Con le Nozze di Bolzano e Trento anche quelle di Figaro

SI APRE CON “LE NOZZE DI FIGARO”
LA STAGIONE LIRICA REGIONALE

La Stagione Lirica regionale 2012/2013, nata dalla collaborazione fra Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento, Fondazione Teatro Comunale – Auditorium di Bolzano e Orchestra Haydn di Bolzano e Trento che, per la prima volta, si sono impegnate nel realizzare una proposta unificata, si aprirà venerdì 5 ottobre alle 20,30 al Teatro Sociale di Trento. Sarà in scena un classico della
tradizione operistica, Le nozze di Figaro, nell’allestimento firmato dal M° Gustav Kuhn che salirà sul podio per dirigere l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e che ha anche curato la regia dello spettacolo.
Un secondo appuntamento con il pubblico è fissato, sempre al Teatro Sociale, per domenica 7 ottobre con inizio alle ore 16,00.

“La collaborazione fra Orchestra Haydn e Centro S. Chiara è per entrambi essenziale”: così ha esordito il direttore artistico dell’Orchestra regionale, Gustav Kuhn aprendo  a Trento presso il teatro Sociale la conferenza stampa di presentazione del progetto artistico. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti anche la presidente dell’Orchestra Haydn, Chiara Zanoni, i responsabili del Centro Santa Chiara Ivo Gabrielli e Francesco Nardelli e l’assessore alla Cultura della provincia Franco Panizza.
“La collaborazione che con questa co-produzione abbiamo attivato – ha affermato la presidente Zanoni – non è destinata a rappresentare un fatto episodico, ma il frutto di un lavoro di squadra destinato a produrre un risultato decisamente maggiore della somma di ogni sua singola parte.”
Un concetto che è stato completato dal presidente del S. Chiara, Ivo Gabrielli, a giudizio del quale da questo rapporto sinergico può scaturire un plus valore che dovrà rappresentare una costante in prospettiva futura. “L’obiettivo di fare rete utilizzando al meglio le risorse locali si sta finalmente concretizzando – ha concluso l’assessore Franco Panizza – e non solo nell’ottica di una razionalizzazione delle spese, ma soprattutto per raggiungere livelli artistici di maggior qualità.”

(F.L.)

LE NOZZE DI FIGARO

Opera buffa in 4 atti di Lorenzo Da Ponte
Musica di di Wolfgang Amadeus Mozart

Direzione e regia: Gustav Kuhn
ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO
CORO DEL TEATRO SOCIALE DI TRENTO
Direttore: Luigi Azzolini
Coproduzione tra Tiroler Festspiele Erl – Centro Servizi Culturali S.
Chiara di Trento – Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Rappresentata per la prima volta a Vienna, in italiano, quest’opera è giustamente considerata il capolavoro di Mozart, che la compose all’età di trent’anni incoraggiato dal librettista, Lorenzo da Ponte, che gli aveva scritto un vero capolavoro del genere, qualcosa di diverso da una riduzione melodrammatica del Matrimonio di Figaro di Beaumarchais.
La vicenda si svolge in un intreccio serrato e folle, in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di passione travolgente, piena sia di eventi drammatici che comici, e nella quale alla fine i servi si dimostrano più signori e intelligenti dei loro padroni.
L’opera è per Mozart (e prima di lui per Beaumarchais) un pretesto per prendersi gioco delle classi sociali dell’epoca che da lì a poco saranno travolte dai fatti con la Rivoluzione francese. L’intera vicenda può anche essere letta come una metafora delle diverse fasi dell’amore: Cherubino e Barbarina rappresentano l’amore acerbo, Susanna e Figaro l’amore che sboccia, il Conte e la Contessa d’Almaviva l’amore logorato e senza più alcuna passione, Marcellina e don Bartolo l’amore maturo.

