I promessi sposi alla prova

Riapre la Stagione di Prosa dell’Alighieri con i “Promessi Sposi” riscritti da Testori
La compagnia Lombardi-Tiezzi mette in scena “il romanzo della Storia”.

La Stagione di Prosa del Teatro Alighieri Ravenna, curata da Ravenna Teatro per l’Assessorato alla Cultura del Comune, apre il nuovo anno con I promessi sposi alla prova di Giovanni Testori portato in scena da Sandro Lombardi e Iaia Forte con la regia di Federico Tiezzi. Lo spettacolo, in programma da giovedì 27 a domenica 30 gennaio al Teatro Alighieri (alle ore 21, la domenica alle 15.30), è il terzo appuntamento del cartellone 2010/2011, in abbonamento. Nell’occasione Sandro Lombardi parteciperà anche all’incontro tematico dal titolo Sembra che Dio crei in questo modo: “fa” meno le cose di quanto “faccia sì che si facciano” (lunedì 31 gennaio alle 17.30 al Teatro Rasi).

Nell’anno in cui ricorre il 150° anniversario dell’unità d’Italia, Federico Tiezzi e la sua compagnia si confrontano nuovamente con la scrittura del drammaturgo e poeta milanese Giovanni Testori – di cui il gruppo ha già affrontato testi come Cleopatràs e Edipus tra gli altri – allestendo I promessi sposi alla prova, un omaggio dello scrittore contemporaneo a quello che lui stesso definisce “il romanzo della Storia” e a un autore, il Manzoni, considerato tra gli artefici della nostra unità linguistica.
Ripercorrendo fedelmente la trama con tutti i personaggi che la popolano, I promessi sposi alla prova ricrea lo spazio e il tempo in cui i grandi motivi cari al Manzoni (la pietà, la grazia, il male, la Provvidenza e la salvezza) si mescolano in un’unica visione e riflettono gli smarrimenti e le pesti della nostra epoca, come il degrado dell’ambiente, l’indurimento dei cuori, l’omologazione delle coscienze e la chiusura alla diversità.
Nella pièce una compagnia teatrale guidata da un “maestro” è impegnata nella difficile impresa di mettere in scena I promessi sposi, “epica di un mondo di poveracci in quel ramo del lago di Como sotto il tallone dei potenti e della storia”. Una scenografia volutamente inconclusa (Pier Paolo Bisleri), in prova appunto, accenna motivi ed elementi del tempo: un mantello, una spada, una parrucca, la riproduzione di un quadro di Tanzio di Varallo e fa da cornice al passaggio dei protagonisti: la Monaca di Monza di Iaia Forte, bocca rossa sul volto pallido; il don Rodrigo spaccone da bar di Massimo Vedastro; bravacci e perpetue (Alessandro Schiavo, Caterina Simonelli); Lucia e Renzo che Tiezzi vuole intensi e pieni di slancio (nell’interpretazione di Debora Zuin e Francesco Colella); fino all’umanissima Agnese di Marion d’Amburgo. E poi il deus ex machina di un Sandro Lombardi che si trasforma a vista in Don Abbondio, Fra’ Cristoforo e l’Innominato. È lo stesso Lombardi – seduto al proscenio per chiamare gli spettatori a testimoni – a pronunciare una dolorosa invettiva di Testori su Milano (ma potrebbe essere qualsiasi altra città), madre e matrigna dove «l’afa di morte sale…» ci colpisce al cuore per la sua snaturata contemporaneità.
Omaggio nell’omaggio: a sipario chiuso, la voce di Ornella Vanoni canta in milanese una canzone della “mala”, colonna sonora di una storia d’amore, passione civile e lotta, che è sì un’immagine per il percorso del teatro nell’oggi, ma lo è per ogni battaglia di senso e di rigore nella nostra epoca.

Lunedì 31 gennaio alle 17.30 al Teatro Rasi, l’attore Sandro Lombardi prenderà parte a un incontro dal titolo Sembra che Dio crei in questo modo: “fa” meno le cose di quanto “faccia sì che si facciano”, insieme a Luca Doninelli (scrittore, studioso, saggista e autore del testo dello spettacolo La passione secondo i nemici, in scena per il cartellone del Nobodaddy alla Basilica di San Francesco lo stesso lunedì 31 alle 21), Marco Martinelli (direttore artistico del Teatro delle Albe e della Stagione di Prosa) e Angelo Nicastro (direttore artistico della Fondazione Ravenna Manifestazioni), in un dialogo a più voci per indagare la relazione fra l’arte e il sacro.

Per informazioni 0544/36239 oppure ravennateatro.com/prosa e ravennateatro.com/nobodaddy