Reggio E.

“‘Na specie di cadavere lunghissimo”: Fabrizio Gifuni è Pasolini e il suo assassino

Al Teatro Cavallerizza nei giorni 1, 2, 3 e 4 dicembre, l’attore cerca il nodo poetico che ha unito l’intellettuale e scrittore ai suoi carnefici

In “’Na specie di cadavere lunghissimo”, che la Stagione di Prosa della Fondazione I Teatri accoglie al Teatro Cavallerizza nei giorni 1, 2, 3 e 4 dicembre (ore 20.30), Fabrizio Gifuni affronta un lavoro particolarmente ambizioso: trovare il nodo poetico che ha unito Pier Paolo Pasolini ai suoi assassini. Sotto la guida del regista Giuseppe Bertolucci, il progetto mette insieme i testi più polemici e politici di Pasolini (fra cui “Scritti corsari”, “Lettere luterane” e l’ultima intervista rilasciata a Furio Colombo poche ore prima di morire) a un poema di Giorgio Somalvico (“Il pecora”), che costringe in metrica il delirio di un assassino, proprio a sottolineare l’incontro/scontro fra due diversi punti di vista sulla cultura popolare.

Gifuni, gli occhi negli occhi degli spettatori seduti ai loro tavolini come in un cabaret, prima si offre come “figlio” citando versi della “Meglio gioventù”, poi si denuda della mise di ragazzo e indossa un completo bianco con cravatta per assumere la parte dell’altro, del figlio borgataro, cioè di Pino Pelosi, e per interpretare “Il Pecora”, travolgente monologo interiore scritto in endecasillabi in un romanesco reinventato dal milanese Giorgio Somalvico, di cui “Na specie di cadavere lunghissimo”, che dà il titolo allo spettacolo, è un verso.

“Per Eraclito il mondo non è altro che un tessuto illusorio di contrari. Ogni coppia di contrari è un enigma, il cui scioglimento è l’unità, il Dio che vi sta dietro. Continuo a trovare in queste parole qualcosa che si avvicina moltissimo a quel profondo senso di mistero che accoglie la vita, l’opera e la morte di Pier Paolo Pasolini – scrive Gifuni nell’avvicinarsi a questo progetto, che gli è valso il Premio Hystrio 2006 – Quando alcuni anni fa iniziavo a pensare all’idea di uno spettacolo su Pasolini, è proprio in termini di opposizione che il mio istinto si muoveva: padre e figlio, natura e opera d’arte, vittima e carnefice, erano solo alcune delle antinomie che continuamente si affacciavano sul mio cammino. Ma anche il buio e la luce, la violenza e la mitezza, Dottor Jekyll e Mister Hyde.

Certo, l’urgenza politica era altrettanto forte: Così forte – in questi tempi bui – da rischiare di travolgere tutto (…). C’era il desiderio di raccontare la tragedia pubblica e privata di un poeta che aveva visto scomparire in soli tre lustri il solo mondo in cui voleva riconoscersi. Il grido lacerante e disperato di un uomo che urlava nel deserto contro l’immoralità e la cecità del vecchio Potere che stava aprendo la strada all’avvento di un Nuovo Potere – di un nuovo fascismo – “il più potente e totalitario che ci sia mai stato.” Ma anche la privatissima tragedia di chi, in virtù di quella stessa catastrofe politica e antropologica che vedeva abbattersi sull’Italia, non riconosceva più i “corpi” dei suoi amati ragazzi, che sembravano trasformarsi  – sotto i suoi occhi – da “simpatici malandrini” in “spettrali assassini”. I suoi amati “riccetti” stavano cambiando maschera: dall’innocenza al crimine”.

INFO:

Ufficio stampa Fondazione I Teatri

tel (39) 0522 458924 -458952

witeatri.re.it

Martedì 1, mercoledì 2, giovedì 3 e venerdì 4 dicembre 2015

Teatro Cavallerizza

`NA SPECIE DE CADAVERE LUNGHISSIMO

un`idea di Fabrizio Gifuni

materiali per una drammaturgia:

da Pier Paolo Pasolini

“Scritti Corsari”, “Lettere Luterane”, “Siamo tutti in pericolo” (intervista di Furio Colombo a Pier Paolo Pasolini dell`1/11/1975), “La nuova forma della meglio gioventù”, “Abbozzo di sceneggiatura per un film su San Paolo” “Il Pecora” di Giorgio Somalvico

con Fabrizio Gifuni

disegno luci Cesare Accetta

regia Giuseppe Bertolucci

produzione Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti

INFO 0522458811

iteatri.re.it

BILLY ELLIOT CON LE MUSICHE DI ELTON JOHN APRE LA STAGIONE DEI MUSICAL DELLA FONDAZIONE I TEATRI

Venerdì 20 novembre, ore 20.30, con repliche sabato 21 alle 20.30 e domenica 22 alle 15.30 e alle 20.30 la storia del giovane Billy e della sua passione per la danza nell’Inghilterra targata Thatcher

Billy Elliot è una delle storie più amate del cinema europeo. E approda, sotto forma di Musical, con le musiche di Elton John, al Teatro Valli a partire da venerdì 20 novembre ore 20.30, a inaugurare la Stagione di Musical della Fondazione I Teatri (repliche sabato 21 novembre ore 20.30, domenica 22 novembre ore 15,30 e ore 20.30) Il giovane Billy ama la danza e in un’Inghilterra bigotta targata Thatcher, l’Inghilterra delle miniere che chiudono e dei lavoratori in rivolta, deve tristemente fare i conti con un padre e un fratello che lo vorrebbero veder diventare un pugile. Il Musical ha debuttato nel West End (Victoria Palace Theatre, Londra) nel 2005 ed è stato nominato per nove Laurence Olivier Awards – il massimo riconoscimento europeo per i Musical – vincendone ben quattro. L’incredibile successo conseguito ha fatto sì che il musical approdasse anche a Broadway nel 2008 dove ha vinto dieci Tony Awards – gli Oscar del Musical – e dieci Drama Desk Awards. Con le musiche pluripremiate di Elton John in un allestimento dal respiro internazionale “Billy Elliot, il Musical” vede in scena, nel ruolo del protagonista, Alessandro Frola; quattordici anni e un curriculum da piccola étoile. Occhi chiari, sguardo timido e doti straordinarie, con il suo talento ha subito colpito il regista Massimo Romeo Piparo, che l’ha scelto tra centinaia di candidati giunti alle audizioni da tutta Italia. Accanto a lui un cast di 30 straordinari performers con Luca Biagini nel ruolo del padre. Teatro pienissimo, pochissimi posti rimasti. Teatro Municipale Valli Venerdì 20, sabato 21 novembre 2015, ore 20.30; domenica 22 novembre 2015, ore 15.30 e ore 20.30 (fuori abbonamento) Billy Elliot, il Musical produzione Peep Arrow Entertainment e Il Sistina musica Elton John testi e libretto di Lee Hall dal film di Stephen Daldry scene Teresa Caruso costumi Cecilia Betona luci Umile Vainieri suono Alfonso Barbiero coreografie Roberto Croce direzione musicale Emanuele Friello adattamento italiano e regìa originale Massimo Romeo Piparo per la prima volta in scena Alessandro Frola con Luca Biagini, Sabrina Marciano, Elisabetta Tulli, Donato Altomare, Christian Roberto, Arcangelo Ciulla, Jacopo Pelliccia, Maurizio Semeraro, Sebastiano Vinci, Claudia Mangini, Rachele Pacifici e con la partecipazione di Cristina Noci e con Gea Andreotti, Giorgia Arena, Paolo Avanzini, Andrea Bratta, Germana Cifani, Nico Colucci, Davide Dal Seno, Tiziano Edini, Giuseppe Galizia, Carlo Alberto Gioja, Lorenzo Gitto, Linda Gorini, Lorenzo Grilli, Giuseppe Inga, Fabrizio Scaccia, Francesco Venezia INFO 0522458811 iteatri.re.it

