Coro degli Alpini all’Alighieri

Il Conservatorio delle Alpi, ovvero il Coro della SAT
Teatro Alighieri, venerdì 15 giugno ore 21

L’idea di montagna, ciò che nell’immaginario rappresentano le vette inaccessibili dei monti si collega direttamente all’idea di raccoglimento e isolamento monastico che attraversa il percorso tematico di Ravenna Festival 2012. Così non può stupire di trovare in cartellone il più celebre gruppo dedito al canto alpino: l’oramai leggendario il Coro della Sat, ovvero della Società Alpinisti Tridentini, che venerdì 15 giugno si esibirà sotto la direzione di Mauro Pedrotti sul palcoscenico del Teatro Alighieri (alle 21).

Il Coro della SAT è una vera e propria istituzione: fondato a Trento nel 1926 sotto l’impulso dei quattro fratelli Pedrotti, tutti impegnati nella pratica corale e innamorati della loro montagna che assieme a un gruppo di amici inventarono un nuovo modo di cantare e interpretare il patrimonio della tradizione orale e di una vera e propria civiltà popolare fiorite attorno a quella montagna, è divenuto ben presto uno fra i punti di riferimento della rivisitazione (e rivitalizzazione) del repertorio foklorico che va ben al di là dei ristretti confini regionali.

Un risultato testimoniato dall’interesse che molti importanti musicisti hanno dimostrato nei suoi confronti. Primo tra tutti Arturo Benedetti Michelangeli: il grande pianista, appassionato scalatore di montagne e cultore del canto popolare, proprio al Coro della Sat ha riservato le sue uniche pagine da compositore, ovvero 19 armonizzazioni di canti popolari che rivestono un ruolo di primo piano nel vastissimo repertorio del coro e che nel 1997 sono state raccolte dal coro stesso in un cd di grande successo.  A quelle di Benedetti Michelangeli si aggiungono poi le armonizzazioni di tanti altri, compositori come Bruno Bettinelli, Renato Dionisi, Giorgio Federico Ghedini e, più recentemente, Luciano Chailly, Armando Franceschini, Bruno Zanolini.

Per non dire della grande stima e ammirazione che Massimo Mila dimostrò a più riprese per la vocalità solida e al tempo stesso trasparente del coro. Il rigoroso e acuto musicologo, nonché instancabile frequentatore di montagne, ebbe a scriverne più volte: arrivò a definirlo il ‘Conservatorio delle Alpi’ aggiungendo che “se Brahms avesse potuto ascoltarlo, lo avrebbe aggiunto nel numero delle gioie artistiche che gli dava l’Italia”. Altrettanto significativo il giudizio espresso da Roberto Leydi, che con occhio esperto di etnomusicologo ha scritto: “Chi abbia avuto modo di ascoltare una sola volta questi ragazzi vestiti da montanari, questi operai, questi studenti, questi impiegati, credo sinceramente non potrà dimenticare mai più quella loro voce calda e penetrante che ripete all’infinito, con una precisione e preparazione tecnica degna dei più famosi complessi professionisti, quelle malinconiche storie senza speranza, popolate di amanti infelici, di spose morte d’amore, di giovani innamorati, di soldati lontani, pervase da una saggezza temprata nei secoli sulla dura vita delle montagne, da un’ingenuità di sentimenti infantile e commovente, da un ritegno pieno di pudori ma carico di generosità”.

Parole che rendono giustizia a uno stile e a un repertorio troppo spesso sottovalutati o relegati nell’angolo delle curiosità folkloristiche: il Coro della Sat, invece, con i suoi  85 anni di attività, i 2000 concerti e i 250 canti incisi, ha saputo superare la definizione di semplice ‘coro popolare’ o ‘di montagna’ e a raggiungere un consolidato prestigio anche nell’ambito della musica colta.

Info. 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti (posto numerato): da 12 (ridotto 10) a 20 euro (ridotto 18).
“I giovani al festival”: under 14 (con adulto) € 5 | 14-18 anni 50% sulle tariffe ridotte | Under 26 tariffe ridotte