Yuri Temirkanov, Sayaka Shoji e la Filarmonica di San Pietroburgo

Yuri Temirkanov e la Filarmonica di San Pietroburgo
Palazzo Mauro De André, domenica 8 luglio ore 21

La programmazione sinfonica è da sempre uno dei tratti distintivi di Ravenna Festival che nella sua storia ha ospitato, almeno una volta, tutti i migliori direttori d’orchestra del mondo. Maestri che hanno ricambiato dimostrando sincero affetto per l’evento e per la città. E’ così che domenica 8 luglio, Pala De André ore 21, il Festival torna ad ospitare Yuri Temirkanov sul podio della Filarmonica di San Pietroburgo con un programma immaginato perché la più antica compagine sinfonica russa possa rivelare l’impeto espressivo che caratterizza ogni sua esibizione. ‘La grande Pasqua russa’ op. 36 di Rimskij-Korsakov e i ‘Quadri di un’esposizione’ di Musorgskij, nell’orchestrazione di Ravel, intercalati dal ‘Concerto per violino e orchestra op. 64 in mi minore’ di Mendelssohn costituiscono il programma della serata, con al violino la giovanissima Sayaka Shoji, la prima giapponese e la più giovane artista ad aggiudicarsi il prestigioso Premio Paganini, a soli sedici anni, nel 1999.

Il concerto è stato reso possibile dal prezioso contributo della Banca Popolare di Ravenna, Gruppo BPER.

La scelta di eseguire insieme Rimskij-Korsakov e Musorgskij non può non richiamare alla mente il sodalizio noto come ‘Nuova Scuola Russa’ o ‘Gruppo dei Cinque’, di cui entrambi i compositori facevano parte. Intento comune era porre le basi di una musica nazionale russa, componendo in un linguaggio accessibile al popolo e impiegando temi popolari, conciliando l’elemento nazionale russo con gli insegnamenti di Berlioz, Liszt, Schumann.

’La grande Pasqua russa’ (1888) nelle intenzioni dello stesso Rimskij-Korsakov si rifà al vissuto sacrale pagano e alle diverse componenti sensoriali (suoni, addobbi, luci delle candele, pani pasquali, vesti sacrali), presenti nel rito pasquale ortodosso: “Questo aspetto leggendario e pagano, questo passaggio dalla vigilia cupa e misteriosa del sabato di Passione alla scatenata festa pagana della domenica di Pasqua, è ciò che volevo riprodurre nella mia ouverture”, sottolinea il compositore nell’autobiografia. Evocazioni e sentimenti che Rimskij-Korsakov prende da esperienze del proprio passato che possono renderlo vicino più al proprio pubblico di religione ortodossa, che a certi intellettuali russi: “In ogni caso, per apprezzare anche solo in minima parte la mia ouverture, è necessario che l’ascoltatore si sia recato almeno una volta alla liturgia del mattino di Pasqua, e non in una cappella privata, ma in una cattedrale gremita di persone di ogni ceto sociale, con diversi sacerdoti che celebrano la liturgia; qualcosa di cui, oggigiorno, molti ascoltatori intellettuali russi, tanto più quelli appartenenti ad altre religioni, difettano. Per quanto mi riguarda, le mie impressioni mi derivano dall’infanzia trascorsa proprio vicino al monastero di Tichvin”.

Anche i ‘Quadri di un’esposizione’ di Musorgskij sono legati a una esperienza personale, la visita alla mostra di Viktor Hartmann, allestita a Mosca nel 1874, l’anno seguente la morte dell’artista. Amico personale dell’architetto e pittore (nonché di Rimskij-Korsakov con il quale aveva coabitato fra il 1871 e il 1872), Modest Petrovič Musorgskij aveva destinato la ‘raccolta pittorica’ musicale al solo pianoforte; la composizione fu stampata tuttavia soltanto nel 1886, postuma, nella rielaborazione che fece Rimskij-Korsakov, tenendo fede all’impegno di dedicarsi alla diffusione e sistemazione dell’opera di Musorgskij preso nel 1881 in occasione delle esequie dell’amico. Le potenzialità orchestrali dell’opera, sollecitate dalle didascalie che fanno riferimento ai quadri di Hartmann che accompagnarono l’edizione a stampa, furono genialmente colte da Maurice Ravel, che riscrisse per orchestra i ‘Quadri’, su suggerimento del direttore di origine russa Serge Koussevitzky, che il 19 ottobre 1922 ne diresse la prima esecuzione al Teatro dell’Opéra di Parigi.

Il ‘Concerto per violino e orchestra op. 64 in mi minore’ di Mendelssohn, eseguito per la prima volta nel 1845 al Gewandhaus di Lipsia, è la prova ideale per una giovane virtuosa come Sayaka Shoji; non a caso era dedicato al grande Ferdinand David, primo violino del Gewandhaus, che collaborò con lo stesso Mendelssohn alla stesura del concerto. Nel dialogo serrato tra solista e orchestra, le prove di abilità a cui il solista è sottoposto sono finalizzate a una grande cantabilità e scorrevolezza melodica, a partire dal tema iniziale dell’Allegro, affidato al violino, passando per il lirismo seducente dell’Andante, fino allo spumeggiante Allegro finale.

La giovanissima interprete ha l’onore di cimentarsi in questo capolavoro con l’orchestra fondata nel 1882 per ordine dello zar Alessandro III e che ha eseguito, diretta dallo stesso compositore, la prima assoluta della Sinfonia Patetica di Čaikovskij. Nel corso della sua storia la Filarmonica di San Pietroburgo è stata diretta da compositori e musicisti come Richard Strauss, Alexander Glazunov, Otto Klemperer, Bruno Walter, Leopold Stokowski e Evgeny Mravinsky; quest’ultimo ha reso l’orchestra il modello di riferimento per l’esecuzione delle sinfonie di Čaikovskij e Šostakovič, anche grazie al rapporto personale profondo tra Mravinsky e Šostakovič stesso. La Filarmonica ha inoltre lavorato con solisti come Vladimir Horowitz e Sergej Prokof’ev, che con questa orchestra ha eseguito i suoi concerti per pianoforte.

Dal 1988 Yuri Chatuevič Temirkanov ne è direttore artistico e direttore principale. Oltre a essere un ‘amico’ di Ravenna Festival, Temirkanov è molto amato in Italia; è infatti Accademico Onorario di Santa Cecilia; ha ricevuto nel 2002 il Premio Abbiati come Miglior Direttore e nel 2003 è stato nominato Direttore dell’anno. Dal 2009 è direttore del Teatro Regio di Parma, incarico che lo vedrà impegnato fino alle celebrazioni del bicentenario verdiano del 2013.
Classe 1938, Temirkanov inizia a studiare musica a 9 anni a Nal’čik, capitale della Kabardino-Balkarija, sua città natale. All’età di 13 anni, trasferitosi a Leningrado, frequenta la ‘Scuola per bambini di talento’, dove prende lezioni di violino e viola. Entrato al Conservatorio di Leningrado, si diploma prima in viola e poi, nel 1965, in direzione d’orchestra sotto la guida di leggendario Ilya Musin. Dopo la vittoria del prestigioso Concorso nazionale di Direzione d’Orchestra nel 1966, Temirkanov viene invitato da Kiril Kondrashin a partecipare a una tournée in Europa e negli Stati Uniti con il leggendario violinista David Oistrakh e l’Orchestra Filarmonica di Mosca.

Info 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: da 12 euro (10 il ridotto) a 93 euro (85 il ridotto).
Biglietteria serale al Pala De André e ingresso pubblico dalle ore 19
Servizio navetta dalla Stazione: per tutti gli eventi al Pala De André è attivo un servizio di trasporto gratuito, 2 corse (ore 20.15 e 20.30) con rientro al termine dello spettacolo.