Bologna apre la Stagione con Un Ballo in Maschera

UN BALLO IN MASCHERA
DI GIUSEPPE VERDI
INAUGURA LA STAGIONE 2015
DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

Michele Mariotti, direttore
Damiano Michieletto, regia
Andrea Faidutti, Maestro del Coro

Roberto Pizzuto, aiuto regista
Paolo Fantin, scene
Carla Teti, costumi
Alessandro Carletti, luci
Daniele Pietrobon, assistente alle scene
Agnese Bertani, assistente ai costumi

Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna

Nuova produzione del Teatro alla Scala in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna

Lo spettacolo è realizzato con il contributo di Alfa Wassermann

La Fondazione Teatro Comunale di Bologna inaugura la Stagione d’Opera e Balletto 2015 domenica 11 gennaio 2015 alle ore 18.00 con Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, nel segno direttoriale di Michele Mariotti, che debutta nel titolo e nel suo nuovo ruolo di Direttore Musicale del Teatro Comunale di Bologna.

La regia è di Damiano Michieletto, uno dei più interessanti e dinamici autori della nuova generazione, presente nei principali palcoscenici di tutto il mondo con realizzazioni di dichiarato segno antagonista rispetto alle rappresentazioni tradizionali e convenzionali.

Melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Antonio Somma, Un Ballo in maschera debuttò il 17 febbraio 1859 al Teatro Apollo di Roma.
Inizialmente l’opera doveva essere rappresentata al Teatro San Carlo di Napoli con il titolo Una vendetta in domino, ma il soggetto incontrò problemi con la censura borbonica. La storia di un marito che uccide il presunto rivale, niente meno che il re di Svezia, fu considerata troppo oltraggiosa, soprattutto in pieno clima risorgimentale. Di conseguenza, Giuseppe Verdi introdusse alcune modifiche, spostando in particolare l’azione dalla Svezia a Boston, in America, e trasformando il re in un governatore.
Michele Mariotti, al suo debutto come Direttore Musicale del Teatro Comunale di Bologna, è anche al suo debutto nella direzione del capolavoro verdiano e spiega così la scelta del titolo inaugurale: “Come sempre accade con Giuseppe Verdi, anche in questo suo capolavoro ci troviamo di fronte alla storia di un essere umano messo totalmente a nudo. Quest’opera è violenta perché parla dell’uomo e dei suoi rapporti interpersonali. E parla anche di valori traditi, di amori desiderati ma non consumati. […] In generale è davvero sorprendente il modo in cui Verdi riesce a scolpire musicalmente il carattere dei personaggi: penso ancora a Renato e alla sua prima aria, in cui l’accompagnamento esprime tutto il calore e la nobiltà dell’amicizia, e penso anche alla sua aria del terzo atto, dove lo stesso accompagnamento, grazie alla variazione ritmica della terzina, esprime questa volta tutto lo sgomento e la rabbia per il tradimento e l’umiliazione subiti. Un altro aspetto straordinario del Ballo in maschera è l’uso quasi cinematografico che Verdi fa dell’orchestra, a volte coinvolta appieno nel dramma, e a volte completamente al di fuori di esso, chiamata a commentare divertita la situazione che si fa grottesca, ironica e brillante, come nel caso delle scene di Ulrica e di Oscar”.

In sintonia con accadimenti a noi molto vicini, ma senza tradire in nessun modo la coerenza e lo sviluppo della narrazione, Damiano Michieletto sposta il senso dell’azione in una competizione elettorale dei nostri giorni, con tutte le ambiguità, le dinamiche comportamentali, le tensioni nei rapporti umani e le drammatiche conseguenze che appartengono a questo genere di avvenimenti. E’ una logica che si avvicina al parallelismo dei piani narrativi cinematografici quella impostata da Michieletto, con movimenti dinamici sorprendenti, perfettamente sintonizzati con le scenografie di Paolo Fantin, le luci di Alessandro Carletti e il moderno design metropolitano dei costumi di Carla Teti. Una produzione esaltante che mette in piena evidenza tutta l’attualità del teatro musicale verdiano, straordinariamente anticipatore delle tensioni civili e sociali che appartengono al nostro presente.

Nel cast: Gregory Kunde e Giuseppe Gipali nel ruolo di Riccardo, Luca Salsi e Marco Caria nel ruolo di Renato, Maria José Siri e Virginia Tola nel ruolo di Amelia, Elena Manistina e Julia Gertseva nel ruolo di Ulrica, Beatriz Dìaz nel ruolo di Oscar, Paolo Orecchia nel ruolo di Silvano, Fabrizio Beggi nel ruolo di Samuel, Simon Lim nel ruolo di Tom, Bruno Lazzaretti nel ruolo di Un giudice, Luca Visani e Andrea Taboga nel ruolo di Un servo di Amelia.

Si ringraziano gli Allievi attori della Scuola di Teatro di Bologna Alessandra Galante Garrone.

Domenica 11 gennaio l’opera sarà trasmessa in diretta euroradio da Rai Radio 3.

L’opera è suddivisa in tre atti.

