Masnadieri, Lavia regista anche dell’opera di Verdi a Napoli e Venezia

I masnadieri di Giuseppe Verdi

Venerdì 18 gennaio 2013 alle ore 19.00 andrà in scena al Teatro La Fenice un nuovo allestimento dei Masnadieri di Giuseppe Verdi su libretto di Andrea Maffei tratto dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller, seconda proposta verdiana del Teatro La Fenice nel bicentenario della nascita del compositore, a due mesi dall’Otello inaugurale del novembre 2012. Primo lavoro scritto da Verdi per un teatro straniero, l’opera fu rappresentata per la prima volta all’Her Majesty’s Theatre di Londra il 22 luglio 1847; al Teatro La Fenice giunse nel dicembre 1849 e da allora non è più stata ripresa.
Il nuovo allestimento proposto a Venezia è frutto di una coproduzione con il Teatro di San Carlo di Napoli, dove è stato presentato nel marzo scorso: la regia è di Gabriele Lavia, le scene di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti, le luci dello stesso Gabriele Lavia. L’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice saranno diretti dal trentenne direttore milanese Daniele Rustioni. Nel cast saranno impegnati il basso Giacomo Prestia nel ruolo di Massimiliano conte di Moor, il tenore Andeka Gorrotxategui e il baritono Artur Rucinski nei ruoli dei suoi due figli Carlo e Francesco, il soprano Maria Agresta nel ruolo di Amalia, il tenore Cristiano Olivieri in quello di Arminio; il basso Cristian Saitta sarà Moser, il tenore Antonio Feltracco sarà Rolla.
La prima di venerdì 18 gennaio 2013 (turno A) trasmessa in diretta da Rai radio tre sarà seguita da quattro repliche, domenica 20 (turno B) alle 15.30, martedì 22 (turno D) e giovedì 24 (turno E) alle 19.00, e sabato 26 (turno C) e domenica 20 (turno B) alle 15.30.

Con I masnadieri, data per la prima volta all’Her Majesty’s Theatre di Londra il 22 luglio 1847, Verdi scrisse il suo personale Re Lear: un anziano re è tradito da uno dei suoi due figli e lo sfacelo dei rapporti familiari porta al compiersi definitivo del dramma, che è nel contempo sentimentale e politico. Tratto dalla tragedia Die Räuber di Friedrich Schiller, è il primo lavoro del compositore destinato a un pubblico straniero: Verdi concepì la parte della protagonista in funzione delle doti virtuosistiche del celebre soprano inglese Jenny Lind. Assente dalla Fenice e dalle scene veneziane dal 1849, I masnadieri è proposto nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Verdi.

TEATRO DI SAN CARLO

Stagione Lirica e di Balletto 2011 – 2012

Mercoledì 21 marzo 2012, ore 20.30

I MASNADIERI
melodramma tragico in quattro atti
di GIUSEPPE VERDI

libretto di Andrea Maffei
dal dramma omonimo Die Räuber di Friedrich Schiller

Edizione critica a cura di R. Montemorra Marvin
The University of Chicago Press & Universal Music Publishing Ricordi s.r.l., Milano

Nicola Luisotti, direzione
Gabriele Lavia, regia

scene di Alessandro Camera, costumi di Andrea Viotti, luci di Carlo Netti

repliche: Domenica 25 marzo, ore 17 – Martedì 27 marzo, ore 20.30
Giovedì 29 marzo, ore 19 – Sabato 31 marzo, ore 18

Nuovo allestimento
in coproduzione con il teatro La Fenice di Venezia
Ultima rappresentazione al Teatro di San Carlo : 16 maggio 1849

A primavera, nel cartellone della Stagione Lirica 2011-2012, la musica di Giuseppe Verdi è di nuovo protagonista al San Carlo. I masnadieri melodramma tragico in quattro atti, dal libretto di Andrea Maffei dal dramma omonimo Die Räuber di Friedrich Schiller, debutta mercoledì 21 marzo,
repliche fino a sabato 31 marzo.

Nicola Luisotti, appena nominato direttore musicale del Teatro di San Carlo, dirige coro – preparato da Salvatore Caputo – e orchestra stabili.

Un cast vocale di pregio: Giacomo Prestia in alternanza con Deyan Vatchkov (Massimiliano, conte di Moor), Aquiles Machado e Stefano Secco (Carlo), Lucrecia Garcia (Amalia), Vladimir Stoyanov e Artur Rucinski (Francesco), Walter Omaggio (Arminio), Dario Russo (Moser), Massimiliano Chiarolla (Rolla). Nel cast anche alcuni giovani danzatori della scuola di ballo diretta da Anna Razzi e alcuni piccoli artisti del coro di voci bianche diretto da Stefania Rinaldi.

I masnadieri mancava dalle scene del Lirico napoletano dal lontano 1849. Un’unica prima volta a Napoli, in una versione pesantemente censurata, per un’opera che ancora oggi è una delle meno rappresentate nel repertorio verdiano.

