Carnevale Bhoèmienne a Venezia

Alla Fenice La bohème di Giacomo Puccini

Giovedì 7 febbraio 2013 alle ore 19.00 andrà in scena al Teatro La Fenice La bohème di Giacomo Puccini, seconda proposta della Fondazione Teatro La Fenice per il Carnevale 2013 (accanto al Barbiere di Siviglia, in scena al Teatro Malibran dal 25 gennaio). Secondo successo drammatico del trentottenne Puccini (1896), basata su un libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica tratto dal romanzo di Henri Murger, La bohème sarà proposta nel fortunato allestimento realizzato nel 2011 dalregista Francesco Micheli, dallo scenografo Edoardo Sanchi e dalla costumista Silvia Aymonino, ambientato in una colorata e squattrinata Parigi bohémienne Belle Époque.
L’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice, e il coro di voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani, saranno diretti dal ventottenneDiego Matheuz, direttore principale del Teatro La Fenice (maestri dei due cori Claudio Marino Moretti e Diana D’Alessio). I due cast saranno composti dai tenori Aquiles Machado e Marco Panuccio nel ruolo del poeta Rodolfo, dai baritoni Simone Piazzola e Julian Kim in quello del pittore Marcello, dai baritoni Armando Gabba e Marco Filippo Romano in quello del musicista Schaunard, dai bassi Sergey Artamonov e Luca Dall’Amico in quello del filosofo Colline. Nei ruoli delle due grisettes Mimì e Musetta vi saranno rispettivamente i soprani Maria Agresta e JessicaNuccio e i soprani Ekaterina Bakanova e Francesca Dotto. Nei ruoli minori, Matteo Ferrara sarà Benoît, Andrea Snarski sarà Alcindoro, e gli artisti del coro Cosimo D’Adamo, Domenico Altobelli, Bo Schunnesson, Giovanni Deriu, Salvatore Giacalone, Antonio Simone Dovigo, Julio Cesar Bertollo ed Emanuele Pedrini si alterneranno nei ruoli del giocattolaio Parpignol, del venditoreambulante e dei due doganieri.
L’opera, proposta con sopratitoli in italiano e in inglese, sarà in scena per 11 serate, tutte fuori abbonamento: il 7 e il 9 febbraio (giovedì e sabato grasso) alle 19.00, il 10 (domenica grassa) alle 15.30, il 12 (martedì grasso), 13, 14 e 15 alle 19.00, sabato 16 e domenica 17 alle 15.30, martedì 19 e mercoledì 20 alle 19.00.
La recita di sabato 9 febbraio 2013 farà parte del Gran Galà del Carnevale, una serata speciale con opera, cerimonia di premiazione del Cavalchina Award, cena, danze e festa in campo. Quelle di giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 saranno incluse nell’iniziativa «Speciale San Valentino», con opera più cena per due nelle Sale Apollinee.

Dopo l’affermazione ottenuta con Manon Lescaut (1893), il trentacinquenne Giacomo Puccini (1858-1924) prese in considerazione come soggetto per la sua opera successiva le Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, un romanzo d’appendice pubblicato a puntate più di quarant’anni prima nella rivista parigina «Le corsaire Satan» (1845-1849), trasformato poi dallo stesso Murger e da Théodore Barrière in una pièce in 5 atti, rappresentata con successo nel 1849. La stesura del nuovo libretto per Puccini fu affidata dall’editore Giulio Ricordi ai letterati Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, un binomio artistico destinato ad affiancare il compositore lucchese per più di un decennio, fino a Tosca (1900) e Madama Butterfly (1904).Rappresentata al Teatro Regio di Torino sotto la direzione del ventinovenneArturo Toscanini il 1° febbraio 1896, La bohème fu accolta con perplessità dalla critica, ma incontrò nelle riprese un sempre crescente successo di pubblico, tanto da divenire una delle opere più popolari di tutti i tempi.
Il libretto, un affresco in cui si alternano momenti di vivacità, di intimità, di rimpianto per il tempo trascorso, di tristezza dolorosa, prevede sei personaggi principali: un quartetto di giovani amici (il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard, il filosofo Colline) e due fanciulle (Mimì, ricamatrice, e Musetta), tutti ricchi di simpatia e di entusiasmo quanto poveri di quattrini. Il dramma si conclude con la morte per tisi di Mimì tra le braccia dell’amato Rodolfo dopo una separazione ricomposta in extremis; ma più che di una trama vera e propria si può parlare di un susseguirsi di situazioni liriche accomunate da un tema unitario, la celebrazione della giovinezza.
Anziché suddiviso in atti e scene, il libretto è organizzato in quattro quadri, all’interno dei quali non vi è la consueta divaricazione tra recitativo e versi lirici, bensì una versificazione mobilissima e flessibilmente asimmetrica, in grado di stimolare una sintassi musicale nonperiodica. Nella partitura non mancano accensioni liriche memorabili («Che gelida manina») o pezzi riconducibili a forme chiuse («Vecchia zimarra»), ma i suoi pregi più evidenti sono la creazione di un continuumsonoro modellato sulle specifiche esigenze drammatiche del soggetto e l’invenzione di un tessuto musicale fittissimo e cangiante ove l’uso delle reminiscenze collega instancabilmente presente e passato, felicità e dolore.

