Eretici e Corsari a Reggio Emilia e Bagnacavallo

ERETICI E CORSARI E IL “FUTURO FINITO” DI GABER E PASOLINI
Venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 febbraio, Teatro Valli, Neri Marcorè e Claudio Gioè tra monologhi, canzoni e frammenti di interviste di due grandi intellettuali e artisti

“Eretici e Corsari”, venerdì 3, sabato 4 febbraio alle 20.30, domenica 5 ore 15.30 Teatro Valli vede Neri Marcorè, qui attore e cantante, e Claudio Gioè, impegnati a far rivivere monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali come Pier Paolo Pasolini e Giorgio Gaber, poeti d’opposizione che ci svelano che ”il futuro è già finito”.
A metà degli anni ’70 Pier Paolo Pasolini scrive e pubblica “Scritti corsari”, una raccolta di articoli e riflessioni sulla trasformazione dell’Italia di quegli anni. In una intervista Gaber commenta “sviluppo senza progresso… mi sembra la sintesi più appropriata della nostra epoca”.
Pasolini racconta un sistema che sta attuando un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità, che fonda il proprio potere su una ipnotica promessa di comodità e benessere, ma che in realtà sta trasformando il cittadino in un “uomo che solo consuma”; sottolinea altresì le eccezioni, le resistenze, le sopravvivenze, ma in sostanza tende a radiografare impietosamente il proprio tempo, esasperando talvolta l’analisi per chiedere almeno una reazione, per provocare una sorta di “captatio malevolentiae” da cui far nascere un dibattito non ipocrita.
In quegli stessi anni Gaber e Luporini non solo si muovono su una lunghezza d’onda analoga, mai bonariamente autoassolutoria, ma si nutrono e spesso condividono molte delle intuizioni pasoliniane, che trasformate e personalizzate, entrano in filigrana nei testi del teatro gaberiano.
Monologhi e canzoni come “L’appartenenza”, “Gli oggetti”, “Il grido”, “La festa” “Il cancro”, “Qualcuno era comunista” svelano palesemente questa vicinanza, questo modo disincantato e spesso amaro di guardare il mondo, la società e il proprio paese.
“Eretici e corsari” è uno spettacolo che si alimenta di questi materiali: monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali “non organici”, che non temono di compromettersi e di risultare anche scomodi, poeti d’opposizione, diversi nella libertà, che con lucida preveggenza ci svelano che “il futuro è già finito” e che sarebbe ora di tornare a privilegiare il “crescere” rispetto al “consumare”.

Venerdì 3, sabato 4 febbraio ore 20.30
Domenica 5 febbraio, ore 15.30

Eretici e corsari
dall’opera di Giorgio Gaber, Sandro Luporini
e Pier Paolo Pasolini
regia e drammaturgia Giorgio Gallione
con Claudio Gioè e Neri Marcorè

musiche dal vivo GNU QUARTET (Francesca Rapetti – flauto Stefano Cabrera- violoncello   Raffaele Rebaudengo – viola Roberto Izzo – violino)
Produzione Teatro dell’Archivolto
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber

Dall’opera di Giorgio Gaber, Sandro Luporini e Pier Paolo Pasolini

Teatro Goldoni

BAGNACAVALLO
Mercoledì 8 Febbraio 2012 – Ore 21

Teatro dell’Archivolto
NERI MARCORÈ

CLAUDIO GIOÈ

con musiche dal vivo del Gnu Quartet: Francesca Rapetti (flauto),

Stefano Cabrera (violoncello), Raffaele Rebaudengo (viola), Roberto Izzo (violino)

regia e drammaturgia di Giorgio Gallione

spettacolo realizzato in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber

Saranno due grandi personaggi come Neri Marcorè e Claudio Gioè i prossimi protagonisti della stagione di Prosa al Teatro Goldoni di Bagnacavallo. I due attori presenteranno lo spettacolo Eretici e Corsari, tratto dall’opera di Giorgio Gaber, Sandro Luporini e Pier Paolo Pasolini, che andrà in scena mercoledì 8 febbraio alle ore 21.

“Io non sono mai stato un militante, mai tesserato, mai propagandista. Questo essere un po’ dentro un po’ fuori, che mi è stato anche imputato, per me è vitale. Io credo invece nell’utopia della politica come indagine nella realtà.” (Giorgio Gaber)

A metà degli anni ’70 Pier Paolo Pasolini scrive e pubblica Scritti corsari, una raccolta di articoli e riflessioni sulla trasformazione dell’Italia di quegli anni. In un’intervista Gaber commenta “sviluppo senza progresso… mi sembra la sintesi più appropriata della nostra epoca”.

