Ivan Stefanutti alle prese con Un Ballo in Maschera

martedì 04 dicembre 2012 ore 16.00 teatroragazzi
mercoledì 05 dicembre 2012 ore 16.00 teatroragazzi
venerdì 07 dicembre 2012 ore 20.30 turno A/ORO
domenica 09 dicembre 2012 ore 16.00 turno B/ORO

UN BALLO IN MASCHERA

Secondo appuntamento con la Stagione Lirica del Teatro Sociale di Rovigo che, venerdì 7 dicembre alle 20.30, vede in scena “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi. Lo spettacolo è proposto in anteprima studenti martedì 4 e mercoledì 5 dicembre alle 16 e in replica domenica 9 dicembre alle 16.
L’opera verrà presentata giovedì 6 dicembre alle 18 nella sala Oliva dell’Accademia dei Concordi, a cura dell’Associazione amici del Teatro Sociale di Rovigo, relatore: Massimo Contiero.

Edizioni Luck’s Music Library

Baccano su un caso strano
Il regista Ivan Stefanutti racconta il “suo” Ballo in maschera

Al confine della città, c’è un campo maledetto che tutti evitano.
La forca vi troneggia spavalda. Qui gli uomini vi vengono condotti per essere giustiziati.
In una notte minacciosa, ad ogni lampo le ombre si allungano spaventose, ed è facile cadere preda di fantasmi che non esistono.
Una donna spaventata s’inoltra alla ricerca del medicamento che le concederà l’oblio. Quell’erba cresce solo ai piedi dei condannati, e si raccoglie a mezzanotte .
A sua insaputa un uomo la segue.
Anche quest’uomo, a sua volta, è seguito, ignaro, da chi lo protegge, ma anche dai molti che lo vorrebbero morto …

Una sontuosa festa, con luci e travestimenti, dove tutti si possono divertire e osare qualsiasi cosa protetti dalla maschera che assicura l’anonimato.
Anche attentare alla vita del loro sovrano? Se fosse lì. Ma ufficialmente non c’è. Ufficialmente …

Torniamo indietro di qualche ora, e precisamente poco prima delle tre.
La stessa donna, agitata, si reca da una oscura maliarda in rapporti con il demonio Lo stesso uomo già si trova là e scopre che il suo amore è inaspettatamente corrisposto. ma che a breve, sarà, volutamente e artificialmente, dimenticato.
Non basta: a quest’uomo verrà annunciato il suo truce martirio per mano di un traditore. Amore da dimenticare e orrore dagli amici. Com’è difficile conoscere le persone. E come sono sorprendenti e imprevedibili le loro reazioni. Continuamente si mascherano, in maniera palese od occulta.
Una maschera, un travestimento, un velo, un sorriso, possono nascondere e confondere.
Ma allora cosa si deve fare?
Il destino è forse scritto? Esiste il libero arbitrio? E’ inutile affannarsi a cercare di orientare gli eventi? Quel che deve succedere, succederà?
Se così è, Riccardo non può che perdonare il suo assassino, incolpevole perché senza alternative.
Ma questo non fa che aggiungere tristezza alla fine di una vita.

Il conte Riccardo è un uomo e come tale pieno di contraddizioni, ma è anche un superbo statista, con una visione coscientemente etica e non può cedere a quei lati oscuri o luminosi che si presentano inaspettati sul suo cammino.
L’amore per Amelia è uno di quelli luminosi e folgoranti.
La luce è abbagliante, e ogni sua scelta può portare a conseguenze per sé e per gli altri, e lui che ne è cosciente, risolve di decidere “responsabilmente”.
Il suo sacrificio di rinuncia ad Amelia è inevitabile. Una loro storia non potrebbe che danneggiarli e danneggiare la nazione.
Riccardo è pur sempre il “padre” della patria. Colui che è al di sopra di ogni ombra.

Colui che non si lascia condizionare dai pregiudizi e che prima di confermare una richiesta di condanna, vuole verificare di persona.
Questo porta a capire quella grande parte dei suoi sudditi che guardano a lui come a un santo protettore e benevolo. Un asceta leale e giusto.
Ovviamente non tutti in casa la pensano così. Anche questo è inevitabile. Riccardo sente queste voci come manifestazione di democrazia, più che come minaccia alla sua persona. In un paese evoluto il dialogo è fondamentale. Ogni punto di vista va considerato. Un ottimismo che non lo ripagherà della stessa moneta.

Spesso quando si affrontano opere in cui si parla di congiure di corte, si affaccia la tentazione di trovare paralleli con altre vicende similari della storia recente e passata. Penso che la cosa principale sia, e non mi stancherò mai di ripeterlo, capire la vicenda narrata, i suoi personaggi e le loro psicologie. Poi, bisogna mettersi al servizio dell’opera. L’attualizzazione della messinscena non si
palesa nel portare ai giorni nostri gli abiti, ma nel rendere fruibile alle platee contemporanee l’opera in ogni sua sfumatura. Il cercare un nesso con l’attualità, spesso distrae da quello che è il cuore ispiratore degli autori. Non sono i costumi a rendere più o meno “moderna” una messinscena, ma lo
sguardo di chi lo affronta.

L’opera andrà in scena venerdì 7 dicembre alle 20.30. Lo spettacolo è proposto in anteprima studenti martedì 4 e mercoledì 5 dicembre alle 16 e in replica domenica 9 dicembre alle 16.
La presentazione si terrà giovedì 6 dicembre alle 18 nella sala Oliva dell’Accademia dei Concordi, a cura dell’Associazione amici del Teatro Sociale di Rovigo, relatore: Massimo Contiero.