Atto primo
Riccardo, governatore del Massachusetts, sta per aprire le udienze. Il paggio Oscar gli porta la lista degli invitati al prossimo grande ballo in maschera che si darà a palazzo. C’è anche il nome di Amelia, moglie del suo segretario e amico, il creolo Renato, che egli ama in segreto. Mentre è ancora immerso nei suoi pensieri, avanza Renato. Il governatore teme che il segretario abbia scoperto la verità. Renato tuttavia è preoccupato soltanto per la vita del superiore e amico, in quanto ha saputo che Samuel e Tom congiurano contro di lui. Riccardo, sollevato dall’atteggiamento del tutto fiducioso e ignaro dell’amico, rinuncia a prendere provvedimenti contro i congiurati tanto che Renato l’ammonisce a non essere troppo magnanimo. Sopraggiunge un giudice, che sottopone a Riccardo il bando contro la negra Ulrica, accusata di stregoneria. Riccardo propone ai presenti di accompagnarlo in una visita all’indovina, dove tutti saranno mascherati. Samuel e Tom allora meditano di attuare i loro propositi di vendetta. Anche Amelia si è fatta annunciare. La maga fa uscire tutti e la riceve. Riccardo, nascosto, ascolta il colloquio. Amelia confessa ad Ulrica di essere innamorata di un uomo che non è suo marito, e implora da lei un filtro che la liberi dall’insana passione. La strega le consiglia di recarsi nel campo dei supplizi, il luogo delle condanne a morte: Amelia dovrà cogliervi, in piena notte, un’erba magica. La donna, pur agghiacciata da quel rimedio, accetta; Riccardo, dal canto suo, decide di incontrarla là e, non appena Amelia è uscita, rientra dall’indovina coi suoi e l’interroga subito sul proprio destino. Ulrica gli legge la mano e inorridisce; egli morirà per mano d’un amico! Riccardo è incredulo, ma Ulrica aggiunge che l’assassino sarà quello che per primo gli stringerà la mano. Ed ecco Renato che entrando, gli porge la destra. Conoscendo la fedeltà del creolo, tutti pensano che Ulrica abbia mentito.

Atto secondo
È notte. Amelia è giunta nell’orrido campo ed è inquieta al pensiero dell’amore che nutre per Riccardo. Il terrore ha il sopravvento, la donna cade in ginocchio e chiede pietà a Dio. Improvvisamente compare Riccardo, che le dichiara la propria passione. Amelia, dopo averlo scongiurato di non tentarla, deve pur confessargli che l’ama a sua volta. L’idillio è interrotto dall’arrivo inatteso di Renato. Amelia si vela il volto, ma resta accanto a Riccardo. Renato è lì per avvisare il governatore che i congiurati, raccolti da Samuel e Tom, sono ormai vicini. Riccardo gli affida Amelia, e gli fa giurare di condurla in città velata, nel più stretto incognito e senza indagare sulla sua identità. Dopo, fugge. Samuel e Tom ironizzano sulla dama che Renato accompagna, e cercano di toglierle il velo. Nel tafferuglio che segue, Amelia, in atto di difendere il marito, scopre il volto: Renato resta come fulminato, mentre Samuel e Tom, coi loro compagni, pur ignari di quanto accaduto in realtà, lo scherniscono divertiti. Renato arde di desiderio di vendetta, e dà appuntamento ai congiurati per la mattina dopo, pronto ad unirsi a loro.

Atto terzo
Renato minaccia Amelia di morte; la donna implora pietà: ha amato il governatore solo per un istante: le consenta almeno di abbracciare ancora una volta il figlioletto. Renato cede alla commozione, e comincia a mutare d’animo: sa che non lei deve punire, ma piuttosto colui che ha tradito un’antica, leale amicizia. Giungono Samuel e Tom, poco persuasi del voltafaccia di Renato; ma questi offre come pegno della fede il figlioletto, e i congiurati si convincono. Stabiliscono perciò di estrarre a sorte il nome di chi tra loro ucciderà il conte. Renato ha un’idea perfida: sarà la mano «innocente» di Amelia ad estrarre il nome del designato. Amelia ora sa: ma come avvertire Riccardo? Entra il paggio Oscar con l’invito al ballo in maschera. Renato accetta anche a nome di Amelia riluttante. Nel frattempo Riccardo, nel suo studio, sottoscrive un decreto di trasferimento in Inghilterra per Renato e la moglie. Un biglietto anonimo lo avvisa del pericolo che lo attende alla festa. Ma Riccardo vuole rivedere la donna amata e, d’impeto, s’affretta a raggiungere la folla degli invitati. Mescolato tra essi, Renato riesce ad ottenere dal paggio Oscar un’informazione vitale: sotto quale abito e maschera si celi il conte. Amelia si avvicina intanto a Riccardo e lo esorta a guardarsi dal pericolo. Riccardo le annuncia l’intenzione di farli rimpatriare, ma proprio quando si accinge a darle l’ultimo addio, Renato s’insinua fra loro e colpisce mortalmente il conte. Nel generale sgomento, Riccardo leva le sue ultime parole in difesa di Amelia. Muore quindi perdonando l’uccisore e gli altri congiurati e lascia un commosso saluto ai sudditi e all’America diletta.
Dopo la “prima” di domenica 11 gennaio, l’opera replica martedì 13 gennaio (ore 20.00, Turno C), mercoledì 14 gennaio (ore 20.00, Turno A), giovedì 15 gennaio (ore 18.00, Turno Pomeriggio), venerdì 16 gennaio (ore 20.00, Turno B), sabato 17 gennaio (ore 20, fuori abbonamento), Domenica 18 gennaio (ore 15.30, Turno Domenica).

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