Nel 1845 l’impresario londinese Benjamin Lumley e l’editore musicale parigino Léon Escudier avevano chiesto a Verdi una nuova opera da rappresentarsi al Her Majesty’s Theatre nella primavera del 1846. Così ebbe inizio l’avventura de I masnadieri. La genesi di questo titolo, tuttavia, fu tra le più complesse di tutta la carriera di Verdi e l’impegno a comporre per Londra slittò di oltre un anno, per motivi di salute del compositore. Anche la scelta del soggetto fu travagliata: l’idea di un Re Lear non convinceva Lumley, e mentre per il decennio successivo Verdi continuò a pensare a un’opera su questo soggetto, facendo preparare interi libretti prima a Salvadore Cammarano e poi ad Antonio Somma, il progetto rimase irrealizzato. Accantonato Re Lear il
compositore prese in esame con entusiasmo Il corsaro, dramma byroniano di cui egli stesso ebbe a dire: “io non saprei trovare né vedere argomento più bello, più appassionato e più musicabile”.
Ma anche questo venne scartato e l’interesse di Verdi si spostò infine verso due testi di grande effetto drammatico, entrambi assai popolari in Inghilterra: il Macbeth shakespeariano e Die Räuber (1781), prima opera teatrale di Friedrich von Schiller. Furono questi drammi a fornire gli argomenti per le due nuove opere che videro la luce nel 1847. Alla fine per Londra Verdi sceglie I masnadieri.
Her Majesty’s Theatre, 22 luglio 1847: tra il pubblico della prima la regina Vittoria, Luigi Napoleone e il duca di Wellington. Il successo è convinto. “I Masnadieri, senza aver fatto furore, è piaciuto” commenta lo stesso Verdi in una lettera ad Emilia Morosini del 30 luglio 1847.

La vicenda de I masnadieri è ambientata in Germania al principio del XVIII secolo. Il soggetto, tratto dall’omonimo dramma giovanile di Schiller, con cui esordì sulle scene, è pienamente immersa nell’atmosfera dello Sturm und Drang. Die Räuber, il titolo originale, significa “i fuorilegge, i banditi, i briganti ribelli e rivoluzionari” e, probabilmente, l’impeto della giovinezza, il furore visionario e gli ideali romantici emanati in questo straordinario dramma giovanile si riverberarono anche sulla musica di Giuseppe Verdi.
E’ come se I masnadieri e Macbeth fossero “ frutti della stessa vendemmia”. La drammaturgia verdiana, ancor prima di Luisa Miller, si sta allontanando dall’ampio respiro storico e politico che aveva caratterizzato molte opere giovanili, sviluppando nel contempo una concezione teatrale più intima, incentrata sulla psicologia del singolo personaggio e sull’esplorazione dei legami familiari.

A proposito dell’opera, sua prima presenza sul podio del San Carlo da direttore musicale, Nicola Luisotti dichiara: “Masnadieri è un’opera nobile e sincera, con momenti di autentica grandezza, mai banale. Un soggetto che pone al centro l’uomo che vive ai margini della società. Gabriele Lavia, ha fatto un grande lavoro di regia sui personaggi, ci conosciamo ormai da tanti anni e sento di dire
che siamo legati da un’amicizia profonda. Allo stesso modo cominciare con Verdi la mia avventura di direttore musicale di questo prestigioso teatro mi permette di valorizzare al massimo le qualità di queste straordinarie compagini: il coro e l’orchestra. Verdi, come del resto tutti i compositori
romantici, aveva bisogno di storie che venissero proprio dai margini sociali. A nessuno verrebbe mai in mente di raccontare di una famiglia che per tutta la vita ha avuto tutte le soddisfazioni possibili, i cui figli hanno studiato all’università, si sono sposati a loro volta e hanno dato dei nipotini meravigliosi ai loro genitori. È una storia questa molto bella e che tutti noi ci auguriamo di vivere ma la letteratura ha bisogno di uomini e donne con vite difficili che, pur essendo dentro la società, attraverso malintesi, lettere mal scritte, delitti legati alla sete di potere, ci permettano di affrontare la catarsi comodamente seduti in una poltrona del Teatro, che è il luogo dello sguardo”.

