Le Troiane portano Euripide e Seneca al Plautus

SABATO 11 AGOSTO 2012
ore 21,30
SARSINA – Arena Plautina

Ivana Monti – Edoardo Siravo

in

LE TROIANE
da Euripide e Seneca
adattamento di Giuseppe Emiliani – traduzione Filippo Amoroso

Regia di
Giuseppe Emiliani

Caduta la città Troia e chiusi nel sangue dieci anni di guerra, il cinico gioco della sorte destina le donne, quali schiave, ai vincitori, in una folle “danza” di amore e di morte che non risparmia né vinti, né vincitori!

LA GUERRA CHE VERRÀ
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertolt Brecht

In una delle opere più intense della drammaturgia greca, Euripide e Seneca mettono in scena la guerra vista con l’occhio degli sconfitti, ancorché Euripide facesse parte del popolo dei vincitori.
In essa si ritrovano i grandi personaggi femminili delle due tragedie che l’hanno preceduta, per singolare coincidenza e anticipazione nel cartellone del Plautus Festival: Cassandra, che diventerà la concubina di Agamennone; Andromaca alla quale, in questo testo, diversamente dalla versione di Racine, viene strappato e ucciso il figlio Astianatte.
“Le Troiane”, sia nel testo di Euripide che in quello di Seneca, è la tragedia che meglio rappresenta il dolore e l’insensatezza della guerra.
L’umiliazione alla quale sono assoggettate le donne Troiane, non restituisce dignità ai vinti ma ne sottolinea il loro gratuito sterminio.
La condanna pronunciata da entrambi i testi è, quindi, soprattutto per la cultura dominante che non vuole offrire alcun riscatto all’umanità dei vinti, negando loro la possibilità di essere considerati comunque delle persone civili, reputando anzi la loro differenza un pericolo per l’umanità.
Una motivazione questa, che autorizza anche la peggiore violenza contro il nemico, negando così la tanto sbandierata superiore “civiltà” dei conquistatori.

Per questo suo forte contenuto di denunci della vacuità delle guerre, la serata sarà dedicata alla promozione del SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
Il Servizio Civile Nazionale Volontario – istituito con la legge 64 del 2001 – è’ un modo di difendere la patria, il cui “dovere” è sancito dall’articolo 52 della Costituzione; una difesa che non deve essere riferita al territorio dello Stato e alla tutela dei suoi confini esterni, quanto alla condivisione di valori comuni e fondanti l’ordinamento democratico.
E’ la opportunità per i giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore di coesione sociale.
Il servizio civile volontario garantisce ai giovani una forte valenza educativa e formativa, una importante e spesso unica occasione di crescita personale, una opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese.
Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nel Servizio civile volontario, sceglie di aggiungere un’esperienza qualificante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, quando non diventa addirittura opportunità di lavoro, nel contempo assicura una sia pur minima autonomia economica.
La Regione Emilia-Romagna – con la Legge Regione n. 20 del 2003 – ha esteso l’esperienza del Servizio Civile anche ai cittadini stranieri, ai giovani dai 15 ai 18 anni, agli adulti e agli anziani, perché l’unione di energie diverse fa la forza di una società e l’impegno di ciascuno è la ricchezza di tutti.
Per maggiori informazioni:
serviziocivile.it
emiliaromagnasociale.it
coprescfc.it

INFO
plautusfestival.it
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