A Rovigo i Complessi di Genova con Don Giovanni

sabato 12 gennaio 20.30 Teatro Sociale

DON GIOVANNI

In scena il terzo appuntamento con la lirica

Nuovo appuntamento con la Stagione Lirica del Teatro Sociale che, sabato 12 gennaio alle 20.30, vedrà in scena Don Giovani, dramma giocoso in due atti con musica di Wolfgang Amadeus Mozart e libretto di Lorenzo da Ponte.
Si tratta di un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera Giocosa ONLUS Savona, Coproduzione con la Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e il Teatro Sociale di Rovigo.
L’opera andrà in scena in replica domenica 13 gennaio alle 16

Personaggi e interpreti

Don Giovanni Andrea Concetti
Donna Anna Irina Dubrovskaya
Don Ottavio Francesco Marsiglia
Il Commendatore Manrico Signorini
Donna Elvira Mina Yamazaki
Leporello Simone Del Savio
Zerlina Linda Campanella
Masetto Francesco Verna

Maestro concertatore e
direttore d’orchestra Giovanni Di Stefano
Regia Elisabetta Courir
Assistente alla regia Nagaraja Sandhja
Scene e costumi Guido Fiorato
Light designer Luciano Novelli
Maestri del coro Marco Balderi e Patrizia Priarone
Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova

atto primo

È notte. Leporello, servo di Don Giovanni, aspetta nel giardino antistante la casa del Commendatore, in cui il suo padrone si è introdotto mascherato per sedurne la figlia, Donna Anna; ma all’improvviso esce di corsa Don Giovanni,
inseguito dalla donna. Le urla di lei destano il Commendatore, che la soccorre e che non esita a sfidare a duello Don Giovanni, rimanendo però ucciso. Don Giovanni, seguito da Leporello, si dà alla fuga. Giunge Donna Anna accompagnata da servitori e dal promesso sposo, Don Ottavio; scorgendo
il cadavere del padre, la donna, disperata, chiede ad Ottavio di vendicarlo contro l’ignoto malfattore. Nel frattempo Don Giovanni va a caccia di nuove conquiste. In una strada di Siviglia, egli sente avvicinarsi una donna e si nasconde. È Donna Elvira, un tempo sedotta e poi abbandonata proprio
da Don Giovanni, di cui è però perdutamente innamorata.
Riconoscendola, il libertino seduttore si dilegua, lasciando Leporello ad affrontare la donna: egli altro non può fare se non spiegarle la natura del suo padrone e metterla al corrente delle sue molteplici imprese di seduzione. Più tardi, Don Giovanni si imbatte in un gruppo di contadini che festeggiano
le imminenti nozze di Zerlina e Masetto; Don Giovanni posa immediatamente lo sguardo sulla sposina e invita tutti nel suo palazzo, incaricando Leporello di occuparsi di Masetto, già irritato e insospettito. Rimasto solo con Zerlina,
Don Giovanni prova a sedurla promettendole di sposarla, ma giunge Donna Elvira a mettere in guardia la fanciulla, portandola via con sé. Giungono intanto Donna Anna e Don Ottavio, che chiedono a Don Giovanni il supporto per scoprire l’assassino del Commendatore; Donna Elvira li esorta a non fidarsi di lui e per tutta risposta riceve l’accusa di essere pazza. Donna Anna però, rimasta sola con Ottavio, trasalisce: nella voce di Don Giovanni ha riconosciuto quella del misterioso malfattore e seduttore. Chiede quindi nuovamente
al fidanzato vendetta per sé e per il padre. Poco dopo, Leporello informa il suo padrone che ha allontanato Donna Elvira e ricondotto Zerlina da Masetto; Don Giovanni, compiaciuto, gli ordina di organizzare una grande festa per la sera stessa. Intanto, nel giardino davanti al palazzo di Don Giovanni, Zerlina cerca di calmare il suo futuro sposo; l’arrivo del libertino e il conseguente turbamento della ragazza riaccendono però la gelosia di Masetto, che decide
di nascondersi e osservare il comportamento della fidanzata.
Viene però immediatamente scoperto e Don Giovanni li invita alla festa. Quella sera, al palazzo di Don Giovanni giungono anche Donna Anna, Donna Elvira e Don Ottavio mascherati, con l’intenzione di cogliere in flagrante il seduttore
e portarlo al cospetto del giudice; Don Giovanni riesce comunque ad allontanarsi con Zerlina, ma le grida di lei fanno accorrere gli invitati. Egli tenta di far ricadere la colpa su Leporello, ma le tre maschere, rivelata la propria identità, lo accusano in pubblico di tutte le sue malefatte. Egli riesce
però a fuggire.