Gabriele Lavia torna al San Carlo dopo un altro Verdi, la Luisa Miller, del 2001. Affronta Masnadieri dopo averli portati in scena altre volte, da attore e da regista, per la prosa e anche per la lirica (nel 1986 a Pisa, poco più di venticinque anni fa). Lo scorso luglio ha curato una nuova messa in scena teatrale con una compagine di venti giovani attori, prima apparizione della compagnia stabile del Teatro di Roma, di cui è direttore artistico (di nuovo in scena al teatro Argentina di Roma, fino al 1° aprile). L’allestimento di Lavia rilegge il dramma di Schiller in chiave appassionata – come lui stesso dichiara – “per far risuonare straordinariamente contemporanee le parole di Schiller. I masnadieri – prosegue – rappresentano l’ultima generazione di giovani senza futuro che anelano alla libertà, oltre ogni limite e legge spingendosi fino alla rovina, al fallimento, alla morte”.
Coadiuvato dall’originale lavoro sulla scena, di grande impatto, di Alessandro Camera e dal tocco scenico del costumista Andrea Viotti che evoca un “non tempo”, in cui le armi sono l’elemento principale e i costumi, tra giacche di pelle e velluti, diventano essenziali all’azione con un tocco di romanticismo dark. Lavia ambienta la vicenda in un “luogo della rappresentazione – spiega
– simbolo di un mondo abbandonato, dove le tavole di palcoscenico sono sconnesse, tra foglie secche e terra. Una selva di piantane, tubi di ferri, sui cui si pongono i proiettori e vecchi praticabili di teatro. Il luogo è rotto, fratturato, lascia già intravedere la crisi”.
“Il fondale è stato disegnato e imbrattato da graffiti – sottolinea lo scenografo Camera – realizzati, per l’occasione, da giovani artisti-writers su cui si leggono parole come libertà o morte, sturm und drang o ancora disegni di fiamme e teschi. Questi graffiti sui muri sono il simbolo immediato del loro disagio”.
“I masnadieri sono i giovani ribelli di tutte le epoche, che credono di potere arraffare il loro futuro – conclude Lavia – sono figli di padri che non ne comprendono le aspirazioni, come i due fratelli Carlo e Francesco che esprimono il loro disagio spingendosi oltre ogni limite. Il fallimento dei loro
ideali è il loro destino”.

I masnadieri è una tragedia di sangue e passione in cui la seduzione del potere e la perversione della libertà sono i due elementi fondanti dell’azione, all’interno di un intreccio familiare e di un amore conteso fino al tradimento, l’odio e la morte. “Un dramma terribile – lo definì il librettista Andrea Maffei – che fece “italiane le drammatiche ispirazioni del sommo alemanno” (ovvero Schiller). L’azione si svolge in Germania, tra il castello di Franconia e la Selva Boema. All’interno della nobile casata dei Moor, si fronteggiano il malvagio Franz (Francesco) che – pur essendo il secondogenito – intende farsi riconoscere dal vecchio padre (Massimiliano conte di Moor) unico erede della famiglia. Il primogenito, è il ribelle Karl (Carlo) che decide di mettersi a capo di un gruppo di giovani rivoluzionari – i Masnadieri- che dichiarano di preferire la morte pur di essere liberi. Tra i due fratelli si pone Amalia, figlioccia del conte di Moor, che è amata da Carlo e ambita da Francesco. Proprio Francesco convince il padre – scrivendo delle lettere false – che Carlo abbia disonorato la famiglia e questo spinge il fratello, che intendeva ritornare alla casa paterna, sempre
di più verso azioni malvagie insieme alla banda di Masnadieri che lo hanno eletto loro capo.
Francesco, 
 intanto, dopo aver fatto credere al padre che Carlo è morto, lo rinchiude in una torre.
Ma questi riuscirà ad entrare al castello sotto falsa identità, scoprendo che Amalia l’ama ancora e che suo padre non è morto. Cerca allora la vendetta e manda i suoi compagni, nel cui gruppo sono nate molte divisioni, a prendere vivo il fratello. 
 Franz sente che la sua fine è vicina e si suicida.
Karl, dopo aver ucciso padre e fidanzata per non costringerli a convivere con il peso dei suoi orribili delitti, vede improvvisamente la realtà e decide di consegnarsi alla legge.
Francesco (Franz nell’originale di Schiller) compie, quindi la tragica parabola dell’eroe romantico per eccellenza che, dall’irrazionale ribellione, raggiunge la lucida consapevolezza della propria colpa.

L’opera è stata realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea (obiettivo operativo 1.10)

Biglietti: a partire da 50 euro; under30 a 30 euro
Infoline: 081.081.7972331-412-468; biglietteria@teatrosancarlo.it

Prossimo concerto, nell’ambito della stagione sinfonica – venerdì 23 e sabato 24 marzo – Messa di Gloria per soli, coro e orchestra di Giacomo Puccini. Sul podio Nicola Luisotti, solisti Giacomo Prestia, Stefano Secco e Artur Rucinski