DUE PRIME ASSOLUTE E CINQUE COREOGRAFIE PER LA SERATA DI ATERBALLETTO AL TEATRO CAVALLERIZZA

Venerdì 20 novembre, ore 20.30, fuori abbonamento: Eugenio Scigliano, Philip Kratz Cristina Rizzo e Michele Di Stefano, presentano Lost Shadows, #hybrid, Tempesta/The Spirit, E-Ink e Upper-East-Side

L’appuntamento fuori abbonamento di venerdì 20 novembre, ore 20.30, Teatro Cavallerizza, vede il ritorno sul palco della Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto a pochi giorni dalla serata al Teatro Valli, parte del Festival Aperto, e propone cinque coreografie, di cui due in prima assoluta, realizzate da quattro coreografi: Eugenio Scigliano (Lost Shadows) e Philippe Kratz (#hybrid), Cristina Rizzo (Tempesta/The Spirits), Michele Di Stefano (Upper-East-Side e E-Ink). Con Lost Shadows prima assoluta, con musiche di Schubert, Eugenio Scigliano si confronta con ombre di un ricordo di cui si sono perse le tracce: mentre in #hybrid, che Philippe Kratz presenta in prima assoluta, il lavoro in punta si integra con il popping della street dance in combinazioni e consonanze di accordi che si riflettono nelle mescolanze di suoni afro-americani della musica di Romare. Cristina Rizzo è artista di forte, istintiva presenza. Dal 2008 sta sviluppando un percorso autonomo di produzione di cui La Tempesta è uno dei risultati più interessanti. Un balletto per 6 danzatori, tre coppie che formano un gruppo, una specie di tribù che nel suo gioco coreografico articola una danza fatta di ingaggi subitanei, di abitazioni epidermiche e di corpi volatili agganciati in una continua e reciproca torsione di uno nell’altro. Performer e coreografo, Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia del 2014, Michele Di Stefano riscrive per Aterballetto E-ink, primo lavoro della compagnia mk, fondata nel 1999 con Biagio Caravano, riallestito nell’ambito del progetto RIC.CI a cura di Marinella Guatterini. Cui seguirà Upper-East-Side, dove la danza è strumento per esplorare il mondo. Teatro Cavallerizza Venerdì 20 novembre 2015, ore 20.30 Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto Lost Shadows #hybrid Tempesta/The Spirits E-Ink Upper-East-Side Lost Shadows prima assoluta coreografia Eugenio Scigliano musiche Franz Schubert sound design OOOPStudio costumi Kristopher Millar & Lois Swandale luci Carlo Cerri realizzazione costumi Sartoria Aterballetto – Francesca Messori #hybrid coreografia Philippe Kratz musiche Romare luci Carlo Cerri Tempesta/The Spirits coreografia Cristina Rizzo ideazione costumi Cristina Rizzo musiche Autori Vari consulenza sonora e mixage Spartaco Cortesi luci Carlo Cerri realizzazione costumi Sartoria Aterballetto/Francesca Messori E-Ink / uno spettacolo di mk riallestito per RIC:CI da Aterballetto interpreti Damiano Artale, Philippe Kratz coreografia Michele Di Stefano musica Paolo Sinigaglia luci e abiti Michele Di Stefano realizzazione costumi Sartoria Aterballetto/Francesca Messori riallestimento 2015 a cura di Biagio Caravano e Michele Di Stefano nell’ambito del progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80-’90 ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini organizzazione e comunicazione Silvia Albanese produzione 2015 mk, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee in collaborazione con Amat – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Arteven – Circuito Teatrale Regionale Veneto, Teatro Pubblico Pugliese in coproduzione con Fondazione del Teatro Grande di Brescia, Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Fondazione Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”, Torinodanza | Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale Upper-East-Side coreografia Michele Di Stefano musica Lorenzo Bianchi Hoesch luci Carlo Cerri

LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO: ALDA MERINI E L’INCONTRO TRA FOLLIA E POESIA NELLA PRIMA NAZIONALE DIRETTA DA ALESSANDRO GASSMANN Al Teatro Municipale Valli martedì 17 e mercoledì 18 novembre parte la Stagione di Prosa con Anna Foglietta nella parte della “poetessa dei Navigli”

Un commovente testo di Claudio Fava, messo in scena da Alessandro Gassmann, che racconta l’appassionante storia d’amore tra Alda Merini, donna complessa dal carattere malinconico e un giovane, paziente anche lui dell’ospedale psichiatrico in cui la donna era ricoverata. “La pazza della porta accanto” debutta in prima nazionale al Teatro Municipale Romolo Valli martedì 17 e mercoledì 18 novembre (ore 20.30), dando il via alla Stagione di Prosa della Fondazione I Teatri. A dare voce e volto alla “poetessa dei Navigli” e ai suoi emozionanti versi, Anna Foglietta che, affiancata da un folto e affiatato gruppo di attori, si cala con intensità nei panni della giovane, in profondo conflitto con un mondo che non la comprende e di cui non accetta le etichettature. Gassmann, alla sua decima regìa, immagina un impianto scenico che ripropone la claustrofobia di un reparto psichiatrico e che permette di interagire con la visionaria immaginazione della protagonista, che in scena sarà affiancata da nove tra attrici e attori. “Questa pièce non è il girone dei matti – scrive Fava – è l’incontro imprevisto, irriproducibile, tra la follia e la poesia. Alda Merini entrò per la prima volta in manicomio nel 1965e vi restò, per periodi alterni, quasi vent’anni”. Ad Alda Merini, come a tanti pazienti, tutto verrà fatto, tutto verrà negato, tolto, inflitto. Ma lei non si rassegnerà, trattenendo sulle cose che le accadono uno sguardo avido, curioso, impietoso. La sua forza è la poesia: o meglio, la congiunzione tra follia e poesia. Finché un giorno aprono i cancelli del manicomio. E non ci sono più i matti. Teatro Municipale Valli Martedì 17, mercoledì 18 novembre 2015, ore 20.30 La pazza della porta accanto di Claudio Fava uno spettacolo di Alessandro Gassmann ideazione scenica Alessandro Gassmann con la collaborazione di Alessandro Chiti costumi Mariano Tufano musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi disegno luci Marco Palmieri videografia Marco Schiavoni con Anna Foglietta, Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio Produzione Teatro Stabile di Catania e Teatro Stabile dell’Umbria Prima nazionale

