Paolo Olmi dirige Rossini

STAGIONE D’OPERA E BALLETTO
L’ITALIANA IN ALGERI
DI GIOACHINO ROSSINI

Giovedì 10 maggio 2012, alle ore 20.00, nella Sala Bibiena del Teatro Comunale di Bologna va in scena L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini.
Il capolavoro rossiniano, sesto titolo della Stagione d’Opera e Balletto 2012, è un allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli.

Dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale il Maestro Paolo Olmi.
La regia e i costumi dell’allestimento sono di Francesco Esposito.
Le scene sono di Nicola Rubertelli.
Le luci sono di Andrea Oliva.
Il Maestro del Coro è Lorenzo Fratini.
L’assistente alla regia è Gianni Marras.

Dramma giocoso per musica in due atti su libretto di Angelo Anelli, L’italiana in Algeri mancava dal palcoscenico del Teatro bolognese dall’aprile 2007, quando andò in scena diretta dall’allora giovanissimo Michele Mariotti, ora Direttore principale del Teatro, nel fortunatissimo allestimento curato nella regia, nelle scene e nei costumi da Dario Fo.

Dopo 5 anni torna dunque a Bologna uno dei capisaldi del repertorio rossiniano in un allestimento concepito qualche stagione fa dal Teatro di San Carlo per l’Auditorium della Rai di Napoli, a causa della ristrutturazione del teatro partenopeo.
A firmare la regia e i costumi è Francesco Esposito, il cui approccio al teatro lirico e all’opera rossiniana è caratterizzato da un accurato studio delle fonti e dalla conoscenza delle necessità del teatro lirico. La fedeltà al testo e alla partitura originali ha così suggerito a Esposito una lettura emotivamente forte ma al contempo moderna. “Mi sono chiesto – precisa Esposito nelle note di
regia – se attualizzare la storia (con buona pace del libretto) ma non ne ho vista né la necessità né il senso, e spesso qualsiasi opera può essere attuale laddove ci si sforza di adottare il punto di vista dei personaggi e dell’autore. Una musica che procura emozioni – indipendentemente da quando sia stata scritta – non ha tempo”. Puntando dunque sulla narrazione in maniera quanto più semplice possibile e facendo ampio riferimento alla tradizione e alla cultura italiane già ben presenti nel capolavoro di Rossini, Francesco Esposito evita i rischi della facile lettura oleografica e si cala “consapevolmente nella dimensione culturale dei paesi orientali, mettendo da parte qualsiasi velleità caricaturale o macchiettistica che nulla ha a che fare con Rossini e con questo tipo di
scrittura teatrale”.

A dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale di Bologna sarà il Maestro Paolo Olmi, per la prima volta sul podio del Teatro Comunale. Olmi, grande conoscitore di opere fin da bambino, ha al proprio attivo un repertorio vastissimo. Ha diretto solamente grandi orchestre e solamente in teatri importanti – tra i quali l’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il Regio di Torino, la Staatsoper di Monaco di Baviera, la Deutsche Oper di Berlino, l’Opera di Chicago, il Covent Garden, il Colon di Buenos Aires, la Scala di Milano (in un concerto nel 1986 con Rostropovich) – ed ha inaugurato il nuovo Teatro di Shanghai nel 1998. Dal 2001 tiene ogni anno, unico italiano, una master class presso la Guildhall School of Musica and Drama di Londra, una delle istituzioni musicali più prestigiose al mondo. Da segnalare il Concerto per i Vent’anni di
Pontificato di Giovanni Paolo II dalla Sala Nervi nel 1998, che e’ stato trasmesso in Mondovisione.