Nicola Luisotti

Direttore

Il direttore d’orchestra toscano Nicola Luisotti, già Direttore Musicale dell’Opera di San Francisco, è stato nominato nel febbraio 2012 Direttore Musicale del Teatro di San Carlo. Il maestro Luisotti ricopre inoltre il ruolo di Direttore Ospite Pincipale della Tokyo Symphony Orchestra. Dal 2002, data del suo debutto sulla scena internazionale, Luisotti continua a suscitare l’entusiastico consenso di pubblico e critica in tutto il mondo. Fra i trionfi più recenti vanno ricordati il debutto al Teatro alla Scala, con un nuovo allestimento di Attila diretto da Gabriele Lavia, e il ritorno sul podio della Metropolitan Opera nel dicembre del 2010 con La fanciulla del West, per il centenario di questo capolavoro pucciniano raramente rappresentato. In quella occasione, il Maestro ha ricevuto il prestigioso Premio Puccini.
Durante la terza stagione in veste di Direttore Musicale dell’Opera di San Francisco, Luisotti dirige Turandot, Carmen, un nuovo allestimento del Don Giovanni e, nel prossimo giugno, ancora Attila di Verdi con la regia di Gabriele Lavia. Gli appuntamenti con la lirica per la stagione 2011‑2012 lo portano sul podio del Teatro alla Scala per Tosca e al Teatro di San Carlo di Napoli per I masnadieri di Verdi, un’opera raramente rappresentata.
Acclamatissimo anche come interprete del repertorio sinfonico, durante la stagione in corso Luisotti dirige sei prestigiosi complessi: l’Orchestra dell’Opera di San Francisco (in un concerto per Cal Performances), i Berliner
Philharmoniker, l’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, l’Orquesta Nacional de España di Madrid e le orchestre di Cleveland e Philadelphia.
All’Opera di San Francisco, dopo il debutto con La forza del destino nel 2005, Luisotti ha diretto La bohème, Il trovatore, Salome, Otello, La fanciulla del West, Aida, Le nozze di Figaro e Madama Butterfly. Al successo del debutto internazionale con una nuova produzione alla Staatsoper Stuttgart, sono seguiti impegni con pressoché tutti i più prestigiosi teatri lirici del mondo, compresi la Bayerische Staatsoper, la Canadian Opera Company, la Dresden Staatskapelle, la Metropolitan Opera. l’Opéra Bastille, l’Opera di Francoforte, l’Opera di Los Angeles, l’Opera di Seattle, la Royal Opera House, il Teatro alla Scala, il Teatro Carlo Felice, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro di San Carlo, il Teatro La Fenice, il Teatro Real e la Wiener Staatsoper. Luisotti ha inoltre diretto diversi spettacoli lirici alla Suntory Hall, in veste di Direttore Ospite Principale della Tokyo Symphony.
Il Maestro italiano ha anche diretto molti fra i più prestigiosi complessi sinfonici del mondo, fra cui l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Alte Oper di Francoforte, l’Atlanta Symphony, la Bayerisches Rundfunkorchester, i Berliner Philharmoniker, la Filarmonica della Scala, la Filarmonica di Amburgo, la Filarmonica di Zagabria, la Hessischer Rundfunk, la London Philharmonia, la NHK Symphony Orchestra, l’Orchestra Nazionale Russa,
l’Orchestra Sinfonica della Radio di Budapest, l’Orchestra Sinfonica di San Francisco, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, la Staatskapelle di Dresda e la Tokyo Symphony Orchestra. Luisotti ha diretto una serie di concerti a Pechino in occasione dei Giochi Olimpici del 2008.
La produzione discografica di Luisotti comprende l’incisione della versione integrale di Stiffelio (Dynamic) e l’acclamatissimo Duets (Deutsche Grammophon). Il Maestro dirige inoltre nel dvd de La bohème (EMI) al
Metropolitan di New York.

Gabriele Lavia

Regia

Si diploma nel 1963 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma. Tra i suoi primi spettacoli c’è Il drago di Schwarz prodotto nella stagione 1966‑1967 dal Teatro Stabile di Genova con il quale ha uno stretto rapporto di collaborazione dal 2000. È stato interprete di numerose produzioni cinematografiche tra le quali: Girolimoni di Damiano Damiani, Profondo rosso, Inferno e Non ho sonno di Dario Argento, Voci di Franco Giraldi, Il quaderno
della spesa di Tonino Cervi e nel 2006 Salvatore‑Questa è la vita di Gian Paolo Cugno. Dal 1980 al 1987 è stato codirettore del Teatro Eliseo di Roma e dal 1997 al 2000 è stato Direttore del Teatro Stabile di Torino. Dirige la propria Compagnia Lavia. Nel 2004 ha vinto il Premio “Olimpici del Teatro” per la migliore regia e per il migliore spettacolo di prosa con L’avaro. Da dicembre 2010 è Direttore del Teatro di Roma. Tra le sue regie teatrali Tutto per bene (Pirandello), I masnadieri (Schiller), Il malato immaginario (Molière), Macbeth (Shakespeare), Misura per misura (Shakespeare), Molto rumore per nulla (Shakespeare), Memorie dal sottosuolo (Dostoevskij), Chi ha paura di Virginia Woolf? (Albee), L’avaro (Molière), La storia immortale (di Lavia da Blixen), Edipo re (Sofocle), Il misantropo (Molière), Dopo la prova (Bergman), Una donna mite (Dostoevskij), Non si sa come (Pirandello), Commedia senza titolo (Cechov), Scene da un matrimonio (Bergman), Riccardo II (Shakespeare), Il giuoco delle parti (Pirandello), Il giardino dei ciliegi (Cechov), Il sogno di un uomo ridicolo (Dostoevskij), Otello (Shakespeare), Il duello (di Lavia da Kleist), La signorina Giulia (Strindberg), L’uomo, la bestia e la virtù (Pirandello), Il nipote di Rameau (da Diderot), Zio Vanja (Cechov), Il padre (Strindberg), Riccardo III (Shakespeare), Edipo re (Sofocle).
Gabriele Lavia è regista anche di opere liriche: nel 2008 Giovanna d’Arco (Teatro Regio di Parma), nel 2001 Luisa Miller (Teatro di San Carlo), nel 1993 Cavalleria rusticana (Arena di Verona) e Pagliacci, nel 1988 Maria Stuarda, nel 1986 I masnadieri, nel 1984 I lombardi alla prima Crociata (Teatro alla Scala), nel 1983 I pellegrini alla Mecca di Gluck. Ha curato la regia di Salome, diretta dal Maestro Luisotti, in apertura della stagione lirica del Teatro Comunale di Bologna. Inoltre, recentemente, ha curato la regia dell progetto mozartiano triennale (Le nozze di Figaro – 2008, Don Giovanni – 2009, Così fan tutte – 2010) alla Suntory Hall di Tokyo, Salome al Teatro Verdi di Trieste, Attila alla Scala, Don Giovanni a San Francisco. Tra i suoi impegni futuri l’allestimento di Attila a San Francisco.