La bohème di Giacomo Puccini al Teatro La Fenice

La bohème di Giacomo Puccini, sarà il secondo appuntamento della Stagione lirica 2011 scene liriche in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica tratto dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, in scena al Teatro La Fenice venerdì 25 febbraio 2011 alle ore 19.00 (turno A). Rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1896, La bohème è il secondo successo drammatico del trentottenne Puccini (dopo Manon Lescaut, del 1893), e una delle opere italiane più popolari di tutti i tempi, che nonostante l’ambientazione parigina ben rappresenta una corrente importante della cultura italiana postunitaria.
L’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice saranno diretti da Juraj Valčuha e Matteo Beltrami nelle repliche del 1, 2 e 3 marzo .
Del cast faranno parte Sébastien Guèze (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Gianluca Terranova (26/2-1-3-9-11-13/3) nel ruolo di Rodolfo; Seung-Gi Jung (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza Damiano Salerno (26/2-1-3-9-11-13/3) nel ruolo di Marcello; Armando Gabba (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Alessandro Battiato (26/2-1-3-9-11-13/3) in quello di Schaunard; Luca Dall’Amico (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Gianluca Buratto (26/2-1-3-9-11-13/3) nel ruolo di Colline; Matteo Ferrara in quello di Benoit e Andrea Snarski in quello di Alcindoro, Lilla Lee (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Serena Farnocchia (26/2-1-3-9-11-13/3) nel ruolo di Mimì, Ekaterina Sadovnikova (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Beatriz Díaz (26/2-1-3-9-11-13/3) nel ruolo di Musetta; Luca Favaron (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Carlo Mattiazzo (26/2-1-3-9-11-13/3) nel ruolo di Parpignol; Ciro Passilongo (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Raffaele Pastore (26/2-1-3-9-11-13/3) nel ruolo del venditore ambulante; Salvatore Giacalone (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Antonio Casagrande (26/2-1-3-9-11-13/3) nel ruolo del sergente dei doganieri; Franco Zanette (25-27/2-2-6-8-12/3) in alternanza con Nicola Nalesso (26/2-1-3-9-11-13/3) il doganiere.
L’opera sarà proposta in un nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice con la regia di Francesco Micheli, le scene di Edoardo Sanchi e i costumi di Silvia Aymonino.
La prima di venerdì 25 febbraio 2011, trasmessa in diretta Rai Radio3, sarà seguita da undici repliche, sabato 26 (turno C) e domenica 27 (turno B) alle 15.30, martedì 1, mercoledì 2 e giovedì 3 marzo (fuori abbonamento) alle 19.00, domenica 6 (fuori abbonamento) alle 15.30, martedì 8 (fuori abbonamento), mercoledì 9 (turno E) e venerdì 11 (turno D) alle 19.00, sabato 12 e domenica 13 (fuori abbonamento) alle 15.30.

Dopo l’affermazione ottenuta con Manon Lescaut (1893), il trentacinquenne Giacomo Puccini (1858-1924) prese in considerazione come soggetto per la sua opera successiva le Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, un romanzo d’appendice pubblicato a puntate più di quarant’anni prima nella rivista parigina «Le corsaire Satan» (1845-1849), trasformato poi dallo stesso Murger e da Théodore Barrière in una pièce in 5 atti, rappresentata con successo nel 1849. La stesura del nuovo libretto per Puccini fu affidata dall’editore Giulio Ricordi ai letterati Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, un binomio artistico destinato ad affiancare il compositore lucchese per più di un decennio, fino a Tosca (1900) e Madama Butterfly (1904). Rappresentata al Teatro Regio di Torino sotto la direzione del ventinovenne Arturo Toscanini il 1° febbraio 1896, La bohème fu accolta con perplessità dalla critica, ma incontrò nelle riprese un sempre crescente successo di pubblico, tanto da divenire una delle opere più popolari di tutti i tempi.
Il libretto, un affresco in cui si alternano momenti di vivacità, di intimità, di rimpianto per il tempo trascorso, di tristezza dolorosa, prevede sei personaggi principali: un quartetto di giovani amici (il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard, il filosofo Colline) e due fanciulle (Mimì, ricamatrice, e Musetta), tutti ricchi di simpatia e di entusiasmo quanto poveri di quattrini. Il dramma si conclude con la morte per tisi di Mimì tra le braccia dell’amato Rodolfo dopo una separazione ricomposta in extremis; ma più che di una trama vera e propria si può parlare di un susseguirsi di situazioni liriche accomunate da un tema unitario, la celebrazione della giovinezza.
Anziché suddiviso in atti e scene, il libretto è organizzato in quattro quadri, all’interno dei quali non vi è la consueta divaricazione tra recitativo e versi lirici, bensì una versificazione mobilissima e flessibilmente asimmetrica, in grado di stimolare una sintassi musicale non periodica. Nella partitura non mancano accensioni liriche memorabili («Che gelida manina») o pezzi riconducibili a forme chiuse («Vecchia zimarra»), ma i suoi pregi più evidenti sono la creazione di un continuum sonoro modellato sulle specifiche esigenze drammatiche del soggetto e l’invenzione di un tessuto musicale fittissimo e cangiante ove l’uso delle reminiscenze collega instancabilmente presente e passato, felicità e dolore.