Note di regia

Spesso si pensa a Le nozze di Figaro come a un’opera rivoluzionaria. Certo, l’originale di Beaumarchais fu, all’epoca, sicuramente pieno di tematiche sociali scottanti. Nel suo libretto per Mozart, Lorenzo Da Ponte mitigò questi scogli in modo che l’imperatore Giuseppe II potesse personalmente autorizzare la messa in scena dell’opera, con grande dispiacere della nobiltà viennese. La Rivoluzione francese avrebbe poi dimostrato come le tematiche sociali scottanti sarebbero esplose, ma ben presto si sarebbero spente nella
Reazione.
Il fascino e la genialità delle Nozze di Figaro stanno nella forza dell’erotismo, da secoli immutata perché eterna e umana. Pochi l’hanno riconosciuto e formulato meglio di Sören Kierkegaard nel suo Aut-Aut: il primo dei tre stadi erotici immediati viene abbozzato da Mozart in Cherubino. Si pensa a un personaggio mitico, non a un individuo singolo, ma all’idea di sensualità abbinata a una profonda melanconia, che soltanto la musica di Mozart è in grado di esprimere.
Qui il desiderio si intuisce soltanto, non è ancora esploso.
Il fatto che Mozart abbia scelto per questa condizione di incertezza il registro di mezzosoprano che incarna questo fluttuare androgino del desiderio, è un colpo di genio. Ma anche quasi tutte le altre sfumature del desiderio erotico trovano una loro espressione musicale in questa commedia, che può essere considerata a momenti un pandemonio della sensualità: il vero mondo di Mozart. In questo senso la genuflessione del conte davanti alla contessa alla fine dell’opera sortisce un effetto più rivoluzionario – nel senso di una
sublimazione dell’erotismo – rispetto alla vittoria dell’intrigo della servitù ai danni del loro padrone. I frizzi e l’esplosione d’energia dell’ouverture, composta all’ultimo minuto, rappresentano lo scoppio della sensualità istintiva, piuttosto che una banale provocazione dell’aristocrazia.

Personaggi e interpreti

Il Conte Almaviva – Michael Kupfer
La Contessa Almaviva – Sabina von Walther
Figaro – Giulio Boschetti
Susanna – Sophie Gordeladze
Cherubino – Emily Righter
Marcellina – Rita Lucia Schneider
Don Bartolo – Johannes Schmidt
Don Basilio – Ferdinand von Bothmer
Don Curzio – Silvano Paolillo
Antonio – Ezio Maria Tisi
Barbarina – Maria Ladurner
Soprano 1 e solista – Anna Pellizzari
Soprano 2 e solista – Sheila Rech

Scene: Jan Hax Halama
Costumi: Lenka Radecky
Luci: Gustav Kuhn

ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO
VIOLINI PRIMI
Stefano Ferrario**
Edlir Cano
Ole Jacob Frederiksen
Renzo Michelini
Elisabeth Pichler
Teodor Puscas
Erika Ferrari
Eliseo Baldizzi
Niccolò Dalla Costa
VIOLINI SECONDI
Roberto Tomada*
Anna Biggin*
Sandro Acinapura
Andrea Rieder
Cecilia Albertani
Josuè Esaù Iovane
Mariarita Di Pasquale
Patrizia Autieri
VIOLE
Margherita Pigozzo*
Gabriele Marangoni*
Maura Bruschetti
Roberto Mendolicchio
Pierluigi Borgogno
Claudia Pedrani
Andrea Arcelli
VIOLONCELLI
Alejandro Biancotti*
Jutta Kagerer
Francesco Ciech
Veronica Lapiccirella
CONTRABBASSI
Daniele Ragnini*
Corrado Pastore
Michele Mantoni
FLAUTI
Francesco Dainese*
Alessandro Visintini

OBOI
Gianni Olivieri*
Fabio Righetti
CLARINETTI
Stefano Ricci*
Andrea Brazzo
FAGOTTI
Flavio Baruzzi*
Andrea Racheli
CORNI
Andrea Cesari*
Alexander Perathoner
TROMBE
Bertold Stecher*
Fabiano Ruin
TIMPANI
Domenico Cagnacci*
FORTEPIANO
Emanuele Lippi*

