Torna la Traviata del 2010 a Bologna con Mariotti

LA TRAVIATA

DI GIUSEPPE VERDI

Mercoledì 22 febbraio 2012, alle ore 20.00, nella Sala Bibiena del Teatro Comunale di Bologna va in scena il secondo titolo della Stagione d’Opera e Balletto 2012.

Debutta La Traviata di Giuseppe Verdi, nell’allestimento del Teatro Comunale di Bologna.

Dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale il Direttore Principale Michele Mariotti.

Altro Direttore Domenico Longo (28 febbraio, 6 marzo).

Il Maestro del Coro è Lorenzo Fratini.

La regia dell’allestimento è di Alfonso Antoniozzi.

Le scene sono di Paolo Giacchero.

I costumi sono di Claudia Pernigotti.

Le luci sono di Andrea Oliva.

L’assistente alla regia è Massimiliano Vita.

Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, La Traviata torna sul palcoscenico del Teatro bolognese nel fortunatissimo allestimento curato da Alfonso Antoniozzi e andato in scena nell’ottobre 2010.

Il celebre baritono che da qualche anno si cimenta anche nella regia d’opera – il Teatro Comunale qualche stagione fa ha allestito un suo ottimo Don Pasquale di Gaetano Donizetti – ambienta il capolavoro di Verdi negli anni Cinquanta del Novecento, immergendo lo spettatore in un’atmosfera da ‘dolce vita’ felliniana.

La regia di Alfonso Antoniozzi, uomo di grande esperienza teatrale, è supportata dal lavoro di ottimi collaboratori del Teatro Comunale come Paolo Giacchero alle scene e Claudia Pernigotti ai costumi.

“Paradossalmente – spiega Antoniozzi nelle note di regia – è proprio la popolarità della Traviata il più grosso ostacolo di costruzione registica: si rischia di non guardare al libretto e alla musica con l’attenzione e la sorpresa che si dedicherebbero a un lavoro meno insito nel nostro dna musicale […]”. Antoniozzi, con grande rispetto dell’opera di Verdi, e consapevole dei rischi che qualsiasi regista incontra affrontando un capolavoro tanto importante del nostro repertorio musicale, si è preoccupato innanzitutto di raccontare una storia: “[…] ogni capolavoro offre a chi ne fruisce diversi piani di lettura. Il primo, ossia il più semplice, è la trama. […] Questo piano di lettura, per semplice che sia, va raccontato. […] Una volta assolto il compito di raccontare la trama agli spettatori, […] comincia la seconda parte del lavoro, ossia scegliere quale dei molteplici altri piani di lettura possibili faccia al caso dell’allestimento. […] La Traviata mette alla berlina l’impossibilità di una parte della società a riconoscere il diverso da sé come uguale, capace di uguali sentimenti, di uguali sofferenze, di uguali speranze, di uguali sogni. […] E, ragionando per stereotipi e condannando a priori, si finisce per diventare noi stesi il più grande ostacolo alla felicità altrui. […] La mia scelta per questo spettacolo bolognese è stata dunque quella di raccontare l’emarginazione di un essere umano per colpa della cecità di altri esseri umani. Ambientato negli anni Cinquanta del Novecento, con chiari rimandi al cinema di Federico Fellini e ad un realismo tipicamente borghese, lo spettacolo diretto da Antoniozzi mette l’accento sulla solitudine della protagonista, che nel terzo atto diventa esistenziale e metafisica. “Nella Traviata che vi presento, unica forzatura al libretto verdiano, – conclude Antoniozzi – Violetta morirà sola. Tutto quello che accade nel terzo atto è frutto dell’immaginazione di una donna che va via, in attesa che la società le conceda una redenzione che non arriverà mai. […]”.

A dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale di Bologna ci sarà il Direttore principale Michele Mariotti, impegnato nel primo dei due titoli d’Opera che dirigerà nella Stagione d’Opera e Balletto 2012. Nato a Pesaro nel 1979, Michele Mariotti nel breve giro di pochi anni ha conquistato un prestigio internazionale, dirigendo in tutto il mondo, e acquistando credibilità tanto come direttore d’opera quanto come direttore di musica sinfonica. Tra gli impegni più prestigiosi che lo terranno impegnato prossimamente, ricordiamo Matilde di Shabran al Rossini Opera Festival di Pesaro, Carmen al Metropolitan di New York, La donna del lago al Covent Garden di Londra.

Nel ruolo di Violetta Valéry si alternano Yolanda Auyanet e Cinzia Forte.

Yolanda Auyanet, nata a Las Palmas de Gran Canaria, dopo il debutto in giovane età a Bari ne La Bohème inizia una carriera internazionale, che la porta in diverse parti del mondo a cantare nei più prestigiosi teatri d’opera. Tra i suoi prossimi impegni, dopo La Traviata bolognese, I Capuleti e i Montecchi a Las Palmas, Cristoforo Colombo a Siviglia.