AL VIA LA STAGIONE DI OPERA DELLA FONDAZIONE I TEATRI REGGIO EMILIA CON LA BOHEME DI PUCCINI

In scena al Teatro Municipale Valli venerdì 13 novembre, ore 20.00 e domenica 15 novembre, ore 15.30 con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, diretta da Giampaolo Bisanti e la regìa di Leo Muscato Torna la Stagione di Opera della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, con uno dei titoli più amati, la Bohème di Puccini con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, diretta da Giampaolo Bisanti, in scena al Teatro Municipale Valli venerdì 13 novembre, ore 20.00 e domenica 15 novembre, ore 15.30. L’allestimento è quello di Leo Muscato che insieme al suo team – Federica Parolini scenografa, Silvia Aymonino costumista, Alessandro Verazzi light designer – ha ricreato appositamente per i teatri al chiuso il progetto, realizzato nel 2012 per il Macerata Opera Festival e premiato con il premio Abbiati. La direzione d’orchestra dei Pomeriggi Musicali vede sul podio Giampaolo Bisanti, la regia dell’opera, di Leo Muscato, presenta un taglio moderno e contestualmente toccante e poetico, incorniciando un tempo della storia italiana, quello degli anni ’60, che più di altri si confà alle vicende bohèmienne. In locandina, nel ruolo di Rodolfo, il nome del giovane tenore Matteo Lippi, già vincitore del Concorso “Toti Dal Monti” 2012 proprio per il ruolo di Rodolfo. Al suo fianco, un cast di giovani tra cui Maria Teresa Leva nel ruolo di Mimì, Sergio Vitale nel ruolo di Marcello, Larissa Alice Wissel in Musetta. “La Bohème è un’opera di “leit motiv” – spiega Bisanti – i motivi musicali sono collegati a un significato simbolico e descrittivo, fanno riferimento a un personaggio, una situazione, un oggetto, e a un sentimento. Sono presenti molte ripetizioni e sviluppi tematici che danno un senso di continuità a tutta l’opera e sono più o meno spesso invariati e quindi facili da riconoscere”. “Nella nostra messa in scena – così scrive nelle note il regista Leo Muscato – l’archetipo simbolico slitta nel soggetto storico che ha animato il maggio francese; ed è qui che tradiamo. Perché, nonostante l’epoca di barricate e di sampietrini divelti, non era certo intenzione di Murger, (ispiratore della Boheme di Puccini n.d.r) fare dei suoi quattro bohémiens dei rivoluzionari protosocialisti ante litteram. Abbiamo tradito, sì, ma cercando parentele. I nostri protagonisti vivono e agiscono una delle più grandi rivoluzioni culturali del ‘900, decisamente diversa dalla scapigliatura, ma altrettanto dirompente. E poiché nei primi due quadri li vediamo allegri, divertiti, divertenti e spensierati, non riusciamo a immaginarceli con i libri di Althusser e di Marcuse nelle tasche. Pensiamo a loro piuttosto come a quel folto numero di giovani che ha animato il Sessantotto nei suoi aspetti di rivoluzione diffusa, culturale e di costume. È così che li abbiamo immaginati. Mimì invece. Lei no. Non tradiamo la grisette dei fiori finti di Murger, né quella pucciniana, né questa che portiamo in scena e che lavora in una fabbrica che le insozza i polmoni sino a condurla alla morte”. Info iteatri.re.it Teatro Municipale Valli Venerdì 13 novembre 2015, ore 20.00 Domenica 15 novembre 2015, ore 15.30 La BohèmeOpera in quattro quadri Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica Musica di Giacomo Puccini Mimì Maria Teresa Leva Rodolfo Matteo Lippi Musetta Larissa Alice Wissel Marcello Sergio Vitale Colline Alessandro Spina Schaunard Paolo Ingrasciotta Benoît/Alcindoro Paolo Maria Orecchia Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano Coro OperaLombardia Maestro concertatore e Direttore Giampaolo Bisanti Regia Leo Muscato Scene Federica Parolini Costumi Silvia Aymonino Luci Alessandro Verazzi Maestro del coro Antonio Greco Allestimento del Macerata Opera Festival Coproduzione Teatro Grande di Brescia, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Sociale di Como, Teatro Fraschini di Pavia, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia

CORPI ERETICI: AL FESTIVAL APERTO LA PRIMA ASSOLUTA DELL’OPERA DEDICATA A PIER PAOLO PASOLINI

Venerdì 30 ottobre (ore 20.30), domenica 1 novembre (ore 18.00) Teatro Cavallerizza dramma musicale pasoliniano in 9 canti, musica di Mauro Montalbetti, libretto e regia Marco Baliani. Direzione musicale di Francesco Lanzillotta con Icarus Ensemble, interpreti Cristina Zavalloni, Mirko Guadagnini, Marco Manchisi. Venerdì 30 (ore 18.00) Montalbetti e Baliani, al Ridotto del Teatro Valli, raccontano la genesi del progetto Il Festival Aperto, che quest’anno ruoto intorno al tema degli “Eretici” propone una prima assoluta, commissionata e prodotta dalla Fondazione I Teatri Reggio Emilia: Corpi Eretici, opera di teatro musicale dedicata a Pier Paolo Pasolini, nel 40esimo della sua morte, in scena al Teatro Cavallerizza venerdì 30 ottobre 2015 (ore 20.30) e domenica 1 novembre, (ore 18.00) con musica di Mauro Montalbetti, libretto e regìa di Marco Baliani, direzione musicale di Francesco Lanzillotta con Icarus Ensemble. Cristina Zavalloni, Mirko Guadagnini, Marco Manchisi gli interpreti prinicipali di quest’ opera: una “messa in scena del corpo fisico del poeta e al contempo dei tanti corpi disseminati nella sua produzione artistica”, scrivono Baliani e Montalbetti nell’introdurre il loro lavoro. Pier Paolo Pasolini è una figura di riferimento centrale, sia per Montalbetti che per Baliani. Lo è per ragioni diverse, che proprio per questo si incontrano nell’opera comune di due autori che già entrarono in particolare sintonia l’anno scorso con l’opera Il sogno di una cosa, andato in scena al Teatro Municipale Valli. Montalbetti e Baliani, venerdì 30 ottobre, alle 18.00, al Ridotto del Teatro (ingresso libero) racconteranno la genesi, il difficile lavoro di intreccio drammaturgico e musicale realizzato intorno a Pasolini, il quale, figura di riferimento lo è in verità per tutti noi. Corpi eretici: una ‘Messa’ in scena, dunque “una celebrazione ‘religiosa’ del corpo pasoliniano – scrivono gli stessi Montalbetti e Baliani – sempre presente in tutte le sue opere, dalla poesia al cinema al teatro ai saggi; corpo a volte trasfigurato, nascosto, negato, sacrificato, ma anche cantato nella pura gioia del vivere, nell’esultanza della carne, nella terribilità degli impulsi. Un corpo scandaloso. Un corpo mai riconciliato. Un corpo biologico che lotta per esistere contro una società che sul corpo, sul controllo biopolitico del corpo, fonda il proprio potere. Un corpo che non può che soccombere, ma che proprio nel suo atto di non sottomissione, alle regole, alle convenzioni, ai moralismi, ai linguaggi, permette un estremo istinto di rivolta. Corpo poetico che perde e viene smembrato ma che non può che mostrarsi di nuovo, in un atto simile a quello di Sisifo, risorgendo e ricominciando. ‘I corpi’ di Pasolini divengono metafora di un suono. La forma musicale dell’opera parte dal suono concreto del corpo (intercettato, modificato, rielaborato, stratificato in una sorta di paesaggio sonoro dell’umano) cui si aggiunge un suono-corpo polifonico vivente, formato da un insieme di voci, timbri, melodie, strumenti. Cantare in scena i tanti frammenti di questi corpi perduti di Pasolini, in una forma spettacolare esegetica, non lineare, composta per quadri, come i suoi film o i suoi romanzi, aderendo a una forma percettiva che assomiglia alle tavole medioevali, ove gli accadimenti delle figure non seguono un’evoluzione causale, ma si stagliano come epigrafi del simbolo.” Teatro Cavallerizza Venerdì 30 ottobre 2015, ore 20.30 Domenica 1 novembre 2015, ore 18 Corpi eretici Dramma musicale pasoliniano in 9 canti – prima assoluta musica Mauro Montalbetti libretto Marco Baliani interpreti principali Cristina Zavalloni, Mirko Guadagnini, Marco Manchisi Icarus Ensemble direttore Francesco Lanzillotta regìa e luci Marco Baliani scene e costumi Carlo Sala Commissione e produzione della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia Ridotto del Teatro Valli Venerdì 30 ottobre 2015, ore 18.00 Incontro con gli autori dell’opera Corpi Eretici MAURO MONTALBETTI compositore MARCO BALIANI librettista e regista raccontano la nascita di Corpi eretici.

