Nagano,Fellner & Cherubini Orchestra


Kent Nagano e la potenza di Brahms
Kent Nagano torna a Ravenna Festival sul podio dell’Orchestra Cherubini
Pala De Andrè, mercoledì 11 giugno ore 21

Serata di straordinaria musica sinfonica, quella di mercoledì 11 giugno a
Ravenna Festival. Il Pala De André vedrà infatti il ritorno di un grande
direttore d’orchestra, lo statunitense Kent Nagano, sul podio dell’Orchestra
Giovanile Luigi Cherubini e con al pianoforte il viennese Till Fellner, in
un programma magnificamente brahmsiano che sarebbe sicuramente piaciuto alla scrittrice Françoise Sagan. Verranno infatti eseguiti il Concerto in re minore per pianoforte e orchestra n.1 op.15 e la Sinfonia n.4 in mi minore op.98 di Johannes Brahms, quasi l’alfa e l’omega della parabola creativa del compositore amburghese.
Il concerto è reso possibile grazie al contributo della Cassa dei Risparmi
di Forlì e della Romagna.

Insieme alla Sonata op. 5 e al Trio op. 8, il Concerto in re minore op. 15 è
l¹opera capitale della giovinezza di Brahms, quasi un autoritratto della sua
natura di ardente romantico, che aspira con non meno ardore alla misura e
alla tradizione classica. La sua gestazione, fra il 1854 e il 1858, è stata
travagliatissima, fra tentativi, rifacimenti, sostituzioni e involuzioni in
uno scambio di giudizi e pareri richiesti agli amici più vicini in quegli
anni, Joseph Joachim, Clara Schumann (di cui l’autore venticinquenne è
infatuato) e Julius Otto Grimm. Terribile fiasco alle prime esecuzioni, il
Concerto è invece uno fra i più significativi che siano ano stati scritti dopo
quelli di Beethoven per grandiosità d’impianto e impegno costruttivo. Il
punto più tormentato era forse quello dell’organico strumentale in cui
incorniciare una materia che sembrava prevaricare ogni limite formale: il
primo abbozzo infatti (aprile 1854) prevede un Sonata in tre movimenti
per due pianoforti, ma già nel mese di giugno Brahms, desideroso di avere
più mezzi a disposizione, si orienta verso una Sinfonia orchestrale, pur
proseguendo il lavoro nella tessitura dei due pianoforti non sentendosi
ancora pronto al cimento con la forma sinfonica; nell¹estate tuttavia prova
a orchestrare il primo movimento, ma ne resta insoddisfatto: abbandonare la sua peculiare scrittura pianistica gli pare Œinnaturale¹. Nel febbraio 1855, in una lettera a Clara, appare infine l¹idea di un Concerto per pianoforte e orchestra, comprendente un primo movimento, uno Scherzo e un Finale terribilmente difficile e grandioso¹; lentamente si arriva così all’opera che si conosce oggi, con una nuova versione del primo movimento, la cancellazione dello Scherzo sostituito da un nuovo Adagio (gennaio 1857) e il previsto Finale in forma di Rondò; ma fino all’ultimo lo spirito autocritico, che in Brahms era acutissimo, impone ancora all’opera
revisioni, rifacimenti e ritocchi. Il realtà, per capire pienamente l’opera
vanno ricordati due eventi che influenzano la coscienza emotiva del
compositore; intanto lo shock provato alla notizia del tentativo di suicidio
compiuto da Schumann nel febbraio 1854; poi l’impressione non meno violenta del primo incontro con la Nona Sinfonia di Beethoven, ascoltata nello stesso periodo alle Feste musicali del Basso Reno.

La Quarta sinfonia, opera della piena maturità e vero capolavoro, è l’apice
della peculiare tecnica compositiva dell¹autore. Composta nelle due estati
del 1884 e 1885 a Mürzzuschlag in Stiria, venne eseguita per la prima volta
a Meiningen il 25 ottobre 1885, con Brahms alla direzione. Incardinata nella regola dei quattro movimenti canonici, conta sopra tutto il messaggio
interiore, la ricerca personale, come se il compositore scrivesse prima di
tutto per se stesso, quasi incurante delle istanze del mondo esteriore. Il
monumentale primo movimento è il culmine della drammaticità e della passione di Brahms; il secondo movimento ha invece l’atmosfera di un requiem sinfonico, simile a un lied. Il terzo è gioioso ed esuberante e porta al finale, celebre monumento all’arte della variazione, raro esempio sinfonico di passacaglia che si basa su un basso di Ciaccona, direttamente Bachiano.
Ma tutta la sinfonia e piena di citazioni, compresa quelle di alcune
composizioni di Beethoven, all¹interno del quarto movimento.

Il pullman del Festival per gli spettacoli al Pala de Andrè
Stazione > Pala de Andrè – 2 corse ore 20.15 e 20.30

Per tutti gli spettacoli in programma al Pala de Andrè è attivo il servizio
navetta straordinario e gratuito dedicato al pubblico del Festival
organizzato in collaborazione con Start Romagna. I pullman identificabili
dal logo di Ravenna Festival percorreranno 2 volte la tratta Stazione
Ferroviaria ­ Palazzo M. De André con partenza alle ore 20,15 e 20,30 da
Piazza Farini. Al termine degli spettacoli due corse riporteranno gli
spettatori al capolinea.