Cinzia Forte, apprezzata interprete belcantista da anni presente nei cartelloni dei più prestigiosi teatri italiani ed europei, ha già interpretato Violetta in un’applauditissima edizione in scena al Teatro dell’Opera di Roma diretta da Gianluigi Gelmetti. I suoi impegni futuri prevedono, tra gli altri, il ritorno al Comunale di Bologna come Susanna ne Le nozze di Figaro, nella stessa produzione che la vide già protagonista al San Carlo di Napoli con la regia di Mario Martone e la direzione musicale di J. Tate e che la decretò come una delle voci più affascinanti degli ultimi tempi.

Nel ruolo di Alfredo Germont Giuseppe Gipali si alterna a Javier Tomè Fernandez.

Giuseppe Gipali, esperto del repertorio verdiano, canta nei palcoscenici più prestigiosi al mondo, tra i quali il Teatro alla Scala di Milano, il Covent Garden di Londra, la San Francisco Opera. Volto e voce conosciute agli spettatori bolognesi – che lo hanno già applaudito in Rigoletto e I Masnadieri – Gipali sarà prossimamente protagonista in Norma, Lucia di Lammermoor e Rigoletto.

Javier Tomè Fernandez dopo il diploma in canto con Miguel Bou prosegue gli studi presso il Centro di Perfezionamento Placido Domingo del Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia. Si è esibito in teatri importanti come il Teatro La Fenice di Venezia e il Teatro Arriaga di Bilbao.

Nel ruolo di Giorgio Germont Stefano Antonucci e Sergio Bologna.

Dopo uno strepitoso debutto nell’88 al Teatro alla Scala di Milano in La Bohème nel ruolo di Marcello, Stefano Antonucci intraprende una carriera di successo, concentrandosi soprattutto sull’interpretazione dei principali ruoli verdiani baritonali. Al Teatro Comunale di Bologna si distingue per una grande interpretazione in Madama Butterfly diretto da Daniele Gatti. Prossimamente sarà impegnato in Rigoletto a Tel Aviv e La Traviata a Montecarlo.

Sergio Bologna, accanto ad un vasto repertorio belcantista e del melodramma, affronta anche l’opera contemporanea con Il gatto degli stivali di Marco Tutino. Al Teatro Comunale Sergio Bologna ha debuttato nel 2009 in Madama Butterfly, seguita nel 2010 da La Traviata.

Nel ruolo di Flora Bervoix torna Giuseppina Bridelli, che aveva sostenuto lo stesso ruolo nell’edizione del 2010. Vincitrice nel 2007 del concorso As.Li.Co per il ruolo di Dorabella in Così fan tutte di Mozart, Giuseppina Bridelli debutta al Teatro Comunale nel gennaio 2009 ne I Puritani di Bellini.

Completano il cast Roberta Pozzer e Silvia Calzavara nel ruolo di Annina; Vladimir Reutov nel ruolo di Gastone, visconte di Letorières; Mattia Olivieri nel ruolo del Barone Douphol; Christian Faravelli nel ruolo del Marchese d’Obigny; Masashi Mori nel ruolo del Dottor Grenvil; Luca Visani e Ugo Rosati nel ruolo di Giuseppe, servo di Violetta; Sandro Pucci e Raffaele Costantini nel ruolo di Un commissionario; Marco Danieli e Mauro Marchetto nel ruolo del Domestico di Flora.

La mima è Gaia Gulizia.

Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma di Alexandre Dumas figlio La dame aux camelia, il capolavoro di Giuseppe Verdi debutta al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853. La data precisa di inizio scrittura è incerta, ma dagli abbozzi conservati a Sant’Agata si evince che il soggetto accese di colpo la fantasia creatrice di Verdi. E’ presumibile che Verdi stesso abbia assistito alla pièce teatrale di Dumas andata in scena a Parigi nel febbraio 1852, durante un soggiorno parigino del compositore italiano. Composta tra la fine di gennaio e i primi di marzo 1853, l’opera non ebbe immediato successo. Ma nella ripresa, sempre a Venezia al Teatro San Benedetto, il 5 maggio 1854, l’Opera fu un vero trionfo.

La Traviata è una delle opere che segna l’entrata del “realismo” nel melodramma italiano. Nonostante l’ambientazione della vicenda sia stata retrodatata per motivi di censura, l’opera parla del mondo coevo al compositore, e in particolare dell’ambiente mondano-borghese, di cui vengono evidenziate la volgarità e l’ipocrisia.

La vicenda è suddivisa in tre atti.

Atto primo.

Salotto in casa di Violetta a Parigi.

Violetta Valéry, giovane e bella cortigiana parigina, dà un festa nella sua dimora. Fra tutti gli invitati c’è il visconte Gastone de Letorières, che presenta a Violetta Alfredo Germont, suo appassionato ammiratore. Il giovane non perde tempo, le dedica un brindisi e la invita a ballare. Si aprono le danze, ma Violetta, presa da una crisi di tosse, non riesce neppure a raggiungere la sala da ballo. Alfredo la assiste e ne approfitta per dichiararle il suo amore. Violetta prima lo respinge, poi gli dona una camelia, il suo fiore preferito, invitandolo a ripresentarsi l’indomani, quando il fiore sarà appassito. Alfredo, compiaciuto del suo gesto, abbandona la festa mentre Violetta raggiunge gli altri invitati. È ormai l’alba e la bella cortigiana, rimasta sola, medita sulle parole di Alfredo, fantasticando sulla possibilità di poter vivere questo amore unico, ma subito se ne ravvede. Per lei, un altro destino l’attende.

