La Danza invernale di Ravenna parte

Rocío Molina, la “danzaora” del flamenco, inaugura la stagione danza dell’Alighieri

Rocío Molina, la “danzaora” del flamenco, inaugura sabato 14 dicembre alle 20.30 (replica domenica 15 alle 15.30) la Stagione Danza 2013/14 del Teatro Alighieri
Braccia fiammeggianti, mani che volano “como palomas”, come colombe, posture fiere, alte e dritte sulla vita, volti che vibrano di emozione, piedi che battono al ritmo del “duende”, lo spirito della danza che scuote anima e corpo di chi ne è “posseduto”: questo è flamenco. E vengono alla mente Vicente Escudero, Antonio Gades, Carmen Amaya e Cristina Hoyos, e tutti i grandi che generazione dopo generazione hanno incarnato quel “duende”, oggi più vivo che mai in alcuni giovani artisti come Rocío Molina che, senza mai abbandonare il rispetto della tradizione, cercano una nuova via nel cuore del flamenco, immortale e sempre attuale, con la ricchezza di cante, musica, danza, e con tante vite, dalla fonte popolare autentica ai palcoscenici più titolati.

Considerata oggi dalla critica internazionale la più importante danzatrice di flamenco, Rocío Molina approda al Teatro Alighieri con il suo originale spettacolo Danzaora, un bel titolo, che mescola il termine “bailaora” – così si distingue l’interprete flamenca da quella classico-moderna, cioè la “bailarina” – con la radice del termine danza nel suo più ampio significato. Danzaora, evoluzione dello spettacolo Vinática del 2010, è un recital di flamenco che raccoglie l’esperienza e le suggestioni poetiche dei lavori precedenti di Rocío Molina, per andare oltre. E’ uno spettacolo che suggerisce una sua visione dell’universo danza, dove gli elementi di interrelazione sono costitutivi da un nuovo linguaggio che riassume il suo personale sguardo sull’arte coreutica. Rocío stupisce, con il suo volto fresco e tondo di ragazza, per la maturità drammatica, consapevole e forte, con cui risponde ai suoi musicisti (Jose Angel Carmona cantante e mandolino, Eduardo Trassierra chitarra e José Manuel Ramos “El Oruco” palmas) quando ne riceve l’impulso a scavarsi l’anima nei gesti e nell’espressione; e sono poi loro a seguirne le mosse in un dialogo dove lei si fa scultura ritmica, in questo solo sfibrante che si incide subito nella memoria.

Senza volants e senza pois giganti, la Molina – già nota come elemento di spicco nella compagnia della grande María Pages – si muove con la sua fisicità secca e soffice insieme, tra dolcezza e scatto, inanellando i giri veloci della braccia che precedono il busto, inarcando il dorso e incedendo con i fianchi in avanti, classicamente orgogliosi della femminilità archetipica della donna mediterranea, per sorprendere con dettagli tutti suoi, l’indice puntato, i mulinelli con le braccia, la testa piegata di lato, i pugni sulle cajas, strumento di percussione tipico del folklore iberico. E vanno sottolineati, in Danzaora, gli oggetti insoliti come il tamburello illuminato, con suoni che rinviano a quella che si dice sia una delle origini del flamenco, l’India dei Gitani, e con tocchi di racconto teatrale, come la battaglia tra i tacchi delle scarpe stringate di Rocío e una coppa di vino da vuotare, da posare a terra sfiorandola con i piedi precisissimi nell’appoggio ravvicinato, e da frantumare alla fine come in un’esplosione liberatoria.

Dice di lei il direttore del Ballet Nacional de Danza spagnolo, Antonio Najarro, che è un “talentazo arrojado”, ovvero intrepido, e anche che è un “torrente”, una fiumana insomma, un “dono” per la continuità del flamenco doc. Performer dalle doti straordinarie, come coreografa ha contribuito – in una carriera già costellata di premi e riconoscimenti – a creare una delle massime espressioni del flamenco contemporaneo, proponendo una forma del tutto evoluta del genere, ma allo stesso tempo assolutamente fedele alle sue origini. Nel 2010, a soli 26 anni d’età, ha avuto il privilegio di ricevere il più alto riconoscimento – ed è la più giovane artista ad averlo mai meritato – del mondo dell’arte, della cultura e della danza in Spagna, ovvero il Premio Nazionale di Danza, conferitole dal Ministero della Cultura per «il contributo apportato al rinnovamento del flamenco e per la forza e versatilità come interprete, capace di gestire con libertà e coraggio i più diversi registri».

La stagione d’opera e danza del Teatro Alighieri è realizzata con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il determinante sostegno di Cmc Ravenna e Unicredit.

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – tickets@teatroalighieri.org
Biglietti: da 8 a 28 euro / Speciale giovani: 5 euro per gli under 14 accompagnati da un adulto e riduzione del 50 % per i ragazzi fino a 18 anni.