AL FESTIVAL APERTO LA PRIMA ITALIANA DELL’OPERA GIORDANO BRUNO

Un nuovo lavoro di teatro musicale contemporaneo, sabato 26 settembre (ore 20.30), al Teatro Valli, inserito nel festival Aperto (settembre-novembre 2015), dedicato agli “Eretici”. Una coproduzione europea tra Reggio Emilia Parigi, Porto, Caen, Strasburgo “Giordano Bruno”, è il nuovo lavoro di teatro musicale contemporaneo, in prima italiana sabato 26 settembre (ore 20.30), al Teatro Valli, inserito nel festival Aperto (settembre-novembre 2015), dedicato agli “Eretici”. L’opera, dedicata al filosofo eretico e viaggiatore visionario, paladino della verità e martire del libero pensiero, ha la musica di Francesco Filidei, libretto di Stefano Busellato, per la regìa di Antoine Gindt e la direzione musicale di Peter Rundel con Remix Ensemble: una coproduzione europea cui la Fondazione I Teatri partecipa con enti produttivi di Parigi, Porto, Caen, Strasburgo. Il progetto nasce da due incontri: il primo tra Francesco Filidei, e Stefano Busellato nel 2000, presso l’Università di Pisa, alle lezioni di Michele Ciliberto, uno dei maggiori esperti della filosofia bruniana. Il secondo dieci anni dopo, quando la musica del XVII secolo (e in special modo Frescobaldi) porta Filidei a osservare attentamente i meccanismi e il temperamento degli strumenti musicali dell’epoca. Un organo in particolare, il Luca Biagi costruito in S. Giovanni in Laterano per il Giubileo del 1600 (durante il quale Giordano Bruno fu ucciso) e rimasto tuttora inalterato, ispira a Filidei una serie di ricerche che poi daranno forma al progetto dell’opera. Il 1600 è anche – coincidenza solo in parte casuale – l’anno di nascita dell’opera in musica. La regia di Antoine Gindt prende come punto di partenza l’ordine, il dogma (sociale, religioso, politico, scientifico), e restituisce in chiaroscuro l’universo brutale dei secoli XVI e XVII. I numerosi costumi sono essenziali alla simbolica dei personaggi in scena. Il coro è, insieme a Giordano Bruno, il protagonista dell’opera: sempre in scena insieme ai solisti, assume il ruolo della folla, dei giurati, della difesa e dell’accusa. Poiché Bruno, fino alla morte, rovesciò i ruoli di ciascuno: trasformò se stesso da accusato in accusatore, e i giudici da accusatori in accusati. Il libretto di Stefano Busellato è tratto da testi originali e da un’antologia di Nanni Balestrini su Giordano Bruno. “L’immagine di Bruno sul rogo, il suo corpo che tocca il legno ardente è al centro dell’opera. – spiega il compositore Francesco Filidei – […] La struttura in dodici scene presenta il contrasto fra scene filosofiche, dove si espongono le diverse tesi di Bruno, e scene processuali, dove si segue la cronologia storica, dall’arresto al supplizio. […] Le ho immaginate come luoghi della memoria, ciascuna associata a un’immagine, a un colore. Bisogna attendere l’undicesima, la scena del rogo, per ritrovare tutte le note delle scene precedenti, dove tutti i colori si mescolano, dove infine si distrugge quello che è stato costruito. Nelle mie opere c’è sempre un principio distruttivo. Voglio superare la bellezza rendendo la materia aggressiva, perché sia interessante, perché ponga domande”. Teatro Municipale Valli Sabato 26 settembre 2015, ore 20.30 Giordano Bruno opera in 2 parti e 12 scene – prima italiana musica di Francesco Filidei libretto di Stefano Busellato con Giordano Bruno Lionel Peintre (baritono) L’inquisitore 1 Jeff Martin (tenore) L’inquisitore 2 Ivan Ludlow (basso) Papa Clemente VIII Guilhem Terrail (controtenore) e Dodici voci soliste (Raquel Camarinha, Eléonore Lemaire, soprani Johanne Cassar, Lorraine Tisserant, mezzosoprani Charlotte Schumann, Aurélie Bouglé, contralti Benjamin Aguirre Zubiri, David Tricou, tenori René Ramos Premier, Julien Clément, baritoni Antoine Kessel, Pierre Bessière, bassi) Remix Ensemble Casa da Música direttore Peter Rundel regìa Antoine Gindt scenografia Elise Capdenat luci Daniel Levy costumi Fanny Brouste coproduzione T&M Paris, Casa da Música Porto, Festival Musica Strasbourg, T2G Théâtre de Gennevilliers, Théâtre de Caen, Fondazione I Teatri Reggio Emilia