Notevole e di grande interesse anche il cast, che annovera tra le priorità il gradito ritorno al Comunale del grande basso Michele Pertusi, nel ruolo di Mustafà. Dopo aver calcato i teatri più importanti al mondo, diretto da grandi maestri come Barenboim, Chailly; Zubin Mehta e Riccardo Muti, solo per citarne alcuni, Pertusi è a tutt’oggi considerato uno dei migliori e più raffinati
interpreti rossiniani al mondo. Ricchissima anche la sua discografia, che gli è valsa nel 2006 il prestigioso Grammy Award per l’incisione del Falstaff con la London Symphony Orchestra diretta da Colin Davis.
Nel ruolo di Mustafà a Michele Pertusi si alternerà Abramo Rosalen, basso di grande interesse e dal vasto repertorio, che comprende, tra gli altri, Romeo et Juliette di Gounod, Aida, La forza del destino, Rigoletto, Nabucco di Verdi, Semiramide, La Cenerentola, Il barbiere di Siviglia, La cambiale di matrimonio, Il signor Bruschino di Rossini, Madama Butterfly di Puccini.
Graditissimo ritorno al Comunale nel ruolo di Isabella anche per Marianna Pizzolato, interprete di riferimento per i principali ruoli rossiniani, che si alternerà nel ruolo con Chiara Amarù.
Marianna Pizzolato, che debutta al Rossini Opera Festival con Il viaggio a Reims, oltre ad essere volto e voce noti al pubblico del festival pesarese, ha al proprio attivo importanti collaborazioni nei maggiori teatri al mondo. Intensa la sua collaborazione con Antonio Pappano che l’ha voluta per lo Stabat Mater di Pergolesi in tour a Monaco e Berlino. Tra i suoi progetti futuro, segnaliamo
Nabucco di Verdi al Covent Garden di Londra, Semiramide di Rossini a Bad Wildbad; Maria Stuarda di Donizetti e Nabucco di Verdi a Barcellona.
Palermitana e giovanissima, Chiara Amarù, dopo aver frequentato a Bologna la Scuola dell’Opera Italiana, nel 2008 debutta con l’Orchestra Sinfonica Siciliana a Palermo nello Stabat Mater di Luigi Boccherini. Nel 2010 vince il Concorso AsLiCo, e inizia una carriera che la porterà nelle maggiori istituzioni musicali del nostro paese. Nel 2011 è Amenofi nel Mosè in Egitto al Rossini Opera Festival di Pesaro.
Il cinese Yijie Shi si alternerà invece con l’italiano Enrico Iviglia nel ruolo di Lindoro.
Shi, vera e propria rivelazione del Rossini Opera Festival 2008, è considerato uno fra i più importanti giovani tenori rossiniani dei nostri giorni, riscuotendo unanimi consensi come protagonista nel Comte Ory sempre al Rossini Opera Festival 2009. In seguito, ha avuto modo di cantare presso alcune fra le più importanti istituzioni musicali italiane e internazionali.
Nato ad Asti e diplomatosi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, Enrico Iviglia ha al proprio attivo numerosi debutti, da Dido and Aeneas di Purcell a Il mondo della luna di Paisiello, da Il matrimonio segreto di Cimarosa a Lucrezia Borgia di Donizetti, ed è vincitore di numerosi concorsi.
A interpretare il ruolo di Taddeo saranno invece Paolo Bordogna e Marco Filippo Romano.
Interprete duttile e dalle grandi capacità attoriali, il milanese Paolo Bordogna ha interpretato oltre cinquanta ruoli in un repertorio che spazia dal barocco all’opera contemporanea, con una particolare predisposizione per Rossini, Donizetti e il “belcanto”. Ospite ormai fisso del Rossini Opera Festival di Pesaro, Bordogna ha calcato le scene dei più importanti teatri del mondo.
Diplomatosi presso il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo, Marco Filippo Romano, dopo aver vinto numerosi concorsi, inizia una carriera che lo porterà ad esibirsi nei principali teatri italiani ed europei, con un repertorio che spazia da Rossini a Mozart, da Cimarosa a Pergolesi, sino a Poulenc e Bizet.
Nei panni di Elvira debutta la materana Anna Maria Sarra, reduce dal successo personale ottenuto nel recentissimo Jakob Lenz in scena al Teatro Comunale lo scorso aprile.
Perfezionatasi presso la Scuola dell’Opera Italiana di Bologna, Anna Maria Sarra ha iniziato una brillante carriera che la vede passare con disinvoltura da ruoli belcantistici a partiture contemporanee, come Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota o l’appena citato Jakob Lenz di Wolfgang Rihm.
Giuseppina Bridelli interpreta il ruolo di Zulma.
Dopo aver vinto nel 2007 il Concorso Internazionale AsLiCo, Giuseppina Bridelli entra a far parte della Scuola dell’Opera Italiana. Al Comunale di Bologna debutta nell’Idomeneo di Mozart, al quale seguono Don Giovanni e Cenerentola di Rossini. Ha partecipato alla tournée in Giappone del Teatro Comunale, interpretando Puritani di Bellini e Carmen di Bizet.
Infine, nel ruolo di Haly Clemente Antonio Daliotti, diplomatosi presso il Conservatorio di Musica “G. Martucci” di Salerno, vince il Concorso Internazionale di Canto “Tito Schipa” di Lecce e muove i primi passi nel panorama lirico nazionale distinguendosi per diverse interpretazioni, tra le quali Slook ne La cambiale di matrimonio di Rossini, don Pietro ne Lo frate ‘nnamorato di Pergolesi, Schaunard ne La bohème di Puccini, diretto da Alberto Veronesi, Ubaldo ne La serva padrona di Paisiello e Uberto ne La serva padrona di Pergolesi.

