Dapporto è Otello a Meldola, Bologna e Faenza

T E A T R O   D R A G O N I   M E L D O L A
Lunedì 19 Marzo 2012 – Ore 21

Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna  in collaborazione con Estate Teatrale Veronese

MASSIMO DAPPORTO

MAURIZIO DONADONI

LUCIA LAVIA

Otello

di William Shakespeare

e con Federica Fabiani, Woody Neri, Matteo Alì, Gabriele Tesauri

traduzione, adattamento e regia di Nanni Garella

Con il grande classico shakespeariano Otello, proseguono gli appuntamenti con la Prosa al Teatro Dragoni di Meldola. Lunedì 19 marzo alle ore 21 Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni e Lucia Lavia saranno protagonisti di questo adattamento tradotto e diretto da Nanni Garella.

Un avamposto militare in un territorio di occupazione, la Repubblica veneta contro i Turchi, occidente contro oriente: una storia già vista, che ritorna e costruisce nella mente un immaginario di guerre, purtroppo, vicine e devastanti. La fibra morale di un mondo, quello occidentale, messo a dura prova dalla crudezza dello scontro, con l’inevitabile ripercussione sulle vicende private dei protagonisti: di quelli nobili e virtuosi, come di quelli meschini e malvagi.

Nell’Otello di Shakespeare, alla fine, perdono tutti, i nobili e i malvagi: Desdemona, Emilia, Roderigo assassinati, Otello suicida, Iago travolto dai suoi stessi inganni e dalle sue trame scellerate. Tutti fanno scelte sbagliate. Il mondo non ritrova il suo equilibrio, dopo l’atto estremo di Otello e il sacrificio di sua moglie: come dopo un’eclissi di sole e di luna (stralcio simbolico di una immagine barocca) l’uomo resta sotto un cielo vuoto.

Otello, come Lear e Macbeth, è sceso nell’abisso, è giunto sino in fondo, ha vissuto l’esperienza umana della gelosia fino all’estremo. Shakespeare è l’unico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e Otello, nella storia teatrale, è una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico, soprattutto dall’epoca romantica in poi. Il pubblico del nostro tempo è abituato a sentire i nomi, così stravaganti e improbabili, di Iago, Desdemona, Otello, a legare ad essi un racconto di gelosia e di sangue e a restare avvinto dalle passioni che muovono i destini di quei personaggi. Ma, conoscendo l’esito tragico della storia, lo spettatore contemporaneo continua a interrogarsi sulla fragilità della natura umana.

Otello, una volta scrostato dai depositi romantici e naturalistici, è un grande dibattito, profondo e appassionante, sulla natura umana: per Otello il mondo è bello, gli uomini sono nobili, e giustificano la loro esistenza nella lealtà e nell’amore; per Iago il mondo è abietto e volgare e gli uomini sono come animali, carogne che si divorano l’un l’altro; da un lato un’idea del mondo e della natura umana che volge lo sguardo alla convivenza, alla bellezza e all’armonia; dall’altro la totale assenza, machiavellica, di ideologia, il pragmatismo empirico più spregiudicato.

Nessuno ha la meglio, alla fine. In realtà, il mondo somiglia molto di più a come lo immagina Iago, ma anch’egli ne è travolto, come Riccardo III. Cosa resta, dopo gli assassini, i suicidi, il crollo della fiducia, della fedeltà e dell’amore? Probabilmente solo la notte buia, il cupo abisso in cui precipita a volte la mente umana. L’accesso di follia distruttiva e autodistruttiva, omicida e suicida, di Otello, nutrita dalla menzogna e dall’infamia di Iago; e la dissoluzione di un mondo di valori, come famiglia, patria, amore, lealtà, coerenza morale.

Biglietti: da 8 a 19 €. Prevendita: sabato 17 marzo dalle ore 9,30 alle ore 12 presso il Botteghino del Teatro Dragoni e lunedì 19 marzo (negli stessi orari) presso gli uffici del Teatro Il Piccolo di Forlì (via Cerchia, 98).

Prevendite on line: accademiaperduta.it – vivaticket.it

Info: 0543/490089 – 0543/64300 e accademiaperduta.

