Anche un grande del jazz in Sant’Appollinare

Dai canti armeni e bizantini ad Arvo Pärt: il mosaico sonoro di Officium Novum
Jan Garbarek e l’Hilliard Ensemble a S.Apollinare in Classe (martedì 14 giugno, ore 21)

Un’appassionante avventura sonora nata all’inizio degli anni ‘90 dall’incontro tra quel visionario norvegese che è il sassofonista Jan Garbarek e il miglior quartetto vocale dedito al repertorio rinascimentale, l’Hilliard Ensemble, questo è ‘Officium Novum’ in programma martedì 14 giugno (ore 21) nella straordinaria cornice della Basilica di Sant’Apollinare in Classe, Patrimonio Unesco dell’Umanità

Il concerto è realizzato grazie al prezioso contributo di Gallignani e Sigma 4.

Quando all’inizio del secolo scorso il jazz fece la propria apparizione, non aveva nome; la stessa cosa era accaduta alla polifonia, quasi mille anni prima. Questi due fondamentali momenti storici assolutamente anonimi costituirono i punti di avvio per due fra le più importanti idee alla base della musica occidentale: l’improvvisazione e la composizione. Così, possono accadere cose notevoli allorché uno fra i più grandi improvvisatori jazz di oggi, il sassofonista norvegese Jan Garbarek incontra un quartetto vocale inglese tra i migliori interpreti ed esploratori del repertorio vocale polifonico tra Medioevo e Rinascimento, appunto l’Hilliard Ensemble. Così è nato ‘Officium’ che dal 1993 ha portato architettura sonore irripetibili negli spazi acustici delle antiche cattedrali di mezza Europa. L’incisione, realizzata dall’etichetta ECM per iniziativa di Manfred Eicher, è stata un successo planetario: vendite eccezionali del cd, centinaia di concerti appunto nelle chiese, e il brano ‘Parce Mihi Domine’ del cinquecentesco Christòbal de Morales celebrato come una canzone. Quella prima sperimentazione proponeva canti, mottetti e inni sacri dal primo Medioevo al XVI secolo, trasfigurati dalle ardite improvvisazioni di Garbarek. “Rinchiusi nel monastero di St. Gerold, ci sembrava che il sassofono diventasse un’estensione delle nostre voci”, commenta John Potter, l’allora tenore degli Hilliard, nelle note di copertina del cd. E aggiungeva: “Che cosa è questa musica? Non esiste nome adatto a descriverla: è semplicemente quanto accaduto a un sassofonista, un quartetto vocale e un produttore incontratisi per far musica assieme”.

La ricerca è andata avanti per approdare, dopo ‘Mnemosyne’, doppio album che estendeva il repertorio da Thomas Tallis a Veljo Tormis (1999), a ‘Officium Novum’ (2010). Questa volta i dodici brani sono più moderni (Komitas, Part, gli stessi Hilliard e Garbarek: tuttavia ci sono anche Perotinus e un canto bizantino) e molto indovinati. In realtà il titolo contiene una contraddizione: non esiste, infatti, ‘Ufficio’ ecclesiastico che non sia profondamente radicato nella tradizione. Ma la contraddizione rivela il suo significato all’esame dei titoli inclusi nella raccolta: il punto focale della selezione è posto sull’est dell’Europa, e in particolare sull’Armenia. Nascosta agli occhi (e alle orecchie) dell’Occidente per almeno mezzo secolo, se non addirittura dai tempi della Rivoluzione Russa e della nascita della Repubblica Turca secolare, la musica armena ha solo recentemente conquistato il pubblico dell’Occidente. I brani principali che Garbarek ha selezionato appartengono alla liturgia della Messa della chiesa ortodossa d’Armenia; poi si spazia su più secoli, fino alla musica contemporanea, rileggendo anche brani dei due album precedenti. I musicisti dispensano seduzione con generosità e acume; così il concerto si preannuncia una nuova gemma preziosa nel programma di Ravenna Festival 2011.

Jan Garbarek, classe 1947, suona il sassofono tenore e soprano e spazia dal jazz alla musica classica, alla world music. Le sue composizioni costituiscono una fra le bandiere della casa discografica ECM, che praticamente ha pubblicato tutti i suoi dischi. A partire dalla fine degli anni Settanta, Garbarek ha sviluppato uno stile di ispirazione lieve e lunare che utilizza toni acuti e lunghe note sostenute che ricordano gli inviti alla preghiera islamici nonché l’uso generoso del silenzio.

L’Hilliard Ensemble è composto da David James (controtenore), Rogers Covey-Crump (tenore), Steven Harrold (tenore) e Gordon Jones (baritono). Lo stile inconfondibile e la spiccata musicalità dell’ensemble catturano l’ascoltatore sia con il repertorio medievale o rinascimentale, sia con le opere espressamente commissionate a compositori contemporanei.

Info0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti da 25 euro (22 ridotti) a 32 euro (28 ridotti).
“I giovani al festival”: fino a 14 anni 5 euro, da 14 a 18 anni (50% tariffe ridotte), fino a 26 anni ‘ridotti’.