Jeffrey Tate dirige Sibelius & Elgar

Jeffrey Tate dirige alla Fenice musiche di Jean Sibelius ed Edward Elgar

Venerdì 14 marzo 2014 alle ore 20.00 (turno S), con replica domenica 16 alle 17.00 (turno U), il Teatro La Fenice saluterà il gradito e atteso ritorno sul podio della sua orchestra di Jeffrey Tate, il maestro inglese che è stato a lungo primo direttore ospite del teatro veneziano e protagonista di memorabili interpretazioni wagneriane e britteniane.
In programma due sinfonie di autori appartenenti alle scuole nazionali del primo Novecento: la Sinfonia n. 6 in re minore op. 104 di Jean Sibelius, eseguita per la prima volta a Helsinki nel 1923, e la Sinfonia n. 2 in mi bemolle maggiore op. 63 di Edward Elgar, eseguita a Londra nel 1911.
I biglietti per il concerto sono acquistabili presso la biglietteria del Teatro La Fenice, i punti vendita Hellovenezia, le filiali della Banca Popolare di Vicenza e tramite biglietteria telefonica (041 2424) e biglietteria on.line (www.teatrolafenice.it).

Dopo la complessa ma esuberante fioritura nel periodo romantico, la sinfonia ritrova nuova linfa attraverso le venature delle cosiddette scuole nazionali. Si tratta in realtà non di scuole locali, autoctone, bensì generate dalla migrazione di insegnanti dalla vecchia Europa. Il finlandese Jean Sibelius fin da subito considerato come il rappresentante più significativo della sua terra, firma composizioni, come il tableau Finlandia, che assumono subito carica patriottica: simboleggiano il «Va’ pensiero» della Finlandia, allora sotto occupazione russa. Eppure, risulta evidente che quanto allora venne recepito come patriottico, derivava in realtà per trattamento formale e orchestrazione dall’eredità di Čajkovskij, ovvero proprio dalla scuola russa. Tra le sette sinfonie di Sibelius, la Sesta fu una delle inizialmente meno amate dal pubblico, soprannominata Cenerentola dai critici; eppure il suo tono dimesso, la sua atmosfera di desolazione fredda, misteriosa, senza apparenti sviluppi, ne costituisce oggi il motivo di maggior fascino: «Mi ricorda quando cade la neve» ne aveva scritto lo stesso Sibelius, e la scelta dell’antico modo dorico, consegnato dai Greci e fatto proprio dalla musica celtica, crea la tinta di base della partitura, lattiginosa e lucente. La Sinfonia n. 6 venne eseguita per la prima volta a Helsinki il 19 febbraio 1923, sotto la direzione dell’autore.
Se Sibelius venne incoronato come autore nazionale subito dalle prime composizioni, Edward Elgar venne riconosciuto importante solo dopo i quaranta, con le celebri Enigma Variations del 1899. Da lì in avanti la sua fama crebbe a tal punto, da procurargli il titolo onorifico di padre della musica inglese dei tre primi decenni del Novecento, fino all’arrivo clamoroso di Benjamin Britten. Insignito in crescendo di benemerenze dalla casa reale, iniziò la composizione della sua Seconda (ed ultima) Sinfonia nel 1909, con l’idea di dedicarla ad Edoardo VII. Il sovrano morì però pochi mesi dopo, e la sinfonia fu presentata nel maggio 1911 al London Music Festival, diretta dall’autore, con dedica alla memoria del reale. Articolata nei canonici quattro movimenti – Allegro vivace e nobilmente, Larghetto , con carattere di marcia funebre, Rondo, e un finale Moderato e maestoso – la sinfonia è improntata a un clima di gioia sospesa evocato nella didascalia iniziale di Percy Bysshe Shelley: «Rarely, rarely, comest thou / Spirit of Delight!».