Ivan Putrov & Friends, aprono i balletti del Paladeandré

Quando a danzare è la bellezza maschile, il gala di stelle guidato da Ivan Putrov
Venerdì 21 giugno, Palazzo Mauro de André ore 18

Un viaggio alla riscoperta dell’importanza del ruolo maschile nella storia del balletto, spaziando dalle coreografie del balletto classico a quello moderno. Questo è ‘Men in Motion’, ideato da Ivan Putrov, prodotto dal Sadler’s Wells Theatre, il tempio della danza londinese, e presentato in esclusiva per l’Italia a Ravenna Festival venerdì 21 giugno (ore 21.30) al Pala de Andrè. Lo spettacolo è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

“Lavorare a questo programma – sottolinea Ivan Putrov – per me è un continuo studio che mi permette di esplorare diverse possibilità e ricercare continuamente coreografie che possano colpire ed emozionare il pubblico. Come ogni ricerca artistica, se talvolta ti senti bloccato e indeciso su come procedere, c’è sempre la possibilità di una scoperta, qualcosa di inaspettato che apre nuovi orizzonti. È meraviglioso quando l’arte in tutta la sua complessità e mistero porta ispirazione e speranza per il futuro”. Lo spettacolo ideato da Ivan Putrov per sé e per una pleiade di stelle (Andrej Ivanov, Simon Williams, Igor’ Kolb, Andrew Bowman, Elena Kuzmina, Marian Walter e Aaron Sillis) accende appunto i riflettori su un fenomeno in ascesa nell’arte coreutica: il protagonismo del ballerino, e forse persino la sua egemonia sulla ballerina, in quella sfida al divismo connaturata al nostro tempo. L’aspirazione a riprendersi la scena ha anche ragioni storiche e rimanda agli albori della danza accademica, quando tra il XVII e il XVIII secolo furono maestri di ballo e ballerini a fissare i codici della nascente disciplina e a mostrarne le delizie della rappresentazione scenica, dapprima nelle corti poi nei teatri. Poi il romanticismo esaltò la spiritualità della figura femminile, introducendo anche elementi iconografici particolari: le scarpette da punta e i tutù di tulle. E i grandi coreografi si dedicarono quasi esclusivamente alle danzatrici. Poi arrivò sulle scene europee un artista travolgente, Vatslav Nižinskij, che per le sue doti eccelse orientò il corso della danza nel Novecento. Gli otto artisti di Men in Motion, benché appartenenti a scuole e culture coreografiche diverse, sembrano porre il ballerino e coreografo russo al centro del loro ragionato excursus attraverso la storia e la contemporaneità del balletto maschile. Tant’è vero che lo ‘evocano’ con ben tre capolavori di cui fu protagonista. E si può immaginare quale sia la loro reverenza nel ripercorrere i passi dell’ineffabile dieu de la danse.

Il ricco programma del gala si apre con Petruška nella coreografia di Mikhail Fokin intrepretato da Andrej Ivanov. Seguiranno il pas de deux da Swan Lake di Matthew Bourne (Ivan Putrov e Simon Williams), Beginning di Vladimir Varnava (Igor’ Kolb), La morte del cigno nella coreografia di Tim Rushton (Andrew Bowman), Le spectre de la rose di Mikhail Fokin (Elena Kuzmina e Marian Walter), la Danza degli spiriti beati di Fredrik Ashton (Ivan Putrov) e, a conclusione della prima parte I was Beat, Incomplete di e con Aaron Sillis e Simon Williams.
Apre la seconda parte un classico come L’après midi d’un faune di Vatslav Nižinskij , interpreti Elena Kuzmina e Ivan Putrov. A seguire Lacrimosa di Guala Pandi (Marian Walter), Narciso di Kas’jan Golejzovskij (Andrew Bowman), Vestris di Leonid Jacobson (Andrej Ivanov) e Leda e il cigno di Elena Kuzmina (Elena Kuzmina e Igor’ Kolb). Gran finale con Two times Two di Russel Maliphant interpretato da Ivan Putrov e Aaron Sillis.

Solo la sua personalità poté rendere sublime la struggente fragilità della marionetta Petruška, così lontana dall’immagine dell’eroe del balletto romantico e tardo-romantico. Si misurerà con questo ‘mito’ Andrej Ivanov, solista votato ai ruoli espressivi e virtuosistici del Teatro Mariinskij. Dopo le creature sovrannaturali, cui avevano dato corpo per tutta l’epoca romantica le ballerine, con Le spectre de la rose Nižinskij provò che anche la virilità poteva emulare la flessuosità addirittura della rosa. Con elegante souplesse, il primo ballerino tedesco Marian Walter si libra nell’aria vestito del fiabesco costume a petali di Léon Bakst, mentre Elena Kuzmina – unica interprete femminile di Men in Motion – è la fanciulla che, come prima di lei Tamara Karsavina, si accontenta di immaginare lo spettro della sua rosa dalla poltrona che la accoglie di un sonno teatrale.

