Muti inaugura la stagione sinfonica a San Carlo

INAUGURAZIONE STAGIONE SINFONICA 2010-2011

martedì 21 dicembre 2010, ore 20.30

mercoledì 22 , ore 20.30,

giovedì 23, ore 18.00

Sotto l’Altro Patronato del Presidente della Repubblica Italiana

Sponsor unico
Finmeccanica

In collaborazione con
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo
Regione Campania – Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali
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ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DI SAN CARLO

Direttore

RICCARDO MUTI

Maestro del Coro

Salvatore Caputo

soprano Kristin Lewis

mezzosoprano Sonia Ganassi

tenore Dmitry Korchak

basso Ildar Abdrazakov

Luigi Cherubini

Ouverture in sol maggiore

Franz Schubert

Sinfonia n.8 in si minore “Incompiuta” (D. 759)

Gioachino Rossini

Stabat Mater per soli, coro e orchestra

Sarà Riccardo Muti ad inaugurare la Stagione Sinfonica 2010-2011 del Teatro di San Carlo. Attesissimo il ritorno del Maestro sul podio del Lirico, martedì 21 dicembre, alle ore 20.30 (con repliche il 22, alla stessa ora, e il 23 alle 18.00), alla guida di Coro e Orchestra della Fondazione Teatro di San Carlo.

In apertura di programma l’Ouverture in sol maggiore di Luigi Cherubini delinea fin da subito l’ambito espressivo intorno a cui si snoda il programma della serata. “La sua musica scaturisce dall’anima. Non c’è una sola nota che sia stata scritta solo per impressionare qualcuno”, dice Muti di Cherubini. “Il più grande compositore del tempo”, secondo Beethoven. Il musicista fiorentino rappresenta un importante tassello per la diffusione in Europa dello stile italiano. Cherubini arrivava a Londra da Parigi , salutato dalla chiara fama e conoscendo in maniera profonda le sinfonie londinesi del grande Haydn. Il 1815, anno del Congresso di Vienna e della fine del grande progetto napoleonico, apre scenari di forte inquietudine. L’Ouverture da concerto in sol maggiore, “conduce il discorso quasi come una vera ouverture d’opera, presentando e quasi sciorinando i temi d’una rappresentazione che non verrà. Come se ci raccontasse un progetto ancora immaturo, affascinandoci”, spiega Lorenzo Arruga nelle note di sala.

“Portatore sano” di un romanticismo più incline all’intimità è invece Franz Schubert, di cui sarà eseguita nella parte centrale la celebre Sinfonia n.8 in si minore D. 759, conosciuta ai più come “Incompiuta”. Iniziata nel 1822, passeranno 43 anni prima che il lavoro venga eseguito a Vienna, il 17 dicembre 1865, in un concerto della Società degli Amici della Musica. L’“Incompiuta” ha una sua anomalia, chiudere già dopo l’Adagio del secondo tempo. Molti si sono chiesti se il compositore avrebbe mai “completato” il lavoro, se non fosse morto così prematuramente. L’indizio a favore della sinfonia così com’è è nella qualità stessa della musica, nella compiutezza del linguaggio, che detta la forma e la risolve fuori da ogni altra appartenenza a generi o da ogni altra sollecitazione.

La chiusura del concerto è affidata ad uno dei grandi protagonisti della stagione ottocentesca al San Carlo: Gioachino Rossini.

Fin dalla prima commissione, Rossini è protagonista dell’agone operistico italiano. Una data importante, da scrivere negli annali rossiniani, è il 1815: con Elisabetta Regina d’Inghilterra inizia la sua collaborazione con il Teatro di San Carlo e il geniale impresario Domenico Barbaja. Se alla città dei papi si deve la fama del Barbiere, al San Carlo è legata la sua più importante produzione “sperimentale”, dal 1817 tutta nell’ambito del genere serio. Muti sceglie per concludere il suo programma lo Stabat Mater del pesarese, incoronato dai suoi contemporanei come un assoluto capolavoro di stile. Interpreti per l’occasione le voci soliste del soprano Kristin Lewis, del mezzosoprano Sonia Ganassi, del tenore Dmitry Korchak e del basso Ildar Abdrazakov. La prima esecuzione all’Opéra di Parigi, nella sala Ventadour, il 7 gennaio del 1842, è un successo. Neanche un unico numero dello Stabat Mater potrebbe non appartenere all’opera di Rossini, sia per ragioni di struttura che di orchestrazione e di melodia. “Anche i momenti meno intensi meritano attenzione. Si potrebbe anche cantare il “Cujus animam” del tenore come se fosse un vivace canto popolare, ma le armonie complesse di Rossini, che enfatizzano il dolore della Vergine, dovrebbero essere un sufficiente avvertimento che le sue intenzioni sono altre”, spiega il rossiniano Philip Gossett. Rossini, nel suo Stabat Mater, adoperò come offerta alla Vergine il “suo” linguaggio, un linguaggio di sentimento, di profonde emozioni, gioia del canto e ringraziamento per il dono della melodia.