** Spalla
* Prime parti

CORO DEL TEATRO SOCIALE DI TRENTO

Anna Pellizzari – Soprano 1 e solista
Sheila Rech – Soprano 2 e solista
Alessandra Carlin – Soprano
Vania Marconato – Soprano
Elena Croci – Alto
Francesca Martinelli – Alto
Dania Tosi – Alto
Rossana Verlato – Alto
Roberto Garniga – Tenore
Sandro Miori – Tenore
Federico Rizzo – Tenore
Gian Luca Zoccatelli – Tenore
Paolo Deanesi – Basso
Simone Marchesini – Basso
Marco Petrolli – Basso
Vadim Tarakanov – Basso

Maestro: Luigi Azzolini

PRIMO ATTO

Il mattino del giorno delle proprie nozze Figaro e Susanna sono nella stanza che il Conte ha destinato loro. Figaro misura la stanza mentre Susanna si prova il cappello che ha preparato per le nozze. Figaro si compiace della generosità del Conte, ma Susanna insinua che quella generosità non è disinteressata: il Conte vuol rivendicare lo ius primae noctis, che egli stesso aveva abolito. Le brame del Conte sono favorite da Don Basilio, maestro di musica. Figaro si
irrita e trama una vendetta. Anche la non più giovane Marcellina è intenzionata a mandare all’aria i progetti di matrimonio di Figaro e reclama, con l’aiuto di Don Bartolo, il diritto a sposare Figaro in virtù di un prestito concessogli in passato e mai restituito. Don Bartolo, del resto, gode all’idea di potersi vendicare dell’ex “barbiere di Siviglia”, che aveva aiutato il Conte a sottrargli Rosina, l’attuale Contessa. Entra il paggio Cherubino per chiedere a Susanna di
intercedere in suo favore presso la Contessa: il giorno prima il Conte, trovandolo solo con Barbarina (figlia dodicenne del giardiniere Antonio), si è insospettito e lo ha cacciato dal palazzo. L’arrivo improvviso del Conte lo costringe a nascondersi e ad assistere suo malgrado alle proposte galanti che il Conte rivolge alla cameriera. Ma anche il Conte deve nascondersi a Don Basilio, che rivela a Susanna le attenzioni rivolte dal paggio alla Contessa. Spinto dalla
gelosia, il Conte esce dal nascondiglio, poi, scoprendo a sua volta il paggio, monta su tutte le furie. Entrano i contadini che ringraziano il Conte per aver abolito il famigerato ius primae noctis. Il Conte, con un pretesto, rimanda il giorno delle nozze e ordina la partenza immediata di Cherubino per Siviglia dove dovrà arruolarsi come ufficiale del suo reggimento. Figaro si prende gioco del paggio con una delle arie più celebri dell’opera, “Non più andrai, farfallone amoroso”.

SECONDO ATTO

Susanna rivela all’addolorata Contessa le pretese del Conte. Entra Figaro ed espone il suo piano di battaglia: ha fatto pervenire al Conte un biglietto anonimo dove si afferma che la Contessa ha dato un appuntamento a un ammiratore per quella sera. Quindi suggerisce a Susanna di fingere di accettare l’incontro col Conte: Cherubino (che non è ancora partito) andrà al posto di lei vestito da donna, così la Contessa smaschererà il marito, cogliendolo in fallo. Tuttavia, mentre il travestimento del paggio è ancora in corso, il Conte sopraggiunge e, insospettito dai rumori provenienti dalla stanza attigua (dove la Contessa ha rinchiuso Cherubino), decide di forzare la porta. Ma Cherubino riesce a fuggire saltando dalla finestra e Susanna ne prende il posto. Quando dal guardaroba esce Susanna invece di Cherubino, il Conte è costretto a chiedere perdono alla moglie. Entra Figaro che spera di poter finalmente affrettare la cerimonia nuziale. Irrompe però il giardiniere Antonio che afferma di aver visto qualcuno saltare dalla finestra della camera della Contessa. Figaro cerca di parare il colpo sostenendo di essere stato lui a saltare. Ma ecco arrivare con Don Bartolo anche Marcellina che reclama i suoi diritti: possiede ormai tutti i documenti necessari per costringere Figaro a sposarla.

