Ubu Roi al Rasi, Passioni e Piccolo

Alfred Jarry/Roberto Latini

Fortebraccio Teatro

U B U R O I

di Alfred Jarry

Adattamento e regia Roberto Latini

Musiche e suoni Gianluca Misiti

Scena Luca Baldini

Costumi Marion D’Amburgo

Luci Max Mugnai

con Roberto Latini

un progetto realizzato con la collaborazione

Teatro Metastasio Stabile della Toscana

Venerdì 2 maggio 2014 ore 21

L’Ubu Roi di Alfred Jarry è il testo, datato 1896, che ha dato idealmente inizio alle più divertite, ironiche e sulfuree avanguardie artistiche mondiali, dal surrealismo al dadaismo. Su questo solco si inserisce Roberto Latini, anima di Fortebraccio Teatro, che vestito di un tecnologico esoscheletro, porta da solo in scena tutte le più incredibili marionette scaturite dalla penna “patafisica” di Jarry.

“Per me, da Jarry inizia il Teatro contemporaneo.

Gli Ubu sono un’alterazione e una capacità insieme. Dalla loro comparsa sulla scena si può stabilire un punto di non ritorno. E quindi anche di ripartenza, o partenza nuova.

Mentre ci si affannava ad accompagnare il Teatro alla vita e a ricomporre tutte le sfumature dei velluti del Teatro intanto borghese, Jarry è riuscito a ricondurci al Teatro, a riconvocarci, proponendo delle figure e una modalità di relazione tra testo e scena assolutamente contemporanei.

Jarry propone una nuova convenzione, più che moderna, dentro l’assolutezza che soltanto i classici riescono a determinare. Ubu apre la strada al Teatro del Novecento.

Sono sempre stato convinto che quanto proposto dalla scena difficilmente riesca a stare al passo con i cambiamenti che avvengono in platea. Voglio dire che la velocità di trasformazione, di evoluzione, del pubblico, i gradi, come conquista, della comunicazione e ogni altra relazione che si stabilisce tra lo spettacolo e il pubblico, sono più in avanti di quanto generalmente lo spettacolo riesca a proporre. Jarry, insieme a pochi, pochissimi altri, è riuscito invece a darci un appuntamento dentro il futuro prossimo, spostando il luogo dell’incontro dalla convenzione stabilita alla relazione possibile.

La patafisica, o scienza delle soluzioni immaginarie, è una parola che da sola può essere sinonimo di Teatro.”

Roberto Latini

Al Teatro Rasi è tempo di “patafisica” con l’Ubu Roi di Roberto Latini
La compagnia diretta dall’attore e regista romano torna in scena a Ravenna con un altro capitolo della saga di Alfred Jarry

Dopo il successo di Ubu incantenato, visto al Teatro Rasi qualche anno fa, il Nobodaddy – progetto sulla scena contemporanea a cura del Teatro delle Albe – ospita il ritorno a Ravenna di Roberto Latini e della sua compagnia Fortebraccio Teatro in scena martedì 28 febbraio alle 21, sempre al Rasi, con il testo centrale della saga di Alfred Jarry, Ubu Roi, una produzione del Teatro Metastasio Teatro Stabile della Toscana.

Ubu re è un personaggio grottesco scaturito dall’immaginazione dell’autore francese Alfred Jarry che lo creò tra i banchi del liceo ispirandosi a un’insegnante di fisica oggetto di beffa da parte degli studenti. Figura dal carattere marionettistico e paradossale, “padre Ubu” è un usurpatore, che sottrae con la forza il potere al re polacco Venceslao e instaura un regime crudele al solo scopo di arricchirsi per poi, sconfitto, riparare in esilio. Il personaggio di Ubu re – essenza tragicomica dei tiranni di tutti i tempi a cui Jarry ha dedicato una vera e propria saga – è una caricatura dell’eroe classico, e un esempio di grossolanità, trivialità, incontinenza, un essere dall’aspetto orribile e dall’assoluta incapacità di riflessione, guidato nell’esercizio del suo potere dagli istinti più bassi. Datato 1896, Ubu Roi – ispirato al Macbeth di Shakespeare e intriso in toni dadaisti e surrealisti – apre al Novecento la “patafisica”, scienza delle soluzioni immaginarie e delle leggi che governano le eccezioni spiegando un universo alternativo.

La regia di Roberto Latini fa emergere le presenze “patafisiche” del suo Ubu Roi da un fondale marino, come se gli attori fossero naufraghi su un palcoscenico che – grazie alle luci di Max Mugnai, alla scena di Luca Baldini e ai costumi di Marion D’Amburgo – appare come un luogo fuori da ogni tempo e spazio, un pianeta in movimento eppure immobile e quasi condannato alla reiterazione della propria condizione.  Per moltiplicare il fattore immaginario del testo di Jarry, i volti degli attori – accanto a Latini ci sono Sebastian Barbalan, Lorenzo Berti, Fabiana Gabanini, Ciro Masella, Savino Paparella, Simone Perinelli, Marco Vergani – sono celati da maschere uniformi, che permettono di aprire altri livelli possibili tra i personaggi e le loro stesse proiezioni. Accanto al magma poetico di Jarry, Latini evoca nel suo Ubu Roi versi di Shakespeare – da Macbeth ad Amleto, passando per Romeo e Giulietta, Giulio Cesare e La Tempesta – e di Pinocchio.