Il Maestro Muti, ha scelto di aprire la prova generale del 21 (ore 11) ai giovani: tra i presenti l’orchestra Giovanile Sanità Ensemble del Rione Sanità, i giovani musicisti vincitori del Premio Pergolesi del San Carlo Edizione 2010, oltre ai ragazzi della Fondazione Pol.i.S di Paolo Siani che si occupa di politiche integrate di sicurezza per le vittime innocenti di criminalità e di beni confiscati .

E ancora, Giovedì 23 dicembre, alle ore 20.30, a conclusione dell’ultima replica del concerto, il Maestro Muti incontrerà il pubblico nel foyer storico del teatro di San Carlo e firmerà le copie del suo libro Prima la musica, poi le parole (Rizzoli). Un’ autobiografia ricca di episodi, editi e inediti, sulla propria vita e che offre altresì un ampio spazio alle riflessioni del grande direttore d’orchestra sul mondo della musica. Le persone che volessero la firma del Maestro, pur non avendo assistito al concerto, potranno accedere al Foyer del teatro, dove sarà allestito uno spazio dedicato all’acquisto del volume.

Riccardo Muti | direttore

A Napoli, città in cui è nato, studia Pianoforte con Vincenzo Vitale, diplomandosi con lode nel Conservatorio di San Pietro a Majella. Prosegue gli studi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, sotto la guida di Bruno Bettinelli e Antonino Votto, dove consegue il diploma in Composizione e Direzione d’orchestra. Nel 1967 la prestigiosa giuria del Concorso “Cantelli” di Milano gli assegna all’unanimità il primo posto, portandolo all’attenzione di critica e pubblico. L’anno seguente viene nominato Direttore Principale del Maggio Musicale Fiorentino, incarico che manterrà fino al 1980. Già nel 1971, però, Muti viene invitato da Herbert von Karajan sul podio del Festival di Salisburgo, inaugurando una felice consuetudine che lo hanno portato nel 2010 a festeggiare i quarant’anni di sodalizio con la manifestazione austriaca. Gli anni Settanta lo vedono alla testa della Philharmonia Orchestra di Londra (1972-1982), dove succede a Otto Klemperer; quindi, tra il 1980 e il 1992, eredita da Eugène Ormandy l’incarico di Direttore Musicale della Philadelphia Orchestra. Dal 1986 al 2005 è Direttore Musicale del Teatro alla Scala: prendono così forma progetti di respiro internazionale, come la proposta della trilogia Mozart-Da Ponte e la tetralogia wagneriana. Accanto ai titoli del grande repertorio trovano spazio e visibilità anche altri autori meno frequentati: pagine preziose del Settecento napoletano e opere di Gluck, Cherubini, Spontini, fino a Poulenc, con quelle Dialogues des Carmélites che gli hanno valso il Premio “Abbiati” della critica. Il lungo periodo trascorso come Direttore Musicale dei complessi scaligeri culmina il 7 dicembre 2004 nella trionfale riapertura della Scala restaurata dove dirige l’Europa riconosciuta di Antonio Salieri. Nel corso della sua straordinaria carriera Riccardo Muti dirige molte tra le più prestigiose orchestre del mondo: dai Berliner Philharmoniker alla Bayerischen Rundfunk, dalla New York Philharmonic all’Orchestre National de France alla Philharmonia di Londra e, naturalmente, i Wiener Philharmoniker, ai quali lo lega un rapporto assiduo e particolarmente significativo, e con i quali si esibisce al Festival di Salisburgo dal 1971. Invitato sul podio in occasione del concerto celebrativo dei 150 anni della grande orchestra viennese, Muti ha ricevuto l’Anello d’Oro, onorificenza concessa dai Wiener in segno di speciale ammirazione e affetto. Nell’aprile del 2003 viene eccezionalmente promossa in Francia, una “Journée Riccardo Muti”, attraverso l’emittente nazionale France Musique che per 14 ore ininterrotte trasmette musiche da lui dirette con tutte le orchestre che lo hanno avuto e lo hanno sul podio, mentre il 14 dicembre dello stesso anno dirige l’atteso concerto di riapertura del Teatro La Fenice di Venezia. Nel 2004 fonda l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” formata da giovani musicisti selezionati da una commissione internazionale, fra oltre 600 strumentisti provenienti da tutte le regioni italiane. La vasta produzione discografica, già rilevante negli anni Settanta e oggi impreziosita dai molti premi ricevuti dalla critica specializzata, spazia dal repertorio sinfonico e operistico classico al Novecento. Il suo impegno civile di artista è testimoniato dai concerti proposti nell’ambito del progetto “Le vie dell’Amicizia” di Ravenna Festival in alcuni luoghi “simbolo” della storia, sia antica che contemporanea: Sarajevo (1997), Beirut (1998), Gerusalemme (1999), Mosca (2000), Erevan e Istanbul (2001), New York (2002), Il Cairo (2003), Damasco (2004), El Djem (2005) con il Coro e l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino e i “Musicians of Europe United”, formazione costituita dalle prime parti delle più importanti orchestre europee. Tra gli innumerevoli riconoscimenti conseguiti da Riccardo Muti nel corso della sua carriera si segnalano: Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e la Grande Medaglia d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della Repubblica Federale Tedesca; la Legion d’Onore in Francia e il titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta II. Il Mozarteum di Salisburgo gli ha assegnato la Medaglia d’argento per l’impegno sul versante mozartiano; la Wiener Hofmusikkapelle e la Wiener Staatsoper lo hanno eletto Membro Onorario; il presidente russo Vladimir Putin gli ha attribuito l’Ordine dell’Amicizia, mentre lo stato d’Israele lo ha onorato con il premio “Wolf” per le arti. Moltissime università italiane e straniere gli hanno conferito la Laurea Honoris Causa. Ha diretto i Wiener Philharmoniker nel concerto che ha inaugurato le celebrazioni per i 250 anni dalla nascita di Mozart al Grosses Festspielhaus di Salisburgo. La costante collaborazione tra Riccardo Muti e Wiener Philharmoniker nel 2010 ha compiuto 40 anni. A Salisburgo è stato annunciato il suo impegno per il Festival di Pentecoste dove, a partire dal 2007 insieme all’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, da lui fondata, affronta un progetto quinquennale mirato alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio musicale, operistico e sacro, del Settecento napoletano. Da settembre 2010 è Music Director della prestigiosa Chicago Symphony Orchestra.