TERZO ATTO

Mentre il Conte si trova nella sua stanza pensoso, la Contessa spinge Susanna a concedere un appuntamento galante al Conte, il quale però si accorge dell’inganno e promette di vendicarsi. Il giudice Don Curzio entra con le parti contendenti e dispone che Figaro debba restituire il suo debito o sposare Marcellina, ma da un segno che Figaro porta sul braccio si scopre ch’egli è il frutto di una vecchia relazione tra Marcellina e Don Bartolo, i quali sono quindi i suoi genitori . Marcellina è lietissima di aver ritrovato il figliolo, ma in quel mentre sopraggiunge Susanna con la somma necessaria a riscattare Figaro liberandolo dall’obbligo di sposare Marcellina: vedendoli abbracciati Susanna dapprima s’infuria, poi, compresa la felice situazione, si unisce alla gioia di Figaro e dei due più anziani amanti. Marcellina acconsente alla tardiva proposta di matrimonio dallo stesso Don Bartolo e condona il debito come regalo a Figaro per le nozze con Susanna, Don Bartolo porge invece una somma di denaro; il Conte invece monta su tutte le furie. La Contessa intanto, determinata a riconquistare il marito, detta a Susanna un bigliettino, sigillato da una spilla, per l’appuntamento notturno, da far avere al Conte. Modificando il piano di Figaro, e agendo a sua insaputa, le due donne decidono che sarà
la stessa Contessa e non Cherubino a incontrare il Conte al posto di Susanna. Mentre alcune giovani contadine recano ghirlande per la Contessa, Susanna consegna il biglietto galante al Conte che si punge il dito con la spilla. Figaro è divertito: non ha visto, infatti, chi ha dato il bigliettino al Conte. Poi si festeggiano due coppie di sposi: oltre a Susanna e Figaro, anche Marcellina e Don Bartolo.

QUARTO ATTO
È ormai notte e nell’oscurità del parco del castello Barbarina sta cercando la spilla che il Conte le ha detto di restituire a Susanna, e la fanciulla ha perduta. Figaro capisce che il biglietto ricevuto dal Conte gli era stato consegnato dalla sua promessa sposa e credendo ad una nuova trama, si nasconde con un piccolo gruppo di persone da usare come testimoni del tradimento di Susanna, che ha udito non vista le rampogne di Figaro, si sente offesa dalla sua mancanza
di fiducia e decide di farlo stare sulle spine. Entra allora Cherubino e, vista Susanna, (che è in realtà la Contessa travestita) decide di importunarla; nello stesso momento giunge il Conte il quale, dopo aver scacciato il Paggio, si mette a corteggiare quella che crede essere la sua amante. Fingendo di veder arrivare qualcuno, la Contessa travestita da Susanna fugge nel bosco mentre il Conte va a vedere cosa succede; nel contempo Figaro, che stava spiando gli amanti, rimane solo e viene raggiunto da Susanna travestita da Contessa. I due si mettono a parlare, ma Susanna, durante la conversazione, dimentica di falsare la propria voce e Figaro la riconosce. Per punire la sua promessa sposa, questi non le comunica la cosa ma rende le proprie avances alla Contessa molto esplicite. In un turbinio di colpi di scena, alla fine Figaro chiede scusa a Susanna per aver dubitato della sua fedeltà, mentre il Conte, arrivato per la
seconda volta, scorge Figaro corteggiare quella che crede essere sua moglie; interviene a questo punto la vera Contessa che, con Susanna, chiarisce l’inganno davanti ad un Conte profondamente allibito. Allora questi implora con sincerità il perdono della Contessa e le nozze tra Figaro e Susanna si possono finalmente celebrare; la “folle giornata” si chiude così in modo festoso.