Oltre che nelle due perle di Mikhail Fokin, lo spirito di Nižinskij riappare anche in quel suo Après-midi d’un faune che, pur destando scandalo per la scena di copula con il velo di una ninfa, ne svelava la natura di essere mitologico. Non è un caso che a impersonare il fauno sia lo stesso Ivan Putrov, étoile come Nižinskij di cultura russa e orizzonti occidentali, anch’egli imprevedibile e tormentato.

Su quel modello di artista del balletto si sarebbe formata la fisionomia del ballerino del Novecento, diversamente declinata oltre e al di qua della cortina di ferro. E intanto geniali autori non allineati sperimentavano miniature coreografiche di audace finezza. È il caso di Kas’jan Golejzovskij che, con il suo Narciso, creato per Vladimir Vasil’ev e oggi interpretato da Andrew Bowman, primo ballerino del Balletto Reale Danese, volle ombreggiare di melancolici chiaroscuri la fiera virilità del suo protagonista. Leonid Jacobson con Vestris scelse invece la farsa per dare corpo a una personalità maschile di complessa acutezza, non limitata ai virtuosismi tecnici che furono del leggendario Auguste, poi del primo interprete dell’assolo Mikhail Baryshnikov e oggi del brillante Andrej Ivanov.

Questi due classici della modernità fanno da ponte a quella nuova figura di ballerino che nella seconda metà del Novecento conquistò l’Occidente grazie a due ‘divi’: Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov. Erano artisti dal fascino segreto e mutevole, modello da imitare e oggetto del desiderio per uomini e donne e diventarono il prototipo di tanti ballerini a venire, come sembra ricordare in Men in Motion un prezioso assolo di quell’epoca: Dance of the Blessed Spirit, creato dal coreografo inglese Fredrik Ashton per il principe del Royal Ballet, Anthony Dowell, e oggi riproposto da Ivan Putrov.

La sottile ambiguità identitaria che già allora si intravedeva nel danzatore finalmente libero di non essere solo un porteur o un eroe, è diventata orgogliosa nelle creazioni coreografiche e nelle interpretazioni artistiche delle contemporaneità. Così un danzatore di storia classica come Igor’ Kolb, primo ballerino del Teatro Mariinskij, può ora dilettarsi nell’assolo magrittiano Beginning del giovane coreografo russo Vladimir Varnava, mentre Marian Walter decide di offrirsi nel Lacrimosa di Mozart, come il tramite di una spiritualità che non ignora l’estasi dei sensi.

Ancora, in un’identificazione fino a qualche decennio fa inconcepibile, il ballerino può competere con la ballerina in quegli stessi ruoli che ne hanno cristallizzato il femminino lirismo: il cigno. E i brani in programma sono ben tre. Inquietanti cigni virili sono quelli interpretati da Ivan Putrov e Aaron Willis nel pas de deux dello Swan Lake en travesti del dissacratore di classici Matthew Bourne, così come turba il nuovo protagonista della Morte del cigno, cammeo della divina Anna Pavlova riletto dal coreografo Tim Rushton per Andrew Bowman. Mentre per Igor’ Kolb e per sé, Elena Kuzmina, ora in veste di coreografa debitrice della lezione del maestro Boris Eifman, vira in un incontro tra diversità il mitologico classicismo della miniatura Leda e il cigno.

Lontani ormai da nostalgi riferimenti a memorie che rimandano alla storia del balletto, un coreografo star delle scene attuali come Russell Maliphant e due nomi emergenti della danza pop quali Aaron Sillis e Simon Williams, tutti di formazione britannica, con Two Times Two e I was BEAT, Incomplete portano in palcoscenico un danzatore assolutamente contemporaneo.

Nato a Kiev nel 1980, Ivan Putrov ha studiato all’Istituto coreografico della sua città e alla Royal Ballet School, dove viene poi nominato primo ballerino da Sir Anthony Dowell. Il suo repertorio include i ruoli principali del balletto classico e di coreografie firmate da MacMillan, Ashton, Balanchine, Fokin, Tetley, Cranko, Bournonville, Robbins, Zamuel, Forsythe, Kylián, Maliphant, De Frutos, Duato e McGregor. Si è inoltre esibito nei più prestigiosi teatri del mondo con altre formazioni, tra cui le compagnie di balletto nazionali di Ungheria, Ucraina e Lituania, la Staatsoper di Vienna e il Royal Ballet. Ivan Putrov ha inoltre collaborato con Mario Testino, Johnnie Shand-Kidd, Philip Haas, Nick Knight e Sam Taylor-Wood per progetti fotografici e video. Nel 2011 ha interpretato il ruolo di Karl in The Most Incredible Thing, coreografia di Javier De Fruto creata appositamente per Ivan Putrov, il quale, dopo aver ascoltato la partitura del film La corazzata di Potemkin eseguita dai Pet Shop Boys, ha suggerito di farne un balletto. Nel 2012 ha presentato lo spettacolo Men in Motion al Sadler’s Wells a Londra.

Info e prevendite: 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: da 12 (10 ridotto) a 52 euro (48 ridotto).
“I giovani al festival”: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni 50% ridotti.