È stato insignito del Premio Musician of the Year 2010 dal Musical America Worldwide.

riccardomuti.com

Kristin Lewis  soprano

Nata a Little Rock, in Arkansas, studia allo Young Artist’s Studio dell’Opera di Knoxville, per poi perfezionarsi con un master in Vocal Performance presso la Knoxville School of Music dell’Università del Tennessee. Due volte finalista al Metropolitan Opera National Council Auditions, vince nel 2004 il “Concorso Internazionale di Musica Gian Battista Viotti”, il Premio Opera e il Premio del Pubblico nel “Concorso Internazionale di Canto Debutto a Merano”. L’anno successivo si aggiudica l’ “Internationalen Gesangswettbewerb Ferruccio Tagliavini”, mentre nel 2006 è finalista al “XLVI Concours International de Chant de la Ville de Toulouse”.

Nelle ultime stagioni si ricordano le interpretazioni di Leonora ne Il trovatore, con la direzione di Bruno Bartoletti, al Teatro Carlo Felice di Genova; Aida al Teatro dell’Opera del Cairo, alla Bizkaia Arena in Spagna, al Städtische Bühnen Münster e al Savonlinna Opera Festival; di Serena in Porgy and Bess all’Opera de Lyon; di Mimì ne La Bohème di Donna Anna nel Don Giovanni all’Opera di Birmingham; di Musetta ne La bohème al Sarasota Opera; di Susanna ne Il segreto di Susanna di Wolf-Ferrari alla Konzerthaus di Vienna. E ancora i debutti alla Dresden Semperoper nel ruolo di Sister Rose nella prima europea di Dead man walking di Heggie, seguito dallaTurandot in cui veste i panni di Liu; alla Bayerische Staatsoper con l’Aida diretta da Daniele Gatti in seguito andata in scena anche al Teatro dell’Opera di Roma, all’Arena di Verona diretta da Daniel Oren, nonché al Teatro Verdi di Padova con la direzione di Omer Meir Wellber; alla Fenice di Venezia come soprano solista nel War Requiem di Britten diretto da Bruno Bartoletti; e all’Opera di Bilbao nel ruolo di Micäela nella Carmen. Attiva anche in ambito sinfonico, il suo repertorio include, tra gli altri, lo Stabat Mater di Rossini, Requiem firmati da Mozart, Fauré e Brahms, la Fantasia corale di Beethoven, il Gloria di Poulenc e Rutter, e il Salmo 42 di Mendelssohn.Tra gli impegni dello scorso anno ricordiamo Il trovatore al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il suo debutto in Nord America con Aida, un concerto diretto da Renato Renzetti per l’Orchestra Sinfonica Siciliana e infine Tosca al Savonlinna Opera Festival, dove riceve anche l’importante riconoscimento di Artista ell’anno 2010. Attualmente vive a Vienna, dove studia con il soprano drammatico Carol Byers.