.Otello, la nuova produzione di Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna
La tragedia di Shakespeare messa in scena da Nanni Garella
Nei panni del Moro di Venezia Massimo Dapporto
affiancato da Maurizio Donadoni (Iago) e Lucia Lavia (Desdemona)

Martedì 20 marzo, alle ore 21, nella Sala Grande del Teatro Arena del Sole, Arena del Sole -Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna, in collaborazione con il 63° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale Veronese, presenta Otello, di William Shakespeare, traduzione, adattamento, regia Nanni Garella, con Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni, Lucia Lavia, Federica Fabiani, Gabriele Tesauri, Woody Neri, Matteo Alì, scene Antonio Fiorentino, luci Gigi Saccomandi, costumi Claudia Pernigotti, regista assistente Gabriele Tesauri.

REPLICHE FINO A DOMENICA 25 MARZO – ORE 21, DOMENICA ORE 16

E’ iniziata la tournée 2012 di Otello, la nuova produzione di Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna, in collaborazione con il 63° Festival Shakespeariano dell’Estate
Teatrale Veronese. Nei panni del Moro di Venezia c’è Massimo Dapporto, versatile attore che si
divide abitualmente tra teatro, cinema e televisione, mentre è Maurizio Donadoni a interpretare
Iago, Lucia Lavia è Desdemona. Completano il cast Federica Fabiani (Emilia), Gabriele Tesauri
(Montano), Woody Neri (Cassio), Matteo Alì (Roderigo).
Oltre alle rappresentazioni all’Arena del Sole dal 20 al 25 marzo, questa prima tournée toccherà
una serie di importanti “piazze” tra cui Prato, Torino, Bolzano, Arezzo, Cosenza.

«Non una tragedia della gelosia, ma un dramma d’amore, in cui il protagonista si trova preda di un sentimento tanto potente da fargli perdere la ragione». Così il regista Nanni Garella descrive il suo Otello definendolo «un grande dibattito sulla fragilità della natura umana».

I numerosi temi affrontati in questa nuova messinscena della tragedia shakespeariana, tradotta e adattata da Nanni Garella, vanno oltre quello classico della gelosia portata alle estreme conseguenze: il pregiudizio razziale, lo scontro tra occidente e oriente, una storia che ritorna e costruisce nella mente un immaginario di guerre vicine e devastanti. A contrapporsi sono, però, in primo luogo due visioni del mondo: quella di Otello – bellezza e armonia, nobiltà, lealtà, amore – e quella di Iago, che disegna un mondo abietto e volgare in cui, nella totale assenza di ideologia, regna il pragmatismo più spregiudicato.

«Nell’Otello di Shakespeare – scrive il regista Nanni Garella nei suoi appunti di drammaturgia – alla fine perdono tutti, i nobili e i malvagi: Desdemona, Emilia, Roderigo assassinati, Otello suicida, Iago travolto dai suoi stessi inganni e dalle sue trame scellerate. Tutti fanno scelte sbagliate. Il mondo non ritrova il suo equilibrio, dopo l’atto estremo di Otello e il sacrificio di sua moglie: come dopo un’eclissi di sole e di luna – stralcio simbolico di una immagine barocca – l’uomo resta sotto un cielo vuoto. (…) Nessuno ha la meglio, alla fine. In realtà, il mondo somiglia molto di più a come lo immagina Iago, ma anch’egli ne è travolto. Cosa resta, dopo gli assassini, i suicidi, il crollo della fiducia, della fedeltà e dell’amore? Probabilmente solo la notte buia, il cupo abisso in cui precipita a volte la mente umana.»

Nella pagina seguente le note di drammaturgia di Nanni Garella nella versione integrale

Informazioni, prenotazioni e vendita: Arena del Sole, Via Indipendenza 44, Bologna

Tel. 051.2910.910 • vendita on-line biglietti www.arenadelsole.it

martedì – sabato ore 11.00-19.00 (chiusura il lunedì e i festivi)
Teleprenotazioni con carta di credito: tel. 051.648.63.87
(ore 15.30 – 18.30 nei giorni di apertura della biglietteria)

Appunti di drammaturgia per Otello
di Nanni Garella

Un avamposto militare in un territorio di occupazione, la Repubblica veneta contro i Turchi, occidente contro oriente: una storia già vista, che ritorna e costruisce nella mente un immaginario di guerre, purtroppo, vicine e
devastanti. La fibra morale di un mondo, quello occidentale, messo a dura prova dalla crudezza dello scontro, con l’inevitabile ripercussione sulle vicende private dei protagonisti: di quelli nobili e virtuosi, come di quelli
meschini e malvagi.

