La sonnambula si presenta a Ravenna

Il sipario sulla stagione lirica con “La sonnambula” di Vincenzo Bellini
Teatro Alighieri, venerdì 27 marzo ore 20.30 e domenica 29 ore 15.30

La Stagione d’opera del Teatro Alighieri si concluderà con La sonnambula, capolavoro di Vincenzo Bellini e del librettista Felice Romani, in scena venerdì 27 marzo (ore 20.30) e domenica 29 (pomeridiana alle 15.30). Frutto della collaborazione con il Teatro Comunale Mario del Monaco di Treviso e il Comunale di Ferrara l’opera di Bellini ritorna all’Alighieri con una produzione che ripropone l’allestimento originale del 1831, espressamente ricostruito, con le scene dipinte di Sanquirico, per la regia di Alessandro Londei. L’atmosfera idilliaca dell’opera, ambientata in un villaggio alpino sui monti svizzeri, è ricreata infatti dalle scene dipinte di Alessandro Sanquirico, pittore e scenografo milanese attivo alla Scala fra il 1817 e il 1838 come autore di innumerevoli scene per l’opera e il ballo e intervenuto come architetto nella realizzazione di diversi teatri del nord Italia (fra i quali la stessa Scala, il Sociale di Como, il Municipale di Piacenza). In buca l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta diretta da Francesco Ommassini, mentre Giuliano Fracasso è alla guida del Coro Lirico Amadeus. La ricostruzione dei costumi è avvenuta sotto la supervisione di Veronica Pattuelli. Nel cast due vincitori dell’edizione 2014 del Concorso Internazionale “Toti Dal Monte”: Andreas Gies nei panni del Conte Rodolfo e Daniela Cappiello in quelli di Lisa, insieme a Chiara Brunello (Teresa), Gladys Rossi (Amina), Paolo Bergo (Alessio), Jésus Leon (Elvino) e Marco Gaspari (Un notaro).

L’opera, concordemente considerata come la prima delle tre grandi opere di Bellini, accanto a Norma e I puritani, debuttò a Milano, il 6 marzo 1831 al Teatro Carcano, riscuotendo un immediato successo, sia in Italia che all’estero. Un successo che contribuì non poco a diffondere su scala mondiale l’immagine quasi mitica del commovente lirismo sentimentale di Bellini. Il libretto è di Felice Romani “potentissimo ingegno fatto per la drammatica musicale” come lo definisce Bellini e, secondo lo stesso compositore l’unico in grado di scrivere “versi armoniosi e caldi d’espressione”. Sonnambula, come del resto tutta la produzione belliniana, era amata da Chopin, Verdi, Wagner e, secondo Rossini, l’aria di Amina “Ah! non credea mirarti” è da ritenersi la più mirabile melodia della storia.

Ambientata in “un villaggio della Svizzera” e in un’epoca “indefinita”, stando alle indicazioni del libretto, nella visione del regista Alessandro Londei, La sonnambula è “una storia semplice, intrisa di purezza come l’ambiente montano che la ospita, a tratti quasi scontata”. Eppure “riesce a suscitare ancora oggi, dopo quasi due secoli dal suo debutto, una profonda emozione in grado di invadere pienamente le regioni profonde della nostra anima”. Se, continua ancora il regista, “la musica di Bellini ha un ruolo magistrale in questo fenomeno, tanto da essere stata ritenuta da Chopin una delle massime vette compositive”, rimangono alcuni elementi che creano inquietudine nello spettatore, che pertanto non ritiene di trovarsi semplicemente di fronte alla storia di due innamorati. Il motivo del sonnambulismo di Amina non è rivelato allo spettatore e il regista si chiede cosa ci sia che non va nella protagonista, provando a riflettere su alcuni elementi apparentemente secondari: il fatto che Elvino a più riprese paragoni Amina alla madre morta (non a caso le regala la fede nuziale appartenuta alla madre), la condizione di orfana di Amina, e il rapporto non chiaro tra Amina e Rodolfo, quest’ultimo infatti, dopo essere stato a lungo lontano dal villaggio, sembra riconoscerla al primo sguardo (“Oh, il vago volto!”). In questi elementi di inquietudine, il Conte Rodolfo, appare come l’uomo dei lumi, che sa spiegare il fenomeno del sonnambulismo ai paesani, spaventati da ciò che credevano un fantasma. Il Conte si staglia dunque dal contesto del villaggio e sembra in alcuni casi ripercorrere i passi di Don Giovanni quando irrompe nei festeggiamenti per il matrimonio di Zerlina e Masetto.

Info e prevendite: 0544 249244 – teatroalighieri.org
Biglietti: da 14 a 45 euro. Speciale Giovani: under 14 (con adulto) € 5 | 14-18 anni 50% tariffe ridotte | Under 26 tariffe ridotte

Prima dell’opera: Giorgio Appolonia presenta La sonnambula di Vincenzo Bellini
Teatro Alighieri, Sala Arcangelo Corelli, martedì 24 marzo ore 17.30 (ingresso libero)
In collaborazione con la Società Dante Alighieri di Ravenna

Martedì 24 marzo alle 17.30 (Sala Corelli del Teatro Alighieri, ingresso libero) l’ultimo appuntamento stagionale “Prima dell’opera” avrà come protagonista Giorgio Appolonia che guiderà il pubblico alla scoperta de La sonnambula di Vincenzo Bellini in scena all’Alighieri venerdì 27 marzo alle 20.30 e domenica 29 alle 15.30.

Il capolavoro di Bellini e del librettista Felice Romani ritorna all’Alighieri con una produzione, frutto della collaborazione con il Teatro Comunale Mario del Monaco di Treviso e il Comunale di Ferrara, che ripropone l’allestimento originale del 1831, espressamente ricostruito, con le scene dipinte di Alessandro Sanquirico, per la regia di Alessandro Londei. In buca l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta diretta da Francesco Ommassini, mentre Giuliano Fracasso è alla guida del Coro Lirico Amadeus. Nel cast due vincitori dell’edizione 2014 del Concorso Internazionale “Toti Dal Monte”: Andreas Gies nei panni del Conte Rodolfo e Daniela Cappiello in quelli di Lisa, insieme a Chiara Brunello (Teresa), Gladys Rossi (Amina), Paolo Bergo (Alessio), Jésus Leon (Elvino) e Marco Gaspari (Un notaro).

Studioso del teatro in musica, Giorgio Appolonia collabora con la Radio Svizzera di Lingua Italiana dove conduce settimanalmente “Il ridotto dell’opera” (rsi.ch/opera). Ha firmato saggi per riviste internazionali (Rivista Musicale Eri-Rai, Opéra-International, Donizetti Society, Rivista del Museo della Scala, Milano) e pubblicato monografie su cantanti del primo Ottocento (“Le voci di Rossini”, “Giuditta Pasta, gloria del belcanto”, “Carlo Guasco un tenore per Verdi, “Domenico Reina tenore luganese”) e il romanzo “Cercherò lontana terra” (2013) relativo a Gaetano Donizetti. È autore di originali radiofonici e intrattenimenti scenico-musicali collaborando con l’attore Claudio Moneta. Viene spesso invitato a convegni sulla didattica musicale e sulla vocalità e, laureato in Medicina e Chirurgia, sul funzionamento/malfunzionamento della voce artistica.

Info 0544 249244 – teatroalighieri.org

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