PUCCINI, STRAUSS, MOZART E DONIZETTI NELLA STAGIONE DI OPERA 2015-2016 DELLA FONDAZIONE I TEATRI REGGIO EMILIA

La Bohème con la regia di Leo Muscato apre la Stagione, poi Elektra con Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna; Le Nozze di Figaro nello storico allestimento di Mario Martone per il Teatro San Carlo e Lucia di Lammermoor con regia di Brockhaus e scene di Josef Svoboda La Stagione di Opera 2015 – 2016 della Fondazione I Teatri si apre con La Bohème (13 novembre 0re 20.00 e 15 novembre ore 15.30), l’opera di cui Igor Stravinskij ebbe a dire: “Più invecchio, più mi convinco che La Bohème è un capolavoro e che adoro Puccini, il quale mi sembra sempre più bello». La Bohème arriva a Reggio nell’allestimento del Macerata Opera Festival, con la direzione di Giampaolo Bisanti e la regia di Leo Muscato. La regia presenta un taglio moderno, dinamico e contestualmente toccante e poetico, incorniciando un tempo della storia italiana, quello degli anni ’60, che più di altri si confà alle vicende bohèmienne. I costumi saranno firmati da Silvia Aymonino, le scene da Federica Parolini e le luci da Alessandro Verazzi. A seguire sarà la tragedia della folle lucidità di Elektra (5 dicembre ore 20.00 e 6 dicembre ore 15.30) di Richard Strauss su libretto di Hugo Von Hofmannsthal produzione del del Teatro Comunale di Bologna, affidata alla bacchetta di Lothar Zagrosek con la regia di Guy Joosten. Elettra muore danzando. Al culmine di una danza parossistica e dionisiaca, la giovane figlia di Agamennone cade straziata a terra, dopo aver assistito, in trance, alla vendetta portata a termine dal fratello Oreste. E’ il femminile isterico e allucinato teorizzato alla fine dell’Ottocento da Sigmund Freud e trasformato in dramma da Hugo von Hofmannsthal. Come una moderna Amleto al femminile, Elettra vuole vendicare la morte del padre per mano dell’odiata madre, ma cade vittima del sonno, e i sogni allucinati si impadroniscono di lei. Conducendola alla morte. Il terzo titolo Le Nozze di Figaro (29 gennaio ore 20.00, 31 gennaio ore 15.30) di Mozart, la prima della trilogia scritta con Da Ponte. L’allestimento è del Teatro San Carlo di Napoli, direttore Matteo Beltrami alla guida della Orchestra Filarmonica Italiana, storica la regia di Mario Martone. Questo capolavoro vede il ritorno di un grande amico del Teatro Municipale, Roberto De Candia, baritono fra i più amati dal pubblico reggiano nel ruolo del Conte di Almaviva in coppia con una strepitosa Eva Mei, soprano, nei panni della Contessa. Musica meravigliosa cast di primordine si può tranquillamente dire con Mozart: “Viviamo in questo mondo per imparare e per illuminarci l’un l’altro.” Chiude la stagione Lucia di Lammermoor (4 marzo ore 20.00 e 6 marzo ore 15.30) di Gaetano Donizetti. Direttore Stefano Ranzani sul podio con l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna, regia Henning Brockhaus grande innovatore delle scene liriche europee. Lo spettacolo riprende un allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi dedicato al lavoro del geniale scenografo Josef Svoboda, considerato un maestro delle luci e delle illusioni sceniche, fra i primi utilizzare la proiezione video in campo operistico. In scena, una grande pergamena stropicciata scorre lungo il muro del palcoscenico, rivelando, nascondendo e riflettendo personaggi ed azioni. Rispetto all’edizione originale, il nuovo allestimento dell’opera prevede nuovi costumi e nuove luci, e, inoltre, una regia – ha spiegato Henning Brockhaus – “meno realistica e più onirica, per rendere appieno il complesso mondo di Lucia”. Tutte le opere della stagione sono coprodotte dalla Fondazione I Teatri con i principali teatri dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Nuovi abbonamenti dal 21 settembre al 3 ottobre. Biglietti in vendita online da martedì 6 ottobre, al botteghino da venerdì 16 ottobre 2015. ERETICI FESTIVAL APERTO 2015. DA SETTEMBRE A NOVEMBRE: 46 AUTORI, 28 ARTISTI, 31 SPETTACOLI DI MUSICA, DANZA E TEATRO, ATTORNO E OLTRE TRE CATALIZZATORI “ERETICI”: GIORDANO BRUNO, PIER PAOLO PASOLINI, LUIGI NONO Eretico è il pensiero che si oppone all’ortodossia e all’opinione, scassina dogmi e dottrine, al limite distrugge, ma per costruire nuovi significati e comportamenti, mentre spinge la vista oltre gli orizzonti consueti. Secondo etimologia, eretica è la voce di “colui che sceglie”, s’intende secondo consapevolezza, idee, lotte – che si sottrae cioè alla non-scelta scontata o imposta del conforme. Questo conforme ha oggi molti nomi, che fanno rima con audience, denaro, semplificazione, apparenza… Gli artisti sono eretici, quando si pongono il grande proteiforme interrogativo del nuovo e quando, nel rispondervi, tentano strade intentate. La tradizione li accompagna, in realtà, come alimento necessario ai loro slanci: né arte né eresia esistono senza storia. Si ripropone la costante dialettica del contemporaneo non riducibile al dato cronologico di un’attualità da assecondare, ma frutto di ricerca e reinvenzione per ogni dove e in ogni tempo; la tradizione stessa, quando necessario, è tratta al contemporaneo per parlare con voce eretica. Nel Festival Aperto 2015 scorrono le forze eretiche del fare spettacolo dal vivo: inventare mondi per criticare quello esistente, costruire progetti che determinano diverse relazioni comunitarie, lanciare pensieri, suoni, movimenti, drammaturgie che sollecitano attenzione alla società distratta. Fare arte con il rigore che l’arte richiede. Musica e Teatro musicale Due nuovi lavori di teatro musicale contemporaneo hanno per soggetto le figure di Giordano Bruno e di Pier Paolo Pasolini – eretico in senso proprio il primo, in senso figurato il secondo: entrambi martiri del libero pensiero. Giordano Bruno, musica di Francesco Filidei, libretto di Stefano Busellato con la collaborazione di Nanni Balestrini, per la regìa di Antoine Gindt e la direzione musicale di Peter Rundel con Remix Ensemble, è una prima italiana (26/09) in coproduzione europea cui la Fondazione I Teatri partecipa con enti produttivi di Parigi, Porto, Caen, Strasburgo. Corpi eretici, musica di Mauro Montalbetti, libretto e regìa di Marco Baliani, direzione musicale di Francesco Lanzillotta con Icarus Ensemble, è commissionata e prodotta dalla Fondazione I Teatri che la presenta in prima assoluta (il 30/10 e 1/11) nel 40° della morte di Pasolini. Resistenza Illuminata. Omaggio a Luigi Nono nel 70° della Resistenza e della Guerra di Liberazione è il progetto regionale cui il Festival Aperto aderisce con un programma che in Luigi Nono coglie l’innovatore radicale, colui che unisce il compositore geniale, il militante politico, il visionario utopico. E attraverso