Sonia Ganassi  mezzosoprano

Tra i maggiori mezzosoprani della sua generazione, è regolarmente invitata nei più prestigiosi teatri del mondo tra cui Metropolitan di New York, Royal Opera House Covent Garden di Londra, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Real di Madrid, Liceu di Barcellona, Bayerisches Staatsoper, dove collabora con direttori quali Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Daniel Baremboim. A seguito dei suoi numerosi successi, nel 1999 i critici musicali italiani le assegnano il Premio Abbiati. Tra i numerosi ruoli interpretati –molti dei quali incisi in CD o DVD- si ricordano: Rosina ne Il barbiere di Siviglia, Angelina ne La Cenerentola, Ermione, Elisabetta regina d’Inghilterra, Romeo ne I Capuleti e i Montecchi, Adalgisa in Norma, Leonora ne La Favorite, Zaide in Dom Sébastien, Jane Seymour in Anna Bolena, Elisabetta in Maria Stuarda, Idamante in Idomeneo, Donna Elvira in Don Giovanni, Eboli in Don Carlo, Charlotte in Werther, Carmen, Margherite in La damnation de Faust. All’impegno operistico alterna un’intensa attività concertistica nelle più prestigiose sale da concerto. Si ricordano le sue esibizioni Antonio Pappano, nello Stabat Mater di Rossini al Concertegebow di Amsterdam, all’Avery Fisher Hall di New York e al Teatro alla Scala di Milano, nel Requiem di Verdi presso la Philharmonie di Berlino e il Teatro alla Scala con la direzione di Daniel Barenboim e presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, questa volta con la direzione di Antonio Pappano. Nella stagione 2008-2009 è stata tra gli interpreti di Norma diretta da Kent Nagano presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, de I Capuleti e Montecchi a Genova, di Anna Bolena a Lione e a Parigi, de la Messa da Requiem di Verdi con Antonio Pappano presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, di cui l’EMI Classics ha realizzato un’incisione discografica, de La damnation de Faust a Napoli, di Maria Stuarda a Venezia, ancora de La Messa da Requiem di Verdi a Roma con la Filarmonica della Scala diretta dal Maestro Daniel Barenboim e de La Favorite a Siviglia.

Dmitry Korchak tenore

Dal 2004, anno in cui si aggiudica il concorso internazionale Francisco Viñas di Barcellona e due premi al Concorso Operalia di Plácido Domingo tenutosi a Los Angeles, interpreta a livello internazionale i ruoli principali del repertorio operistico collaborando, tra gli altri, con direttori come Bruno Campanella, Plácido Domingo, Lorin Maazel, Zubin Metha, Riccardo Muti, Evelino Pido, Riccardo Chailly e Alberto Zedda. Si esibito nei più importanti teatri, festival e sale da concerto quali: il Teatro alla Scala di Milano, l’ Opera Bastille e l’Opera Garnier di Parigi, la Covent Garden di Londra, la Vienner Staastoper, la Berliner Staatsoper, il Teatro dell Opera di Roma, la Dresdner Semperoper, la Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, il Teatro Real di Madrid, la Los Angeles Opera, il Teatro di San Carlo, la Zurich Opera Theatre, il Teatro Massimo di Palermo, La Monnaie di Bruxelles, il Palacio de les Arts Reina Sofia di Valencia, la De Nederlandse Oper di Amsterdam, la Carnegie Hall di New York, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Salzburg Festival, il Ravenna Festival e lo Sferisterio Opera Festival di Macerata.