Alessandro Camera

Scene

Finiti gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, deve la sua formazione professionale e artistica alle collaborazioni con Luciano Damiani e William Orlandi.
Per il teatro di prosa firma Scene da un matrimonio di Bergman, Macbeth di Shakespeare, Danza di morte di Strindberg, Il malato immaginario di Molière e I masnadieri di Schiller, regie di Gabriele Lavia, Madame Bovary da Flaubert e Maria Stuarda di Schiller, regie di Giancarlo Sepe. Con le regie di Glauco Mauri Variazioni enigmatiche di Schmitt, Il volpone di Ben Jonson, Il bugiardo di Goldoni e Delitto e castigo di Dostoevskij oltre musicals come Flashdance, Cabaret e Sweet Charity per la regia di Saverio Marconi.
In campo lirico, Nabucco di Verdi e Il Trittico di Puccini al Teatro Massimo di Palermo, Luisa Miller di Verdi e Le roi de Lahore di Massenet (Teatro La Fenice di Venezia), Rigoletto (Opéra de Lausanne), La traviata (Opera di Praga)
e Falstaff di Verdi (Teatro di San Carlo), Carmen di Bizet (Finnish National Opera di Helsinki) e La dama di picche di C ajkovskij (Théâtre du Capitole di Toulouse), queste ultime con le regie di Arnaud Bernard.
Intensa la collaborazione con Gabriele Lavia. Per la sua regia ha recentemente firmato le scene di Tutto per bene di Pirandello (Teatro Argentina di Roma), Attila di Verdi (Teatro alla Scala di Milano), Don Giovanni di Mozart (San
Francisco Opera), Giovanna d’Arco di Verdi (Festival Verdi di Parma), il progetto mozartiano triennale (Le nozze di Figaro – 2008, Don Giovanni – 2009, Così fan tutte – 2010, Suntory Hall di Tokyo) e Salome di Richard Strauss
(Teatro Comunale di Bologna).
Prossime nuove produzioni, Artaserse di Hasse al Festival della Valle d’Itria 2012 e I Capuleti e i Montecchi di Bellini alla Norske Opera di Oslo.

Andrea Viotti

Costumi

Nato a Roma si forma all’Accademia di Belle Arti della sua città.
Intraprende la carriera di costumista, originariamente per la televisione (Notti e nebbie di Marco Tullio Giordana, Il principe di Homburg di Gabriele Lavia) e poi per il cinema, collaborando ai film: Il soldato di ventura di Pasquale
Festa Campanile, Mussolini an Untold story di Bill Graham, Alla rivoluzione sulla due cavalli e La stanza dello scirocco di Maurizio Sciarra, Il diario di Matilde Manzoni di Lino Capolicchio, War and Love in Appenines di J.K.
Harrison, Ormai è fatta e El Alamein di Enzo Monteleone, per il quale riceverà la nomination per il Davide di Donatello.
In teatro debutta con Gabriele Lavia firmando i costumi de L’anfitrione. A Lavia lo lega un percorso di collaborazione pluritrentennale, nell’ambito del quale ricordiamo gli spettacoli: Il principe di Homburg da Kleist; L’avaro e Il malato immaginario di Molière; I masnadieri di Schiller; Il divorzio di Alfieri; Il sogno di un uomo ridicolo e Memorie dal sottosuolo da Dostoevskij; Amleto, Macbeth, Riccardo II di Shakespeare; I masnadieri e Don Carlos di Schiller.
In questi anni ha anche firmato i costumi per spettacoli teatrali di Luigi Squarzina, Franco Però, Luca Barbareschi, Fabio Battistini e Matteo Tarasco.
La sua prima opera lirica nel 1974 è stata Il cristallo di rocca, regia del maestro Sylvano Bussotti per il teatro dell’Opera di Roma, a cui segue La fanciulla del West al Maggio Musicale Fiorentino (regia di Bussotti). Les pélerins de la Mecque di Gluck alla Piccola Scala di Milano – esordio alla regia lirica di Gabriele Lavia – segna l’inizio della loro collaborazione anche nel teatro lirico, di cui ricordiamo gli allestimenti: I lombardi alla prima Crociata e Attila di Verdi (Scala di Milano); Maria Stuarda di Donizetti (Teatro Petruzzelli di Bari); Giovanna d’Arco di Verdi (Regio di Parma); Luisa Miller di Verdi (San Carlo di Napoli, 2001) e il progetto mozartiano triennale (Le nozze di Figaro – 2008, Don Giovanni – 2009, Così fan tutte – 2010) alla Suntory Hall di Tokyo.