Pasolini racconta un sistema che sta attuando un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità, che fonda il proprio potere su una ipnotica promessa di comodità e benessere, ma che in realtà sta trasformando il cittadino in un “uomo che solo consuma”; sottolinea altresì le eccezioni, le resistenze, le sopravvivenze, ma in sostanza tende a radiografare impietosamente il proprio tempo, esasperando talvolta l’analisi per chiedere almeno una reazione, per provocare una sorta di “captatio malevolentiae” da cui far nascere un dibattito non ipocrita. In quegli stessi anni Gaber e Luporini non solo si muovono su una lunghezza d’onda analoga, mai bonariamente auto-assolutoria, ma si nutrono e spesso condividono molte delle intuizioni pasoliniane che, trasformate e personalizzate, entrano in filigrana nei testi del teatro gaberiano. Monologhi e canzoni come L’appartenenza, Gli oggetti, Il grido, La festa, Il cancro, Qualcuno era comunista, svelano palesemente questa vicinanza, questo modo disincantato e spesso amaro di guardare il mondo, la società e il proprio paese. Eretici e corsari è uno spettacolo che si alimenta di questi materiali: monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali “non organici”, che non temono di compromettersi e di risultare anche scomodi, poeti d’opposizione, diversi nella libertà, che con lucida preveggenza ci svelano che “il futuro è già finito” e che sarebbe ora di tornare a privilegiare il “crescere” rispetto al  “consumare”.

“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla e dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non avere niente da perdere e quindi di non essere fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore, che io considero del resto degno di ogni più scandalosa ricerca.”  (Pier Paolo Pasolini da Scritti Corsari, 6/10/74).

Biglietti: prevendite e prenotazioni telefoniche mercoledì 8 febbraio dalle ore 10 alle ore 13 presso il botteghino del Teatro Goldoni (Piazza Libertà 18, Bagnacavallo – tel. 0545/64330).

Prevendite on line: accademiaperduta.it – vivaticket.it

Prezzi: da 19 a 11 euro – Info: 0545/64330 e accademiaperduta.it


ERETICI E CORSARI E IL “FUTURO FINITO” DI GABER E PASOLINI
Venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 febbraio, Teatro Valli, Neri Marcorè e Claudio Gioè tra monologhi, canzoni e frammenti di interviste di due grandi intellettuali e artisti

“Eretici e Corsari”, venerdì 3, sabato 4 febbraio alle 20.30, domenica 5 ore 15.30 Teatro Valli vede Neri Marcorè, qui attore e cantante, e Claudio Gioè, impegnati a far rivivere monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali come Pier Paolo Pasolini e Giorgio Gaber, poeti d’opposizione che ci svelano che ”il futuro è già finito”.
A metà degli anni ’70 Pier Paolo Pasolini scrive e pubblica “Scritti corsari”, una raccolta di articoli e riflessioni sulla trasformazione dell’Italia di quegli anni. In una intervista Gaber commenta “sviluppo senza progresso… mi sembra la sintesi più appropriata della nostra epoca”.
Pasolini racconta un sistema che sta attuando un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità, che fonda il proprio potere su una ipnotica promessa di comodità e benessere, ma che in realtà sta trasformando il cittadino in un “uomo che solo consuma”; sottolinea altresì le eccezioni, le resistenze, le sopravvivenze, ma in sostanza tende a radiografare impietosamente il proprio tempo, esasperando talvolta l’analisi per chiedere almeno una reazione, per provocare una sorta di “captatio malevolentiae” da cui far nascere un dibattito non ipocrita.
In quegli stessi anni Gaber e Luporini non solo si muovono su una lunghezza d’onda analoga, mai bonariamente autoassolutoria, ma si nutrono e spesso condividono molte delle intuizioni pasoliniane, che trasformate e personalizzate, entrano in filigrana nei testi del teatro gaberiano.
Monologhi e canzoni come “L’appartenenza”, “Gli oggetti”, “Il grido”, “La festa” “Il cancro”, “Qualcuno era comunista” svelano palesemente questa vicinanza, questo modo disincantato e spesso amaro di guardare il mondo, la società e il proprio paese.
“Eretici e corsari” è uno spettacolo che si alimenta di questi materiali: monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali “non organici”, che non temono di compromettersi e di risultare anche scomodi, poeti d’opposizione, diversi nella libertà, che con lucida preveggenza ci svelano che “il futuro è già finito” e che sarebbe ora di tornare a privilegiare il “crescere” rispetto al “consumare”.

Venerdì 3, sabato 4 febbraio ore 20.30
Domenica 5 febbraio, ore 15.30

Eretici e corsari
dall’opera di Giorgio Gaber, Sandro Luporini
e Pier Paolo Pasolini
regia e drammaturgia Giorgio Gallione
con Claudio Gioè e Neri Marcorè

musiche dal vivo GNU QUARTET (Francesca Rapetti – flauto Stefano Cabrera- violoncello   Raffaele Rebaudengo – viola Roberto Izzo – violino)
Produzione Teatro dell’Archivolto
in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber