Lucia di Lammermoor a Jesi con Terranova, Fermo e Ravenna con Jessica Pratt

Lucia di Lammermoor inaugura la Stagione d’Opera
Sabato 12 gennaio ore 20.30 e domenica 13 ore 15,30

Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti inaugura, sabato 12 gennaio alle 20.30 (replica domenica 13 alle 15.30), la Stagione d’Opera del Teatro Alighieri realizzata grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il determinante sostegno di Cmc e Unicredit. Con la regia di Henning Brockhaus e la direzione di Matteo Beltrami, rivive uno dei più celebri allestimenti operistici realizzati in Italia dallo scenografo Josef Svoboda, profondo innovatore del teatro del ‘900 e grande maestro della luce e delle illusioni sceniche, di cui ricorrono i dieci anni dalla scomparsa.

Svoboda aveva immaginato per l’opera di Donizetti scene di notevole suggestione poetica, che sono state fedelmente ricostruite da Benito Leonori, già allievo e collaboratore dell’artista boemo. Per valorizzare la componente poetica ed emozionale della storia l’impianto scenografico di Svoboda è rimasto lo stesso ma nelle proiezioni irrompe ora il colore, rispetto al bianco e nero originale. I costumi sono di Patricia Toffolutti, le coreografie di Emma Scialfa. Nello spettacolo è presente tutta la semplicità e il genio di Svoboda. La scenografia vede una grande pergamena stropicciata che scorre lungo il muro del palcoscenico, rivelando, nascondendo e riflettendo personaggi ed azioni. Il tessuto “psicoplastico” (termine coniato da Svoboda per identificare la tela con la doppia proprietà di riflettere le immagini proiettate e far trasparire i personaggi) si dispiega, diventando montagna, nuvole, mare, sudario immaginario che avvolge la follia di Lucia. Rispetto all’edizione originale, il nuovo allestimento dell’opera prevede nuovi costumi e nuove luci e una regia “meno realistica e più poetica ed onirica – come sottolinea Brockhaus – per rendere appieno il complesso mondo di Lucia, una donna che ama e vive le sue emozioni con pienezza in un mondo di uomini che vivono in maniera unilaterale, pensando solo alla vendetta e alla brama di potere; Lucia verrà condotta alla follia da giochi di potere e inganni ad esso legati, ed è una figura ancora attuale e contemporanea”.

Capolavoro del teatro musicale romantico, l’opera è tratta dal romanzo The Bride of Lammermoor di Sir Walter Scott, pubblicato nel 1819. Il libretto è di Salvatore Cammarano, che proprio con Lucia avvia la sua lunga collaborazione con Donizetti. Prima che il 26 settembre 1835 andasse in scena al Teatro San Carlo di Napoli il trentottenne Donizetti aveva composto, in diciassette anni di attività, quarantatre opere ma con Lucia di Lammermoor, composta in poco più di un mese, creò il capolavoro. Di solito modesto e poco propenso a vantarsi, registrandone il successo dopo la prima partenopea, Donizetti scrisse al suo editore Ricordi: «Lucia di Lammermoor andò, e permetti che amichevolmente mi vergogni e ti dica la verità. Ha piaciuto e piaciuto assai. […] Per molte volte fui chiamato fuori e ben molte anche i cantanti. […] Ogni pezzo fu ascoltato con religioso silenzio e da spontanei evviva festeggiato».

L’opera mantiene del romanzo l’irrompere della natura nelle vicende con fulmini e uragani e la fascinazione del paesaggio, fatto di castelli, architetture gotiche, tombe degli avi. Al centro della vicenda, che Scott aveva collocato nella Scozia del 1869 e nel libretto di Cammarano è retrodata alla fine del Cinquecento, l’amore impossibile – che conduce la protagonista alla follia – tra i giovani rampolli di due famiglie, gli Asthon e i Ravenswood, separate da un odio atavico. Edgardo di Ravenswood e Lucia Asthon si sono innamorati e hanno giurato di sposarsi, ma il fratello di Lucia, Enrico, per evitare la rovina della famiglia, caduta in disgrazia presso la corte, costringe con l’inganno la fanciulla al matrimonio con Lord Arturo Bucklaw . Appena siglato il contratto nuziale, Lucia, in preda alla follia, pugnala a morte Arturo, consegnando alla storia del melodramma una delle arie più celebri: Ardon gli incensi… Spargi d’amaro pianto. Edgardo, all’annuncio della morte di Lucia, incapace di vivere senza l’amata, si uccide poco dopo, invocandone il nome.

La cadenza della pazzia è un banco di prova importante per chi si accinge oggi a mettere in scena un’opera del primo Ottocento, epoca in cui, sottolinea il direttore d’orchestra Matteo Beltrami, era prassi “poter contare su alcuni margini di libertà per assecondare e valorizzare le peculiarità degli interpreti in variazioni e cadenze”. Questa Lucia riserva infatti una particolarità: nell’accompagnamento della scena della pazzia di Lucia, al terzo atto, non sarà il flauto a dialogare con il soprano ma l’arpa. La cadenza, generalmente affidata ad un flauto o alla glassarmonica, è stata riscritta per arpa dal direttore d’orchestra Matteo Beltrami. Una scelta dettata dall’esigenza di tradurre musicalmente l’idea, condivisa con il regista, che Lucia non impazzisce improvvisamente, ma più semplicemente taglia ogni legame con quel mondo che l’ha tradita e di cui non vuol più far parte; il suo è un regredire al primo atto, alla giornata in cui ha vissuto gli ultimi attimi felici con Edgardo, ed è dunque accompagnata da reminescenze tematiche del primo atto rese dal timbro cristallino dell’arpa.

Sul podio dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali Matteo Beltrami, giovane direttore genovese che si sta affermando sui palcoscenici più prestigiosi sia in Italia sia all’estero. Il Coro del Circuito Lirico Lombardo è diretto da Antonio Greco. Nell’impervio ruolo di Lucia si alternano Jessica Pratt (12) e Teona Dvali (13); Edgardo di Ravenswood è interpretato da Giacomo Patti (12) e Alessandro Scotto di Luzio (13); Julian Kim (12) e Serban Vasile (13) daranno voce a Lord Enrico Asthon; il basso Giovanni Battista Parodi è Raimondo Bidebent. Completano il cast: Matteo Falcier (Lord Arturo Bucklaw), Cinzia Chiarini (Alisa) e Alessandro Mondula (Normanno). Il nuovo allestimento è una coproduzione tra otto teatri italiani: i teatri del Circuito Lirico Lombardo (Cremona, Como, Brescia e Pavia), il Coccia di Novara, il teatro dell’Aquila di Fermo, la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e l’Alighieri di Ravenna.

‘Prima dell’opera’. Martedì 8 gennaio alle 17.30 (ingresso libero), nella Sala Arcangelo Corelli del Teatro Alighieri, la presentazione dell’opera sarà curata da Giancarlo Landini; da anni presenza costante e sempre apprezzatissima negli appuntamenti ‘Prima dell’Opera’, il ciclo di incontri organizzato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Ravenna.

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: da 14 a 45 euro. Speciale Giovani: under 14 (con adulto) € 5 | 14-18 anni 50% tariffe ridotte | Under 26 tariffe ridotte

Gianluca Terranova, tenore, acclamato interprete della fiction tv su Enrico Caruso, è Lord Edgardo al Teatro Pergolesi di Jesi nella “Lucia di Lammemoor” di Gaetano Donizetti con la ricostruzione delle scene di Josef Svoboda, la regia di Henning Brockhaus, la direzione di Matteo Beltrami, in scena venerdì 23 novembre alle ore 21 e domenica 25 novembre alle ore 16. Nel cast, una giovane Lucia di 23 anni, Sofia Mchedlishvili, al suo debutto in Italia. Con lei, il baritono coreano Julian Kim (Lord Enrico Asthon). Il nuovo allestimento in coproduzione tra otto teatri italiani: Fondazione Pergolesi Spontini, Teatri del Circuito Lirico Lombardo (Cremona, Como, Brescia e Pavia), Teatro Coccia di Novara, Teatro dell’Aquila di Fermo e Teatro Alighieri di Ravenna.

“Adoro il ruolo di Edgardo: unisce accento drammatico a momenti di canto a mezza voce di grande abbandono, specie nel finale, Tu che a Dio spiegasti l’ali. Pavarotti diceva che –  Cantare Donizetti mette a posto la voce! –  Aveva ragione! Lucia di Lammermoor poi è l’Opera romantica per eccellenza dove si ama, si combatte e ci si uccide per amore: più di così!”.

Così il tenore di fama internazionale Gianluca Terranova, protagonista lo scorso settembre della fiction tv su Rai Uno “Caruso, la voce dell’amore” sulla vita di Enrico Caruso, racconta il suo “Lord Edgardo” nella “Lucia di Lammermoor” di Donizetti, in scena venerdì 23 novembre alle ore 21 e domenica 25 novembre alle ore 16 al Teatro Pergolesi di Jesi.

L’opera, terzo titolo della 45esima Stagione Lirica, vede in scena inoltre una giovane Lucia di 23 anni, Sofia Mchedlishvili, al suo debutto in Italia; nata nel 1989 a Tblisi, in Georgia, ha cantato recentemente al Festival Rossini in Wildbad. Nel ruolo di Lord Enrico Asthon è il baritono coreano Julian Kim, già acclamato interprete al Teatro Pergolesi di Jesi de “I Puritani”, “Elisir d’amore” e “Il barbiere di Siviglia”. Completano la compagnia di canto Alessandro Scotto di Luzio (Lord Arturo Bucklaw), Giovanni Battista Parodi (Raimondo Bidibent), Cinzia Chiarini (Alisa), il tenore marchigiano Roberto Jachini Virgili (Normanno). Per l’anteprima giovani riservata alle scuole di giovedì 22 novembre alle ore 16 i protagonisti sono Alexandru Aghenie (Lord Enrico), Romina Casucci (Miss Lucia) e Giacomo Patti (Sir Edgardo di Ravenswood). Sul podio della Form Orchestra Filarmonica Marchigiana dirige Matteo Beltrami,  giovane direttore genovese che si sta affermando sui palcoscenici più prestigiosi sia in Italia sia all’estero. Il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” è diretto da Pasquale Veleno.

In un nuovo allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini in coproduzione con i Teatri del Circuito Lirico Lombardo, il Teatro dell’Aquila di Fermo, il Teatro Coccia di Novara ed il Teatro Alighieri di Ravenna, rivive per la regia di Henning Brockhaus uno dei più celebri allestimenti operistici realizzati in Italia dallo scenografo Josef Svoboda, profondo innovatore del teatro del ‘900 e grande maestro della luce e delle illusioni sceniche. A lui, in occasione dei dieci anni della scomparsa, la Fondazione Pergolesi Spontini ha dedicato la Stagione Lirica 2012, e nel suo nome prosegue il progetto di ricostruzione di tre spettacoli di successo: dopo la celebre “Traviata degli specchi”, allestita nel 2009-2010, e dopo “Macbeth” nel 2012, viene proposta “Lucia di Lammermoor”. Svoboda aveva immaginato per l’opera di Donizetti scene di notevole suggestione poetica, che sono state fedelmente ricostruite nei Laboratori Scenografici della Fondazione Pergolesi Spontini, a Jesi, da Benito Leonori, già allievo e collaboratore dell’artista boemo. I costumi sono di Patricia Toffolutti, le coreografie di Emma Scialfa.

“Lucia di Lammermoor” di Donizetti (1935) manca dal Teatro Pergolesi dal 2007 e racconta l’amore segreto sorto fra Lucia ed Edgardo, membri di due famiglie antagoniste, la prima appartenente a quella degli Asthon e il secondo a quella dei Ravenswood. E’ un’opera molto amata a Jesi dove è stata rappresentata, dal 1838 al 2007, in 16 stagioni liriche. Per la Stagione Lirica 2012, Lucia di Lammermoor riserva una novità: nell’accompagnamento della scena della pazzia di Lucia, al terzo atto, non sarà il flauto a dialogare con il soprano ma l’arpa. La cadenza, generalmente affidata ad un flauto o alla glassarmonica, è stata riscritta per arpa dal direttore d’orchestra Matteo Beltrami. Tale scelta è stata dettata dall’esigenza di tradurre musicalmente l’idea condivisa con il regista Henning Brockhaus che Lucia non impazzisce improvvisamente, ma più semplicemente taglia ogni legame con quel mondo che l’ha tradita e di cui non vuol più far parte; il suo è un regredire al primo atto, alla giornata in cui ha vissuto gli ultimi attimi felici con Edgardo,  ed è dunque accompagnata da reminescenze tematiche del primo atto rese dal timbro cristallino dell’arpa.

Lucia di Lammermoor è, con L’elisir d’amore e Don Pasquale, l’opera più popolare di Donizetti; fu rappresentata per la prima volta al Teatro di San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835. In questo allestimento è presente tutta la semplicità e il genio di Svoboda. La scenografia vede una grande pergamena stropicciata che scorre lungo il muro del palcoscenico, rivelando, nascondendo e riflettendo personaggi ed azioni. Il tessuto “psicoplastico” (termine coniato da Svoboda per identificare la tela con la doppia proprietà di riflettere le immagini proiettate e far trasparire i personaggi) si dispiega, diventando montagna, nuvole, mare, sudario immaginario che avvolge la follia di Lucia.

Per il regista Henning Brockhaus, “la musica di Donizetti fa emergere di battuta in battuta una differenza evidente e abissale tra il mondo femminile di Lucia fatto di un susseguirsi continuo di diversi sentimenti, amore ed emozioni e quello unilaterale maschile dove trionfano quasi unicamente la smania di potere, di guerra (quindi di distruzione) e l’odio. La protagonista viene poi condotta alla follia da giochi di potere e inganni ad esso legati. Allora come oggi l’eccessiva smania di potere porta a una deformazione dell’anima che può rivelarsi causa di follia. La nostra storia recente è piena di psicopatici e di individui che si sono consegnati al potere. In questo senso Lucia di Lammermoor risulta ancora attuale e contemporanea”.

Biglietti: da 15 a 66 euro.

La stagione lirica di Jesi, organizzata dalla Fondazione sotto la guida dell’Amministratore Delegato William Graziosi e del Direttore Artistico Gianni Tangucci, si avvale del sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dei Soci Fondatori (Regione Marche, Provincia di Ancona, Comune di Jesi, Comune di Maiolati Spontini), dei Partecipanti Aderenti (Comuni di Monsano, Montecarotto, Monte San Vito, San Marcello), del Partecipante Sostenitore (Camera di Commercio di Ancona), dei Fondatori Sostenitori (Art Venture: Gruppo Pieralisi, Leo Burnett, Moncaro, New Holland-Gruppo Fiat, Starcom Italia), del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Sponsor principale è Banca Marche.

Informazioni: Fondazione Pergolesi Spontini tel. 0731.202944 fondazionepergolesispontini.com

Biglietteria Teatro Pergolesi tel. 0731-206888