Arvo Pärt a Ravenna

Le suggestioni ascetiche di Arvo Pärt
Dennis Russell Davies sul podio della Cherubini e dell’Orchestra Giovanile Italiana
Palazzo Mauro De André, domenica 10 giugno ore 21

La vocazione alla spiritualità e alla meditazione di cui è intessuto il percorso tematico di questa edizione di Ravenna Festival si riflette anche nell’attenzione al repertorio contemporaneo, declinato secondo poetiche di ascetica suggestione. Come quelle che caratterizzano il gesto compositivo di Arvo Pärt e, in particolare, il suo ‘Lamentate’, affidato all’interpretazione del direttore americano Dennis Russell Davies sul podio degli organici congiunti della Cherubini e dell’Orchestra Giovanile Italiana, solista al pianoforte Maki Namekawa. Completa il programma la pagina più celebre di Gustav Holst, ‘The Planets’ dove alle orchestre si affianca – nell’ultimo movimento: “Nettuno, il Mistico” – il coro Melodi Cantores, diretto da Elena Sartori. Primo appuntamento del cartellone sinfonico del Festival il concerto, realizzato con il contributo di Publitalia ‘80 – Gruppo Mediaset, è in programma domenica 10 giugno alle 21.

Il compositore estone Arvo Pärt, in questi giorni è a Ravenna per assistere al concerto dopo averne seguito le prove, è uno fra gli esponenti di maggior rilievo della ritrovata spiritualità musicale che ha segnato l’ultimo scorcio del Novecento, nonché di quella capacità comunicativa che, dopo gli eccessi di cerebralità e di astruse complessità delle avanguardie del secondo ‘900, ha riavvicinato il pubblico alle composizioni del proprio tempo. Infatti Pärt, dopo aver sperimentato senza convinzione il linguaggio seriale e aver subito le limitazioni che il regime sovietico imponeva al repertorio sacro, alla fine degli anni Settanta riemerge da un silenzio durato sette anni imponendosi al mondo con una poetica assolutamente nuova, quella del ‘tintinnabulum’, dal nome del richiamo alla preghiera dei monasteri ortodossi, che fa ‘Tabula rasa’ degli sperimentalismi precedenti per calarsi in composizioni estremamente scarne e semplificate.

A quello stile, ieratico e contemplativo, che gli è valso la popolarità internazionale, si rifà anche il ‘Lamentate’, un lavoro ispirato da una parte ad alcuni testi sacri (in antico slavo, implorazioni di pietà rivolte al Signore nell’imminenza del trapasso), dall’altra all’imponente e rossa scultura-installazione dell’artista indiano Anish Kapoor, ‘Marsia’, che alla sala delle turbine della Tate Modern (che aveva commissionato l’evento multimediale) fece da sfondo visivo alla prima esecuzione nel febbraio del 2003. Un brano di grande suggestione in cui i diversi movimenti esprimono non la contrapposizione drammatica, bensì l’oscillazione tra due poli espressivi che il compositore stesso definisce come “brutale-schiacciante” e “intimo-fragile” toccandone le più sottili sfumature.

Arcane suggestioni si scorgono anche nel brano che completa il concerto: ‘The Planets’ (op. 32) che il compositore inglese Gustav Holst (1874-1934) scrisse tra il 1914 e il 1916, ma che fu eseguito per la prima volta integralmente solo nel 1920. La composizione risente della passione per l’astrologia dell’autore, per altro appassionato studioso anche di sanscrito e di filosofie orientali. È una suite articolata in una serie di bozzetti – ognuno dei sette movimenti è intitolato a un diverso pianeta – ispirati agli umori legati ai pianeti e quasi certamente influenzati dalla lettura di ‘The Art of Synthesis’ di Alan Leo e probabilmente anche dalle teorie dell’astrologo Raphael sul ruolo che i pianeti giocano nei destini del mondo. In ogni caso è con questa pagina di indiscutibile efficacia espressiva (tanto da essere stata fonte di ispirazione per moltissime colonne sonore), che Holst, grazie alla straordinaria abilità di scrittura e alla piacevole fantasia sonora, conquista fama internazionale.

A dirigere i musicisti delle due importanti orchestre giovanili – entrambe, la “Cherubini” e la Giovanile Italiana, insignite del Premio Abbiati – ci sarà Dennis Russell Davies che torna al Festival dopo il concerto che lo vide protagonista nel 2000 dell’omaggio a Kurt Weill e Aaron Copland con Marianne Faithfull. Statunitense, ma dal 1980 attivo per lo più in Europa (dove vive), Davies negli anni ha inanellato una serie di prestigiosi incarichi in importanti istituzioni: dal State Theater di Stoccarda alla Beethovenhalle Orchestra Bonn, alla Radio Symphony Orchestra di Vienna e al Mozarteum di Salisburgo. A Stoccarda ha registrato l’intero catalogo sinfonico di Franz Joseph Haydn (107 Sinfonie): un’impresa durata 11 anni, con incisioni che, ancora oggi, costituiscono la terza edizione completa delle sinfonie haydniane nel mondo. Nel 2002 è stato nominato direttore principale della Bruckner Orchester e direttore dell’Opera del Landestheater di Linz; e nel 2009 direttore principale della Sinfonieorchester Basel, in Svizzera.

Info 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: da 12 euro (10 il ridotto) a 93 euro (85 il ridotto).
Biglietteria serale al Pala De André e ingresso pubblico dalle ore 19
Servizio navetta dalla Stazione: per tutti gli eventi al Pala De André è attivo un servizio di trasporto gratuito, 2 corse (ore 20.15 e 20.30) con rientro al termine dello spettacolo.