L’angelo di fuoco da Mosca a Torino

La scandalosa opera di Prokof’ev diretta da Valerij Gergiev

Teatro Regio, mercoledì 1 febbraio 2012 ore 20

Dopo quasi cinquant’anni, torna al Teatro Regio dall’1 all’11 febbraio 2012 L’angelo di fuoco di Sergej Prokof’ev, sotto l’autorevole conduzione del Direttore artistico del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo Valerij Gergiev, che ha diretto quest’opera in tutto il mondo. Dal teatro russo provengono anche gli interpreti solisti e l’allestimento (in coproduzione con Royal Opera House, Covent Garden di Londra). L’Orchestra e il Coro sono quelli del Teatro Regio.

La regia, applauditissima, è di David Freeman: ha un’impronta nervosa e fortemente erotica che mette in risalto lo spirito dell’opera. Le scene e i costumi di David Roger ritraggono una solitudine metafisica, popolata da pallidi spiriti; le luci sono di Steve Whitson e di Vladimir Lukasevič.

Nel 1919 Prokof’ev, nonostante le difficoltà incontrate nel vedere rappresentati i suoi primi tre lavori per il teatro, iniziò con entusiasmo la composizione di una nuova opera basata su un romanzo dello scrittore russo Valerij Brjusov, che lo aveva fortemente impressionato sin dalla prima lettura: L’angelo di fuoco. Il compositore sapeva che le prospettive di veder allestito il suo lavoro erano scarse, tuttavia si dedicò con caparbietà alla composizione e alla strumentazione dell’opera, attività che si protrasse per otto lunghi anni a causa dei numerosissimi impegni di Prokof’ev come pianista. Appena conclusa l’opera nel 1927, furono eseguite pubblicamente alcune scene che lasciarono la platea piuttosto fredda; in seguito L’angelo di fuoco si perse tra le carte del musicista finché non venne ritrovato nel 1952: allora iniziarono i preparativi per proporlo integralmente al pubblico, evento che ebbe luogo solo dopo la morte di Prokof’ev quando l’opera fu eseguita in forma di concerto a Parigi. Un anno dopo, nel 1955, L’angelo di fuoco acquistò una veste scenica al Teatro la Fenice di Venezia e da allora continua a essere ospitato nei maggiori teatri d’opera al mondo.

L’opera è ambientata in Germania, nel secolo XVI ed è di ispirazione simbolista. Il dramma si concentra sulla figura di Renata, personificazione della lotta tra il bene e il male, due princìpi che tendono a confondersi rendendo impossibile una netta distinzione. La giovane donna, durante l’infanzia, riceveva le continue visite di un angelo di fuoco, Madiel, il quale la guidava nel cammino verso la santità; a sedici anni la ragazza prova un amore totale e irresistibile per Madiel e per appagarlo vorrebbe unirsi carnalmente a lui, ma l’angelo l’abbandona sconvolto. Più tardi egli le promette di ripresentarsi sotto fattezze umane e Renata crede di riconoscerlo nel conte Heinrich. La giovane trascorre una stagione felice con il conte, ma un giorno l’uomo l’abbandona e da allora lei vive in preda alla disperazione perseguitata dagli spiriti. In questa condizione la incontra in una locanda il cavaliere Ruprecht, il quale s’innamora perdutamente di lei e decide di aiutarla: insieme vanno a Colonia, alla ricerca di Heinrich. Renata usa la magia, appresa dallo studioso Agrippa di Nettesheim, per rintracciare l’amato, ma appena lo rivede egli la respinge; invasa dall’odio, chiede a Ruprecht di sfidare a duello colui che era stato il suo amante. I due uomini si scontrano e Ruprecht rimane gravemente ferito. Renata allora decide di rinchiudersi in convento, ma neanche qui trova pace: dal suo arrivo le altre suore cominciano a sentire i segni della presenza di spiriti maligni e la denunciano alla Santa Inquisizione. Al processo è presente anche Ruprecht con i suoi nuovi compagni di viaggio, Faust e Mefistofele: l’Inquisitore sostiene che Renata sia colpevole dell’ingresso del demonio nel convento e la condanna al rogo.

Quando il compositore iniziò a lavorare alla sua quarta opera, l’amico e collega Mjaskovskij lo mise in guardia nei confronti del romanzo, poiché considerava il suo contenuto eccessivamente religioso; ma Prokof’ev lo giudicava in modo radicalmente diverso, come spiegò in una lettera: «C’è pochissima teologia nell’Angelo di fuoco, ma c’è un non finire di orge». Con questo lavoro egli tratta uno dei temi che più lo intrigavano: l’amore erotico presentato sotto un aspetto perverso, demoniaco e fantastico. La scelta di un soggetto romantico e dal “penetrante odore di zolfo” era in piena sintonia con il crescente interesse che Prokof’ev provava in quegli anni per la religione e l’occultismo. Il compositore, come in precedenti occasioni, scrisse personalmente il libretto, tagliando tutte le scene di colore per ottenere un ininterrotto crescendo drammatico: la sua intenzione era quella di creare una narrazione continua, che dalla prima scena di allucinazione di Renata conducesse inesorabilmente al drammatico episodio finale dell’orgia e dell’esorcismo nel convento. L’orchestra gioca un ruolo importantissimo nel creare una forte coesione tra i cinque atti: non solo commenta l’azione ma crea un’atmosfera carica di tensione, proponendo una musica tesa e convulsa. Rispetto alla versione di Brjusov, nel dramma di Prokof’ev al centro dell’attenzione non c’è più il cavaliere Ruprecht, bensì la giovane Renata: l’isteria della donna domina quasi tutte le scene, rendendo questo ruolo uno dei più impegnativi del repertorio operistico.

Per le recite sono stati invitati grandi interpreti russi, solisti e acrobati d’eccezione della storica compagnia del Teatro Mariinskij. L’impervio ruolo di Renata sarà sostenuto dal soprano Mlada Chudolej, che ha già suscitato unanimi consensi per le sue interpretazioni di personaggi femminili intensi e complessi come Sieglinde, Salome e Lady Macbeth; nei panni di Ruprecht l’esperto baritono Nikolaj Putilin, apprezzato per le sue straordinarie doti di attore e per aver impersonato sui palcoscenici internazionali pressoché tutti i grandi ruoli per baritono del repertorio russo; il tenore wagneriano Leonid Zachožaev sarà l’ambiguo Agrippa di Nettesheim e il giovane basso Michail Petrenko, lanciato sulla scena internazionale nel 2004 da Daniel Barenboim, l’Inquisitore.

Maestro del Coro del Teatro Regio sarà Claudio Fenoglio. Nel corso delle cinque recite, nei ruoli dei protagonisti si alterneranno: Evgenij Ulanov (Ruprecht), Ol’ga Sergeeva e Larisa Gogolevskaja (Renata), Vasilij Gorškov (Agrippa di Nettesheim), Aleksej Tanovickij (l’Inquisitore).

Si ricorda al pubblico che la recita prevista domenica 12 febbraio alle ore 15 è stata anticipata a sabato 11 febbraio alle ore 15.

L’angelo di fuoco sarà trasmesso in diretta radiofonica da Rai-Radio3 l’1 febbraio alle ore 20 e sarà presentato al pubblico da Franco Pulcini nell’Incontro con l’Opera che si terrà al Piccolo Regio Puccini mercoledì 18 gennaio alle ore 17.30.

Biglietti in vendita alla biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242. Informazioni: Tel. 011.8815.557 e  teatroregio.torino.it.