Die Walküre si presenta

(Der Ring des Nibelungen)
Di Richard Wagner
Libretto di Richard Wagner

Teatro alla Scala con Amici della Scala

“Prima delle prime”

Stagione 2010/2011 – primo incontro

TEATRO ALLA SCALA
RIDOTTO DEI PALCHI “A. TOSCANINI”
MARTEDI’ 30 NOVEMBRE 2010 ORE 18.00

È la seconda colonna della Tetralogia; composta subito dopo L’Oro del Reno nel 1854-56. Opera densissima di temi che sinfonicamente legano passato e futuro: afferra, racconta, dolorosamente dà pace. Si svolge da crepuscolo a crepuscolo, fra terra e spazi del mito, furor di tempeste fatali e pause di dialogo che scavano le ragioni della coscienza. Si apre fra raffiche di pioggia e vento al passo di uno che corre, spinto da fatalità. In una casa si abbatte esausto; una donna lo soccorre con dolcezza, l’orchestra protende i loro temi uno verso l’altro, riconosce ciò che loro ancora non sanno. Sono fratello e sorella, della stirpe dei Wälsi che Wotan ha creato per riconquistare l’Anello del potere. Lui fu allevato dal dio, sceso in terra come selvaggio cacciatore, lei fu rapita e sposata dal brutale Hunding. Il quale ora vede nell’ospite il nemico: all’alba combatteranno.
Sieglinde lo addormenta e mostra all’ospite la spada che un vecchio misterioso conficcò nell’albero al centro della stanza e che nessuno riuscì a svellere; spera che lui ci riesca e nella sua vittoria. Dalla porta che si spalanca entra la Primavera e li travolge; nel duetto estatico Siegmund e Sieglinde si riconoscono e si ribellano all’infelicità con l’amore, si esaltano quando l’eroe estrae la spada predestinata e fuggono.
La fuga è vista anche da lassù. Wotan ordina alla Walkiria Brunilde, figlia prediletta, di assicurare la vittoria a Siegmund. Ma con Frika, sua sposa, è scontro: per l’amore incestuoso dei fratelli e perché Siegmund non potrà essere lo sperato eroe libero e liberatore. L’angoscia di Wotan si comunica alla Walchiria. Irrompono i due fuggiaschi e Sieglinde, atterrita dalla colpa, vien meno. A Siegmund appare Brunilde e arcanamente annunzia il destino di venire accolto tra gli eroi al Walhalla, ma senza la sposa lui rifiuta, piuttosto l’ucciderà.
E la Walchiria, accorata, decide di disobbedire. Lo copre nel combattimento, ma Wotan in un lampo sbriciola la sua spada e l’eroe muore. Fra vette e nubi in tempesta cavalcano le Walchirie sui loro cavalli alati. Arriva Brunilde con Sieglinde che porta in grembo il frutto dell’amore, e con la spada. La furia di Wotan, sopravvenuto, lancia la terribile punizione. Nel crepuscolo finalmente calmo restano soli Brunilde e Wotan. Lei giustifica il suo gesto per amore, e il tema che varia da mi minore a maggiore significa per noi un’assoluzione; per Wotan esaudire le richieste della figlia, non più dea ma umana, addormentata sul monte, ma difesa da fiamme che mai sposa ebbe, e svegliata da un eroe pari a un dio. Le dice addio col dolore e l’affetto d’un padre e la circonda con l’Incantesimo del Fuoco. ( F.C.)

Ne parlerà Franco Serpa, germanista, professore nell’Università di Trieste e accademico di Santa Cecilia, nell’incontro “Il fuoco e l’addio” con ascolti.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti