Torna a Jesi dopo oltre un secolo e mezzo, Puritani

Con un cast di giovani ed affermati interpreti al loro debutto ne “I Puritani”, torna dopo 161 anni al Teatro Pergolesi di Jesi il capolavoro di Vincenzo Bellini da venerdì 5 ottobre alle ore 21, replica domenica 7 ottobre alle ore 16. Debuttano nell’opera anche il direttore d’orchestra Giacomo Sagripanti, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana ed il Coro Lirico Marchigiano V. Bellini. La regia è di Carmelo Rifici, le scene di Guido Buganza, i costumi di Margherita Baldoni. Maria Aleida interpreta Elvira, il tenore cinese Yijie Shi è Lord Arturo, il baritono coreano Julian Kim è Sir Riccardo Forth, Elide De Matteis Larivera è Enrichetta di Francia, Luca Tittoto è Sir Giorgio, Luciano Leoni è Lord Gualtiero Valton, Dario Di Vietri è Sir Bruno Robertson.

La 45esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, dedicata a Josef Svoboda nel decimo anniversario dalla sua scomparsa prosegue a novembre con la riproposta di due celebri allestimenti del grande scenografo ceco: “Macbeth” di Giuseppe Verdi, in scena da venerdì 9 novembre, e “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, in scena da venerdì 23 novembre.

La 45^ Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi, a cura della Fondazione Pergolesi Spontini, inaugura venerdì 5 ottobre alle ore 21 con l’opera “I Puritani” di Vincenzo Bellini (replica domenica 7 ottobre ore 16, anteprima giovani mercoledì 3 ottobre ore 16) in un allestimento in coproduzione con i Teatri del Circuito Lirico Lombardo.

La regia è di Carmelo Rifici, le scene di Guido Buganza, i costumi di Margherita Baldoni. La direzione d’orchestra è affidata al giovane direttore marchigiano Giacomo Sagripanti sul podio della FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana. Canta il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” diretto da Pasquale Veleno. Nella compagnia di canto il soprano Maria Aleida interpreta Elvira, il tenore cinese Yijie Shi è Lord Arturo Talbo, il baritono coreano Julian Kim è Sir Riccardo Forth, Elide De Matteis Larivera è Enrichetta di Francia, Luca Tittoto è Sir Giorgio, Luciano Leoni è Lord Gualtiero Valton, Dario Di Vietri è Sir Bruno Robertson.

Il capolavoro di Bellini torna sul palcoscenico del ‘Pergolesi’ dopo 161 anni: vi fu rappresentata per la prima e unica volta nel 1851. Un’opera meravigliosa, ma rappresentata pochissimo  a causa delle gravi difficoltà esecutive ed interpretative della partitura per i protagonisti.

Tra i momenti più belli dell’opera: Ah, per sempre io ti perdei, cavatina di Riccardo (atto I), A te, o cara, cavatina di Arturo (atto I), Son vergin vezzosa, polonaise di Elvira (atto I), Ah, vieni al tempio, concertato (atto I), Cinta di fiori, romanza di Giorgio (atto II), Qui la voce sua soave, aria di Elvira (atto II), Suoni la tromba, e intrepido, cabaletta del duetto tra Giorgio e Riccardo (atto II), Corre a valle, corre a monte, canzone di Arturo (atto III), Finì…me lassa!, duetto tra Elvira e Arturo (atto III), Credeasi, misera, concertato (atto III).

Bellini scrisse questa sua ultima opera  per il Théâtre Italien di Parigi  su libretto di Carlo Pepoli, un patriota italiano rifugiato in Francia. La trama si ispirava originariamente a un romanzo di Walter Scott, autore molto amato dai musicisti dell’epoca per la ricchezza degli intrighi e le fosche tinte delle vicende, in cui trovavano ampio spazio temi cari al gran pubblico come passione, patriottismo, tradimenti. La varietà e quantità delle situazioni teatrali offrirono a Bellini la possibilità di costruire per i solisti vocali pagine di estremo virtuosismo. L’opera ebbe una rapida diffusione e un successo incontrastato nei maggiori teatri europei, sia per il tono eroico della trama, sia per i numerosi momenti elegiaci dell’inconfondibile tessuto melodico belliniano. L’azione si articola in tre atti ambientati nell’Inghilterra del XVII secolo all’epoca di Oliver Cromwell. Al centro, la storia d’amore tra i protagonisti Elvira (di cui però è innamorato anche Sir Riccardo) ed Arturo si intreccia con la lotta politica che vede contrapposte le rispettive fazioni: i Puritani e gli Stuart. Solo la sconfitta definitiva di questi ultimi salva Arturo da una sicura condanna a morte, permettendo invece ai due “amanti-rivali” di coronare il loro sogno d’amore e a Cromwell di disporre di un’amnistia per celebrare la vittoria.

E’ «un romanticismo estremo e passionale» la prospettiva scelta da Carmelo Rifici per allestire l’ultimo capolavoro di Bellini: « Ho deciso di ambientare la vicenda in un palazzo dall’architettura sobria ed austera. Un palazzo nella neve, dove vivono raggelati i sentimenti dei protagonisti. La scena ha un doppio piano, come doppie sono le vite di chi la abita: la vita reale e quella del desiderio, nascosta nell’animo del quartetto (Elvira, Arturo, Enrichetta, Riccardo), e concretizzata sul palcoscenico con l’uso di attori che doppiano i protagonisti. Fantasmi che si muovono sul piano del sogno (la parola sogno ritorna moltissime volte nell’opera) e che chiariscono al pubblico la dinamica del desiderio represso. I costumi sono invece progettati su una rivisitazione dell’epoca, costruiti con materiali plastici che accentuano la natura “costrittiva” del puritanesimo».