Palazzo Rasponi dalle Teste apre al Ravenna Festival

Musica e guerra: per amore e libertà
Palazzo Rasponi dalle Teste, martedì 24 giugno
ore 19.00 Sganapino in trincea, eroe suo malgrado di Sergio Diotti e Stefano
Giunchi con i Burattini di Arrivano dal mare!
ore 20.30 Dal Risorgimento alla Resistenza, un viaggio verso la Libertà / Ensemble Ottoni Romantici
ore 22.00 Il combattimento di Tancredi e Clorinda / La Venexiana, direttore Claudio Cavina

La guerra, ³fallimento assoluto dell’uomo come scrive Robert Fisk, il giornalista che ha meglio indagato cent¹anni di tragedie in medio oriente, viene raccontata dalla 25^ edizione di Ravenna Festival secondo numerose declinazioni. Un esempio particolarmente significativo è costituito dal percorso tematico Musica e guerra, il cui arco temporale va dal Rinascimento a oggi, e che è articolato in tre giornate, 24, 26 e 27 giugno.
Gran parte di questi appuntamenti saranno ospitati da un luogo straordinario, il settecentesco Palazzo Rasponi dalle Teste, restituito alla città dopo l’importante e atteso restauro, realizzato grazie alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

La prima tappa ­ martedì 24 giugno, dalle 19 in poi – vede un susseguirsi di spettacoli i cui protagonisti sono eroi, per scelta o loro malgrado, di narrazioni popolari e poemi cavallereschi, o sono i suoni stessi, gli strepiti delle battaglie. Così, dopo le disavventure di Sganapino, gli
Ottoni Romantici si muovono dai trattati seicenteschi per imparare a sonare di tromba tanto di guerra quanto musicalmente² fino alle fanfare composte sugli sugli inni del Risorgimento e della Resistenza. Mentre l’ensemble La

Venexiana, con lo stile concitato di Monteverdi, narra lo struggente amore di Tancredi e Clorinda, avversari nella guerra tra cristiani e mori. Così il filo rosso della giornata sarà Musica e guerra: Per amore e libertà.

Il la arriva da Sganapino in trincea, eroe suo malgrado, di Sergio Diotti e Stefano Giunchi, con i burattini di Arrivano dal mare! (ore 19 nell¹atrio del Palazzo, ingresso libero). Cercando vecchi copioni commentano i due autori – ci è caduto in testa un canovaccio per burattini
degli anni Venti. Parlava di guerra, di tentativi di fuga, di punizioni epocali, di miseria, di generosità. Protagonisti Sganapino e i suoi compagni della commedia bolognese. Abbiamo cercato altre storie, scoprendo che, nelle retrovie della Grande Guerra, burattinai, attori e musicisti si dettero un gran da fare per alleviare i tormenti dei feriti (spesso senza speranza) e
dei convalescenti. A Bologna viene aperta la Casa del Soldato, dove si presta ogni tipo di assistenza e si svolgono spettacoli e concerti per i militari feriti o in riserva dal fronte di guerra. È nato da questi materiali uno spettacolo che mette in scena burattinai, musicisti, un
fulesta e un organetto di barberia. Ironia, musiche d’epoca, intrecci burattineschi, momenti di passione e di sofferenza. Nella grande e assurda mattanza si apre uno spiraglio di pace e di umanità. Le musiche sono eseguite dalla Piccola Banda del Soldato: Hilario Baggini (strumenti etnici a corde, fiati, percussioni e voce), Andreas Langer (piano, tastiere, voce), Massimo Valentini (sax soprano e baritono), Gessica Notaro (canto) e un organo di Barberia.