Info e prevendite: 0544 249244 ­ ravennafestival.org
Biglietti: da 15 euro (ridotti 12) a 93 euro (ridotti 85) / I giovani al
festival: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni, 50% tariffe ridotte

Kent Nagano

Nato in California, Nagano mantiene stretti legami con il suo paese
d¹origine, ed è direttore musicale della Berkeley Symphony Orchestra dal
1978 al 2008. La sua carriera muove però i primi passi a Boston, dove lavora come assistente di Seiji Ozawa alla Boston Symphony Orchestra. Decisiva per la sua carriera è la richiesta del compositore Olivier Messiaen di dirigere la prima mondiale del suo San Francesco d’Assisi. Messiaen diviene quindi
il mentore di Nagano, lasciandogli in eredità il suo pianoforte. Il successo
in America lo rende famoso anche in Europa, dove diventa direttore musicale dell’Opéra National de Lyon (1988-1998) e dell¹Orchestra Hallé (1991-2000).
Rinomato per la purezza, l’eleganza e l’intelligenza delle interpretazioni,
è ugualmente a proprio agio con la musica classica, romantica e
contemporanea e le sue letture offrono nuove intuizioni al pubblico dei
musicofili, sia che si tratti di musica mai eseguita o del grande
repertorio. Dal settembre 2006 è direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Montreal, incarico che manterrà fino al 2020. Dal settembre 2013 è inoltre consulente artistico e primo direttore ospite dell’Orchestra
Sinfonica di Göteborg. Nel 2015 assumerà anche l’incarico di direttore
musicale generale dell¹Opera di Stato e dell’Orchestra Filarmonica di
Amburgo. Una vera e propria pietra miliare per la carriera di Nagano è la
direzione dell’Orchestra Sinfonica di Montreal per l’inaugurazione della
nuova sala concerti, la Maison Symphonique (settembre 2011). Con loro esegue anche gli integrali delle sinfonie di Beethoven e Mahler, i Gurrelieder di Schönberg, Tannhäuser, Tristano e Isotta e L’oro del Reno di Wagner in forma di concerto, la ŒGiovanna d’Arco al rogo di Honegger, il San Francesco d’Assisi di Messiaen e una serie di concerti con musiche di
Dutilleux (2010-2011) e Boulez (2011-2012). Nagano porta l’orchestra in tour in Canada da costa a costa, oltre che in Giappone, Corea del Sud, Europa e Sud America. Insieme registrano l¹album ŒIdeals of the French Revolution, vincitore del premio Juno, che include la Sinfonia n. 5 di Beethoven, i Lieder per orchestra di Mahler con Christian Gerhaher e i Concerti per pianoforte n. 4 e 5 di Beethoven, un anticipo dell’integrale delle Sinfonie di Beethoven. Anche le Sinfonie n. 3, 6, 8 e 9 sono pubblicate da Sony Classical/Analekta.

Till Fellner

La carriera internazionale del pianista austriaco è iniziata nel 1993 con il
primo premio al concorso Clara Haskil di Vevey, in Svizzera, che gli ha
consentito di diventare, nell’arco di due decenni, ospite delle maggiori
orchestre del mondo, oltre che dei principali teatri e festival d’Europa,
Stati Uniti e Giappone. A questo intenso periodo ha fatto seguito, nel 2012,
un ritiro dalle scene per un anno, allo scopo di dedicarsi allo studio di un
nuovo repertorio e per approfondire le proprie conoscenze in materia di
composizione, letteratura e cinema (tra i frutti di questo periodo è un
saggio sulla musica nei film di Luis Buñuel). Fellner ha studiato a Vienna,
dov¹è nato, con Helene Sedo-Stadler, proseguendo in seguito la formazione
con Alfred Brendel (che definisce principale e imprescindibile fonte di
ispirazione), Meira Farkas, Oleg Maisenberg e Claus-Christian Schuster. Nel campo della musica cameristica collabora regolarmente con il tenore inglese Mark Padmore e, in trio, con Lisa Batiashvili e Adrian Brendel, con i quali si è di recente esibito al Festival di Salisburgo e alle Schubertiadi di
Schwarzenberg. Collabora inoltre con artisti quali Vladimir Ashkenazy,
Herbert Blomstedt, Christoph von Dohnanyi, Bernard Haitink, Nikolaus
Harnoncourt, Sir Charles Mackerras, Kurt Masur, Kent Nagano, Jonathan Nott, Claudius Traunfellner e Hans Zender. Il suo repertorio dimostra particolare attenzione ai classici viennesi e alla cerchia di Liszt, ma anche alla musica contemporanea, in particolare alle opere di Harrison Birtwistle e al concerto per pianoforte del compositore austriaco Thomas Larcher.
Recentemente inoltre si è dedicato a due pietre miliari del repertorio
pianistico: il Clavicembalo ben temperato di Bach e l’integrale delle Sonate
per pianoforte di Beethoven, ciclo che ha eseguito a New York, Washington,
Tokyo, Londra, Parigi e Vienna tra 2008 e il 2010.