Sciopero a Venezia al Malibran

Salta il concerto del M° Michel Tabachnik previsto venerdì al Teatro Malibran
Si svolgerà invece regolarmente il concerto fuori abbonamento programmato per sabato 7 maggio

Il primo dei due concerti sinfonici diretti dal M° Michel Tabachnik, previsto  venerdì 6 maggio alle ore 20.00 al Teatro Malibran nell’ambito della Stagione sinfonica 2010-2011, viene annullato in conseguenza dello sciopero generale nazionale proclamato dalla CGIL, si svolgerà invece regolarmente il secondo concerto diretto dal direttore svizzero, previsto per sabato 7 maggio 2011 alle ore 20.00 (fuori abbonamento).
Quanti avessero acquistato il biglietto per il concerto del 6 maggio potranno chiederne il rimborso immediato su presentazione del biglietto integro in tutte le sue parti, dal  6 maggio presso la biglietteria del Teatro La Fenice e dal 7 maggio anche presso i punti vendita Hellovenezia di Tronchetto, Lido, Mestre, Dolo, Chioggia e Sottomarina. Gli abbonati al turno S riceveranno  il rimborso direttamente a casa con assegno circolare dell’importo relativo al rateo di abbonamento.
Il programma del concerto di sabato 7 maggio verterà nella prima parte sul Concerto per viola e orchestra Sz 120 di Béla Bartók, uno degli ultimi lavori del compositore ungherese (1945), rimasto incompiuto e completato dopo la sua morte dall’allievo e amico Tibor Serly. Solista alla viola sarà Daniel Formentelli, prima parte dell’Orchestra del Teatro La Fenice. La seconda parte del concerto sarà interamente occupata dalla Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore WAB 104 Romantica di Anton Bruckner (versione 1878-80), composizione che grandi tracce di sé lasciò nell’universo musicale di Gustav Mahler, cui è dedicata l’intera Stagione sinfonica, nel centenario della morte.
Il concerto di sabato, i cui biglietti sono acquistabili presso i punti vendita Hellovenezia del Teatro La Fenice, Tronchetto, Lido, Mestre, Dolo, Chioggia e Sottomarina, nonché un’ora prima dell’inizio presso la biglietteria del Teatro Malibran, rientra nelle iniziative «La Fenice per la città» e «La Fenice per la provincia», rivolte ai residenti nel comune e nella provincia di Venezia.

Commissionato dal violista William Primrose (prima viola nella NBC Symphony Orchestra all’epoca di Toscanini), composto fra l’agosto e il settembre del 1945 e lasciato incompiuto per la morte – il 26 settembre, per leucemia – del sessantaquattrenne compositore, il Concerto per viola e orchestra è uno dei lavori più intensi del difficile periodo statunitense di Béla Bartók, fuggito dall’Ungheria nel 1940, dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Eseguito per la prima volta dallo stesso Primrose il 2 dicembre 1949 in una versione ricostruita e completata dal violista ungherese Tibor Serly (che sulla base dell’autografo dovette sistemare la parte della viola e realizzare ex novo l’orchestrazione), il Concerto si articola in tre movimenti collegati da brevi interludi: un Moderato in forma sonata dal lirismo immediato e pungente, quasi trasognato, un Adagio religioso di profonda ed espressiva semplicità, e un Allegro vivace ricco di spunti folklorici e di virtuosismi strumentali basato su una gioiosa forma rondò.
Con la Quarta Sinfonia, eseguita il 20 febbraio 1881 dai Wiener Philharmoniker diretti da Hans Richter, il cinquantaseienne Anton Bruckner ottenne il primo franco successo come sinfonista, che finalmente gli assicurò una certa rinomanza nel sofisticato ambiente culturale viennese, città nella quale era giunto 12 anni prima dalla provincia austriaca come professore di contrappunto in conservatorio. Se nella Settima sarà evidente la parentela fra il sinfonismo bruckneriano e il pensiero musicale di Wagner, la Quarta (che con la Settima è a tutt’oggi la più diffusa ed eseguita composizione di Bruckner) sottolinea piuttosto i legami con il mondo del primo romanticismo, con la riscoperta di una spazialità paesaggistica e con i procedimenti logici del sinfonismo schubertiano, espansi in termini di complessità armonica e di peso orchestrale. Ma dietro l’apparente immediatezza del sentimento elegiaco della natura vi è un processo di elaborazione così instancabile e sottile da rinviare a un inestirpabile sentimento di scissione e lacerazione: non a caso proprio la Quarta – con i suoi Ländler scorrevoli, le sue marce funebri e i suoi richiami in lontananza – finirà per lasciare enormi tracce di sé nell’universo musicale tormentato, intellettualistico e lacerato di Gustav Mahler.