parlare di tradizione e a ragionare di futuro con la forza di chi ha scelto di ricominciare dalle radici.
Presenta Martina Liverani.

Berberé, via Petroni 9 Bologna
Ore 20,30 Cena di chiusura con Matteo Aloe, Fabio Fiore, Pierluigi Di Diego.
La festa di chiusura di Enologica 2015, una cena a 6 mani, una festa come ultima tappa del viaggio in Emilia-Romagna, un omaggio allo spirito conviviale e alla capacità di ospitalità della regione. Matteo Aloe, padrone di casa a Berberè, Fabio Fiore titolare del ristorante Quanto Basta di via del Pratello, Pierluigi Di Diego, del ristorante Don Giovanni/La Borsa Bistrot di Ferrara.

Per Informazioni: commerciale@enotecaemiliaromagna.it – enologica.org
Telefono (+39) 0542 367 700 – Portatile (+39) 347 512 536 5 (durante la manifestazione)

Nell’ambito dell’edizione 2015 di Enologica, il Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna, in programma dal 21 al 23 Novembre a Bologna al Palazzo Re Enzo, si svolgeranno 4 seminari con degustazione guidata (solo in lingua inglese per la presenza di molti giornalisti stranieri già accreditati per l’evento bolognese) RISERVATI ALLA STAMPA.

I seminari, tenuti da esperti giornalisti e professionisti del mondo del vino, esploreranno alcuni fra i principali vini dell’Emilia Romagna, proponendo novità e informazioni inedite.

sabato 21:

ore 12,00  Romagna Sangiovese e Romagna Albana – conduce Giammario Villa

ore 14,30  Gutturnio e Malvasia – conduce Luca Gardini

lunedì 23:

ore 12,00  Pignoletto – conduce Marco Tonelli

ore 14,00: Lambrusco: un mondo di diversità – conduce Giorgio Melandri

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Enologica 2014

Enologica 2014 presenta il programma e i temi alla Rocca di Dozza

Lunedì 13 ottobre Enologica ha presentato ufficialmente il programma dell’edizione 2014 alla Rocca di Dozza (Bo). Sono intervenuti il presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna Pierluigi Sciolette, Giorgio Melandri curatore Enologica, Ambrogio Manzi direttore Enoteca Servizi, Giancarlo Tonelli direttore Ascom Confcommercio Bologna, Giordano Zinzani, presidente Consorzio Vini di Romagna, Davide Frascari, presidente Consorzio Vini Reggiani, tanti produttori di vino, cuochi, artigiani e semplici appassionati di cibo e di vino della regione.

L’edizione 2014 di Enologica, la prima entrata a far parte dei progetti di Enoteca Regionale Emilia Romagna si terrà, per il secondo anno, a Bologna presso Palazzo Re Enzo dal 22-24 novembre.

Confermata la presenza negli storici saloni di Palazzo di Re Enzo di 120 produttori di vino dell’Emilia Romagna, che per tre giorni offriranno al pubblico e agli operatori italiani e internazionali, la possibilità di conoscere e apprezzare le loro etichette.

Nella sezione Caravanserraglio curata da Marco Tonelli e dedicata a incontri e dibattiti, giornalisti e critici tra i quali Andrea Grignaffini, Enzo Vizzari, Leila Salimbeni, Arianna Gandolfi, racconteranno le storie di 10 grandi personaggi dell’enogastronomia della regione: Mirella e Peppino Cantarelli, Gianfranco Bolognesi, Elio Tosi, Nerio e Tarcisio Raccagni, Giorgio Fini, Giacinto Rossetti, Gialuigi Morini, Arnaldo Degoli, George Cogny e Renato Gualandi. Le loro storie e biografie, pubblicate sulla pagina Facebook di Enologica, scandiranno ogni settimana l’avvicinarsi alle date della manifestazione, offrendosi alla discussione e al contributo di tutta la comunità.

In Genius Loci, la nuova sezione di Enologica, 13 grandi prodotti della regione, saranno interpretati come ingredienti del più semplice e popolare dei cibi: il panino. Da sabato a lunedì, a cura dell’associazione il Postrivoro, il pubblico potrà spaziare tra 13 diverse “imbottiture”, accompagnate da altrettanti vini.

Per il Teatro di Cuochi, coordinato da Enrico Vignoli, Enologica lascia Palazzo di Re Enzo ed entra nel centro di Bologna. 10 gli chef presenti: Luigi Sartini, Gianluca Gorini, Matteo Aloe, le sorelle Vignali, Valentino Marcatillii, Daniele Minarelli, Aurora Mazzuchelli, Massimiliano Poggi, Piergiorgio Parini, Massimo Spigaroli, Gianni e Federico D’Amato, Fabio Fiore e Franco Alberti.

Ultima novità 2014, la serata di Aspettando Enologica in programma il 18 novembre. In 19 differenti enoteche, ristoranti e osterie bolognesi, grazie ad AMO – Associazione Mescitori Organizzati, altrettanti produttori di vino, presenti a Enologica, offriranno un calice del loro vino abbinato a un assaggio del cibo del locale (prezzo 5 euro).

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