Falstaff ultimo titolo al debutto della Trilogia d’autunno

Falstaff conclude il primo week end all’opera della Trilogia d’Autunno

Domenica 10 novembre alle 15.30, repliche il 14 e il 17, Falstaff conclude il primo intenso week end ‘all’opera’ della Trilogia d’Autunno che Ravenna Festival 2013 dedica a Giuseppe Verdi e William Shakespeare per la regia di Cristina Muti. In buca l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Nicola Paszkowski, un filo rosso che attraversa l’intera trilogia come il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, il light designer Vincent Longuemare, il visual designer Davide Broccoli, i costumi di Alessandro Lai, le scene di Ezio Antonelli e i movimenti coreografici dei DanzActori curati da Catherine Pantigny: un team di grande affiatamento e coesione.

I protagonisti vocali sono: Kiril Manolov, baritono bulgaro che si esibisce per la prima volta in Italia, nel ruolo di Falstaff; Francesco Landolfi che veste i panni del geloso Ford e Eleonora Buratto in quelli della moglie Mrs. Alice Ford, entrambi al debutto nel ruolo. La coppia innamorata Nannetta-Fenton è interpretata da Damiana Mizzi e Matthias Stier. Completano il cast Anna Malavasi Mrs. Meg Page, Isabel De Paoli Mrs. Quickly, Giorgio Trucco Dottor Cajus, Matteo Falcier Bardolfo e Graziano Dallavalle Pistola. Il nuovo allestimento di Falstaff in scena all’Alighieri prende corpo, nella regia di Cristina Muti, attraverso la magia delle proiezioni, ovvero le immagini dei luoghi verdiani (Roncole, Sant’Agata, Busseto) catturate dagli scatti fotografici di Miriam Anconelli, Luca Concas e Martina Zanzani, tra i protagonisti del progetto VerdiWeb 2012. Immagini che sono proiettate sulle scene create attraverso una macchina scenica modulare, fatta di nude quinte e di uno spazio a geometria variabile in cui muovere pochi semplici elementi (scale, cunei che diventano piani inclinati, torri e torrette, passerelle, un cassone o una cesta…) che si compongono per accogliere luci ed immagini.

L’ultima opera composta da Verdi arriva pochi anni dopo Otello e il prodigio si ripete nel 1893, ancora al Teatro alla Scala e di nuovo con la collaborazione di Arrigo Boito in qualità di librettista. Alla prima il pubblico – in sala c’erano Carducci, Giacosa, Puccini, Mascagni, Leoncavallo – resta stupito ed entusiasta nell’assistere alla svolta comica di un Verdi sulla soglia degli ottant’anni. Verdi infatti spiazza tutti: su un libretto sofisticatissimo e ricco di giochi di parole, l’ironia e lo sguardo sereno di un quasi ottuagenario gli permettono di evitare i numeri chiusi, di giocare con sublime leggerezza fino ad autocitarsi, e di terminare la sua carriera di operista con una fuga intonata sui versi “Tutto nel mondo è burla” che è il congedo di Verdi a se stesso, al mondo, ai critici e al proprio pubblico. L’attenzione del compositore non cade più su un singolo dramma, ma va ad appuntarsi sul goffo e panciuto cavaliere che compare in numerosi lavori di Shakespeare, in particolare nell’Enrico IV e ne Le allegre comari di Windsor dai quali discende anche la dimensione fantastica e onirica, tipica del teatro elisabettiano, che innerva la mascherata del terzo atto. Dopo la prova acerba e non felice di Un giorno di regno, è dunque la prima volta – ed anche purtroppo l’ultima – che Verdi affronta il genere comico, e lo fa non cercando di rinverdire la gloriosa tradizione buffa del passato, ma dando vita ad una commedia lirica che, ruotando appunto attorno al vanaglorioso personaggio shakespeariano, appare intrisa di un disincantato umorismo. E nella quale, soprattutto, dà prova di una vena creativa che, nella agiata quiete di Sant’Agata, ha saputo assimilare la grande lezione strumentale classica (Mozart, Beethoven, Schubert…) per declinarla secondo uno stile inedito in cui la maturazione artistica e quella interiore trovano la sintesi suprema. Le passioni di sempre, amore, attrazione, gelosia… sono osservate e vissute con la bonaria ironia di chi può guardare alle miserie umane da una posizione di compiaciuto distacco.

La biglietteria del Teatro Alighieri per le recite della Trilogia d’autunno sarà aperta anche la domenica dalle 10 alle 13 e, come sempre, da un’ora prima dello spettacolo.

Info e prevendite: 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: da 18 a 70 euro
I giovani al Festival: 5 euro per gli under 14 accompagnati da un adulto e riduzione del 50 % per i ragazzi fino a 18 anni