Ildar Abdrazakov  basso

Russo di Ufa, classe 1976, studia nella sua città natale presso l’Istituto delle Arti con la Prof. Murtazina. Nel 1998 entra a far parte dei solisti del Teatro Marinskij di San Pietroburgo, dove debutta interpretando Figaro ne Le nozze di Figaro. Si è inoltre esibito ne La sonnambula, nel Don Giovanni diretto da Valery Gergiev, ne La forza del destino, in Lucia di Lammermoor e in Carmen. La sua carriera internazionale comincia nel 2000, all’indomani della conquista del Primo Premio al Concorso Internazionale “Maria Callas” di Parma della RadioTelevisione Italiana svoltosi a Parma. Precedentemente aveva vinto la prima edizione del Concorso televisivo “Grande Premio di Mosca, Irina Arkipova”, il “Glinka” il “Rimskij-Korsakov” ed il “Gran Prix Elena Obratzova”. Nel 2001 debutta al Teatro alla Scala con La sonnambula. Al Lirico milanese è protagonista anche con La forza del destino, Sansone e Dalila, Macbeth, Fidelio, Iphigénie en Aulide, Moïse et Pharaon, Carmen, Lucia di Lammermoor. In Italia ha lavorato al Teatro Regio di Parma, all’Opera di Roma, al Rossini Opera Festival di Pesaro, al Teatro Carlo Felice di Genova, all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, al Filarmonico di Verona, alla Rai di Torino, all’Accademia Chigiana di Siena, al Festival di Spoleto. All’estero si è invece esibito al Metropolitan di New York, all’Opera di Los Angeles, all’Opera di Parigi, all’Opera di Washington, all’Opera di San Francisco, al Teatro Liceu di Barcelona, alla Staatsoper di Vienna, al Teatro Real di Madrid e al Festival di Salisburgo. Oltre alle opere già citate ha cantato Semiramide, Il turco in Italia, L’italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia, L’assedio di Corinto, La sonnambula, Don Giovanni, Faust, Luisa Miller, Attila, Don Carlo, Il trovatore, Norma, I racconti d’Hoffmann. A dirigerlo in queste occasioni sono stati direttori del calibro di Valery Gergiev, Riccardo Chailly, Myun-Wun Chung, Gianluigi Gelmetti, Riccardo Muti, James Levine e Alberto Zedda.

Salvatore Caputo  maestro del coro

Dopo essersi diplomato in Pianoforte al Conservatorio di Salerno sotto la guida di Franco Pinna, si è perfezionato in Repertorio Operistico con Pieralba Soroga e in Direzione di Coro e d’orchestra con Bruno Rigacci. Dal settembre 2009 è Direttore del Coro del Teatro di San Carlo, ruolo per il quale riscuote un grande successo di pubblico e critica nel Porgy and Bess di Gershwin e nel Requiem di Fauré, eseguiti nell’Auditorium della RAI di Napoli. Debutta al Teatro di San Carlo con La Clemenza di Tito di Mozart e la Petite Messe Solemnelle di Rossini. Sempre con il Teatro di San Carlo partecipa alle trasferte di Lione, Pompei, San Leucio e Paestum. Dal febbraio 2005 all’agosto 2009 è invitato dal Teatro Colón di Buenos Aires come direttore del Coro. Nello stesso periodo é stato professore di Repertorio Operistico all’Istituto Superiore d’Arte del Teatro Colón. Dal marzo 2000 al dicembre 2004 è convocato dal Teatro Comunale di Firenze come secondo maestro del coro, diventando cosí assistente di José Luis Basso. In qualità di pianista e di organista del Coro partecipa a prestigiosi cicli concertistici, fra i quali quello del Festival del Maggio Musicale Fiorentino, della LVII Settimana Chigiana di Siena e del II Festival Anima Mundi di Pisa.

Nello stesso periodo collabora alla registrazione di importanti cd, fra i quali “Tosca”, “Arie di Verdi” con Andrea Bocelli e Zubin Mehta e infine “Arie d’opera” di Renée Fleming, quest’ultimo premiato con il Grammy Award 2003. Dal 1997 al 2000 è assistente di Emanuela Di Pietro nel coro “Solisti cantori”. Nel corso della sua carriera ha lavorato in Argentina, Canada, Egitto, Francia, Giappone, Messico, Spagna, Stati Uniti.

In questi ultimi anni ha collaborato con alcuni dei piú prestigiosi direttori d’orchestra, tra i quali Abbado, Bartoletti, Benini, Bonynge, Chung, Luisotti, Luisi, Marshall, Mehta, Muti, Oren, Ozawa e Tate.