Nell’Otello di Shakespeare, alla fine, perdono tutti, i nobili e i malvagi: Desdemona, Emilia, Roderigo assassinati, Otello suicida, Iago travolto dai suoi stessi inganni e dalle sue trame scellerate. Tutti fanno scelte sbagliate.
Il mondo non ritrova il suo equilibrio, dopo l’atto estremo di Otello e il sacrificio di sua moglie: come dopo un’eclissi di sole e di luna – stralcio simbolico di una immagine barocca – l’uomo resta sotto un cielo vuoto.

Se si spegnessero il sole e la luna, insieme, in un buio eclisse…
se la terra tremando si squarciasse… (Otello, V, 2)

Otello, come Lear e Macbeth, è sceso nell’abisso, è giunto sino in fondo, ha vissuto l’esperienza umana della gelosia fino all’estremo. Shakespeare è l’unico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e Otello, nella storia teatrale, è una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico, soprattutto dall’epoca romantica in poi. Il pubblico del nostro tempo è abituato a sentire i nomi, così stravaganti e improbabili, di Iago, Desdemona, Otello, a legare ad essi un racconto di gelosia e di sangue e a restare avvinto dalle passioni che muovono i destini di quei personaggi. Ma, conoscendo l’esito tragico della storia, lo spettatore contemporaneo continua a interrogarsi sulla fragilità della natura umana.

Otello, una volta scrostato dai depositi romantici e naturalistici, è un grande dibattito, profondo e appassionante, sulla natura umana: per Otello il mondo è bello, gli uomini sono nobili, e giustificano la loro esistenza nella lealtà e nell’amore; per Iago il mondo è abietto e volgare e gli uomini sono come animali, carogne che si divorano l’un l’altro; da un lato un’idea del mondo e della natura umana che volge lo sguardo alla convivenza, alla bellezza e all’armonia; dall’altro la totale assenza, machiavellica, di ideologia, il pragmatismo empirico più spregiudicato.

Nessuno ha la meglio, alla fine. In realtà, il mondo somiglia molto di più a come lo immagina Iago, ma anch’egli ne è travolto, come Riccardo III. Cosa resta, dopo gli assassini, i suicidi, il crollo della fiducia, della fedeltà e dell’amore? Probabilmente solo la notte buia, il cupo abisso in cui precipita a volte la mente umana. L’accesso di follia distruttiva e autodistruttiva, omicida e suicida, di Otello, nutrita dalla menzogna e dall’infamia di Iago; e la
dissoluzione di un mondo di valori, come famiglia, patria, amore, lealtà, coerenza morale.

E resta solo un linguaggio sfasato e incerto, sconnesso, schizoide. L’unica vittoria di Iago consiste nel distruggere la poesia, l’eroismo, la grandezza del generale Otello, infrangendo le sue certezze di linguaggio, spingendolo
all’afasia, al balbettio, in una sorta di eloquio spezzato che somiglia tanto al monologo interiore della letteratura moderna – di Joyce, di Beckett.

A letto con lei… sopra di lei! Si dice “a letto con lei” quando qualcuno si scopa una donna… A letto con lei… che schifo! Il fazzoletto… deve confessare… il fazzoletto! Farlo confessare… e poi impiccarlo per quello che fatto. No, prima impiccarlo, e poi farlo confessare! Sto tremando, lo vedi? Tremando dalla rabbia… una rabbia nera… Non sono le parole che mi fanno tremare. Puh! Che schifo: i nasi, le orecchie, le labbra… Non è possibile… Confessa!… Il fazzoletto!… Demonio!… (Otello, IV, 1)

Corpi, labbra, amplessi immondi, schifosi sono le uniche immagini residue del bel mondo eroico di Otello, sono la vittoria del pragmatismo di Iago, ma sono anche lo sprofondamento dell’uomo nel mondo dell’ombra, dove la nobiltà d’animo si trasforma in scelleratezza, il coraggio in codardia; dove la tolleranza lascia rapidamente il posto al pregiudizio razziale più osceno.

Otello è la notte. Un’immensa figura fatale. La notte è innamorata del giorno. L’africano adora la bianca.
E’ grande, è augusto, è maestoso, ha al suo seguito il coraggio, la battaglia, la fanfara, la bandiera, la fama, la gloria, è Otello; ma è nero. E allora come fa in fretta l’eroe geloso a trasformarsi in mostro!
Il nero diventa negro. Con quanta rapidità la notte ha fatto segno alla morte! (Victor Hugo, William Shakespeare).

