Ravenna Festival celebra il Molleggiato

Peppe Servillo e le memorie del ‘Molleggiato’
Rocca Brancaleone, giovedì 28 giugno ore 21.30

La musica non conosce confini, né può sottostare a rigide catalogazioni, salvo quella della qualità. Per questo Ravenna Festival continua a proporre da sempre anche concerti di musica ‘pop’ (con un occhio di riguardo a cantautori e songwriters, da Bob Dylan a Francesco De Gregori) e del miglior rock, italiano ma non solo. È il caso del concerto dal titolo ‘Memorie di Adriano’ che sarà proposto, alla Rocca Brancaleone giovedì 28 giugno ore 21, da una selezione di straordinari jazzisti guidati da Peppe Servillo e chiamati a reinterpretare alcune fra le canzoni più celebri del ‘molleggiato’ nazionale, appunto Adriano Celentano e del suo leggendario Clan. Insieme a Servillo saliranno sul palcoscenico Javier Girotto (sax), Fabrizio Bosso (tromba), Furio Di Castri (contrabbasso), Rita Marcotulli (pianoforte) e Mattia Barbieri (batteria).

Il concerto è reso possibile grazie al prezioso contributo di Poderi Dal Nespoli.

Dopo il riuscito omaggio alla musica di Domenico Modugno, intitolato ‘Uomini in Frac’ (presentato anni or sono sempre a Ravenna Festival), la ‘squadra’ coordinata da Peppe Servillo propone un repertorio di brani che a loro modo hanno segnato un epoca nell’immaginario popolar-nazionale, attraverso canzoni romantiche e ironiche, ma allo stesso tempo provocatorie e idealiste. “Un gioco per raccontare il mondo di oggi – spiega il ‘nuovo Clan’, per spiegare la genesi di queste ‘Memorie’ – con ‘Una carezza in un pugno’ e ‘Storia d’amore’ così come ‘Azzurro’, ‘Stai lontana da me’, ‘Sognando’, ‘Sei rimasta sola’, ‘Sotto le lenzuola’ e tante altre ancora”.

“Abbiamo scelto Celentano – sottolinea coralmente il gruppo – per ritrovare le canzoni che cantavamo da ragazzi guidando le nostre prime automobili o intorno ai falò sulla spiaggia, canzoni che hanno fatto anche la ‘nostra’ storia. Le canzoni del clan sono le canzoni di un’Italia giovane, di nuovo giovane, che guardava altrove e a se stessa anche nelle canzoni, in queste canzoni, tenere e urlate, scritte da autori vari e arrangiate dai migliori per essere cantate da tutti, insieme al molleggiato e a Don Backy, insieme agli amici… Canzoni danzate e sussurrate che cantiamo, diversamente, anche oggi per appartenenza e desiderio, per curiosità e gusto di una memoria viva e sorprendente. Celentano è stato il catalizzatore di un piccolo gruppo di artisti che ha tracciato un’impronta profonda nella storia della musica italiana. Il Clan ha adattato il rock di Elvis Presley e il soul di Wilson Pickett e Ben King al sound italiano. Ha prodotto canzoni impegnate e riflessive e canzoni leggere e di disimpegno. Al suo interno si muovevano personaggi come Don Backy e Ricky Gianco. E insieme a loro muoveva i primi passi quello che sarebbe diventato uno dei più incredibili artisti della storia della musica in Italia, Demetrio Stratos. Il Clan era sicuramente una grande fucina di artisti e ha sicuramente aperto una nuova strada per la canzone italiana”.

Così il ‘nuovo Clan’ si dedica allegramente alla canzone, quella che si presta a essere cantata e ballata da tutti e, allo stesso tempo, consente una piacevole e insolita diversione dal percorso artistico dei singoli musicisti che, dopo aver rivisitato il repertorio di Frank Zappa e di Domenico Modugno, passano a Celentano: “Anche perché le sue sono canzoni che non abbiamo mai suonato; del resto sarebbe difficile immaginare ‘Il ragazzo della via Gluck’ nel repertorio di un musicista jazz o ‘Pregherò’ in quello di Servillo”. Tutti gli arrangiamenti dei brani sono di Furio di Castri, contrabbassista storico del jazz italiano che ha prestato la direzione musicale e la propria, riconoscibile cavata al servizio di questo nuovo progetto. L’aspetto narrativo è quello sul quale il musicista torinese ha concentrato le sue abilità di concertatore. I brani scelti vengono proposti sfrondati di quella originale guasconeria ‘celentanesca’ e resi più maturi, teatrali, raffinati, arricchiti da riuscite riletture che li innalzano a piccolo patrimonio della storia della canzone italiana, ponendoli così in una più giusta prospettiva storica, lontana da quella superficiale a cui spesso erano stati erroneamente associati.

Info. 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietto (ingresso non numerato): 20 euro (ridotti 18)
“I giovani al festival”: under 14 (con adulto) € 5 | 14-18 anni 50% sulle tariffe ridotte | Under 26 tariffe ridotte