Terry Riley parte da Lugo

Terry Riley al Lugo Opera Festival

ATTENTI AL TRIO

Giovedì 9 maggio al Teatro Rossini giunge il leggendario compositore e pianista
americano Terry Riley, protagonista di una quattro giorni musicale per il Festival Angelica che tocca Bologna, Lugo e Modena. Con lui il figlio chitarrista Gyan Riley ed il violinista “elettrico” Tracy Silvermann.
Al Teatro Rossini prima italiana dell’opera “The 3 Generation Trio”.

L’ormai consueto appuntamento del Lugo Opera Festival realizzato a quattro mani col Festival “Angelica” di Bologna è in programma giovedì 9 maggio
alle 21 al Teatro Rossini di Lugo: protagonista il leggendario compositore americano Terry Riley, l’autore del manifesto del minimalismo in musica, il famoso “In C” del 1964. Questo straordinario appuntamento è realizzato all’interno di un più esteso progetto dal titolo “Terry Riley & Friends… Music in a Curved Air”, che vede il settantasettenne compositore coinvolto in un’intensa quattro giorni di musiche e incontri a Bologna (Chiesa dei Servi, di Santa Caterina e Conservatorio), Lugo (Teatro Rossini) e Modena (Teatro Comunale Luciano Pavarotti), durante la quale saranno eseguite sue composizioni in prima assoluta o in prima nazionale.
In particolare l’appuntamento a Lugo in programma il 9 maggio vedrà la prima
italiana assoluta dell’opera “The 3 Generations Trio”. Accanto a Terry Riley
ci sarà il figlio chitarrista Gyan Riley e il violinista “elettrico” a 6 corde Tracy
Silverman. È Terry Riley stesso a commentare questa sua nuova opera: «Sentivo il bisogno di lavorare con forme aperte, per lasciare ai musicisti con cui collaboro la massima libertà di espressione artistica. Questi musicisti devono avere la capacità di improvvisare in diversi modi, spaziando tra l’estetica Orientale, Africana, Classica, Jazz e altre ancora, e devono avere una consapevolezza che permetta loro di passare da un genere all’altro individualmente o come gruppo». «Ho il privilegio di essere il padre di Gyan Riley – continua Riley – che fin da tenera età ha mostrato di possedere abilità musicali prodigiose, e ha iniziato a suonare nei miei gruppi quando era ancora adolescente. Gyan è non solo un chitarrista e improvvisatore di livello mondiale, ma anche un compositore degno di nota che, grazie alle sue esibizioni e dischi, ha ottenuto un seguito incredibilmente numeroso. Gyan possiede un inspiegabile intuito che gli permette di sapere sempre che direzione sta prendendo la musica, anche durante i momenti più concitati di una performance dal vivo, e per questo riesce sempre ad aggiungere idee musicali caratteristiche al flusso musicale». Non molto diverso il giudizio di Riley su Tracy Silverman: «Tracy è un talento prodigioso e ha ideato per sé un violino elettrico a 6 corde che è uno strumento di straordinaria bellezza e originalità. Il suo suono ha un calore personale e inconfondibile, che è in grado di trasportare l’ascoltatore in uno stato di profonda emozione, mentre scopre idee melodiche di un’estrema sottigliezza. Tracy dispone di un arsenale di suoni ed effetti unico, che danno vita a qualsiasi realtà, da tessiture orchestrali a pungenti nuvole di suono dalla ruvidezza grunge. E lui sa come e dove usarli».

Nato nel 1935 a Colfax, California, Terry Riley è considerato uno dei padri del
minimalismo. L’incontro con La Monte Young all’Università di Berkeley e il
comporre assieme musiche per balletti di Anna Halprin nel ’60, ma anche il lavorare come pianista ragtime al Gold Street Saloon di San Francisco e nei cabaret di Parigi e infine diventare allievo di Pandit Pran Nath, sono tutti eventi che lasceranno tracce evidenti nella sua musica. Il suo primo capolavoro In C (’64), è probabilmente l’opera che conta più esecuzioni del minimalismo, da parte degli ensemble più diversi (dai Piano Circus alla Shangai Film Orchestra agli Acid Mothers Temple – nel 2011 AngelicA presentò la versione per ensemble di contrabbassi di Stefano Scodanibbio).
Ma ancor più successo ebbero i suoi concerti per organo e sistemi di tape delay, concepiti “come modelli di operazioni molecolari e universali con turbinanti galassie di suono”, e in particolare A Rainbow In Curved Air (1968) divenne un minor hit dell’era psichedelica.
Influenzato principalmente dalle forme improvvisative jazz e indiane, lungo gli anni ’70 le sue composizioni erano per lo più sketches per le performance dal vivo, ma l’incontro con il Kronos Quartet frutta 18 lavori (per quartetto, quintetto, o concerti con aggiunti orchestra o coro), dal 1984 al 2010, e dagli anni ’90 in poi compone tra gli altri per i quartetti fiatistici ROVA e ARTE, per la Saint Louis Symphony, per la Philadelphia Chamber Orchestra, e per il Paul Dresher Ensemble.
Oltre che in solo, si è esibito inoltre con i quintetti Khayal e All Stars, in duo con Stefano Scodanibbio, in trio con George Brooks e Krishna Bhatt.

Info e prenotazioni: Teatro Rossini Lugo – 0545.38542 – info@teatrorossini.it