PADRE CICOGNA, PIOVANI OMAGGIA DE FILIPPO

Teatro di San Carlo
Stagione Sinfonica 2010-2011

Venerdì 20 maggio, ore 20.30
Sabato 21 maggio, ore 18.00

ORCHESTRA DEL TEATRO DI SAN CARLO

direttore
Nicola Piovani

voce recitante
Luca De Filippo

PADRE CICOGNA
racconto sinfonico per quattro voci, voce recitante e orchestra

versi di Eduardo De Filippo
musica di Nicola Piovani

soprano Susanna Rigacci
mezzosoprano Susy Sebastiano
tenore Pino Ingrosso
basso Mauro Utzeri

Venerdì 20 maggio alle ore 20.30 (con replica sabato 21 alle 18.00), omaggio del San Carlo al grande Eduardo, con il poema Padre Cicogna, musicato Nicola Piovani che dirigerà l’Orchestra stabile. Voce recitante, Luca De Filippo.

L’incontro di Nicola Piovani con Padre Cicogna risale a più di venti anni fa: “Una lettura”, afferma il compositore “che subito mi sedusse profondamente”. Nel 2009, lo spettacolo andò in scena per la prima volta al San Ferdinando di Napoli, lo storico teatro di Eduardo, per ricordarne i venticinque anni dalla scomparsa. Anche in quella occasione, Piovani salì sul podio per dirigere l’Orchestra del San Carlo.
Al suo fianco, Luca De Filippo, che reciterà i versi composti dal padre, e quattro voci cantanti –due maschili e due femminili– che contrappunteranno gli accadimenti con versi della tradizione popolare natalizia napoletana, versi della antica liturgia in latino e versi dello stesso Eduardo. “Accompagnerà, scandirà e commenterà il racconto”, sottolinea Piovani “un’orchestra di carattere parzialmente sinfonico e parzialmente – diciamo così – etnico, pop…”. Il musicista evidenzia la difficoltà che ha comportato la stesura di un accompagnamento musicale per il poema. “La più grande l’ho provata nel rispettare lo schema metrico, evitando di modificare una sola sillaba. Una piccola scommessa enigmistica, all’interno di un lavoro musicale molto coinvolgente sul piano emotivo”, conclude il compositore.

Luca De Filippo sottolinea l’attualità dei versi di Eduardo, i quali, afferma, “hanno ancora oggi un significato profondo, toccano i sensi; gli spettatori vi riconoscono le loro ansie, il quotidiano, le paure e le loro speranze. L’analisi profonda e razionale, a volte spietata dell’animo umano, dei rapporti tra individui, del disfacimento dei valori morali, trova nella nostra vita di oggi la conferma di un forte pensiero anticipatore”.

Il poema narra di un prete, padre Cicogna, che decide di svestire l’abito sacerdotale, attirando su di sé le ire delle istituzioni ecclesiastiche. Tornato ad essere Emanuele Palumbo, sposa la sua compagna Catarina. La sua rinuncia ai voti e il tormento per l’aiuto richiesto e negatogli dalla Chiesa, lo spingono a fare un voto: mettere al mondo tre figli maschi che ogni anno dovranno interpretare i Re Magi in un presepe vivente. Il suo sogno non si realizzerà mai, a causa delle premature ed inspiegabili morti che colpiscono, uno alla volta, i figli. La narrazione si sviluppa su toni acri, racconta un mondo che via via si popola di personaggi cattivi e dai tratti grotteschi, e lascia spazio nel finale soltanto ad una cinica ed amara indifferenza, facendo comunque emergere a chiare tinte un’accusa contro le ipocrisie della società che distruggono i sentimenti e la dignità dell’individuo.

Padre Cicogna chiude un’ideale trilogia che si completa con i titoli Vincenzo De Pretore e Baccalà, opere centrate su personaggi ai margini della società. Composto nel 1969, Padre Cicogna si colloca in momento storico particolare, quello delle guerre del Vietnam e del Biafra e dell’acceso dibattito in Italia sul divorzio e sul matrimonio per i preti, al quale Eduardo non mancò di partecipare con interventi pubblici. Al cospetto di tali temi, l’autore napoletano intravede una involuzione di una società “senza pietas” che chiudeva la porta in faccia al dolore fingendo di indignarsi.

Costo del biglietto: da 20 a 90 euro