Histoire du soldat Marescotti e i Cherubini

IL SOLDATO ROMAGNOLO DI IVANO MARESCOTTI
L’originale versione della celebre fiaba portata in musica da Igor’ Stravinskij
Giovedì 30 giugno, Teatro Rasi ore 21

Favole, favole, favole: il percorso lungo questa tradizione narrativa, declinata attraverso le più diverse forme espressive, che Ravenna Festival ha intrapreso in questa edizione, prosegue con un classico del teatro musicale del Novecento. Ovvero con ‘Histoire du soldat’ di Igor’ Stravinskij. Non si tratta però dell’originaria versione che il compositore russo elaborò insieme allo scrittore Charles Ferdinand Ramuz (traendola dalla raccolta di “Fiabe russe” di Alexander Afanasiev), ma della rilettura ‘romagnola’ che ne fa l’attore Ivano Marescotti, accompagnato dagli Strumentisti dell’Orchestra Luigi Cherubini diretti da Maurizio Dini Ciacci. Lo spettacolo, produzione di Ravenna Festival, va in scena giovedì 30 giugno al teatro Rasi (sipario alle 21).

L’Histoire, rappresentata per la prima volta il 28 settembre del 1918 a Losanna, diventa così, nel dialetto romagnolo di Marescotti, ‘La stoaria d’un suldea’. La vicenda narrata, condensata in un originale monologo, rimane sostanzialmente immutata: un soldato sta rientrando a casa per una breve licenza, ma sulla strada incontra il diavolo che in cambio del suo vecchio violino (che altro non simboleggia se non la sua anima) gli cede un libro magico convincendolo a stare con lui tre giorni. I tre giorni si riveleranno essere tre anni e tornando al proprio paese il soldato scoprirà che nessuno più si ricorda di lui, né la madre, né la fidanzata, che nel frattempo si è sposata. La ricchezza che il libro magico gli assicura non è niente rispetto alla felicità perduta, ma il soldato se ne accorge troppo tardi e anche quando cercherà di tornare indietro, perdendo tutto al gioco con lo stesso diavolo e riuscendo a guarire e poi a sposare la principessa di uno sconosciuto paese, il diavolo sarà di nuovo lì a ricordarglielo.

Stravinskij attinse ai racconti della tradizione russa di Afanasjev e la dimensione popolare che ne sta alla base viene inevitabilmente recuperata nella libera traduzione che ne fa Ivano Marescotti, forte di un’arte affabulatoria che ricorda quella degli antichi folari popolari, e forte soprattutto di una lingua, il dialetto appunto, capace di quelle sfumature espressive e di quell’immediatezza che l’italiano più omologato ai canoni televisivi non può esprimere. Del resto, in Romagna la consuetudine di tradurre testi classici o d’autore nell’umile dialetto viene da lontano, il primo esempio risale alla fine del Cinquecento e nel Novecento si è imposta con celebri traduzioni come per esempio quelle della ‘Commedia’ dantesca, per poi sfociare recentemente in un movimento di ardite sperimentazioni teatrali di cui proprio Ivano Marescotti è uno fra gli indiscussi protagonisti. “Il dialetto romagnolo – commenta Ivano Marescotti – è in via di estinzione, è una lingua iperrealistica, che trova nella poesia e nel teatro, e non in letteratura, la sua affermazione. È presente nella poesia, proprio nel momenti in cui si avvia appunto all’estinzione come lingua del quotidiano. Siamo di fronte a una sorta di tramonto luminoso”.

Per questo singolare lavoro, Stravinskij approntò una partitura di straordinaria efficacia espressiva affidata ad un organico cameristico (violino, clarinetto, fagotto, tromba, trombone, contrabbasso e percussioni) capace di riassumere le diverse sezioni dell’orchestra e al contempo di mettere in rilievo le specifiche caratterizzazioni tecnico-esecutive di ciascuna voce strumentale.

L’attività cameristica degli Strumentisti della Cherubini è parte fondante del progetto formativo che è alla base dell’orchestra giovanile; in questo caso a esibirsi sono chiamati Samuele Galeano (violino), Antonio Piemonte (clarinetto), Corrado Barbieri (fagotto), Nicola Baratin (tromba), Gianluca Tortora (trombone) Biagio Zoli (batteria), Amin Zarrinchang (contrabbasso). A dirigerli Maurizio Dini Ciacci che dal 1980, collaborando con Luciano Berio, ha sviluppato una particolare predilezione per il repertorio moderno e contemporaneo. Da allora ha diretto orchestre importanti, tra cui quella del Maggio Musicale Fiorentino, la Haydn di Bolzano e Trento, quella del Teatro La Fenice; ha effettuato numerose registrazioni discografiche e assunto la direzione di diversi festival e manifestazioni.

Ivano Marescotti ha intrapreso la carriera di attore nel 1981, prima dedicandosi al teatro poi sempre più frequentemente al cinema, e lavorando con registi come Roberto Benigni, Marco Risi, Pupi Avati, Carlo Mazzacurati, nonché con premi Oscar come Ridley Scott e Anthony Minghella. Recentemente ha partecipato a ‘Che bella giornata’ con Checco Zalone. Negli anni Novanta recupera il proprio dialetto e torna a teatro con i testi di Raffaello Baldini (‘Zitti tutti’ e ‘Carta Canta’) fino a scrivere, produrre e dirigere i propri spettacoli, come ‘Dante, un patàca’, ‘Bagnacavàl’, ‘Il silenzio anatomico’.

Info 0544 249244 www.ravennafestival.org
Biglietto 20 euro (18 ridotto)
“I giovani al festival”: fino a 14 anni 5 euro, 14-18 anni (50% ridotto), fino a 26 anni ‘ridotto’.