Nono, altre musiche e temi: i compositori a lui per qualsiasi verso legati (da Beethoven a Boulez al giovane Agostini), la Resistenza, il lavoro, le tecnologie e, non ultima, la musica popolare – un intreccio di motivi estetici, storici e politici che ha segnato i decenni del Dopoguerra. Il FontanaMix Ensemble diretto da Francesco La Licata tira (con Nono, Olivero, Agostini, Schoenberg, l’11/10) fili di memoria dell’Olocausto e della Resistenza. L’Icarus Ensemble diretto da Pietro Borgonovo esegue (il 23/10) due composizioni elettroacustiche di denuncia dello sfruttamento (Nono) e della morte per lavoro (Guarnieri). Due straordinari solisti, Michele Marelli (clarinetti) Mario Caroli (flauti) con il live electronics di Tempo Reale, danno vita a un concerto ad alto contenuto tecnologico e poetico (Nono, Boulez, Stockhausen, Scelsi, Fineberg, il 31/10). Momento culminante dell’Omaggio viene dall’Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna diretta da Roberto Abbado (14/10), con Il Canto sospeso, scritto da Nono su testi di condannati della Resistenza europea, e l’Eroica di Beethoven, le sue inquietudini post-rivoluzionarie: costruzioni musicali e visioni del mondo a un tempo. La musica popolare – che Nono conobbe a fondo e sostenne – tocca temi che le sono connaturati: la guerra, la Resistenza, il lavoro. Bella Ciao, leggendario spettacolo del Nuovo Canzoniere Italiano con annesso scandalo politico al festival di Spoleto 1964, viene oggi riproposto da Riccardo Tesi con un nuovo cast di musicisti e folk-singers, fra cui Elena Ledda, Ginevra di Marco e Lucilla Galeazzi (il 09/10). Musica popolare e tecnologia si intrecciano, infine, in Canta che ti passa, “meditazione musicale” live electronics su canti di lavoro della tradizione popolare (Ensemble vocale L’Homme Armé e Tempo Reale, il 16/10). Reggio Emilia – Medaglia d’Oro al Valor militare della Resistenza – è da decenni un laboratorio privilegiato di produzione e presenza della musica contemporanea, popolare, di ricerca. È da ricordare Nono spesso in città (con Abbado, Pollini e altri) fra il 1973 e il 1976 alle iniziative di “Musica/Realtà”. E l’ospitalità assidua e valorizzazione per il Nuovo Canzoniere Italiano, la musica popolare e la canzone politica. Sono vicende che la cittadinanza di oggi forse non conosce, ma che ha tuttavia sotto gli occhi nei frutti che i semi gettati allora continuano a dare. Altri concerti, “eretici” per impaginazione inconsueta o interattività di linguaggi, includono Arzân 2.0 e la MM Company in una nuova sfida sul terreno dell’interazione rock-danza: performance en plein air (20/09) che fonderà corpi e vibrazioni elettriche. Andrea Rebaudengo (pianoforte) e Mirco Ghirardini (clarinetto) tracciano un percorso cameristico eclettico, in un dialogo contrastante, ma intenso e umano, di tempi e luoghi (Bernstein, Gentilucci, Bermel, Brahms, il 9/10)). Wadada Leo Smith, finalista Premio Pulitzer per la Musica 2013, è una forza guida nel jazz creative-impro contemporaneo; improvviserà alla tromba (31/10) dialogando con elettronica e visual video. War Work è il nuovo progetto che Michael Nyman ha concepito per il centenario della Grande Guerra; le sue Songs (con la Michael Nyman Band e la contralto Hilary Summers, il 25/10) s’accompagnano al film montato con sequenze selezionate in archivi francesi, tedeschi e americani. Danza italiana Nel 2015 è dedicato un focus a due autori italiani emergenti di grande potenziale espressivo e creativo. Il primo focus (25/09) è su Giulio D’Anna, con due performance: Data, in prima italiana, e Oooooooo, vincitrice del premio Anticorpi CollaborAction 2013. Il secondo focus (27/09) è su Daniele Ninarello, con i due suoi lavori più recenti, Rock Rose Wow e L.a.n.d. – Where is my love, premio Anticorpi CollaborAction 2014. La performance multidisciplinare BoleroEffect Rapsodia (the long version) di Cristina Rizzo si sviluppa attorno al Bolero di Ravel, la musica orchestrale più popolare al mondo: dallo spunto si verifica di una condizione del corpo in “apertura massima”. Il lavoro di coreografi con giovanissimi danzatori in workshop finalizzati all’andata in scena, dà vita a Quadri della Passione / Variazioni_Reggio Emilia di Virgilio Sieni (7/10), e a Verve – quartetto colore di Marina Giovannini, a Reggio Emilia (il 24 e 25/10) subito dopo il debutto alla Biennale Danza di Venezia. Reggioemiliadanza Compagnie internazionali a coniugare qualità e novità con prime assolute o italiane. Olivier Dubois, con il suo Ballet du Nord presenta due lavori: Tragédie (3/10) ovvero la “tragedia” esistenziale costituita dall’idea che “il solo fatto di essere uomini non fa l’umanità”, e Mon élue noire (Sacre # 2), assolo in prima italiana (4/10) creato per Germaine Acogny, già musa africana di Maurice Béjart. Xin Artlab della coreografa Shi Jing Xin è una delle nuove realtà creative della Cina, da noi ancora in gran parte da scoprire. Twin City Portraits, in prima europea (17 e 18/10), è un dittico ispirato a due città simbolo: Pechino e Shangai. Il brasiliano Grupo Corpo (10/10) si distingue per la capacità di combinare danza accademica, etnica, modern e jazz, fra contaminazione e rigore. I due titoli con una prima italiana, firmati da Paulo Pederneiras, consentono ai danzatori di scatenare un profluvio di virtuosismo, energia e sex appeal. La Kibbutz Contemporary Dance Company (28/10) fra le maggiori di Israele, è guidata da Rami Be’er. If it All è incentrato su movimenti circolari astratti e figurativi tali che persino lo spazio scenico sembra mettersi in movimento. La Compagnia Aterballetto presenta una serata a tre titoli (6/11). A fianco di Antitesi di Andonis Foniadakis (Miglior Coreografo al premio Danza&Danza 2012), e di L’eco dell’acqua/MH17 prima assoluta di Philippe Kratz, un passo a due di Jiri Kyliàn, 14’20”, prima assoluta del riallestimento per la Compagnia. Festival Aperto collabora da anni con la Collezione Maramotti su progetti esclusivi. Negli spazi della collezione d’arte permanente hanno avuto luogo i progetti di Trisha Brown (2009), Shen Wei (2011), Wayne McGregor (2013). Il nuovo progetto 2015 è affidato a Hofesh Shechter, giovane coreografo britannico di origini israeliane che, com’è consuetudine, presenterà negli spazi della Collezione la sua nuova creazione in prima assoluta e, al Teatro Cavallerizza, la prima italiana DeGeneration, serata a tre titoli, fra cui Disappearing Act, creato apposta per questo programma. Il Progetto Hofesh Shechter (dal 3 al 9/11) è in esclusiva nazionale. Teatro civile Tre progetti teatrali senza attori professionisti, e in tal senso “eretici”. Creati in adesione alle situazioni comunitarie e relazionali di gruppo. Questo