Le Mime sono Katia Zero e Manuela Vincenzi.

Nell’aprile 1813 al Teatro San Benedetto di Venezia La pietra del paragone di Rossini non ottenne il successo sperato e l’impresario chiese al celebre compositore di comporre in tutta fretta un’altra opera buffa, da allestire prima possibile. Accettata la commissione, Rossini decise di utilizzare un libretto già pronto, quello appunto de L’Italiana in Algeri di Angelo Anelli, scritto per il
compositore Luigi Mosca.
Il libretto, che si ispira ad un fatto realmente accaduto, si inserisce in un filone – quello dei soggetti turcheschi – che nel mondo dell’opera vantava una tradizione antica. Basata su situazioni comiche provocate dal confronto tra due mondi lontanissimi, l’opera dal soggetto turchesco prevede numerose costanti narrative: i personaggi europei schiavi del sultano orientale, il serraglio, i
tentativi di fuga, l’ubriachezza dei musulmani, la liberazione finale dei personaggi.
A Rossini bastarono tre settimane per comporre l’opera. Andata in scena il 22 maggio 1813 al Teatro San Benedetto di Venezia, L’italiana in Algeri ottenne uno straordinario successo e venne rappresentata per un mese intero, dando avvio a quella “febbre” rossiniana che in breve avrebbe contagiato tutti i teatri d’Europa.

La vicenda è suddivisa in due atti.
Atto primo.
Piccola sala del palazzo di Mustafà. Elvira è angosciata per la freddezza del Bey, suo sposo e signore. Questi vuol liberarsi di lei e impone ad Haly, capitano dei corsari, di procurargli una bella fanciulla italiana. Elvira dovrà quindi sposare Lindoro, un giovane italiano schiavo del Bey, che a sua volta ama una giovinetta locale. Mustafà comunica a Lindoro l’intenzione di dargli moglie e
questi cerca in tutti i modi di opporsi al Bey, cercando però di non irritarlo.
Spiaggia di mare. Un vascello italiano è appena naufragato su uno scoglio vicino a riva e i corsari del Bey stanno catturando ciurma e passeggeri. Fra questi si trova Isabella, l’innamorata di Lindoro.
Viaggia con lei il suo impaurito spasimante, Taddeo. Isabella viene immediatamente destinata da Haly al serraglio di Mustafà, ma la giovane italiana, esperta e scaltra, non si lascia minimamente intimorire ed è risoluta ad affrontare la situazione con tutta l’astuzia di cui è capace. Si fa quindi
passare per nipote di Taddeo che, pur recalcitrante, accetta la parte che Isabella gli impone. Rimasti soli, Taddeo e Isabella si interrogano sul da farsi. Attraverso il loro dialogo veniamo a sapere che Taddeo ha seguito Isabella in capo al mondo, ma che questa in realtà sta cercando il suo Lindoro.
Piccola sala. Nel frattempo, Mustafà propone a Lindoro di tornare in Italia, purché si porti via con sé la moglie Elvira. Giunge la notizia che i pirati hanno catturato una bella e spiritosa italiana: Mustafà non si tiene più dalla voglia di vederla.
Sala magnifica. Condotta dinanzi a Mustafà, Isabella inizia scaltramente a sedurre il Bey che ne resta ammaliato: la donna riesce così a far liberare Taddeo. Elvira e Lindoro vengono a congedarsi da Mustafà e Isabella, riconoscendo il suo innamorato, si informa sulla donna che lo accompagna.
Quando Mustafà le rivela il suo progetto, Isabella fa saltare tutti i piani del Bey, intessendo i suoi: Elvira dovrà rimanere col Bey e Lindoro diverrà suo schiavo personale. Mustafà tenta invano di protestare, ma non resiste al fascino di Isabella.
Atto secondo.
Piccola sala. Gli eunuchi, Elvira, Zulma e Haly commentano il mutamento di carattere del Bey, che da tiranno è divenuto lo zimbello di Isabella. Intanto, Isabella e Lindoro hanno modo di incontrarsi e di chiarire l’equivoco: Lindoro non ha mai promesso di sposare Elvira, ed è rimasto fedele a Isabella, la quale inizia a escogitare un piano di fuga. Per assicurarsi la complicità di Taddeo il Bey lo nomina suo Kaimakan, ossia luogotenente. Il povero spasimante di Isabella, temendo di finire impalato, accetta la carica e, con essa, l’incarico di convincere la bella e ritrosa italiana a cedere alle profferte di Mustafà.
Appartamento magnifico. Isabella rimprovera Elvira per la sua remissività col marito e la invita a nascondersi per osservare e imparare quale comportamento si debba tenere con gli uomini. Quando vede arrivare il Bey ricomincia a civettare allo specchio per sedurlo. Mustafà, che vuol rimanere
solo con lei, avverte Taddeo di andarsene con gli altri non appena l’udrà starnutire. Nel frattempo Lindoro convince Mustafà che Isabella è davvero innamorata di lui. Isabella invita Elvira a prendere il caffè con loro ed esorta il Bey a tornare dalla moglie. Mustafà, furente nel vedersi raggirato, disubbidito da Taddeo che non si decide ad andarsene nonostante i ripetuti starnuti, perde infine la pazienza e giura vendetta.

