Trionfo di Clelia di Gluck torna dopo 250 anni

IL TRIONFO DI CLELIA
DI CHRISTOPH WILLIBALD GLUCK
IN OCCASIONE DEL 250° ANNIVERSARIO
DALL’INAUGURAZIONE
DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

Martedì 14 maggio 2013 alle ore 20.00, nella Sala Bibiena del Teatro Comunale di Bologna, va in scena esattamente dopo 250 anni, l’opera che inaugurò il 14 maggio 1763 il Teatro Comunale di Bologna: Il trionfo di Clelia di Christoph Willibald Gluck.

Dramma per musica in tre atti su libretto di Pietro Metastasio, Il trionfo di Clelia è un allestimento originale di Et in Arcadia ego nella nuova edizione celebrativa per il 250° dall’inaugurazione del Teatro Comunale di Bologna.

Il Maestro Giuseppe Sigismondi de Risio dirige l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.
La regia e le scene sono Nigel Lowery.
I costumi sono di Monica Benini.
Le luci sono di George Tellos.

Commissionata a Christoph Willibald Gluck per l’inaugurazione del Teatro Comunale dopo l’incendio che lo distrusse, Il trionfo di Clelia venne composta nel 1763, tra la stesura dell’Orfeo ed Euridice, che di fatto diede avvio alla famosa ‘riforma del teatro’, e quella dell’Alcesti.
Dopo l’inaugurazione del 1763, con le scene dello stesso Galli Bibiena che disegnò la sala, l’opera non è stata mai più riallestita. In occasione delle celebrazioni per i 250 anni del Teatro, il Comunale di Bologna riallestisce Il trionfo di Clelia insieme ad Et in Arcadia Ego.

“Il trionfo di Clelia – spiega la produzione nelle note di regia – è una storia che incarna ideali quali l’eroismo e la libertà e ha come protagonista una donna. La nobile e giovane Clelia è l’eroina di una vicenda scritta in un momento storico in cui il tema della libertà era scottante e il ruolo femminile era quasi pacificamente relegato a supporto di quello maschile. […] Il trionfo di Clelia esalta valori come giustizia, lealtà, coraggio, integrità. Valori che al giorno d’oggi creano in molti quasi un senso di disagio, anche per la storia del secolo passato, con le sue molteplici forme di fanatismi. È ancora possibile trattare questi temi senza cadere in luoghi comuni e senza retorica? Nigel Lowery affronta tale impresa raffigurando Clelia, Tarquinio, Orazio e gli altri personaggi in un mondo senza spazio e senza tempo, nell’eterna disputa tra “antichi” e “moderni”, tra la monarchia conservatrice, scaltra, el’anelito di libertà, giovane, ardente, con la sua fiducia e i suoi ideali di onore e verità, che a un più cinico sguardo lasciano sospettare una dimensione non priva delle insidie del fanatismo.
Il palcoscenico è un ambiente onirico e astratto, quasi un mondo-giocattolo, in cui lampeggiano evidenti riferimenti al teatro dell’avanguardia russa. L’intera messa in scena è concepita come un Gesamtkunstwerk, di cui estetica e richiami alle arti visive, che non sfuggono all’occhio esperto, rilevano una conoscenza profonda da parte della regia dei maestri del suprematismo e del costruttivismo.
In scena si agisce con la complessità che ci si aspetta da una pièce di teatro contemporaneo, nel pieno possesso, emotivamente e fisicamente, dell’intero spazio scenico. I personaggi partecipano di un’intensa narrazione, parallela e coerente con la trama metastasiana originale, per un percorso a tratti vorticoso di analogie, simboli, immagini, sogni e paure, in special modo nelle arie.
Quando le emozioni dei personaggi toccano lo zenit, la sensibilità melodica di Gluck consente loro di dispiegarle nel canto, accedendo a quel tempo dilatato dei sentimenti più intensi che solo le arie d’opera permettono e che la regia di Lowery sottolinea e agisce. La scena ripresenta allora agli occhi i contenuti psichici profondi dei personaggi, trasfigurati attori del proprio inconscio. […]
Proiezioni surreali contribuiscono a trasportare lo spettatore in un altro luogo, e la famosa scena della battaglia sul ponte, che tan-to entusiasmò il pubblico alla prima dell’opera nel 1763, si realizza oggi in modo inaspettato, genialmente semplice e drammaticamente efficace. […]”

Giuseppe Sigismondi de Risio, acclamato per le sue sensibili e potenti interpretazioni di capolavori del repertorio operistico, proprio con la registrazione de Il trionfo di Clelia pubblicata in prima mondiale dalla nota etichetta tedesca MDG nel 2012, ha ottenuto riconoscimenti unanimi dal mondo della lirica.

La compagnia di canto è formata da artisti particolarmente esperti del repertorio barocco, a cominciare da Maria Grazia Schiavo che interpreta il ruolo di Clelia.
Mary-Ellen Nesi interpreta il ruolo di Orazio; Burçu Uyar interpreta il ruolo di Larissa; Irini Karaianni interpreta il ruolo di Tarquinio; Vassilis Kavayas interpreta il ruolo di Porsenna; Daichi Fujiki interpreta il ruolo di Mannio.

Il trionfo di Clelia, dopo il debutto martedì 14 maggio, replica giovedì 16 maggio (ore 20, turno C), venerdì 17 maggio (ore 20, Turno A), domenica 19 maggio (ore 15.30, Turno Domenica), martedì 21 maggio (ore 18, Pomeriggio), mercoledì 22 maggio (ore 20, turno B).

In occasione delle recite de Il trionfo di Clelia, nel Foyer Respighi del Teatro saranno esposte le foto della prova generale dell’opera, realizzate da Rocco Casaluci.

“Il trionfo di Clelia” è realizzato con contributo di Alfa Wassermann.

I sopratitoli dell’opera sono realizzati grazie al contributo di Alce Nero Mielizia.