Omaggio a Rota sulle punte

Al Teatro Filarmonico la danza per il Centenario della nascita di Rota

Omaggio a Rota, nuova produzione di balletto della Fondazione Arena di Verona, vedrà la sua prima esecuzione assoluta venerdì 6 maggio 2011 alle ore 20.30 al Teatro Filarmonico, e andrà in scena per cinque serate fino a mercoledì 11 maggio.

Omaggio a Rota, trittico coreutico dedicato al compositore nel Centenario della nascita, porta la firma della Direttrice del Corpo di ballo dell’Arena di Verona Maria Grazia Garofoli: Le Molière imaginaire (suite), Romeo e Giulietta (estratti orchestrati ed arrangiati dal M° Francia) e La Strada (suite). Dirige l’Orchestra areniana il Maestro Marcello Rota, fra i più apprezzati interpreti del repertorio di Nino Rota. Il Corpo di ballo dell’Arena di Verona si esibisce a fianco delle étoile Letizia Giuliani, Gregor Hatala, Mick Zeni e Vito Mazzeo impegnati nei ruoli principali.

Per omaggiare Rota sono state scelte le sue due più celebri musiche espressamente create per la danza: Le Molière imaginaire e La strada.

Nino Rota ha composto la partitura de Le Molière imaginaire nel 1976 su progetto del coreografo Maurice Béjart per celebrare i 300 anni dalla morte del commediografo francese. Ne è risultato uno spaccato della vita e del teatro di Molière, una “biographie onirique”, per dirla alla Béjart. Il balletto ripercorre la continua lotta di Molière all’impostura, all’ipocrisia impersonata da notabili e dame di corte, in difesa del suo amore per la natura, la libertà, la felicità, rappresentata dal Teatro e dalle figure femminili di Madeleine e Armande Béjart, e dalla marchesa Thérese Du Parc. Come ricorda Maria Grazia Garofoli, Natura e impostura sono le parole più ricorrenti, in antitesi tra loro, nei testi di Il balletto de La strada è andato in scena per la prima volta alla Scala il 2 settembre 1966, dodici anni dopo l’uscita del film felliniano. L’Italia centrale all’indomani della Seconda Guerra Mondiale fa da scena alla cruda vicenda di Gelsomina e Zampanò, coppia di artisti girovaghi che si guadagna a stento da vivere. Al Filarmonico di Verona La strada sarà in versione suite, con la coreografia meno neorealista e più intimista, dove le emozioni si distaccano dal contesto di povertà e miseria per farsivero motore dell’azione: «Ora quel luogo di fame e disperazione non è più lì, è da un’altra parte, è da tante parti. Ma è la stessa cosa. Sono le storie di sempre».

Infine la partitura di Romeo e Giulietta, composta per il film di Zeffirelli del 1968: «Non c’è in Rota – come afferma la Garofoli – il descrittivismo millimetrico di Prokof’ev. Né la drammaticità di Berlioz.

E neppure ci sono il fragore e il senso cosmico, quasi estraniante, con cui Čajkovskij racconta la vicenda dei due giovani amanti veronesi. C’è nella colonna sonora di Rota per il film di Zeffirelli quel qualcosa che nasce dal profondo del cuore, da dentro, che sa farti gioire e un attimo dopo piangere». La coreografia proposta in Omaggio a Rota guarda ancora al binomio molieriano natura e impostura, dove la natura sono i due giovani amanti e l’impostura sono le famiglie di Verona che pensano solo ai propri interessi, sottolineando l’alleanza subdola tra Paride e i genitori di Giulietta.

Un trittico tutto italiano in prima esecuzione assoluta, che vede nella figura del viaggiatore l’elemento di congiunzione tra i quadri, come una sorta di deus ex machina. Il personaggio interpretato da Vito Mazzeo, spiega Maria Grazia Garofoli, rappresenta qualcosa che unisce le tre vicende: «quella dell’artista osteggiato dal mondo (Molière), quella dell’amore sincero mal visto da genitori ottusi che hanno in mente solo il “buon partito” (Romeo e Giulietta) e quella fiabesca di esseri umani dal cuore puro (La strada) che hanno il candore di certi personaggi di Cesare Zavattini tipo Totò il buono. Ho così pensato a “un viaggiatore”. È lui il trait d’union. Ovviamente è un simbolo. Non è comunque il destino. Né il demiurgo che poi sarebbe la Morte. Di sicuro è qualcuno che sta sopra le vicende degli umani e potendo dà anche una mano a chi ne ha bisogno come avviene nelle fiabe a lieto fine. La scenografia è firmata da Flavio Arbetti e rappresenta una sorta di magazzino della mente, proiezione dell’anima di Rota-compositore all’interno dei tre quadri. Nella sua asimmetria suggerisce

allo spettatore di superare la realtà narrativa per cogliere le emozioni recondite, liberare la mente ed aprirsi alla riflessione. Gli specchi via via svaniscono e lasciano il posto a molteplici suggestioni:
dapprima il grande volto bendato de Le Molière imaginaire, alter ego del viaggiatore, il tessitore della trama, accompagnato da proiezioni della natura che rimandano agli elementi primari dell’acqua (la cascata) e del fuoco (i raggi del sole). Poi appaiono i soldati del Romeo e Giulietta, a rappresentare la lotta violenta tra Montecchi e Capuleti, accostati alla croce, simbolo della fede e dell’amore eterno che culmina nel matrimonio e quindi nella morte; l’elemento naturale è l’aria, simboleggiata da un cielo cangiante. Infine furgone ed elefanti rievocano il circo come visione e miraggio ne La strada: domina la terra, campo fiorito prima e landa arida poi, che sul finale sa restituire un solo fiore rosso, emblema di speranza e di rinascita.

Per il balletto Omaggio a Rota viene proposta la promozione riservata alle scuole di danza con biglietto a 10 € in posto di platea numerato per tutte le recite, esclusa la domenica.

Informazioni e prenotazioni da richiedere all’Ufficio Formazione della Fondazione Arena di Verona al numero 045 8051933, fax 045 590638 ed e-mail ufficio.formazione@arenadiverona.it.