Giacomo Prestia

Massimiliano (basso)

Nato a Firenze, studia Canto con Sergio Catoni. È vincitore di numerosi concorsi internazionali fra cui il “Concorso Internazionale Voci Verdiane” a Busseto ed il “Concorso Luciano Pavarotti” a Philadelphia. Compie il suo debutto operistico con Alzira di Verdi a Fidenza nel 1991. Da allora intraprende un’intensa e brillante carriera che lo vede protagonista dei maggiori palcoscenici del mondo: Teatro alla Scala di Milano, Maggio Musicale Fiorentino, Opéra National de Paris, Wiener Staatsoper, Opernhaus di Zurigo, Teatro Real di Madrid, Liceu di Barcellona, Teatro Comunale di Bologna, Teatro di San Carlo di Napoli, Philharmonie di Berlino, Teatro Regio di Parma. Nel corso della sua carriera collabora con importanti direttori d’orchestra quali, Claudio Abbado, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Daniele Gatti, Nicola Luisotti. Nella stagione 2009 canta Ernani a Chicago, Aida al Teatro alla
Scala di Milano con la direzione di Daniel Barenboim, Norma a Trieste e Aida a Monaco di Baviera; nel 2010 è invece a Parigi con Don Carlo, al Covent Garden di Londra con Aida, a Madrid con Simon Boccanegra. Recentemente si è esibito a Parma con I vespri siciliani, a Bilbao con Macbeth, a Bari con Norma, a Firenze, Orange, Verona e Taiwan con Aida, a Napoli con Lucia di Lammermoor.

Aquiles Machado

Carlo (tenore)

