Barocco e Afro a Ravenna Festival

Con ‘Regard sur le passé’ rivive il grande inno epico africano contro il colonialismo
Domenica 9 giugno (alle 21) in prima assoluta al Teatro Alighieri

Ravenna, da sempre crocevia di popoli e culture, continua a ‘scoprire’ le musiche del mondo grazie alle proposte del Festival. Il percorso della ventiquattresima edizione riporta all’Africa e propone l’adattamento di un canto epico dei griot del Mali, pietra miliare della grande tradizione orale africana, ‘Regard sur le passé’, inno all’ultimo imperatore d’Africa, Samory Toure. In prima assoluta al Teatro Alighieri, domenica 9 giugno (alle 21), sarà presentata la rilettura di Marco Zanotti all’orchestrazione che ne fece il leggendario ensemble guineano Bembeya Jazz National nel 1969. Di scena la Classica Orchestra Afrobeat – originalissimo ensemble che coniuga il mondo della musica barocca europea con le musiche tradizionali africane e l’afrobeat, appunto – impreziosita dalla voce solista di Sekouba ‘Bambino’ Diabaté e da quella del narratore mandingo Baba Sissoko. Si tratta di una produzione di Ravenna Festival, realizzata insieme ad Armonie d’Arte Festival e in collaborazione con Brutture Moderne, Afrodisia, La Favela Chic, Bembeya Jazz National, TP Africa.

Chi era Samory Toure? Una prima descrizione arriva dal preambolo dell’inno: “È stato uno di quegli uomini che, anche se non ci sono più, continueranno / a vivere in eterno nel cuore della loro gente. Stiamo parlando dell’almamy Samory Toure, / imperatore del Wassoulou, dell’illustre Alpha Yaya Diallo, re di Labè, e di Morifing Djan Diabate, / simbolo dell’amicizia, i cui resti riposano nel suolo natale che hanno amato e difeso per tutta la vita”. Nato nel 1830 a Manyambaladougou, in Guinea, Samory Toure, detto anche Mandjou e Sanankoro Faama – Re di Sanankoro – sul finire del XIX secolo seppe resistere per più di vent’anni all’avanzata delle truppe francesi, ultimo baluardo prima della definitiva colonizzazione dell’Africa Occidentale.

La Classica Orchestra Afrobeat ha compiuto un’imponente operazione di recupero di quello che rappresenta un immenso patrimonio della cultura orale africana, arrangiando ed eseguendo questa ‘epica musicale’ con gli strumenti e gli stilemi della musica colta europea (classica e barocca), nonché della tradizione popolare italiana. Si trovano così a coesistere due metodi di espressione musicale apparentemente opposti tra loro come quello scritto e quello orale, oltre che due diversi immaginari collettivi di ‘orchestra’, molto distanti tra loro, eppure espressione allo stesso modo di una collettività artistica. La rievocazione delle gesta di un condottiero per liberare la propria terra e il proprio popolo dall’invasore rimanda inevitabilmente a numerosi esempi di epiche europee. Nell’ottica di tramutare in fatto concreto la contaminazione tra culture diverse, questo progetto di rilettura in chiave classica europea dell’epica musicale di Samory Toure, assume una brillantezza antropologica notevole, svelando nuovi scenari su un pezzo di cultura quasi sepolto sotto secoli di tendenze culturali fagocitatrici e centralizzanti.

La Classica Orchestra Afrobeat è un ensemble da camera di dodici elementi, per lo più strumentisti classici, diretta da Marco Zanotti, musicista attivo da più di quindici anni in numerosi progetti di musica popolare e jazz. L’organico comprende alcuni solisti di spicco del panorama classico e barocco italiano, e altri provenienti dal mondo dell’improvvisazione più d’avanguardia. L’affiancamento di strumenti ‘colti’ (legni, archi e clavicembalo) ad altri squisitamente popolari come la piva emiliana, l’ocarina di Budrio e le percussioni rende il suono dell’orchestra peculiare nella sua freschezza e originalità. L’adattamento di ‘Regard sur le Passé’ rappresenta il secondo capitolo di un progetto di rilettura delle opere fondamentali del patrimonio africano, dopo un disco dedicato all’afrobeat di Fela Kuti (‘Shrine on You: Fela goes Classical’), registrato insieme al suo erede Seun Kuti.

Nato nel 1964 a Kintinya, vicino al confine con il Mali, da una storica famiglia di griot, Sekouba Bambino Diabate è attualmente una fra le anime della musica guineana moderna. Le petit de Seguiri, come lo chiamava il presidente Sekou Toure all’inizio della carriera, ha debuttato a soli sedici anni come cantante della Bembeya Jazz nei primi anni Ottanta del Novecento, prendendo le redini lasciate da Aboubacar Demba Camara. Ha poi iniziato la carriera solistica negli anni Novanta. Dopo il terzo album, Sinikan (2002), i suoi lavori come solista sono orientati soprattutto al mercato africano e alle banlieu parigine, rimanendo così relativamente poco conosciuti dal pubblico occidentale.

Maestro indiscusso del tamani (piccolo strumento a percussione, politimbrico), Baba Sissoko suona anche ngoni, kamalengoni, chitarra, balaphon, calebasse, sildrum e, naturalmente, canta. Nato da una grande dinastia di griot del Mali, è stato il primo ad introdurre il suono del tamani nella musica moderna maliana. Attualmente vive in Italia.

‘Regard sul le passé’ si inserisce nel progetto, finanziato dalla Comunità europea, Network for African Talents, che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del teatro e della musica e di sostenere giovani artisti nell’area ACP (Africa-Caraibi-Pacifico) con particolare attenzione alla relazione fra le grandi tradizioni africane e i linguaggi contemporanei. Il network è formato da Ravenna Festival, Kulungwana (Mozambico), Takku Ligey (Senegal) e Theatre du Chocolat (Camerun). Il cartellone 2013 prevede altri due eventi inseriti nel progetto N.A.T.: ‘Anuang’a and Maasai Vocals’ (13 giugno, Teatro Alighieri) e ‘Dada Masilo’s Swan Lake’ (2 luglio, Palazzo Mauro De André).

Info e prevendite: 0544 249244 – ravennafestival.org
Biglietti: posto numerato 20 euro (ridotto 18)
“I giovani al festival”: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni, 50% tariffe ridotte