VITA E DESTINO AL VALLI

CAPOLAVORO PROIBITO, AL TEATRO VALLI
Sabato 5  (ore 20.30) e domenica 6 novembre (ore 15.30) per il Festival Aperto di Reggio Emilia.
Con un incontro con il regista Lev Dodin sabato alle 17.30 al Ridotto del Valli

“Ancora una volta siamo di fronte al mondo e a noi stessi, a farci le domande più difficili. Ancora una volta crediamo che il Teatro, in tutta la sua potenza di vita vissuta fino in fondo, che il Teatro, nella sua assoluta grandezza di parola emozione, passione, movimento, danza, musica e canto possa far sì che la gente ascolti, senta, comprenda quanto vi è di più profondo”.
Lo dice Lev Dodin, regista russo che sabato 5 novembre alle 20.30 e domenica 6 novembre alle 15.30 porta in scena al Teatro Valli “Vita e destino”, tratto dall’omonimo romanzo di Vasilij Grossman e che alle 17.30, sempre al Teatro Valli, incontrerà il pubblico, intervistato dal critico Renato Palazzi.

Anno 1943. La Germania di Hitler e la Russia di Stalin hanno generato un conflitto diventato questione di vita o di morte. Un importante scienziato, Strum, fisico-accademico, che ha scoperto il segreto per creare la bomba atomica, rientra a Mosca dall’evacuazione. È ebreo, di conseguenza verrà espulso dal proprio Istituto trovandosi a fronteggiare un terribile dilemma: restare fedele alla verità, alla scienza, a se stesso e morire o abiurare, confessare peccati non commessi ed errori inesistenti? Una coincidenza storica salverà il fisico: alla Russia occorre la bomba atomica, e Stalin lo sa. Una telefonata di Stalin in persona a questo “paria” della scienza è il miracolo che restituirà vita, speranza e riconoscimenti a lui e alla sua famiglia. Lo scienziato è entusiasta: crede di nuovo nella correttezza del sistema, torna a credere nella logica secondo cui lo stato sovietico è nel giusto; è pronto a scordarsi di tutti i familiari, amici e colleghi che non ci sono più. La vita continua. Molto presto Strum si troverà ad affrontare un altro dilemma. Accade che essere sinceri con se stessi quando si è acclamati, omaggiati e miracolosamente salvati sia molto più difficile di quando si è emarginati e odiati. La tragedia lo cattura un’altra volta e noi con lui. Tragedia di smarrire se stessi, di non essere sinceri con se stessi.

iteatri.re.it

“VITA E DESTINO”, CAPOLAVORO PROIBITO, AL TEATRO VALLI
Sabato 5  (ore 20.30) e domenica 6 novembre (ore 15.30) per il Festival Aperto di Reggio Emilia.
Con un incontro con il regista Lev Dodin sabato alle 17.30 al Ridotto del Valli

“Ancora una volta siamo di fronte al mondo e a noi stessi, a farci le domande più difficili. Ancora una volta crediamo che il Teatro, in tutta la sua potenza di vita vissuta fino in fondo, che il Teatro, nella sua assoluta grandezza di parola emozione, passione, movimento, danza, musica e canto possa far sì che la gente ascolti, senta, comprenda quanto vi è di più profondo”.
Lo dice Lev Dodin, regista russo che sabato 5 novembre alle 20.30 e domenica 6 novembre alle 15.30 porta in scena al Teatro Valli “Vita e destino”, tratto dall’omonimo romanzo di Vasilij Grossman e che alle 17.30, sempre al Teatro Valli, incontrerà il pubblico, intervistato dal critico Renato Palazzi.

Anno 1943. La Germania di Hitler e la Russia di Stalin hanno generato un conflitto diventato questione di vita o di morte. Un importante scienziato, Strum, fisico-accademico, che ha scoperto il segreto per creare la bomba atomica, rientra a Mosca dall’evacuazione. È ebreo, di conseguenza verrà espulso dal proprio Istituto trovandosi a fronteggiare un terribile dilemma: restare fedele alla verità, alla scienza, a se stesso e morire o abiurare, confessare peccati non commessi ed errori inesistenti? Una coincidenza storica salverà il fisico: alla Russia occorre la bomba atomica, e Stalin lo sa. Una telefonata di Stalin in persona a questo “paria” della scienza è il miracolo che restituirà vita, speranza e riconoscimenti a lui e alla sua famiglia. Lo scienziato è entusiasta: crede di nuovo nella correttezza del sistema, torna a credere nella logica secondo cui lo stato sovietico è nel giusto; è pronto a scordarsi di tutti i familiari, amici e colleghi che non ci sono più. La vita continua. Molto presto Strum si troverà ad affrontare un altro dilemma. Accade che essere sinceri con se stessi quando si è acclamati, omaggiati e miracolosamente salvati sia molto più difficile di quando si è emarginati e odiati. La tragedia lo cattura un’altra volta e noi con lui. Tragedia di smarrire se stessi, di non essere sinceri con se stessi.

www.iteatri.re.it