Venezia ricorda Nino Rota a 100 anni dalla nascita

Sabato 9 aprile alle 17,00 al Teatro Malibran I due timidi di Nino Rota e Suso Cecchi d’Amico

In occasione del centenario della nascita di Nino Rota e come omaggio alla celebre sceneggiatrice scomparsa lo scorso anno, la Fondazione Teatro La Fenice proporrà un nuovo allestimento della commedia lirica in un atto I due timidi di Nino Rota su libretto di Suso Cecchi D’Amico, in scena al Teatro Malibran sabato 9 alle 17.00 l’ultima recita riservata al pubblico dopo le tre recite del 4-5 e6 aprile che erano riservate esclusivamente alle scuole .
Coprodotto con il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, I due timidi è il secondo dei due spettacoli di Teatro musicale per la scuola proposti per l’anno scolastico 2010-2011 dalla Fondazione Teatro La Fenice in collaborazione con gli Itinerari educativi dell’Assessorato alle Politiche educative, allo Sport e alle Politiche della famiglia della Città di Venezia, nell’ambito del programma di educazione narrativa e musicale intitolato Emozioni, sentimenti, affetti: la trasformazione del personaggio e dello spettatore nei racconti di parola, immagine e musica.
La produzione è il frutto di uno speciale cantiere formativo che ha coinvolto numerosi allievi e diplomati in perfezionamento del Conservatorio Benedetto Marcello: 18 allievi delle classi di canto di Elena De Martin, Stefano Gibellato, Cristina Mantese e Stella Silva, 36 membri dell’Orchestra del Conservatorio diretta da Maurizio Dini Ciacci e altri studenti impegnati come maestri sostituti. La regia sarà di Francesco Bellotto; le scene e i costumi, interamente realizzati dai laboratori del Teatro La Fenice, rispettivamente di Massimo Checchetto e Carlos Tieppo; le luci di Vilmo Furian.
Nel cast Enkhbat Nyamdorj si alternerà con Park Moo Sung nel ruolo del narratore-calzolaio; Selena Colombera con Anna Sanachina e Giulia Bolcato in quello di Mariuccia; Jenish Ysmanov sarà Raimondo; Matteo Gobbo la signora Guidotti; Andrea Biscontin in alternanza con Safa Korkmaz il dottor Sinisgalli; Miriam Albano la madre di Mariuccia; Francesco Basso il portiere Vittorio; le tre cameriere Lucia, Maria e Lisa saranno interpretate da Cristina Del Tin, Ilenia Tosatto, Giulia Semenzato, Jung Hye Min, Yoko Kawamoto e Giulia Alberti; Giovanni Vistosi e Lieta Naccari si alterneranno nel ruolo parlato del pensionante.
I biglietti per la recita pomeridiana del 9 aprile 2011 interi € 20,00, ridotti € 10,00 sono acquistabili presso le biglietterie Hellovenezia del Teatro La Fenice, Piazzale Roma  e un’ora prima dello spettacolo presso la biglietteria del Teatro Malibran.

Di durata contenuta (circa 70’), l’opera, nata nel 1950 come radiodramma e successivamente proposta in forma scenica da diversi teatri sia in Italia che all’estero, presenta la facile (ma raffinata) ‘orecchiabilità’ tipica dell’arte del compositore pugliese: egli ripercorre, con la maestria e l’originalità che gli sono proprie, stili e forme espressive disparate, consentendo al suo pubblico di inoltrarsi tanto in sonorità dall’effusione lirica romantica e postromantica (di impronta soprattutto pucciniana) quanto nella vivacità melodico-ritmica e tonale tipica di generi più tradizionali (farsesco, comico, grottesco), senza d’altronde rinunciare a ricorrere, per punteggiare azioni e patemi d’animo, a una libertà compositiva tipica di autori novecenteschi come Britten, Prokof’ev, Bernstein, fatta di brusche dissonanze, disordini calcolati di ritmo, sfalsamento di simmetrie, richiami a generi leggeri, tutti di sapido effetto.
In via del Pozzo 53, un cortile né ricco né povero di una grande città degli anni Cinquanta, c’è un calzolaio che ne ha viste passare di vite, ne ha visti di amori. Questa cosa che gli capita per le mani è però decisamente stravagante. Ci sono una Lei che, timidissima, affida i suoi desideri ed i tormenti del cuore alla voce del pianoforte e un Lui che, dopo un anno di sguardi e silenzi, proprio quando avrebbe dovuto trovare le parole, si dimostrerà incapace di dichiararsi rovinandosi definitivamente la vita. Il loro dramma è questo, la timidezza. Un pudore del cuore per cui i due protagonisti saranno destinati a sfiorare soltanto la possibilità di amarsi, e a rimanere impigliati in piccole funeste fatalità (fra cui il crollo di un avvolgibile sulla testa di Lui) che li destineranno alla vita che personaggi più concreti decideranno per loro. Una storia inattuale, quella de I due timidi. Che rivela però una nuova prospettiva drammaturgica. Paradossalmente infatti, a non accadere nell’animata giornata di via del Pozzo 53, è proprio la cosa più scontata, che di solito è il destino di ogni trama operistica: la dichiarazione d’amore al legittimo destinatario.