Michieletto prosegue la trilogia DaPontiana

Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart

Venerdì 14 ottobre 2011 alle ore 19.00 (turno A), decimo appuntamento lirico della Stagione 2011, andrà in scena al Teatro La Fenice Le nozze di Figaro, seconda tappa del progetto mozartiano relativo alla trilogia su testi di Da Ponte, che seguirà a ruota sia la ripresa di Don Giovanni, di cui utilizzerà il medesimo impianto scenico, sia quella del rossiniano Barbiere di Siviglia al Teatro Malibran, di cui costituisce il prosieguo narrativo per il tramite della comune
fonte francese.
Le nozze di Figaro, commedia per musica in quattro atti KV 492 su libretto di Lorenzo Da Ponte tratto dalla commedia La folle journée ou Le mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (secondo episodio della cosiddetta trilogia di Figaro), andò in scena per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 1° maggio 1786, primo frutto della collaborazione fra Mozart e il librettista italiano.
L’opera sarà proposta in un nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice affidato ai medesimi artefici di Don Giovanni (vincitori di un Premio Abbiati e di quattro Opera Awards): Damiano Michieletto firmerà infatti la regia, Paolo Fantin le scene, Carla Teti i costumi, Fabio Barettin le luci. Anche gli interpreti musicali saranno in gran parte gli stessi: alla testa dell’Orchestra e del Coro del Teatro La Fenice vi sarà nuovamente Antonello Manacorda; Markus
Werba e Simone Alberghini si alterneranno nel ruolo del conte di Almaviva, Carmela Remigio e Sabina von Walther in quello della contessa, Rosa Feola e Caterina Di Tonno in quello di Susanna, Alex Esposito e Vito Priante in quello di Figaro, Marina Comparato e Josè Maria Lo Monaco in quello di Cherubino. Marcellina sarà interpretata da Elisabetta Martorana, Bartolo da Umberto Chiummo, Basilio da Bruno Lazzaretti, Don Curzio da Emanuele Giannino, Barbarina da Arianna Donadelli, Antonio da Matteo Ferrara. Nei ruoli delle due giovani si alterneranno le artiste del Coro Nicoletta Andeliero, Francesca Poropat, Emanuela Conti e Marta Codognola.
La prima di venerdì 14 ottobre 2011 sarà seguita da otto repliche, sabato 15 (turno C) e domenica 16 (turno B) alle ore 15.30, martedì 18 (turno D), mercoledì 19 (fuori abbonamento), giovedì 20 (turno E) e venerdì 21 (fuori abbonamento) alle 19.00, sabato 22 e domenica 23 (fuori abbonamento) alle 15.30.

Composta fra il 1785 e il 1786, la «comedia per musica» Le nozze di Figaro è il primo dei tre capolavori teatrali (Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte) nati dalla collaborazione di Wolfgang Amadeus Mozart con il librettista italiano Lorenzo Da Ponte. Lo stesso Mozart ne propose il soggetto, sicuro che la rappresentazione sonora d’una folle journée – questo il sottotitolo della commedia di Beaumarchais Le mariage de Figaro (1781) dalla quale è tratto il libretto – fosse perfettamente congeniale al suo genio drammaturgico. Il suo entusiasmo per una trama dai veloci
ritmi drammatici, ricca di eventi e tale da consentire l’indagine musicale delle psicologie in gioco fu tale che egli compose la partitura «a quattro gradini per volta».
Le nozze di Figaro andarono in scena al Burgtheater di Vienna il 1º maggio 1786, con un cast di prim’ordine comprendente Nancy Storace, Francesco Benucci, Luisa Laschi Mombelli e Stefano Mandini, e l’accoglienza del pubblico divenne via via calorosa, tanto che numerosi brani vennero bissati durante le repliche. Tuttavia lo strepitoso successo, il 17 novembre dello stesso anno, di Una cosa rara dello stesso Da Ponte e di Vicente Martín y Soler fece improvvisamente sparire Le nozze di Figaro dal cartellone. La novità del capolavoro mozartiano lo esponeva d’altra
parte al rischio dell’incomprensione: mai prima di esso la musica aveva ricoperto un ruolo tanto importante nella realizzazione degli eventi drammatici.
Unita alla grande varietà degli stili impiegati per la caratterizzazione – che spaziano dalla più farsesca buffoneria a pagine di vera e propria musica sacra (ad esempio nell’aria della Contessa «Dove sono i bei momenti») –, questa dirompente capacità drammaturgica della musica di farsi azione trovava in Mozart e Da Ponte un binomio artistico fra i più affiatati. Consapevole del fatto che assecondare le necessità del compositore non equivale ad abdicare al ruolo della componente letteraria, ma riconoscere che il testo non è che uno dei fattori concorrenti all’opera,
Da Ponte stesso teorizzò la supremazia della musica in un passo delle Memorie che inevitabilmente rinvia alle quasi mille battute filate di musica che concludono l’atto secondo delle Nozze: nel finale d’atto devono brillare «il genio del maestro di cappella, la forza dei cantanti, il più grande effetto del dramma […].Trovar vi si deve ogni genere di canto [e vi] devono per teatrale domma comparire in scena tutti i cantanti […] per cantarvi de’ soli, de’ duetti, de’ terzetti, de’ sestetti […]; e se l’intreccio del dramma nol permette, bisogna che il poeta trovi la strada di farselo permettere».