L’ Oro del Reno in concert a La Fenice

Das Rheingold di Richard Wagner al Teatro La Fenice

Venerdì 24 giugno 2011 alle ore 19.00 la Stagione lirica e di balletto della Fondazione Teatro La Fenice giungerà al suo sesto appuntamento con Das Rheingold (L’oro del Reno), prologo della sagra scenica Der Ring des Nibelungen (L’anello del Nibelungo) di Richard Wagner. Il lavoro, che sarà presentato in forma di concerto, sarà interpretato da un prestigioso cast di livello internazionale e diretto da Lothar Zagrosek, specialista del repertorio tedesco otto-novecentesco e protagonista di una storica esecuzione del Ring allo Staatstheater di Stoccarda nonché della recente ripresa veneziana di Intolleranza 1960 di Luigi Nono. Il maestro Zagrosek sostituisce Jeffrey Tate, che causa malattia ha dovuto cancellare l’impegno veneziano.
Nei ruoli degli dei Wotan, Donner, Froh, Loge, Fricka, Freia ed Erda vi saranno rispettivamente Greer Grimsley, Stephan Genz, Ladislav Elgr, Marlin Miller, Natascha Petrinsky, Nicola Beller Carbone e Ceri Williams; in quelli dei Nibelunghi Alberich e Mime vi saranno Richard Paul Fink e Kurt Azesberger; in quelli dei giganti Fasolt e Fafner canteranno Gidon Saks e Attila Jun; in quelli delle tre figlie del Reno Woglinde, Wellgunde e Flosshilde canteranno Eva Oltiványi, Stefanie Irányi e Annette Jahns.
Das Rheingold composto fra il 1853 e il 1854 su un libretto steso dallo stesso compositore fra il 1851 e il 1852, e andato in scena per la prima volta al Teatro di corte di Monaco il 22 settembre 1869, atto unico articolato in quattro scene, narra l’antefatto della vicenda di Siegfried e Brünnhilde, con la sottrazione dell’oro al fiume Reno da parte del Nibelungo Alberich, la forgiatura dell’anello, e il suo successivo passaggio nelle mani del dio Wotan e quindi del gigante Fafner.
L’opera sarà rappresentata in lingua originale con sopratitoli in italiano. La prima di venerdì 24 giugno 2011 sarà seguita da quattro repliche, domenica 26 (turno B) alle ore 15.30, martedì 28 (turno D) e giovedì 30 (turno E) alle 19.00, e sabato 2 luglio (turno C) alle 17.00.

Nel 1848, quando Richard Wagner affrontò il ciclo nibelungico, aveva trentacinque anni e sei opere al suo attivo, tutte su libretto proprio. In quegli anni il mito dei Nibelunghi era stato da poco tratto dall’oblio da due germanisti insigni, Friedrich Heinrich von der Hagen e Karl Simrock, curatori dell’edizione critica rispettivamente del Nibelungenlied e dell’Edda. La riflessione del compositore su questi temi trovò espressione nel Nibelungen-Mythus, una sintesi in prosa delle linee portanti del mito, elaborata nell’estate 1848. Poco dopo Wagner cominciò la redazione dei quattro libretti che avrebbero costituito il suo Ring des Nibelungen, partendo dal nucleo tematico della morte di Sigfrido e della restituzione purificatoria dell’oro al fiume (Siegfrieds Tod, cui l’autore avrebbe dato più tardi il titolo definitivo di Götterdämmerung) per procedere a ritroso con gli antefatti: la giovinezza dell’eroe (Siegfried), il suo concepimento (Die Walküre) e, origine dell’intera vicenda, il furto dell’oro al Reno (Das Rheingold, steso tra il 1851 e il 1852). La musica delle quattro opere fu invece scritta secondo l’ordine narrativo, fra il 1853 e il 1874, cominciando dal Rheingold, completato nel settembre 1854 e andato in scena per la prima volta al Teatro di corte di Monaco il 22 settembre 1869. La prima esecuzione completa dell’intero Ring andò in scena sette anni dopo, a Bayreuth, dal 13 al 17 agosto 1876.
Das Rheingold (L’oro del Reno), prologo del ciclo, presenta i personaggi che danno origine all’azione: i Nibelunghi, stirpe di lavoratori dei metalli che abita il sottosuolo; i giganti, mostri primitivi e violenti; e gli dei, che ottengono dai giganti la costruzione di una sede finalmente stabile e sicura, il Walhall. All’inizio dell’opera, il Nibelungo Alberich corteggia inutilmente le tre ondine figlie del Reno, che gli rivelano imprudentemente che colui che si forgerà un anello con l’oro che sfavilla sul fondo del fiume otterrà il dominio del mondo, purché rinunci all’amore. Respinto dalle fanciulle, Alberich ruba l’oro e maledice l’amore. Nelle scene successive i giganti Fafner e Fasolt trattengono Freia, la dea dell’amore e della giovinezza, come pagamento del Walhall. Per ottenere la restituzione della dea, il dio Wotan sottrae l’oro ad Alberich che, costretto a cedere, conferisce all’anello una maledizione. Saldato con l’oro il loro debito con i giganti (ma immediatamente, vittima della maledizione, Fasolt cade per mano di Fafner), gli dei si avviano verso il Walhall, mentre le figlie del Reno reclamano l’oro che è stato sottratto al fiume. La macchina drammatica che darà vita alle tre giornate successive e porterà al crepuscolo degli dei è avviata.
Nodo centrale della Tetralogia è lo spirito di una legge universale incisa da Wotan sulla propria lancia, valida per uomini e dei: ogni possesso implica un costo e una rinuncia. Nel Rheingold, imperniato su un conflitto tra esigenze contraddittorie che le tre giornate successive cercheranno di risolvere, fin da subito viene evidenziato il fatto che è proibito ricevere qualcosa senza dare nulla in cambio. A questa visione cosmicamente circolare sembra rimandare il titolo stesso del ciclo: L’anello del Nibelungo.