Histoire du soldat diventa Opera a Lugo

SE IL SOLDATO VENDE IL SUO VIOLINO AL DIAVOLO

Domenica 10 maggio alle 18 la celebre opera di Stravinsky al Teatro Rossini in un nuovo allestimento con la traduzione di Vincenzo De Vivo, i video di Roberto Recchia, la regia di Rosetta Cucchi e la partecipazione di otto studenti delle scuole medie superiori (Manuela Biancoli, Giacomo Galli, Yuri Giordani, Lorenzo margotti, Elena Nostri, Alfredo Piloni, Alberto Pirazzini, Alessandro Vecchi).

Alessio Genchi è la voce recitante, in buca Mihaela Costea, Daniele Tttti e Matteo Angeloni.

In scena anche la ballerina-acrobata Valentina Franchino.

Nuovo appuntamento operistico domenica 10 maggio alle ore 18 al Teatro Rossini per il Lugo Opera Festival: ecco la realizzazione in forma scenica di un capolavoro assoluto del Novecento, la celebre Histoire du Soldat (Storia del Soldato) di Igor Stravinsky, opera da camera su libretto di Charles-Ferdinand Ramuz, nella nuova versione ritmica in italiana curata per il Lugo Opera Festival da Vincenzo De Vivo, con la regia di Rosetta Cucchi e la partecipazione straordinaria di otto studenti delle scuole medie superiori di Lugo appositamente selezionati dalla direzione artistica del Lugo Opera Festival. Interpreti ne saranno la violinista Mihaela Costea, il clarinettista Daniele Titti, il pianista Matteo Angeloni e la voce recitante di Alessio Genchi, ai quali si unirà la ballerina-acrobata Valentina Franchino.

Grazie anche all’apporto dei video di Roberto Recchia, si tratterà di un’edizione molto innovativa del capolavoro stravinskiano, nato volutamente “povero” nel 1918 allorché Stravinsky, sfollato in Svizzera con la famiglia dopo i sommovimenti della Rivoluzione Russa del 1917, decise di immergersi nel folle progetto assieme al poeta Ramuz e al direttore d’orchestra Ernest Ansermet di scrivere un’opera per marionette da portare in giro ed eseguire nei villaggi di tutta la Svizzera. “La musica mi si è qualche volta presentata in sogno – scrive Stravinsky – in quel sogno una giovane zingara era seduta sul ciglio della strada. Aveva in grembo un bambino e per intrattenerlo suonava il violino. Il bambino era entusiasta di quella musica, l’applaudiva con le manine… Accadde mentre componevo l’Histoire du Soldat”.

Ne scaturì un’opera geniale per piccola orchestra ispirata al mito di Faust, in cui il protagonista, un soldato di ritorno dalla guerra vende il suo violino al diavolo. Racchiusa da una struttura suddivisa rigidamente a quadri chiusi, il bellissimo testo di Ramuz narra di un soldato, al quale il diavolo sottrae il proprio violino, e che nell’ansia di riaverlo segue per tre anni lo spirito maligno convinto di farlo per soli tre giorni. Persa la nozione del tempo, torna al paese dove trova la sua promessa sposata ad un altro e già con due bambini e così dovendo constata la definitiva vittoria del diavolo. Sia l’argomento sia lo stile musicale hanno carattere eclettico e cosmopolitico: ragtime nordamericano, valzer viennese, tango argentino si affiancano al motivo che simboleggia il soldato, l’unico a conservare una intonazione russa.

L’organico originario comprende due strumenti per ciascuna famiglia: violino e contrabbasso, clarinetto e fagotto, tromba e trombone, percussioni affidate a un solo esecutore.  Due anni dopo la prima rappresentazione – avvenuta a Losanna il 28 settembre 1918 – Stravinsky ne realizza una versione di soli cinque numeri per tre strumenti: il violino, naturalmente, quindi il clarinetto, duttile e teatrale, mentre le altre parti sono riassunte dal pianoforte. La versione eseguita al Lugo Opera Festival è la trascrizione completa per questo organico realizzata dallo stesso interprete al pianoforte Matteo Angeloni.

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