Il più piccolo dei figli di Fela Kuti al Ravenna Festival

SEUN KUTI: LA LEGGENDA DELL’AFROBEAT CONTINUA
Palazzo San Giacomo di Russi, domenica 26 giugno (ore 21.30)

‘Black is beautifull’ prosegue con un concerto dedicato all’Afrobeat, incredibile e affascinante mix di musica tradizionale, yoruba, jazz, funk e altri stili. Sul palco allestito negli spazi di Palazzo San Giacomo, a Russi, arriverà Seun Kuti, insieme al celebre e mitico gruppo Egypt 80. Una seconda, travolgente, notte africana in programma domenica 26 giugno alle 21.30.

Seun Kuti, nigeriano, classe 1982, è l’ultimo dei figli di Fela Anikulapo Kuti, il più popolare musicista africano degli ultimi cinquant’anni, inventore dell’afrobeat, scomparso nel 1997, vera e propria leggenda il cui significato e la cui portata trascendono i confini della musica. Fela è stato infatti grande sostenitore del Panafricanismo e un fiero sostenitore dei diritti umani. Seun si esibisce con gli ‘Egypt 80’, che è il nome che Fela diede agli ‘Africa 70’ poco dopo il massacro di Kalakuta del 1977, rifacendosi all’africanità dell’antica civiltà egizia. Definiti allora “la più infernale macchina ritmica dell’Africa tropicale”, il loro groove continua a essere unico e irresistibile. Si tratta appunto di afrobeat, quello originale, al quale in questi anni si sono ispirate decine di orchestre provenienti da tutto il mondo.

“Voglio fare l’afrobeat per la mia generazione – commenta l’artista – invece che ‘alzati e combatti’, il messaggio deve diventare: alzati e pensa”. Sassofonista e cantante, Kuti cita fra i propri ispiratori Miles Davis, il musicista e poeta afro-americano Gill Scott Heron, i rapper Timbaland e Dr Dree, pur restando fedele allo spirito del padre. Nel proprio lavoro tiene conto della storia della black music degli ultimi anni, introducendo le inflessioni del rap e del new soul nel fragore della ‘locomotica’ dell’afrobeat.

Oltre alla musica, ciò che colpisce sono i testi delle canzoni, come se il discorso sviluppato da Fela non si fosse interrotto. “Ogni africano ha problemi: il problema della casa, problemi per strada, problemi di lavoro, problemi nella scuola, problemi etnici, problemi con i governi”, recita ‘Think Africa’. D’altra parte, quando il padre morì, Seun a soli 15 anni, di fronte a una folla di migliaia di nigeriani vestiti di bianco, prese in mano il microfono e fece il suo discorso: “Ora voglio dirvi una cosa. Fela non è morto, egli vivrà per sempre in Africa. Egli vivrà negli africani. Vivrà nel cuore della gente nera, in coloro che pensano che essere neri è bello, che essere neri è grandioso. Lui voleva che i nigeriani esercitassero il governo di questo paese, perché sono loro ad averne il diritto, non altri”.

Il concerto sarà aperto dalla ‘Classica Orchestra Afrobeat’, un originalissimo progetto musicale – dedicato esclusivamente alla musica di Fela Kuti ma eseguita a mò di “Concerto grosso” da un ensemble composto in gran parte dai strumenti barocchi supportati da una robusta dose di percussioni – ideato e diretto dal percussionista Marco Zanotti, traduttore, tra l’altro, della biografia autorizzata di Fela Kuti, edita dalla Sidecar di Francesco Giampaoli.

Il concerto viene presentato grazie alla collaborazione di Reclam-Edizioni e Comunicazione

Info 0544 249244 ravennafestival.org
Biglietto (posti in piedi) 12 euro (10 ridotto)
“I giovani al festival”: fino a 18 anni 5 euro, fino a 26 anni ‘ridotti’.