Atto secondo.

Quadro primo. Casa di Violetta in campagna, nei pressi di Parigi.

Violetta ha rinunciato alla sua vita mondana per vivere con Alfredo nella campagna parigina. Il giovane, colmo di gioia, scopre dalla cameriera Annina che Violetta è stata costretta a vendere i gioielli per far fronte alle loro spese. Alfredo, rammaricato dalla notizia, decide di recarsi in città per procurarsi il denaro necessario. Mentre Alfredo è via, Violetta riceve inaspettatamente la visita del padre, Giorgio Germont, il quale le chiede di abbandonare al più presto suo figlio. Violetta è incredula e, per dimostrare la sua onestà, gli rivela di aver venduto i gioielli pur di non chiedere denaro ad Alfredo. Germont ne resta colpito, cambia tono, ma non desiste dal suo proposito: sostiene che il loro scandaloso legame compromette il fidanzamento di sua figlia. Violetta si convince che la soluzione migliore sia quella di allontanarsi per qualche tempo da Alfredo, ma Germont pretende di più: vuole che lo lasci per sempre prospettandole il futuro di una vecchiaia incerta. Disperata, la donna accetta di sacrificare la propria felicità per quella dei Germont, con un’unica richiesta: dopo la sua morte, Germont deve rivelare al figlio il suo sacrificio d’amore. Quando Alfredo, ignaro di tutto, torna da Parigi, trova una lettera in cui Violetta gli comunica di aver deciso di tornarsene alla vita mondana, al fianco del barone Douphol. Alfredo, distrutto dalla notizia, cade fra le braccia del padre che cerca invano di consolarlo. Ma una lettera abbandonata sul tavolo lo distrae: è l’invito, per la sera stessa, a una festa. Alfredo vuole vendicarsi.

Quadro secondo.

Violetta giunge alla festa, accompagnata dal suo vecchio amante Douphol; Alfredo siede già al tavolo da gioco fingendo indifferenza. C’è tensione nell’aria, il giovane Germont continua a vincere alle carte, sfidando anche il suo rivale in amore. Quando gli invitati raggiungono la sala da pranzo, Violetta prega Alfredo di andarsene e gli dice, mentendo, di amare il barone. Alfredo, perde il controllo e, davanti a tutti gli invitati, getta sprezzantemente una borsa piena di denaro ai piedi di Violetta. Giunge il vecchio Germont che lo rimprovera per il gesto compiuto, ma non gli rivela la verità.

Atto terzo.

Qualche mese dopo, Violetta è costretta a letto gravemente malata di tisi e il dottor Grenvil, venuto per visitarla, non nasconde ad Annina che a Violetta non rimangono che poche ore. Violetta legge una lettera di Giorgio Germont che le rivela di aver raccontato tutto a suo figlio, il quale la sta raggiungendo a Parigi. Violetta, sempre più spossata dalla malattia, teme di non resistere fino all’arrivo del suo amato. Fuori, nel frattempo, impazza il carnevale. All’arrivo di Alfredo, i due si abbracciano sognando di lasciare la città insieme. Sopraggiunge anche il vecchio Germont che vorrebbe riabbracciarla, ma è troppo tardi: mentre Violetta dona ad Alfredo un suo ritratto, di quando era giovane e bella, dopo un ultimo fugace gesto di vita, muore a fianco dell’unico uomo che abbia mai amato.

La Traviata replica giovedì 23 febbraio (ore 20.00, Sera C), sabato 25 febbraio (ore 20.00, Sera B), martedì 28 febbraio (ore 20.00, fuori abbonamento), martedì 6 marzo (ore 20.00, fuori abbonamento), venerdì 9 marzo (ore 20.00, Sera A), sabato 10 marzo (ore 18.00, Pomeriggio), domenica 11 marzo (ore 15.30, Domenica).

Lo spettacolo è realizzato grazie al contributo dell’Associazione Amici del Teatro Comunale di Bologna

In occasione delle recite de La Traviata, nel Foyer Respighi del Teatro saranno esposte le foto della prova generale dell’opera, realizzate da Rocco Casaluci.

In occasione della “prima” de La Traviata e per tutto il periodo delle repliche, nella Rotonda Gluck del teatro sarà possibile visitare la mostra Buon compleanno baritono Franco Bordoni, dedicata al cantante bolognese che debuttò al Teatro Comunale il 23 dicembre 1967 nel ruolo di Rigoletto, per essere poi destinato ad una importante carriera nei più prestigiosi teatri d’opera del mondo.