Nasce a Barquisimeto (Venezuela) e intraprende gli studi musicali al Conservatorio Vicente Emilio Sojo. Studia poi con William Alvarado al Conservatorio Simón Bolivar di Caracas. Fondamentale la formazione con Alfredo Kraus, alla Escuela Superior de Música Reina Sofía di Madrid, a cui accede grazie ad una borsa di studio del Banco de España e della venezuelana Mozarteum Foundation. Nel 1996 debutta a Caracas con L’elisir d’amore e
nello stesso anno in Europa con Macbeth al Teatro Benito Pérez Galdós di Las Palmas de Gran Canaria. La sua carriera è costellata di successi sin da allora, con memorabili performance nei teatri più prestigiosi come il São Carlos di Lisbona, l’Arena di Verona, il San Carlo di Napoli, l’Opera di Washington, l’Opera di Los Angeles, il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, il Teatro Real e la Zarzuela di Madrid, la Staatsoper e la Deutsche Oper di Berlino, la Wiener Staatsoper, la Metropolitan Opera House di New York e la Scala di Milano. Riceve premi prestigiosi, come quello dell’Associazione Lirica di Parma, grazie alle sue interpretazioni di opere verdiane. Vince anche il primo premio al Francisco Viñas in Spagna, al Cardiff Singers of the World nel Regno Unito e nel 1997 il primo premio Operalia premiato da Plácido Domingo.
Lavora con artisti di fama internazionale come lo stesso Domingo, Jesús López‑Cobos, Ricardo Chailly, Mstislav Rostropovicˇ, Daniel Oren, Leopold Hager, Rafael Frühbeck de Burgos, Friedrich Haider, Semyon Bychkov, Daniel Baremboim, James Conlon, Myung‑Whun Chung, Alain Guingal, Marco Armiliato, Maurizio Benini, Renato Palumbo, Bertrand de Billy, Sir Mark Elder, Gustavo Dudamel, Massimo Zanetti e Gianluigi Gelmetti.
Tra le sue interpretazioni di maggior successo, La traviata (Bilbao, Cagliari, Valladolid); Rigoletto (Nizza, Klagenfurt, Arena di Verona, Caracas); Macbeth (Strasburgo, Valencia); La bohème (Firenze, Madrid, Tokyo, Parma, Strasburgo, San Sebastián, Napoli, Los Angeles, Nizza, Washington, Firenze); Gianni Schicchi (Amsterdam); Lucia di Lammermoor (Las Palmas, Bilbao, Parma); Faust (Nizza); Der Rosenkavalier (Wiener Staatsoper); Les contes d’Hoffmann (Siviglia, Nizza e Roma); Luisa Miller (Napoli); Les Troyens (London Symphony Orchestra, con Sir Colin Davis); Roméo et Juliette (Strasburgo, Nizza); L’elisir d’amore (Parma).
Intraprende anche una significativa attività concertistica, interpretando il Requiem di Verdi a Madrid, Segovia (Auditorium Nacional), Caracas (riapertura del Teatro Municipal “Teresa Carreño”), San Sebastián (Quincena
Musical), Bad Kissingen, Parma, Festival di Toledo e Teatro del Maggio Musicale a Firenze.
Incide moltissime sue performance, dal belcanto alla musica tradizionale, tra tutte ricordiamo: Norma con Edita Gruberova; Rigoletto all’Arena di Verona, con Inva Mula e Leo Nucci; L’elisir d’amore allo Sferisterio di Macerata;
Gianni Schicchi con l’orchestra del Concertgebouw di Amsterdam e Riccardo Chailly; Le Villi con l’Orchestre Philharmonique de Radio France e Marco Guidarini. Incide inoltre un disco di musica popolare e folkloristica venezuelana accompagnato dal chitarrista Aquiles Baez.
Nelle recenti stagioni particolarmente significative sono le sue interpretazioni de La Gioconda alla Metropolitan Opera di New York; La bohème al Teatro Real di Madrid e al Festival di Perelada; Les contes d’Hoffmann all’Opera de Bilbao con Giancarlo del Monaco; Madama Butterfly al Liceu di Barcellona e a Firenze; Luisa Miller e Simon Boccanegra al Liceu di Barcellona. Il suo repertorio si arricchisce recentemente di nuovi titoli verdiani come Ernani (Bilbao), Un ballo in maschera (Liegi) e Simon Boccanegra (Berlino). Al Teatro di San Carlo è Mario Cavaradossi in Tosca, Don Alvaro ne La forza del destino al Teatro Regio di Parma all’interno del prestigioso festival verdiano 2011, diretto da Gianluigi Gelmetti. Il 2011 lo vede inoltre protagonista nei panni di Enzo Grimaldo ne La Gioconda al Teatro Massimo di Palermo, ne I due Foscari a Las Palmas, in Tosca a Pechino e in Lucia di Lammermoor a Trieste; La bohème al Festival Pucciniano di Torre del Lago; Norma a Taormina; il Requiem di Verdi a Copenaghen; La bohème a Firenze; Norma ad Oviedo; Tosca a Pechino; La forza del destino a Vienna.

Artur Rucin´ski

Francesco (baritono)