TEATRO MASINI FAENZA

Lunedì 26, Martedì 27 e Mercoledì 28 Marzo 2012 – Ore 21

Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna  in collaborazione con Estate Teatrale Veronese

MASSIMO DAPPORTO

MAURIZIO DONADONI     LUCIA LAVIA

Otello

di William Shakespeare

e con Federica Fabiani, Woody Neri, Matteo Alì, Gabriele Tesauri

traduzione, adattamento e regia di Nanni Garella

Con il grande classico shakespeariano Otello, proseguono gli appuntamenti con la Prosa al Teatro Masini di Faenza. Lunedì 26, martedì 27 e mercoledì 28 marzo alle ore 21 Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni e Lucia Lavia saranno protagonisti di questo adattamento tradotto e diretto da Nanni Garella.

Un avamposto militare in un territorio di occupazione, la Repubblica veneta contro i Turchi, occidente contro oriente: una storia già vista, che ritorna e costruisce nella mente un immaginario di guerre, purtroppo, vicine e devastanti. La fibra morale di un mondo, quello occidentale, messo a dura prova dalla crudezza dello scontro, con l’inevitabile ripercussione sulle vicende private dei protagonisti: di quelli nobili e virtuosi, come di quelli meschini e malvagi.

Nell’Otello di Shakespeare, alla fine, perdono tutti, i nobili e i malvagi: Desdemona, Emilia, Roderigo assassinati, Otello suicida, Iago travolto dai suoi stessi inganni e dalle sue trame scellerate. Tutti fanno scelte sbagliate. Il mondo non ritrova il suo equilibrio, dopo l’atto estremo di Otello e il sacrificio di sua moglie: come dopo un’eclissi di sole e di luna (stralcio simbolico di una immagine barocca) l’uomo resta sotto un cielo vuoto.

Otello, come Lear e Macbeth, è sceso nell’abisso, è giunto sino in fondo, ha vissuto l’esperienza umana della gelosia fino all’estremo. Shakespeare è l’unico autore, dopo i greci, che riesce a darci tragedie vere; e Otello, nella storia teatrale, è una delle poche vicende pienamente conosciute dal pubblico, soprattutto dall’epoca romantica in poi. Il pubblico del nostro tempo è abituato a sentire i nomi, così stravaganti e improbabili, di Iago, Desdemona, Otello, a legare ad essi un racconto di gelosia e di sangue e a restare avvinto dalle passioni che muovono i destini di quei personaggi. Ma, conoscendo l’esito tragico della storia, lo spettatore contemporaneo continua a interrogarsi sulla fragilità della natura umana.

Otello, una volta scrostato dai depositi romantici e naturalistici, è un grande dibattito, profondo e appassionante, sulla natura umana: per Otello il mondo è bello, gli uomini sono nobili, e giustificano la loro esistenza nella lealtà e nell’amore; per Iago il mondo è abietto e volgare e gli uomini sono come animali, carogne che si divorano l’un l’altro; da un lato un’idea del mondo e della natura umana che volge lo sguardo alla convivenza, alla bellezza e all’armonia; dall’altro la totale assenza, machiavellica, di ideologia, il pragmatismo empirico più spregiudicato.

Nessuno ha la meglio, alla fine. In realtà, il mondo somiglia molto di più a come lo immagina Iago, ma anch’egli ne è travolto, come Riccardo III. Cosa resta, dopo gli assassini, i suicidi, il crollo della fiducia, della fedeltà e dell’amore? Probabilmente solo la notte buia, il cupo abisso in cui precipita a volte la mente umana. L’accesso di follia distruttiva e autodistruttiva, omicida e suicida, di Otello, nutrita dalla menzogna e dall’infamia di Iago; e la dissoluzione di un mondo di valori, come famiglia, patria, amore, lealtà, coerenza morale.

Biglietti: da 9 a 23 €. Prevendite da sabato 25 febbraio dalle ore 10 alle ore 13 presso la biglietteria del Masini. Prenotazioni telefoniche (0546/21306) da lunedì 27 febbraio. Prevendite online: www.accademiaperduta.it e vivaticket.it. Info: 0546/21306 e www.accademiaperduta.it