Alle 20.30 nel salone delle feste sarà poi di scena l’Ensemble Ottoni Romantici per il concerto Dal Risorgimento alla Resistenza, un viaggio verso la Libertà. Prima di essere inclusi nelle orchestre moderne, gli ottoni hanno avuto un ruolo determinante in ambito civile e militare per richiamare l’attenzione del pubblico, animare celebrazioni, inviare segnali militari attraverso codici che fanno uso di specifici temi melodici e figurazioni ritmiche. Una volta entrati nelle orchestre, gli ottoni, pur acquisendo una propria espressività a seconda delle epoche e dell¹evoluzione del linguaggio, hanno mantenuto la capacità di evocare paesaggi, momenti rituali e scenari militari, ampiamente sfruttata in ambito operistico. Il programma proposto dall¹Ensemble Ottoni Romantici mostra come l’attitudine evocativa degli ottoni possa essere sfruttata in particolare in musiche di epoca risorgimentale e nelle rielaborazioni di canti della Resistenza. Per saggiarne le peculiarità linguistiche, si parte da brani tratti dal Metodo
per imparare a sonare di Tromba tanto di guerra quanto musicalmente di Girolamo Fantini, stampato nel 1638. Seguono rielaborazioni di brani d’opera, quali Guillaume Tell, La figlia del reggimento, Nabucco, per poi arrivare a fantasie su canti e inni del Risorgimento e della Resistenza, composte dagli stessi Ottoni Romantici. L¹ensemble è costituito da musicisti
specializzati nella prassi esecutiva sulla tromba naturale e sul trombone, nonché su trombe e altri ottoni muniti dei vari sistemi elaborati nel corso del tempo per variare le altezze prodotte (chiavi, pistoni, cilindri). Come Ottoni Romantici interpretano prevalentemente composizioni e rielaborazioni per ensemble di ottoni del XIX secolo, talvolta poco note al grande pubblico. L¹Ensemble è composto da Jonathan Pia (tromba naturale, cornetta, tromba a macchina, flicorno a chiavi), Michele Santi (tromba naturale e a macchina, cornetta), Mauro Morini (tromba e trombone a coulisse, tromba bassa, trombone a macchina), Corrado Colliard (tromba e trombone a coulisse, trombone a macchina, oficleide).

La serata si concluderà alle 22 con Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi proposto dal gruppo madrigalistico La Venexiana diretto da Claudio Cavina. Pubblicato nell’Ottavo libro dei madrigali di Claudio Monteverdi del 1638, ma eseguito per la prima volta nel 1624 a Venezia, in casa Mocenigo in forma rappresentativa, Il combattimento
di Tancredi e Clorinda è composto sul testo della Gerusalemme liberata di Tasso e riprende la vicenda del cavaliere cristiano Tancredi, innamorato di Clorinda, guerriera musulmana, costretto dalla sorte a battersi in duello proprio con lei e a ucciderla. Il madrigale mette in atto la tecnica compositiva che lo stesso Monteverdi definiva seconda prattica, nella quale il canto imita gli accenti della lingua mentre la musica, con i suoi ritmi e le sue melodie, traduce ed enfatizza le emozioni suscitate dal testo rappresentato. A questo scopo la tessitura polifonica del madrigale si apre a nuove possibilità espressive, evitando di sovrapporre le voci, in modo da mettere in risalto gli interventi di ciascun personaggio, e facendo uso di artifici puramente strumentali come lo stile concitato: note di breve durata ripetute velocemente nei momenti in cui si vuole evocare la frenesia della guerra. Le voci di Clorinda, del Testo (narratore) e di Tancredi sono quelle di Monica Piccinini, Mauro Borgioni e Alessio Tosi; le parti strumentali, che prevedono due violini, viola da braccio e basso continuo, sono eseguite dall’ensemble La Venexiana. Fondato nel 1996 da Claudio Cavina, che ne è attualmente il direttore, l’ensemble è specializzato nel repertorio monteverdiano, per il quale ha ricevuto numerosi riconoscimenti
internazionali. Collabora con l’etichetta discografica Glossa Music, per la quale ha pubblicato 10 cd dedicati al repertorio madrigalistico italiano tra Cinquecento e Seicento.