IL SOLDATO ROMAGNOLO DI IVANO MARESCOTTI
L’originale versione della celebre fiaba portata in musica da Igor’ Stravinskij
> Giovedì 30 giugno, Teatro Rasi ore 21


Favole, favole, favole: il percorso lungo questa tradizione narrativa, declinata attraverso le più diverse forme espressive, che Ravenna Festival ha intrapreso in questa edizione, prosegue con un classico del teatro musicale del Novecento. Ovvero con ‘Histoire du soldat’ di Igor’ Stravinskij. Non si tratta però dell’originaria versione che il compositore russo elaborò insieme allo scrittore Charles Ferdinand Ramuz (traendola dalla raccolta di “Fiabe russe” di Alexander Afanasiev), ma della rilettura ‘romagnola’ che ne fa l’attore Ivano Marescotti, accompagnato dagli Strumentisti dell’Orchestra Luigi Cherubini diretti da Maurizio Dini Ciacci. Lo spettacolo, produzione di Ravenna Festival, va in scena giovedì 30 giugno al teatro Rasi (sipario alle 21).

L’Histoire, rappresentata per la prima volta il 28 settembre del 1918 a Losanna, diventa così, nel dialetto romagnolo di Marescotti, ‘La stoaria d’un suldea’. La vicenda narrata, condensata in un originale monologo, rimane sostanzialmente immutata: un soldato sta rientrando a casa per una breve licenza, ma sulla strada incontra il diavolo che in cambio del suo vecchio violino (che altro non simboleggia se non la sua anima) gli cede un libro magico convincendolo a stare con lui tre giorni. I tre giorni si riveleranno essere tre anni e tornando al proprio paese il soldato scoprirà che nessuno più si ricorda di lui, né la madre, né la fidanzata, che nel frattempo si è sposata. La ricchezza che il libro magico gli assicura non è niente rispetto alla felicità perduta, ma il soldato se ne accorge troppo tardi e anche quando cercherà di tornare indietro, perdendo tutto al gioco con lo stesso diavolo e riuscendo a guarire e poi a sposare la principessa di uno sconosciuto paese, il diavolo sarà di nuovo lì a ricordarglielo.

Stravinskij attinse ai racconti della tradizione russa di Afanasjev e la dimensione popolare che ne sta alla base viene inevitabilmente recuperata nella libera traduzione che ne fa Ivano Marescotti, forte di un’arte affabulatoria che ricorda quella degli antichi folari popolari, e forte soprattutto di una lingua, il dialetto appunto, capace di quelle sfumature espressive e di quell’immediatezza che l’italiano più omologato ai canoni televisivi non può esprimere. Del resto, in Romagna la consuetudine di tradurre testi classici o d’autore nell’umile dialetto viene da lontano, il primo esempio risale alla fine del Cinquecento e nel Novecento si è imposta con celebri traduzioni come per esempio quelle della ‘Commedia’ dantesca, per poi sfociare recentemente in un movimento di ardite sperimentazioni teatrali di cui proprio Ivano Marescotti è uno fra gli indiscussi protagonisti. “Il dialetto romagnolo – commenta Ivano Marescotti – è in via di estinzione, è una lingua iperrealistica, che trova nella poesia e nel teatro, e non in letteratura, la sua affermazione. È presente nella poesia, proprio nel momenti in cui si avvia appunto all’estinzione come lingua del quotidiano. Siamo di fronte a una sorta di tramonto luminoso”.

Per questo singolare lavoro, Stravinskij approntò una partitura di straordinaria efficacia espressiva affidata ad un organico cameristico (violino, clarinetto, fagotto, tromba, trombone, contrabbasso e percussioni) capace di riassumere le diverse sezioni dell’orchestra e al contempo di mettere in rilievo le specifiche caratterizzazioni tecnico-esecutive di ciascuna voce strumentale.

L’attività cameristica degli Strumentisti della Cherubini è parte fondante del progetto formativo che è alla base dell’orchestra giovanile; in questo caso a esibirsi sono chiamati Samuele Galeano (violino), Antonio Piemonte (clarinetto), Corrado Barbieri (fagotto), Nicola Baratin (tromba), Gianluca Tortora (trombone) Biagio Zoli (batteria), Amin Zarrinchang (contrabbasso). A dirigerli Maurizio Dini Ciacci che dal 1980, collaborando con Luciano Berio, ha sviluppato una particolare predilezione per il repertorio moderno e contemporaneo. Da allora ha diretto orchestre importanti, tra cui quella del Maggio Musicale Fiorentino, la Haydn di Bolzano e Trento, quella del Teatro La Fenice; ha effettuato numerose registrazioni discografiche e assunto la direzione di diversi festival e manifestazioni.

Ivano Marescotti ha intrapreso la carriera di attore nel 1981, prima dedicandosi al teatro poi sempre più frequentemente al cinema, e lavorando con registi come Roberto Benigni, Marco Risi, Pupi Avati, Carlo Mazzacurati, nonché con premi Oscar come Ridley Scott e Anthony Minghella. Recentemente ha partecipato a ‘Che bella giornata’ con Checco Zalone. Negli anni Novanta recupera il proprio dialetto e torna a teatro con i testi di Raffaello Baldini (‘Zitti tutti’ e ‘Carta Canta’) fino a scrivere, produrre e dirigere i propri spettacoli, come ‘Dante, un patàca’, ‘Bagnacavàl’, ‘Il silenzio anatomico’.

Info 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto 20 euro (18 ridotto)
“I giovani al festival”: fino a 14 anni 5 euro, 14-18 anni (50% ridotto), fino a 26 anni ‘ridotto’.