atto secondo

Calar della sera. In una strada nei pressi della casa di Donna Elvira, Leporello si ribella al padrone e tenta di liberarsi dall’incarico, ma allettato da una sostanziosa offerta di denaro, desiste dal suo proposito. Don Giovanni mira alla
cameriera di Donna Elvira e costringe Leporello a cambiarsi con lui d’abito e a circuire con suppliche di perdono la padrona. Ella, ingannata dai costumi, crede ad un ravvedimento del seduttore e commossa scende in strada; Don Giovanni, fingendosi un bandito, li mette in fuga e comincia a cantare una serenata sotto il balcone della cameriera; viene interrotto però dal sopraggiungere di Masetto e di un gruppo di contadini armati, decisi ad uccidere Don Giovanni. Questi però, forte del suo travestimento, non si fa riconoscere e disperde i villici; rimasto poi solo con Masetto, lo colpisce
a bastonate. I suoi lamenti attirano Zerlina, che si accinge a consolarlo. Intanto Leporello non regge più il confronto con Donna Elvira e tenta di liberarsi di lei; giungono però Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto che, ingannati
dall’abito, tentano di aggredirlo. Leporello svela allora la propria identità e si dà alla fuga. Don Ottavio comunica la sua intenzione di consegnare il reo alla giustizia e affida la sua futura sposa alle cure degli amici; Donna Elvira invece
lamenta l’ennesimo raggiro di Don Giovanni, ma sente di essere legata all’uomo da un sentimento di amore e di pietà. E’ notte. Don Giovanni e Leporello dopo la fuga si incontrano in un cimitero e il padrone ride sonoramente ascoltando le disavventure del povero servo. Ma la risata è interrotta da una voce minacciosa che lo ammonisce: è la statua sulla tomba del Commendatore. Don Giovanni non si fa intimorire e, spavaldo, ordina a Leporello di invitare a
cena la statua, che prontamente accetta. In casa di Donna Anna, Ottavio prega la donna di fissare il giorno delle nozze, ma ella gli chiede ancora tempo per superare il recente lutto. Nel proprio palazzo, Don Giovanni si appresta a cenare quando irrompe Donna Elvira, che tenta ancora di far ravvedere il seduttore, ma invano; la donna esce ma rientra poco dopo urlando. Leporello, mandato a scoprire il motivo di tanto spavento, rientra terrorizzato avvertendo il padrone che la statua del Commendatore si sta avvicinando; Don
Giovanni in persona va sulla soglia e gli ribadisce l’invito.
La statua a sua volta gli domanda se sia pronto anch’egli ad accettare un invito e, ricevuta risposta positiva, gli chiede di stringergli la mano. Don Giovanni sente una morsa di gelo, il Commendatore gli intima più volte di pentirsi, ma egli rifiuta. La statua lo trascina allora con sé e lo fa sprofondare nelle fiamme dell’inferno. Troppo tardi giungono gli altri personaggi: Leporello narra loro l’accaduto e ognuno va per la propria strada: “Questo è il fin di chi fa mal! E de’ perfidi la morte alla vita è sempre ugual!

Teatro Sociale di Rovigo
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