è il mio nome (Teatro dell’Orsa, 20/09) è realizzato con rifugiati provenienti da Paesi africani e dall’Afghanistan dopo un laboratorio teatrale inserito nei Programmi per l’accoglienza di richiedenti asilo. Orlando innamorato di Marco Martinelli (18/10) “mette in vita” con ragazzi delle scuole superiori – autori accanto all’autore – il poema del Boiardo. Non sa di nomi la vita (Festina Lente Teatro, 14 e 15/11) liberamente tratto dai Sei personaggi pirandelliani è realizzato con 25 pazienti psichiatrici del Progetto Teatro e Salute Mentale, le loro vite “difficili” e la loro creatività. Cantico delle creature emiliane (dedicato a Reggio Emilia) Reading speciale del libro di Massimo Zamboni, L’eco di uno sparo. Cantico delle creature emiliane, Einaudi 2015. Massimo Zamboni narra una storia su Reggio Emilia che, da nipote, non ha vissuto. Per farlo chiama con sé alla lettura Giovanni Lindo Ferretti, compagno di storie vissute assieme. LA STAGIONE 2015 – 2016 DEI MUSICAL DELLA FONDAZIONE I TEATRI REGGIO EMILIA PORTA AL TEATRO VALLI 5 “GIGANTI” Da Billy Elliot con le musiche di Elton John allo stranoto Cabaret, a Rapunzel con la “cattiva” Lorella Cuccarini. E Jesus Christ Superstar avrà come protagonista Ted Neeley, “Jesus” dello storico film del 1973. Si chiude con Grease. La Stagione dei Musical 2015 – 2016 della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia porterà al Teatro Valli cinque appuntamenti ai quali sarà difficile rinunciare. A partire dall’inizio di Stagione, fissato per il 20 novembre, quando quella grande fucina di Musical che è Peep Arrow – Il Sistina porta a danzare sulle tavole del Valli Billy Elliot, nella regìa, traduzione e adattamento di Massimo Romeo Piparo e con le musiche, nientemeno, che di Elton John. Billy Elliot è una delle storie più amate dal cinema europeo e dal 2005 ha fatto il proprio ingresso a Broadway, vincendo valanghe di premi con la vicenda in danza e musica del giovane Billy, che ama la danza in un’Inghilterra bigotta targata Thatcher, l’Inghilterra delle miniere che chiudono e dei lavoratori in rivolta. Qui il giovane Billy deve tristemente fare i conti con un padre e un fratello che lo vorrebbero veder diventare un pugile. Altro titolo gigante della storia del musical è Cabaret, il cui omonimo film consacrò Liza Minelli come star e che si presenta con una colonna sonora straordinaria, a diritto entrata nel patrimonio dei musical grazie a brani come Mein Herr, Money Money, Maybe This Time (Questa volta) e Life is a cabaret (La vita è un cabaret). Nella Berlino dei primi anni Trenta, prima dell’ascesa del III Reich, il giovane romanziere americano Cliff è a Berlino in cerca di ispirazione e, nel trasgressivo Kit Kat Klub, incontra Sally Bowles e tra idue inizia una relazione  tempestosa; sullo sfondo dell’avvento del nazismo, si intrecciano le storie di altri personaggi. Neanche l’ambiguo e stravagante Maestro di Cerimonie del Kit Kat Klub – Giampiero Ingrassia – riuscirà a far dimenticare al pubblico che sulla Germania, e sulle loro vite, sta per abbattersi la furia hitleriana. Jesus Christ Superstar, il capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, è ormai passato alla storia come uno dei Musical più famosi e amati di tutti i tempi. La versione italiana in lingua originale, firmata da Massimo Romeo Piparo, ha compiuto 20 anni e vanta ormai numerosi record, ma per questa  edizione, Piparo è riuscito a coinvolgere nel ruolo del titolo un protagonista d’eccezione: Ted Neeley, colui che diede una impronta mitica e indelebile al ruolo di Gesù nello storico film di Norman Jewison del 1973. Lo spettacolo sarà eseguito interamente dal vivo con una grande orchestra e in lingua originale. E poi Rapunzel, con musiche rock melodiche originali e con Lorella Cuccarini, nel ruolo della “cattiva” di questa favola, mai realizzata in teatro prima d’ora. Nel cast 20 performer fra ballerini, acrobati, cantanti e attori. Per la prima volta in assoluto, una sorta di double-fiction in teatro: i personaggi si trasformano da disegni animati in video ai personaggi reali su palco. Un continuo scambio tra realtà e cartoons. Si finisce con Grease della Compagnia della Rancia, che torna con una nuova edizione, nuove traduzioni di Franco Travaglio di alcune delle canzoni piu’ famose, nuovi arrangiamenti e orchestrazioni curati dal direttore musicale Riccardo Di Paola: gli anni ’50 non sono mai stati cosi moderni e attuali. Nuovi abbonamenti online dal 24 luglio, biglietti in vendita a partire dal 17 settembre online e dal 27 ottobre in biglietteria. Programmi, prezzi e approfondimenti su iteatri.re.it Venerdì 20 novembre ore 20.30 Sabato 21 novembre ore 20.30 Domenica 22 novembre ore 15.30 Teatro Municipale Valli Peer Arrow Entertainment e Il Sistina Billy Elliot, il Musical regia, traduzione e adattamento Massimo Romeo Piparo testi e libretto di Lee Hall dal film di Stephen Daldry musiche di Elton John   Venerdì 18 dicembre ore 20.30 Sabato 19 dicembre ore 20.30 Domenica 20 dicembre ore 15.30 Teatro Municipale Valli Compagnia della Rancia Cabaret regia Saverio Marconi con Giampiero Ingrassia e con Giulia Ottonello testo Joe Masteroff basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood musiche John Kander liriche Fred Ebb traduzione Michele Renzullo adattamento Saverio Marconi scene Gabriele Moreschi e Saverio Marconi costumi Carla Accoramboni coreografie Gillian Bruce supervisione musicale Marco Iacomelli direzione musicale Riccardo Di Paola disegno luci Valerio Tiberi disegno fonico Enrico Porcelli Lunedì 4 gennaio ore 20.30 Martedì 5 gennaio ore 20.30 Mercoledì 6 gennaio ore 15.30 Teatro Municipale Valli PeepArrow Entertainment S.r.L. Ted Neeley “ Jesus Christ Superstar” regia Massimo Romeo Piparo coreografie Roberto Croce direzione musicale Emanuele Friello scene Giancarlo Muselli elaborate da Teresa Caruso costumi Cecilia Betona suono Alfonso Barbiero luci Umile Vainieri Venerdì 19 febbraio ore 20.30 Sabato 20 febbraio ore 20.30 Domenica 21 febbraio ore 15.30 Teatro Municipale Valli Teatro Brancaccio Rapunzel Liberamente tratto dalla fiaba dei fratelli Grimm con Lorella Cuccarini e con Alessandra Ferrari e Giulio Maria Corso musiche originali Magnabosco, Barillari, Procacci liriche Giulio Nannini direttore di produzione Carlo Butto’ coreografie Rita Pivano scene Alessandro Chiti costumi Francesca Grossi disegno luci Alessandro Velletrani disegno suono Maurizio Capitini direzione musicale e arrangiamenti Davide Magnabosco effetti speciali Erix Logan video Chierici – Spagnoli regia Maurizio Colombi aiuto regia Federico Del Vecchio Venerdì 1 aprile ore 20.30 Sabato 2 aprile ore 20.30 Domenica 3 aprile ore 15.30 Teatro Municipale Valli