Piccola sala. Haly riflette sulla boria mostrata dal Bey nel confronti delle donne e sullo scorno che la bella italiana gli sta infliggendo. Taddeo, convinto di essere prescelto da Isabella, si unisce a Lindoro per assecondare il suo progetto di fuga. I due dissuadono Mustafà dall’idea che Isabella si voglia burlare di lui e gli comunicano che, al contrario, la fanciulla vuol conferirgli un titolo onorifico, creandolo suo Pappataci, carica che impone di mangiare, bere, dormire e tacere. Mustafà è estasiato da tanta premura.

Appartamento magnifico. Per agevolare la fuga, Isabella ha fatto distribuire una grande quantità di liquore agli eunuchi e ai mori del palazzo, coinvolgendoli nei festeggiamenti. Con la scusa di organizzare una grande cerimonia per il conferimento dell’onorificenza, Isabella ha inoltre ottenuto la liberazione di tutti gli schiavi italiani, con i quali ordisce il proprio piano. Scorgendo un’esitazione in Lindoro, lo esorta inoltre a essere un buon patriota, forte e coraggioso.
Mustafà viene ricevuto da molti schiavi italiani vestiti per la cerimonia, che lo spogliano e lo vestono con l’abito di Pappataci. Isabella gli impone di giurare fedeltà agli obblighi di Pappataci, che gli vengono letti da Taddeo: Mustafà dovrà fingere di non vedere e non sentire nulla di quanto accade intorno a lui e pensare solo a mangiare. Viene quindi allestita una mensa, e per provare la
lealtà del candidato Isabella scambia frasi d’amore con Lindoro. Avuta prova del fermo impegno di Mustafà giunge infine un vascello e tutti si affrettano all’imbarco. Taddeo, riconoscendo finalmente nello schiavo italiano il suo rivale Lindoro, tenta di svelare la congiura a Mustafà, il quale, da buon Pappataci, non se ne cura. Alla fine decide anche lui di salire sul vascello e darsi alla fuga. Quando la moglie Elvira e il capo dei corsari Haly avvertono Mustafà che l’italiana è fuggita con tutti i prigionieri, questi chiama inutilmente gli eunuchi e i mori, tutti completamente ubriachi; vistosi gabbato dall’italiana invoca quindi il perdono della fedele Elvira, pronta a dimenticare il torto
subito.

L’italiana in Algeri replica sabato 12 maggio (ore 18.00, Fuori abbonamento), domenica 13 maggio (ore 15.30, Domenica), martedì 15 maggio (ore 20.00, Sera A), mercoledì 16 maggio (ore 20.00, Sera C), venerdì 18 maggio (ore 18.00, Pomeriggio), sabato 19 maggio (ore 20.00, Sera B).

RAI effettuerà le riprese radiofoniche-televisive de L’italiana in Algeri e sarà il distributore internazionale di tali riprese. La replica de L’italiana in Algeri di martedì 15 maggio verrà trasmessa in diretta nei cinema in Italia attraverso il circuito Microcinema.

Lo spettacolo è realizzato con il contributo dell’Associazione Amici del Teatro Comunale di Bologna e di Alfa Wassermann.

I sovratitoli sono stati realizzati grazie al contributo di Gian Luca ed Elisabeth Salina Amorini.

In occasione delle recite de L’italiana in Algeri, nel Foyer Respighi del Teatro saranno esposte le foto della prova generale dell’opera, realizzate da Rocco Casaluci.