Latini, che ha già affrontato il mondo di Jarry con Ubu incatenato visto al Rasi qualche anno fa, individua nella figura del tiranno grottesco un cortocircuito di materia classica e contemporanea. “Sono sempre stato convinto – afferma – che quanto proposto dalla scena difficilmente riesca a stare al passo con i cambiamenti che avvengono in platea. Voglio dire che la velocità di trasformazione, di evoluzione, del pubblico, i gradi, come conquista, della comunicazione e ogni altra relazione che si stabilisce tra lo spettacolo e il pubblico, sono più in avanti di quanto generalmente lo spettacolo riesca a proporre. Jarry, insieme a pochi, pochissimi altri, è riuscito invece a darci un appuntamento dentro il futuro prossimo, spostando il luogo dell’incontro dalla convenzione stabilita alla relazione possibile. La patafisica è una parola che da sola può essere sinonimo di Teatro.”

Dopo lo spettacolo, è in programma la presentazione del libro Io sono un’attrice. I teatri di Roberto Latini (Editoria & Spettacolo) che vedrà la partecipazione dell’artista e della curatrice del volume Katia Ippaso. La giornalista e scrittrice si sofferma, attraverso veri e propri “diari di viaggio”, sui processi creativi di alcune opere recenti della compagnia Fortebraccio Teatro di cui l’attore e regista è fondatore, con particolare riferimento a Nnord e Bikini Bum Bum. Parallelamente, viene messo a nudo il particolare tipo di “concerto per voce e corpo” che da anni caratterizza il lavoro dell’artista, formatosi presso lo Studio di Recitazione e di Ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo .

A partire da questo appuntamento e in occasione di tutti gli  spettacoli del Nobodaddy a venire, il Teatro Rasi aprirà le porte alle 19 per un aperitivo a cura di Il Lato Oscuro della Costa.

Teatro delle Passioni, Viale Carlo Sigonio 382 –  Modena

Da giovedì 1 a sabato 3 marzo ore 21.00

UBU ROI

di Alfred Jarry

regia ROBERTO LATINI

scena Luca Baldini

musiche e suoni  Gianluca Misiti

luci Max Mugnai

costumi Marion D’Amburgo

con Roberto Latini

e con Sebastian Barbalan, Lorenzo Berti, Fabiana Gabanini, Ciro Masella, Savino Paparella, Simone Perinelli, Marco Jackson Vergani

produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Fortebraccio Teatro

Dopo il successo di Ubu incatenato, Roberto Latini torna a confrontarsi con un testo di Alfred Jarry portando in scena al Teatro delle Passioni di Modena Ubu roi da giovedì 1 a sabato 3 marzo.

Scritto da Jarry a soli ventitré anni nel 1896, il testo segna un processo unico di teatralizzazione, un gioco scolastico che diventa spettacolo per marionette e poi occasione scenica per riflessioni sulla natura dell’arte, del linguaggio teatrale e la messinscena di una nuova forma d’attore. Attraverso una costante reinterpretazione del Macbeth di Shakespeare, Alfred Jarry segna con Ubu roi una rottura, un passaggio fra moderno e tradizione preannunciando tutte le avanguardie che verranno e aprendo il Novecento alla “patafisica”, la scienza delle soluzioni immaginarie.

É da Jarry che inizia il teatro contemporaneo, come afferma lo stesso Latini: “Gli Ubu sono un’alterazione e una capacità d’insieme. Dalla loro comparsa sulla scena si può stabilire un punto di non ritorno. E quindi anche di ripartenza, o partenza nuova. Mentre ci si affannava ad accompagnare il Teatro alla vita e a ricomporre tutte le sfumature dei velluti del Teatro intanto borghese, Jarry è riuscito a ricondurci al Teatro, a riconvocarci, proponendo delle figure e una modalità di relazione tra testo e scena assolutamente contemporanei. Jarry propone una nuova convenzione, più che moderna, dentro l’assolutezza che soltanto i classici riescono a determinare”.

Attraverso suggestioni dionisiache, danze improvvise, suoni sottili e maschere che deformano la fisionomia degli attori – fino a diventare in scena soltanto personaggi potenziali, potenze più che presenze – Roberto Latini restituisce a Ubu roi tutta la fantasia e l’energia latente che il testo di Jarry suggerisce, allestendo un mondo carico di fantasia al di fuori di ogni spazio e tempo, come afferma lo stesso regista: “Per ammettere mondi possibili abbiamo avuto bisogno di non definirne uno in particolare. Servivano uno spazio e un tempo fuori da spazio e tempo. La scena, i costumi, le luci e i suoni, sono materia che non può chiudersi per essere portata dentro una confezione. Ogni elemento deve essere a disposizione e nella disponibilità. Abbiamo lavorato tutti immaginando di buttare una canna da pesca da dove eravamo e di non sapere cosa potesse effettivamente venire fuori dal mare di Ubu”.

Se con Ubu incatenato Latini ha imprigionato e legato Ubu al motion capture, tecnologia di computer grafica in grado di tradurre i movimenti dell’attore in immagini digitali, con Ubu roi il regista risale alla fonte, al re marionetta con la pancia a spirale compiendo quasi una sorta di passo indietro per evidenziare tutte le riflessioni del testo e per aggiungere altra vita alle opere.

Un imperdibile allestimento di un testo diventato ormai un classico del teatro mondiale, come Edipo o Amleto, e quindi capace di superare se stesso e mettersi a disposizione dell’occasione teatro.

Ingressi € 11/7.50

Per informazioni e prenotazioni

BIGLIETTERIA TELEFONICA

059 2136021 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13

BIGLIETTERIA TEATRO STORCHI

Largo Garibaldi, 15 –  tel. 0592136021
Orari: martedì dalle ore 10 alle 14 e dalle 16.30 alle 19.00; dal mercoledì al venerdì dalle ore 10.00 alle 14.00; sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.30 alle 19.00

BIGLIETTERIA TEATRO DELLE PASSIONI

Via C. Sigonio, 382 – tel. 059301880
La biglietteria aprirà solo nei giorni di spettacolo a partire da un’ora e mezza

prima della rappresentazione

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