Compagnia della Rancia Grease con Giuseppe Verzicco, Beatrice Baldaccini, Floriana Monici, Gianluca Sticotti, Roberto Colombo, Andrea Rossi, Claudia Belluomini, Silvia Contenti, Gioacchino Inzirillo, Giulia Marangoni, Giorgio Camandona, Azzurra Adinolfi, Luigi Fiorenti, Anna Bodei, Valentina Corrao, Luca Peluso, Andrea Spata, Paola Ciccarelli scene Gabriele Moreschi, costumi Carla Accoramboni coreografie Gillian Bruce regia Saverio Marconi GRAN FINALE DELLA STAGIONE DEI CONCERTI CON LA MAHLER CHAMBER ORCHESTRA DIRETTA DA DANIELE GATTI Sabato 30 maggio 2015, ore 20.30, al Teatro Municipale Valli in programma tutto Beethoven: la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 e la n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 «Eroica» Grande finale della Stagione dei Concerti sabato 30 maggio, ore 20.30, Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, con la Mahler Chamber Orchestra, diretta da Daniele Gatti. In programma tutto Beethoven, la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 e la n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 «Eroica». La Mahler Chamber Orchestra, fondata da Claudio Abbado è di casa al Teatro Valli: orchestra internazionale, che viaggia all’incirca duecento giorni all’anno, è stata definita  da Le Monde “la migliore orchestra al mondo”, all’indomani di un Fidelio di Beethoven, diretto da Claudio Abbado, che debuttava al Teatro Real di Madrid, ma che era partito proprio dal Municipale Valli di Reggio Emilia. Sabato la Mahler Chamber Orchestra sarà condotta da Daniele Gatti, direttore italiano tra i più apprezzati a livello internazionale, che con la Mahler Chamber Orchestra ha portato e sta portando avanti diversi progetti, tra cui una tournée tutta dedicata alle sinfonie di beethoveniane, che proseguirà per il 2015 e il 2016. A Reggio Emilia in programma la Sinfonia n.4 e la n.3 Scritta tra il 1802 e il 1804, la Terza Sinfonia in mi bemolle maggiore op. 55 ebbe una gestazione travagliata, lasciando dietro di sé una notevole quantità di abbozzi e correzioni, testimonianza del faticoso impegno creativo del compositore, alle prese con un’opera che avrebbe spezzato la continuità che le prime due Sinfonie, pur in misura diversa, mantenevano con il secolo di Haydn e Mozart. Intitolata «Eroica» dallo stesso autore, che in un primo momento aveva intenzione di dedicarla a Napoleone, è, con eccezione della Nona, la più lunga ed articolata di tutte le Sinfonie di Beethoven. Di tutt’altro carattere invece la Quarta Sinfonia – eseguita in apertura di serata – in si bemolle maggiore op. 60, scritta due anni dopo nell’estate del 1806.  Paragonata da Schumann a «una slanciata fanciulla greca fra due giganti nordici» – la Terza e la Quinta – è un’opera pervasa da un’atmosfera luminosa e amabile che, per certi aspetti, già fa presagire il clima della Sinfonia Pastorale. Pochissimi posti ancora disponibili. iteatri.re.it PUCCINI, MOZART, OFFENBACH E VERDI: LA STAGIONE DI OPERA 2014 – 2015 DELLA FONDAZIONE I TEATRI REGGIO EMILIA Una Stagione all’insegna dei capolavori della musica lirica: Madama Butterfly, Don Giovanni, Les Contes d’Hoffmann e Falstaff. Con una nuova Opera musicale “Il Sogno di una cosa”, per ricordare le stragi rimaste senza colpevoli Per la Stagione di Opera 2014 -2015 della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia si è puntato su Giacomo Puccini, Wolfgang Amadeus Mozart, Jacques Offenbach, Giuseppe Verdi. La Stagione vivrà all’insegna dei capolavori della musica lirica: Madama Butterfly, Don Giovanni, Les Contes d’Hoffmann e Falstaff. Mentre fuori abbonamento e inserito nel FestivalAperto, “Il sogno di una cosa”, nuova Opera musicale per il quarantennale della strage di piazza della Loggia a Brescia e dedicata a tutte le stragi senza colpevoli, con musica di Mauro Montalbetti e libretto di Marco Baliani e video di Alina Marazzi, una delle firme più importanti del panorama cinematografico italiano. Una coproduzione Fondazione Teatro Grande di Brescia, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, in collaborazione produttiva con Piccolo Teatro di Milano, IED Milano, con la collaborazione della Casa della Memoria Brescia, Fondazione Milano Teatro Scuola Paolo Grassi Milano. L’opera ha debuttato con successo a Brescia lo scorso maggio. Avvio di Stagione con “Madama Butterfly” nell’allestimento della Fondazione Teatro Lirico “G. Verdi” di Trieste: l’impianto scenico, creato da Pier Paolo Bisleri autore anche dei costumi, è d’ispirazione minimalista e di una essenzialità formale ispirata al Teatro Kabuki giapponese. La regia di Giulio Ciabatti è attenta ad evidenziare l’introspezione psicologica dei personaggi protagonisti di un scontro di civiltà tra di loro tanto diverse e mute. Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano diretta da Giampaolo Bisanti e Coro del Circuito Lirico Lombardo. Il nuovo allestimento di “Don Giovanni” affidato ad un grande firma internazionale, Graham Vick, è stato possibile grazie alla coproduzione di nove teatri – quelli del circuito lirico lombardo (Como, Pavia, Cremona, Brescia), Fondazione I Teatri Reggio Emilia, Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Teatro dell’Aquila di Fermo, Teatro Comunale di Bolzano. Per la direzione d’orchestra di questo Don Giovanni è stato scelto il giovane direttore venezuelano Josè Luis Gomez Rios, primo premio 2010 all’International Sir Georg Solti Conductor’s Competition di Francoforte e subito chiamato a collaborare con la Frankfurt Radio Symphony Orchestra. Ha firma emiliana (Fondazione I Teatri Piacenza, Fondazione Teatro Comunale Modena e Fondazione I Teatri Reggio, con la collaborazione di Opéra di Toulon E Nancy Opera Passion) il nuovo allestimento di “Les Contes d’Hoffmann” di Offenbach, con Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretti da Cristopher Franklin. Offenbach, con Les contes d’Hoffmann si cimenta in progetto di più ampio respiro, e molto tormentato, che venne rappresentato solo dopo la morte dell’autore. Cristina Mazzavillani Muti crea e dirige il verdiano “Falstaff” prodotto da Ravenna festival in coproduzione con altre sei realtà che hanno unito gli sforzi (Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione i Teatri Piacenza, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Fondazione I Teatri Reggio Emilia). Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Nicola Paszkowki e Coro del Teatro Municipale di Piacenza. Proiezioni video diventano scenografia dentro alla quale, lo spettatore fornito di fantasia viaggerà a proprio piacimento, a braccetto con Sir John Falstaff e accompagnato dalla musica di Giuseppe Verdi.

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