Cedar Lake Contemporary a Ravenna

Ovvero danzare la contemporaneità
Palazzo Mauro De André, sabato 30 giugno ore 21

Danza che sa miscelare le sensibilità del Vecchio e del Nuovo continente, anche grazie a un vero e proprio melting pot di danzatori la cui provenienza copre tutto il globo. Ecco il ‘Cedar Lake Contemporary Ballet’ che, in neppure dieci anni di vita, è riuscito a imporsi come una delle compagnie più innovative e vivaci della scena internazionale. Questa la nuova proposta del ricco cartellone danza di Ravenna Festival 2012 in programma sabato 30 giugno al Pala De André alle 21. La compagnia newyorchese, sotto la direzione artistica di Benoit-Swan Pouffer, presenta un programma frutto della creatività di tre diversi coreografi: ‘Violet Kid’ in prima italiana, dell’israeliano, ma di residenza londinese, Hofesh Shechter; ‘Ten Duets on a Theme of Rescue’ di Chrystal Pyte, canadese cresciuta con Forsythe; e la prima europea di ‘Necessity, Again’  nuovo lavoro del norvegese Jo Strømgren.

Lo spettacolo è reso possibile grazie al prezioso contributo di Itway.

Cedar Lake è sicuramente una delle più interessanti e innovative compagnie di danza statunitensi, sedici danzatori, sedici vivaci personalità, un repertorio brillante, titoli di richiamo ne fanno un modello nuovo e vincente. Ma insieme, quella del Cedar Lake è una storia dal sapore antico. Nel Novecento le compagnie di danza americane sono nate per iniziativa di un coreografo fondatore (basti pensare a Merce Cunningham o a Martha Graham), oppure per intervento di istituzioni pubbliche o private. Il Cedar Lake invece nasce per un atto di volontà di un mecenate. È stata fondata infatti nel 2003 e da allora è finanziata da Nancy Walton Laurie. Brillante figura di benefattrice delle arti, della cultura e dello sport, Nancy Laurie è una fra le eredi della Walmart Stores Inc, multinazionale americana proprietaria dell’omonima catena di negozi al dettaglio, fondata da Sam Walton nel 1962. Secondo la rivista Forbes Nancy Walton Laurie è la 139esima persona più ricca degli Stati Uniti. Proprio come quei ricchi industriali e mercanti russi che all’inizio del Novecento sostenevano le arti, aprivano teatri privati, creavano cenacoli che riunivano raffinati artigiani in sontuose dimore di campagna, imprimendo così un forte impulso alla cultura del loro paese. O come quei ricchi e nobili parigini che sostenevano generosamente le avventure artistiche di Sergej Djagilev e dei suoi Ballets Russes. A un secolo di distanza la storia sembra ripetersi con una iniziativa che è diventata  un modello da imitare.

Ma il Cedar Lake ha un’altra anomalia: ha come direttore artistico dal 2005 un francese Benoit-Swan Pouffer. Che in realtà è cittadino della danza americana da molti anni, avendo fatto parte a lungo, come danzatore, della compagnia di Alvin Ailey. Da quando Pouffer ha preso in mano le redini della compagnia, dopo un breve periodo di rodaggio, non ha fatto altro che mettere in scena vere e proprie hit. Sapendo anche rischiare, perché ogni volta l’artista ha puntato su nomi di talento, ma nuovi. “Siccome sono europeo, ho un mucchio di rapporti artistici con il Vecchio Continente. Mi sembrava naturale – commenta Benoit-Swan Pouffer – incominciare con coreografi che conosco e che apprezzo. Non ho mai pensato: troviamo una nicchia comoda per la compagnia. Ho scelto in base al mio istinto. Quello che cercavo era una qualità di movimento e un’estetica lontane dal mio repertorio. Tutti questi giovani coreografi dirigono compagnie proprie che di rado vengono invitate negli Stati Uniti. Chiamarli a lavorare da noi vuol dire anche dar loro l’occasione di farsi conoscere più facilmente negli Usa. Ma vuole anche dire aprire il pubblico americano a diverse voci, diversi modi di intendere la danza”.

La serata si apre con ‘Violet Kid’, seconda creazione per la compagnia del coreografo israeliano di residenza inglese Hofesh Shechter che sarà presentata in ‘prima italiana’. Si tratta di un pezzo ‘tranchant’, che miscela e fonde in una coreografia che spazia dalla danza di strada alla electro dance, una vastissima gamma di materiale contemporaneo. L’effetto cumulativo della coreografia, nel suo crescere è emozionante, c’è una complessità che intreccia struttura e caos, che accosta una libera fluidità del movimento a un senso di ritualità collettiva per i quattordici danzatori impegnati.

Crystal Pite firma la seconda coreografia presentata al Festival: ‘Ten Duets on a Theme of Rescue’, la cui musica comprende brani tratti dalla colonna sonora del film ‘Solaris’. Non solo dieci passi a due in cui la luce è la protagonista e definisce lo spazio che, come in un ring, è delimitato da pali che sorreggono dei fari. Un ring in cui le coppie si scambiano e si uniscono, si inseguono e copiano gesti e movimenti di tutti i giorni. Non importa se qualcuno abbassa l’intensità elettrica, la corsa continua, le anime si toccano e resistono danzando all’unisono.
“Mi incuriosisce il modo – sottolinea la coreografa – in cui il corpo sa esprimere significati profondissimi attraverso il più semplice dei gesti e come la distorsione, l’iterazione e l’analisi della familiare azione umana forniscono un’opportunità di riconoscerci e rispecchiarci reciprocamente. […] Questa creazione per Cedar Lake è un atto di indagine, in cui frammenti di narrazioni sono salvati dalla coreografia ed esposti a una breve contemplazione, prima di dissolversi nuovamente nella danza. Usando la coreografia per estendere, distorcere o sospendere questi frammenti narrativi, momenti di ordinaria umanità diventano straordinari attraverso la cornice del teatro e il virtuosismo degli artisti”.

Infine la prima europea di ‘Necessity, Again’ di Jo Strømgren affermato coreografo norvegese che dirige una sua compagnia ma spesso è attivo anche come regista. La coreografia presenta una serie di brani danzati su musica di Charles Aznavour, intervallati  da testi del filosofo francese Jacques Derrida. Tutte le canzoni sono presentate nella loro interezza senza alcun tipo di manipolazione. L’idea è di giustapporre un secco testo intellettuale a una musica emotivamente molto forte. Essendo un brano di danza, non c’è un tema definito o una storia e come precisa Strømgren “…non c’è niente da “capire, rilassatevi e lasciate che la vostra immaginazione spazi”.

Info. 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: da 12 euro (10 il ridotto) a 42 euro (38 il ridotto).
“I giovani al festival”: under 14 (con adulto) € 5 | 14-18 anni 50% sulle tariffe ridotte | Under 26 tariffe ridotte
Biglietteria serale al Pala De André e ingresso pubblico dalle ore 19
Servizio navetta dalla Stazione: per tutti gli eventi al Pala De André è attivo un servizio di trasporto gratuito, 2 corse (ore 20.15 e 20.30) con rientro al termine dello spettacolo.