Diplomatosi all’Accademia Musicale di Varsavia e vincitore di numerosi concorsi canori, Artur Rucin´ski, ancora studente, debutta nel 2001 alla Warsaw Chamber Opera come Papageno nello Zauberflöte. Nel corso degli anni, il giovane baritono polacco canta con grande successo nei teatri d’opera più importanti dell’Est Europa. Il suo talento e le sue caratteristiche vocali gli valgono il titolo di “Paszport Polityki Award” del settimanale Pdityka che lo sceglie come Cantante dell’anno 2008, mentre la rivista Festspiele del Festival di Salisburgo lo inserisce nella classifica dei migliori cantanti del 2010. Debutta nel 2002 nel ruolo di Evgenij Onegin al National Theatre di Varsavia, dove successivamente canta ancora Evgenij Onegin, il Principe Yeletsky ne La dama di picche, Janusz nel Halka di Moniuszko, Sharpless in Madama Butterfly di Puccini, Figaro ne Il barbiere di Siviglia di Rossini, e Niklausse/Muse (versione per baritono) nella produzione di Harry Kupfer di Les contes d’Hoffmann. Apre la stagione 2008‑2009 a Varsavia come Valentin nel nuovo Faust di Robert Wilson, dopodiché canta Manon Lescaut all’International Beethoven Festival di Varsavia nel 2009, diretto da Gomez-Martinez, e si esibisce al Liceu di Barcellona come protagonista nel King Roger di Szymanowski. Riscuote grande successo come Marcello in La bohème all’Opera di Warna (Bulgaria) e al Teatro dell’Opera di Cracovia, interpreta Ping nella Turandot al Bunka Kaikan a Tokyo e al Paphos Aphrodite Festival a Cipro con Eva Marton, Riccardo nei Puritani a Lodz, Silvio nei Pagliacci al Teatro dell’Opera Nazionale di Lvov, Guglielmo in Così fan tutte al Teatro dell’Opera di Cracovia, e canta Carmina Burana a Sofia. Nel marzo/aprile 2010, Artur Rucin´ski viene invitato da Daniel Barenboim alla Staatsoper di Berlino, a
cantare l’Evgenij Onegin diretto proprio da Barenboim, al fianco di Rolando Villazon. Si esibisce quindi nei Carmina Burana al Musikverein di Vienna, e nel maggio 2010 al Gala di apertura del Festwochen di Vienna, che viene trasmesso in diretta in circa 25 Paesi.
Nell’estate 2010 fa il suo debutto al Festival di Bregenz come Tadeusz nell’opera di rara esecuzione Il passeggero di Mieczyslaw Weinberg. Nei mesi successivi interpreta Enrico in Lucia di Lammermoor ad Amburgo, Lescaut nella Manon diretta da Lorin Maazel e Evgenij Onegin a Valencia, nella produzione diretta da Wellber e registrata su dvd. Recentemente debutta con grandissimo successo all’Arena di Verona nel Roméo et Juliette, di cui è prevista l’uscita in dvd, e canta lo Stabat Mater di Szymanowski al Musikverein di Vienna, Lucia di Lammermoor ad Amburgo, La traviata a Francoforte, Halka all’Opera di Varsavia, e un Recital in St. John’s Smith Square a Londra. Sul versante concertistico, Rucin´ski si è esibito all’Autumn Festival di Varsavia nella prima mondiale La Lontane di W. Balakauska con la Radio Televisione polacca, nel Requiem di Fauré e in Carmina Burana al Festival Internazionale di Warna per la televisione bulgara, così come nel Messiah di Händel e nella Sinfonia n. 9 di Beethoven a Parigi e in Die Schöpfung di Haydn con l’Orchestra Silesian Philarmonic. Nell’autunno 2009 canta il War Requiem di Britten sotto la guida di Neville Marriner a Danzica, e il Requiem di Brahms diretto da Gerd Albrecht a Varsavia. La Filarmonica di Oslo lo ha invitato a cantare i Carmina Burana nel gennaio 2010 e la Filarmonica di Dresda Passion di Lukas Penderecki nel 2011.

Lucrecia Garcia

Amalia (soprano)

Nata in Venezuela, inizia la sua formazione musicale come violinista. Acquista esperienza come concertista dell’Orquesta Sinfonica del Venezuela. Comincia nel 1995 i suoi studi in Canto con Rosita Del Castello. Più tardi partecipa all’opera Die Walküre come Ortlinde diretta da Gregor Buhl. Nel 1998 si trasferisce in Spagna per seguire i corsi alla Escuela Superior de Música Reina Sofía a Madrid; qui studia con Alfredo Kraus e Teresa Berganza. Partecipa alle classi magistrali di Renata Scotto, Ileana Cotrubas, Tom Krause, Magda Olivero, Vincenzo Spatola. Si esibisce con l’Orquesta Nacional de España, la Real Orquesta de Sevilla, Orquesta de Radio Televisiòn Española, Sinfonica de Galicia, Sinfonica Venezuela, Sinfonica de Santo Domingo, Sinfonica del Principato Asturias; in luoghi come l’Auditiorio Nacional de Musica de Madrid, Teatro Monumental, Maestranza de Sevilla, Arriaga de Bilbao, Cervantes de Malaga, con maestri come Jiri Kout, Antoni Ros Marbà, Garcìa Asensio, Josep Pons, Vìctor Pablo, Juanjo Mena, Vasily Petrenko, Alvaro Albiach. Nel 2001 debutta nel ruolo di Fiordiligi in Così fan tutte al Palacio de Festivales de Santander e al Teatro Zarzuela di Madrid. Canta lo Stabat Mater di Pergolesi con Teresa Berganza e diretto da Peter Csabà. Inoltre è Clarice ne Il mondo della luna al Teatro Lliure di Barcelona in una co‑produzione del Gran Teatre del Liceu de Barcelona e il Teatro Arriaga de Bilbao. Con l’Orquesta Nacional de Lorreine e la direzione di Jacques Mercier canta in versione da concerto Salud di La vida breve di Manuel de Falla. Canta il ruolo di Suor Angelica realizzata dall’università di Alcalà de Henares sotto la direzione scenica di Giancarlo Del Monaco. Interpreta Aida a Madrid, Segovia e all’Opera di Seattle (diretta da Riccardo Frizza). E ancora, Aida ad Atene e all’Arena di Verona, Don Carlo a Francoforte, Mefistofele a Valencia, Attila alla Scala, Aida e Nabucco all’Arena di Verona, e recentemente Don Carlo alla Deutsche Oper di Berlino, Norma a Salerno, Attila a Seattle. Fra i suoi prossimi impegni Attila a San Francisco, I due Foscari a Palermo, Un ballo in maschera a Francoforte, Aida all’Opéra Bastille e alla Staatsoper di Berlino, Nabucco e Macbeth alla Scala, Cavalleria rusticana al New National Theatre di Tokyo.