Paolo Rossi torna Arlecchino

“Arlecchino”

con Emanuele Dell’Aquila , Alex Orciari e Stefan Bembi

impianto scenico di Paolo Rossi e Andrea Stanisci

Musiche originali di Emanuele Dell’Aquila

scritto da Paolo Rossi e Riccardo Piferi

Venerdì 16 gennaio alle ore 21

canzoni di Gianmaria Testa

Il titolo di questo spettacolo potrebbe anche essere Opinioni di un Arlecchino, sicuramente influenzato dal romanzo di Heinrich Böll. Così è. Capitano nella vita libri nei quali è inevitabile identificarsi con la vita del protagonista. E capita anche che ti venga voglia di riraccontarla, raccontando te stesso o viceversa. Certo, nell’opera di Böll, il clown si serviva di una maschera per far critica ad un paese che stava nel cuore di un miracolo economico; per il mio Arlecchino la situazione è capovolta. Ma il percorso di certi comici – quando scelgono di essere voce fuori dal coro e anche se ognuno prende la propria strada – parte comunque dalla stessa via.

Del resto spesso dietro ad un racconto, una commedia, un film, si nasconde la struttura di un’altra commedia, di un altro racconto, di un altro film. Nel mio mestiere, ho imparato che quando arriva qualcuno a propormi un’idea che non ha mai avuto nessuno, subito devo rispondere: se non l’ha avuta nessuno, un motivo ci dovrà pur essere!

Il mio Arlecchino, anche se suggestionato da un racconto, è una questione molto personale. Anni fa Giorgio Strehler, con cui ebbi l’onore di collaborare nei suoi ultimi anni di vita, mi spinse a confrontarmi con questa maschera. Mi diede alcuni consigli illuminanti: “cerca di adattare al saltimbanco i tuoi monologhi da stand-up. Che cosa resterà? Da lì improvvisa e assembla… non essere filologico, fallo tuo, se proprio vuoi pensa al primo Arlecchino, quello che andava e veniva dall’aldilà all’aldiquà, più infernale e sulfureo”.

Il destino non volle che si portasse a compimento questa impresa, ma ora si ripresenta l’occasione e chiaramente tengo a mente quei consigli lontani.

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